La scuola è triste e sbagliata

  • Introduzione

    Premetto che ho 19 anni e la scuola a me non ha mai fatto ne caldo ne freddo. Non ricordo di aver quasi mai studiato e di essere passato dal "buco della serratura" sempre. Non ho mai avuto una grande motivazione a studiare le materie umanistiche. La matematica è l'unica che bene o male mi è sempre piaciuta: una volta capita come funziona sei in grado di lavorare per sempre ed inoltre è quella che a mio parere ti dà soddisfazioni immediatamente (risolvere quel problema della verifica a cui nessuno è arrivato etc...).
    Quindi potrei dire tranquillamente che la scuola non è stato affatto un elemento determinante della mia vita. Certo mi ha aiutato a socializzare con altre persone, ma ad essa non devo assolutamente nulla.

    Frequento un liceo scientifico e sono al 5° anno. Gli anni al liceo sono passati molto veloci, senza che nemmeno me ne sia accorto. Anche qui, come prima, sono passato quasi tutti gli anni per il buco della serratura. La quinta però è come fare 4 anni in un colpo solo. Ed è qui che, se prima vivevo un rapporto di indifferenza con essa, mi sono definitivamente scontrato con la scuola e la sua ottusità. Ogni giorno che passa, l'ansia per qualsiasi cosa cresce e se prima potevo anche sbattermene ora devo per forza impegnarmi, non solo per la verifica del giorno dopo, ma anche per crearmi quella ottusa "cultura generale" di cui tutti vanno tanto fieri. Ho cominciato a vedere la scuola da una prospettiva diversa...

    Quante balle

    Un giorno mia madre e mio padre mi dissero quali erano gli obiettivi a cui l'istituto mirava: Creare persone aperte mentalmente e flessibili, ma soprattutto culturalmente pronte. Quando me lo dissero io non riuscii a trattenermi dal ridere. Non riuscivo a credere a ciò che avevo sentito: "apertura mentale" e "flessibilità" era qualcosa che io vedevo (e vedo tuttora) come completamente antitetiche alla scuola. La scuola, e ve lo dice uno che ci vive tuttora dentro, è ciò che uccide la flessibilità, l'unicità e la mente di un individuo. Anzi, ti obbliga a conformarti alla massa e ti dissuade dal dedicarti alle tue vere passioni, tentando di inculcarti una quantità esorbitante di informazioni generali, apparentemente utili, ma in realtà troppo generali per servire a qualcosa. Io mi chiedo: chi ha deciso che il latino era una materia migliore della sociologia? che la storia è meglio della botanica? chi che la geologia è meglio della psicologia? Chi ha deciso che determinate materie "devono" (esiste un obbligo dello stato fino a, mi pare, il secondo anno di superiori) essere studiate invece che altre? Prendendo spunto da una mia professoressa: Il sistema scolastico moderno mira ad ottenere la sufficienza su tutto invece che specializzarsi in qualcosa di particolare. E' inconcepibile, per me, obbligare (anche indirettamente*) delle persone a fare qualcosa che non vogliono fare. Non è giusto. All'interno della scuola io mi sento come l'ultima ruota del carro della gerarchia scolastica. I professori, ormai, la maggior parte, vecchi e bigotti non riescono a trovare la motivazione per insegnare decentemente. Il preside, dall'alto della sua cattedra non riesce nemmeno ad avere l'umanità per far entrare a scuola uno studente che stremato dalla corsa è arrivato a scuola alle 8:01 invece che alle 8:00. Lo studio è fatto a tappe forzate, senza pause. Lo studio è un percorso che parte, per molti, già in ritardo, perché a sentire i professori: "Siamo troppo indietro, dobbiamo sempre darci una accelerata". Poi, siccome da studente devi liberare spazio nel cervello per far entrare i nuovi dati della giornata, ti liberi dei dati più vecchi, ovvero di ciò che avevi studiato la settimana prima. E' incredibile che il sistema scolastico moderno, così pieno di falle grandissime, non sia nemmeno in procinto di cambiare radicalmente.

    Io sento molti miei compagni dire che non hanno intenzione di continuare perché si sono "rotti il c****o". Altri non hanno nemmeno il tempo per pensare a ciò che vogliono fare della loro vita, metà (a maggio) non sanno in che università andranno e moltissimi (troppi) abbandonano passioni sportive o altro per dedicarsi interamente all'ultimo anno di superiori. Io mi giro in torno e vedo una scuola che non fa nulla di buono, NULLA! Siamo tutti qui, così orgogliosi di aver ottenuto il "diritto alla cultura" da non vedere che è una struttura che ci porta solamente a diventare macchine. Macchine non certamente abituate a pensare? Ma quale flessibilità? Quale libertà? Non posso studiare nemmeno le materie che mi piacciono. Devo assorbirmi Latino o Astronomia che a me sinceramente non frega un c∙∙∙o. Al loro posto metterei volentieri Informatica e Psicologia. I ragazzi non sono per nulla abituati a decidere. Non scelgono nulla della loro vita scolastica; la scuola è una monarchia, una tirannia, un regime coperto dalle 2 figure inutili chiamate "rappresentanti di classe" e "rappresentanti di istituto" che si e no hanno il potere di convocare assemblee di istituto che si trasformano in un'occasione per alienarsi dalla routine scolastica. Nella scuola domina la ripetitività continua e il percorso degli studenti scorre su dei binari ben visibili ed uguali per tutti.

    Mi sento come l'unico sopravvissuto; intorno a me vedo corpi già morti interiormente. I ragazzi intorno a me non riescono a pensare ad altro che alla loro vita, al loro lavoro, allo studio. La maggior parte finge persino di vivere bene, quando (si vede benissimo e si sente) non hanno nemmeno 10 minuti della loro vita non organizzata; >. Sono persone non abituate a scegliere, che non sono in grado nemmeno di decidere che cosa assolutamente non vogliono fare da grandi. Non hanno idee, non hanno spirito, non hanno ideologie originali, si rifanno a sistemi e modelli già visti e rivisti. A me sinceramente viene da vomitare al solo pensiero di viverci un'altro mese in una scuola del genere.

    Conclusione
    Io vedo la Maturità come il battesimo definitivo a macchina. Sinceramente (interpretatela pure erroneamente come una paura innata per essa, e per il futuro) non so nemmeno se ho voglia di passare la maturità e morire dentro. Io vedo che una volta saltato questo ostacolo diventerò come tutti gli altri, un'altro bullone nella grande macchina chiamata "stato". Io ne sto parlando con tutti, genitori e amici e non riesco a trovare una persona che non mi dia ragione almeno sul 70% di ciò che dico. > fanno... >. E' così? Siamo davvero così egoisti da non pensare che la scuola, dopo aver distrutto parte di noi stessi, dopo averci levigato con lo stesso stampo, non faccia lo stesso con quelli che sono più giovani di noi?

    Potrei andare avanti e scrivere un libro intero su tutti gli aspetti positivi (rarissimi) ma soprattutto negativi della scuola e possibili soluzioni ad essi; soluzioni che non saranno perfette nemmeno esse, ma almeno migliorerebbero moltissimo la scuola e la vita studentesca; Capisco comunque che in questa sede, un così grande excursus, porterebbe a scoraggiare molti dal leggere almeno la prima parte del messaggio, quindi, consapevole di essere troppo lungo e noioso, mi fermo qui; e spero che qualcuno sia abbastanza "aperto mentalmente" per osservare la scuola da un punto diverso; diverso anche dal mio...

    Morto spiritualmente da Giugno 2011

  • La scuola è figlia anche di una cultura del passato ed è stata per molto tempo privilegio di pochi. Inoltre in Italia è il fanalino di coda nei bilanci del Paese, indipendentemente da chi sia al governo. Che dire? Il tentativo di parecchi è quello di creare, con tutti i limiti, una coscienza critica oltre che un sapere di base ma il fatto è che dobbiamo fare sempre le nozze coi funghi (o coi fichi secchi, se preferisci)....

  • La scuola può essere valutata da miriadi di punti di vista. Io potrei dirti il contrario di quello che affermi tu, sarà che lo vivo in modo diverso: conosco alunni entusiasti di sfidare la maturità (anche se non sono grandi studiosi), conosco docenti motivati e competenti, conosco presidi che non sono sul piedistallo ma che entrano in classe e parlano con tutti.
    La scuola è solo un'occasione per provare ad assumere certe responsabilità: la prima, la più ovvia, quella di studiare, per se stessi, per i prof. per i genitori. Infischiandosene degli altri se non vogliono farlo o se si accontentano di una vita vuota e inutile.
    Chi sceglie quali materie studiare nel corso degli anni? beh! i nostri tecnici dei ministeri, quella è la via. A chi non piace non è obbligato ad andare avanti, a 16 anni si può lasciare la scuola e fare altro. Non ci sono fucili puntati dietro la schiena. C'è libertà.

  • mi fermo qui; e spero che qualcuno sia abbastanza "aperto mentalmente" per osservare la scuola da un punto diverso; diverso anche dal mio...

    Mi pare un ottimo escursus su problemi concreti e ideali, espressi bene e costruttivamente.

    SE questo e' veramente una aspetto che colpisce la tua fantasia e ti stimola all'azione, non devi fare altro che prepararti, attraverso l'univestita e tutte le iniziative che riterrai opportune, a cambiare l'esistemte, ponendotelo come fine a cui dedicare i tuoi sforzi.

    Lo stato non e' statico, ma un luogo dove tutto scorre e presto sarai in quella fase della vita in cui potrai cocorrere, secondo le carte che hai, al cambiamento.

  • Ippolita, Certo, ci sono alunni che sono fieri di quello che fanno e ricevono soddisfazioni. Il mio era più che altro un iperbole per rafforzare la mia idea (anche se effettivamente con la mia descrizione penso di aver preso più della maggioranza dei miei coetanei). Sta di fatto che il problema maggiore della scuola, secondo la mia opnione, è che c'è poca libertà di controllare i tuoi stessi studi. Fondamentale, sempre secondo me, è avere la possibilità di studiare il numero e le materie che ti piacciono o che pensi siano più utili per te; questo partendo dal fatto che tutte le materie sono utili e che non ce ne sono di inutili o meno utili di altre in termini assoluti. Così potrei decidere di studiare biologia, astronomia, psicologia, informatica, filosofia e matematica invece che altre 5 materie di cui non può fregarmene di meno. Dobbiamo ammettere che la scuola con cultura preimpacchettata è ormai fuori moda, basta guardare l'inghilterra e l'america. Di recente sto leggendo Tolstoj per conto mio, e più in particolare la pedagogia e i suoi esperimenti; Lui, pur essendo molto più radicale di me, ha fatto degli esperimenti (poi anche controllati da esperti e da presidi di altre scuole) fondando circa 50 scuole che si basavano sulla pedagogia antiautoritaria e i risultati furono sorprendenti. Sono convinto che dando la libertà anche ai bambini (Bambini che a mio parere sono certamente privi di esperienza ma hanno la facoltà di poter scegliere e devono averla altrimenti non impareranno mai a farlo) di età intorno ai 5 anni di scegliere cosa fare sia una cosa fondamentale. Parliamo tanto di libertà etc, ma io, che vivo dentro una scuola, mi sento come in prigione.

    Basterebbero pochi accorgimenti per vedere che il sistema scolastico è sbagliato. Un'altro spunto? Secondo voi è giusto che la persona che vi insegna una materia sia la stessa che vi interroga o vi corregge i test? Secondo me è assolutamente sbagliato: 1) La professoressa vivendo con gli studenti, giorno dopo giorno, è portata per natura, anche se tenta di nasconderla, a conoscere gli alunni e creare giudizi. Capisco quindi perché tale persona prende un voto maggiore rispetto ad un altra solo perché è simpatica (cosa che purtroppo avviene molto frequentemente e lo dico anche nei confronti di alunni o interrogazioni che a me non cambierebbe nulla accusare di ingiustizia). 2) La professoressa è portata a definire i voti in base ai precedenti 3) La professoressa potrebbe insegnare la materia in un modo troppo diverso da un'altro e a chiederlo in base alle sue preferenze invece che dare un effettivo insegnamento oggettivo della materia. Basterebbe dire che ogni interrogazione e compito è chiesto da un'altra persona. Ed ecco che da studente sei valutato sicuramente più oggettivamente e la materia stessa sarà davvero preparata. E' un pò come il discorso della divisione dei poteri.

    Ci sono tante dettagli come questo che mi sembra impossibile nessuno ci abbia mai pensato. In questo momento (ok, forse qui esagero e sembrerò ben poco modesto ma cerco di rendere l'idea) mi sembra di essere come Galileo che vede che un'idea è sbagliata, lo può provare, ma nessuno lo ascolta. Potrei (ed è quello che nel tempo libero cerco di fare) scrivere punto per punto i pro ed i contro della scuola attuale e della mia idea di scuola o quella di Tolstoj e si noterebbe che la scuola moderna è 10 volte più fondata sulla disuguaglianza, autorità (inutile), ottusità, chiusura mentale e discriminazione di qualsiasi altra. E' una cosa mi fà rabbrividire, pensare che effettivamente pure io sto perdendo sempre più creatività e felicità e voglia di vivere frequentando tale scuola.

    Da notare che a me piace moltissimo studiare..... le cose che mi piacciono.... nei tempi che mi sento di farlo. Non per nulla nel poco tempo libero a disposizione, da autodidatta, mi sono studiato ben 5 linguaggi di programmazione che tuttora utilizzo e che ora sto trasformando in piccoli lavoretti anche per aziende statali. La filosofia? Mi sono studiato Nietsche anche se dobbiamo ancora farlo. Il decadentismo? Mi ero informato ben prima di cominciarlo? Leopardi? Mi leggevo la sua prosa da solo perché rispecchia molto la mia filosofia di vita. Insomma non sarebbe bello studiare quello che si piace? Almeno questo...

    Sono convinto che nel futuro guarderemo ad oggi e diremo "Non riesco a concepire come potessero pretendere di non dare la libertà agli studenti di studiare quello che preferiscono", come oggi diciamo "Non riesco a concepire la violenza dei professori a scuola". Sarò anche arrogante, ma queste questioni mi spingono da dentro in modo troppo impetuoso...

    Morto spiritualmente da Giugno 2011

  • Citazione

    Io vedo la Maturità come il battesimo definitivo a macchina. Sinceramente (interpretatela pure erroneamente come una paura innata per essa, e per il futuro) non so nemmeno se ho voglia di passare la maturità e morire dentro.

    Proprio per questo sono orgoglioso di aver frequentato le scuole dell'obbligo (soltanto perché era obbligatorio per legge, appunto) e poi di esser fuggito subito a gambe levate.
    Fin da quando ho avuto coscienza della scuola (quanti anni avevo? Tre? Quattro?), ho sempre detto "la frequenterò solo finché avrò l'obbligo di farlo", e da quando vi ho messo piede per la prima volta ho iniziato il conto alla rovescia per quanto mancasse all'arrivo dell'ultimo giorno della terza media.

    Se non fosse stato obbligatorio, non avrei frequentato neanche le elementari e le medie, così come da bambino ho deciso di "ritirarmi" dall'asilo.

    Ho imparato a leggere e a scrivere da solo, intorno ai quattro anni, esclusivamente grazie alla mia curiosità e all'aiuto dei miei genitori.

    E, se la scuola mi ha insegnato qualcosa, ciò è avvenuto soltanto in prima elementare (ricordo ancora alcune di quelle lezioni). Poi da lì ho continuato ad approfondire per i fatti miei. Dalla seconda elementare in poi, la scuola è stata soltanto una palla al piede e non mi è servita a niente, tuttavia ero sempre il primo della classe; proprio perché da quei libri e da quegli insegnanti non avevo appreso nulla, le mie fonti erano tutte esterne. Fingevo di ascoltarli, di seguire le lezioni e loro mi credevano un bravo alunno studioso ed educato.

    La scuola è solo uno dei tanti strumenti di controllo della mente, nient'altro.

  • La scuola è solo uno dei tanti strumenti di controllo della mente, nient'altro.

    La funzione essenziale della scuola e' quella di fornirti di strumenti utili alla tua crescita personale. Non ti deve piacere o meno e non ha la funzione di controllare il cervello di nessuno, a meno che non lo voglia.

    Ha la funzione di darti le scarpe per camminare da solo.

  • Beh, hai ragione, ovviamente. Queste cose sono ovvie per chi "ha gli occhi per vedere". Gli altri sono solo automi che sono stati programmati per non vedere.

    La scuola non e' fatta per educare, imparare, crescere.
    Lo scopo della scuola e' quello di prepararti per il mondo del lavoro, in cui tu dovrai essere pronto a rispettare le leggi del mercato e della societa'. Non si insegna l'inglese perche' e' una lingua bella, ma lo si insegna perche' e' ormai ritenuta fondamentale nei rapporti commerciali. Non si impara ad usare il computer perche' usare il computer e' bello, ma perche' il computer dovra' servire in ufficio, nella contabilita' e nella progettazione.

    Tutto ad un tratto ci si ritrova adulti, a fare cose senza neanche sapere il perche' le si stia facendo.

    Attenzione: i miei post possono provocare vertigini, nausea, visione offuscata, allucinazioni.

  • La funzione essenziale della scuola e' quella di fornirti di strumenti utili alla tua crescita personale. Non ti deve piacere o meno e non ha la funzione di controllare il cervello di nessuno, a meno che non lo voglia.

    Ha la funzione di darti le scarpe per camminare da solo.

    Piano. Questa potrà anche essere una bella frase, carica di significato e pure vera. Ma la realtà è che la scuola non è nata perché allo stato non piaceva gente ignorante, e nemmeno perché il popolo ha lottato per avere questo diritto. E' nata nel periodo della rivoluzione industriale e il suo unico scopo era insegnare ai bambini il mondo della fabbrica, degli operai, delle cose noiose e ripetitive. Non per nulla la scuola tuttora ha le sembianze di una fabbrica: orari di apertura e chiusura, campanelle che definiscono il tempo; i bambini sono persino organizzati ad anno di "produzione". Ma chi lo dice che la cosa più importante che abbiano in comune è l'anno di nascita? (cit.) La scuola insegna ad obbedire (non per nulla è basata su una gerarchia chiara ed evidente) ed a rimanere concentrati, ad essere conforme agli altri, a capire che c'è una sola risposta, a non porre domande e a rispondere quelle che ti fanno. Sono pochissime le cose che "impari" (perché alla fine le impari davvero solo se ti piacciono, altrimenti te le dimenticate un mese dopo, pur essendo utili) che poi ti aiuteranno effettivamente nella vita. Io chiedo semplicemente che la scuola si metta in discussione. E' davvero la soluzione migliore questa? Vi prego, possiamo pensarci un pò? Sapete secondo me perché non è ancora cambiata? Perché ti rendi conto che fà schifo solo quando sei verso la fine di essa, un momento in cui la scuola è l'ultimo dei tuoi pensieri, proiettato verso il futuro: università o lavoro che sia. A cosa me ne importa a me della scuola quando ormai sono fuori da essa? Alla fine, anche io fra 5 anni penserò "La scuola è stata pessima, ma mi è servita a qualcosa", perché alla fine, dei ricordi, cerchiamo di trarne le cose migliori. Ma quello che dico ora, e penso ora, da lucido, da studente vicino più di chiunque altro alla scuola è che ci sta uccidendo, sta uccidendo anche le capacità da bambino che noi tutti possediamo che sono preziosissime per il lavoro, per la vita e per la stessa evoluzione della specie:

    Vi lascio con uno spunto:
    In america hanno fatto uno studio sul "Divergent thinking" che non saprei come tradurre. Il test effettuato a fasce d'eta (5-7, 8-10, 12 anni) comprendeva domande del tipo "Quante cose potresti pensare di poter fare con una graffetta?". Se proponevi 200 valide soluzioni eri considerato un genio del "Divergent thinking" (capacità di vedere un problema da diversi punti di vista e trovare numerose risposte). Dei 1500 individui tra i 5 e 7 anni, il 98% arrivava almeno al livello "Genio". Dei 1500 individui tra gli 8 ed i 10 anni, solo il 30% arrivava a quel livello e a 12 anni nemmeno il 10%. Stiamo andando veramente nella direzione giusta?

    Morto spiritualmente da Giugno 2011

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