Messaggi di Lupotta

    Buongiorno a tutti.

    Sono una vecchia conoscenza del forum, e l'avviso da parte degli Amministratori della nuova gestione del sito mi ha colto proprio in un periodo in cui pensavo di rientrare. Sono sempre stata accompagnata dall'aiuto di psicologi, dai 20 anni in avanti, a intervalli più o meno regolari. L'ultima volta (ormai 5 anni fa), la mia terapista mi aveva detto che avevo tutti gli strumenti per poter fare a meno di lei. Purtroppo però non credo sia così vero, ma con la famiglia, il lavoro e la pandemia non mi è proprio possibile rivolgermi a uno studio vero e proprio e in genere prendermi del tempo per poter andare fisicamente da uno psicologo. Anche persone a me vicine hanno lo stesso problema e ci stavamo chiedendo se esistono supporti online disponibili, con personale serio e prezzi abbordabili. Grazie e buona giornata a tutti.

    Credo che questa sia una di quelle cose incluse nella famosa frase "quando avrai un figlio la tua vita sarà stravolta".
    Io ti scrivo da gestante, ma già da ora ho notato dei cambiamenti in me, nel mio rapportarmi con gli altri, nel mio rapporto con alcune persone che conosco da anni.
    Al contrario tuo io sono sempre stata molto istintiva. Pure troppo.
    Almeno, negli affetti (poi in altri campi invece sono del tutto diversa).
    La gravidanza mi ha insegnato a tollerare, comprendere, pazientare, ascoltare, non giudicare.. insomma, alcuni concetti della vita sociale che prima conoscevo solo in linea teorica e non riuscivo mai ad applicare.
    Detto questo, spesso leggo nei tuoi sfoghi una forte delusione nei confronti di tua madre e di come vive il suo ruolo di nonna.
    È comprensibile e nessuno può lenire questo tuo "dolore".
    Per di più a quanto pare per te questo lato affettivo e dei ricerca di un "nido" per te e tua figlia, sono delle emozioni del tutto nuove, che giustamente fai fatica ad elaborare. Vederle disilluse ovviamente crea in te molta frustrazione.
    Purtroppo però quello che puoi fare è ciò che già fai: cercare di coinvolgere ed essere propositiva, positiva, allegra e coinvolgente.
    Se tua madre è ciò che è..Non è colpa di nessuno. E non devi starci male.
    E se ci stai male.. Non farlo diventare un problema, non lo è.
    Come hai scritto..è una delusione, e come tale ci vuole tempo e pazienza per metabolizzarla.
    Probabilmente non capirai mai perché tua madre si comporta così, ma l'unica cosa da fare a questo punto è accettarlo.
    Ti farà soffrire..ma non puoi davvero cambiare lo stato delle cose, dato che non dipende da te.
    Goditi la tua bimba.. e prova a coinvolgere comunque anche lei, ma senza crearti aspettative.
    Un abbraccio

    Secondo me fai benissimo.
    Se ce la fai puoi anche metterla giù morbida.
    Trovi un momento in cui siete tranquille, spieghi con calma che hai una storia seria con una persona che ami, e che lui ti ama e ti rispetta.
    Proprio per questi motivi sarebbe una cosa bella averlo a Pasqua con tutti voi.
    Vedi poi cosa ti dice tua madre.
    Tu inizia in modo conciliante, propositivo..Non ti mettere subito sulla difensiva e non "pretendere" nulla.
    Sei adulta. Sei libera di fare le tue scelte.
    Se lei vuole partecipare e condividere bene, altrimenti si vedrà estromessa da una parte importante della tua vita.
    Ma sarà stata lei a volerlo, non tu.
    Non vivere di sensi di colpa, non serve a nulla, soprattutto se tu hai cercato un compromesso, se hai provato a rimediare.
    Piuttosto trovati un lavoro e vattene.. con una laurea specialistica in corso non saresti la prima che vedo.
    Una volta fuori di casa..vedrai che le cose cambieranno.
    Spesso le mamme quando diventi EFFETTIVAMENTE indipendente, cambiano registro.
    Pensa alla tua felicità ed al tuo benessere.

    Certe volte, (anzi, quasi sempre..), si hanno troppe aspettative (sia interne che esterne), rispetto al rapporto che si "dovrebbe" avere con i suoceri.
    Tramite le mie esperienze sono arrivata alla conclusione che i suoceri sono persobe importanti, con cui se si riesce è meglio avere un buon rapporto..ma senza arrivare a stare male per poterlo fare.
    Gli ingredienti per un rapporto sereno e tranquillo sono molti, ed ognuno di noi deve trovare le dosi giuste, dato che ogni persona è un mondo a parte.
    La base secondo me è un dialogo aperto e sincero col proprio patner, seguito però da una legge fondamentale: ognuno si "ciuccia" i propri genitori.
    Che vuol dire che sì. .io mi impegno per conoscerli e trovare un punto d'incontro, ma se nascono problemi sei tu (figlio-figlia), che li devo gestire.
    Non io.
    Una suocera invadente si combatte con una grossa dose di menefreghismo, assenteismo, e la collaborazione del proprio compagno.
    Per quanto riguarda le loro lagne.. devi pensare che loro hanno vissuto in un certo modo, che per loro è corretto sia così. . E fare spallucce all' ennesima volta in cui ti mostreranno il loro martirio per la causa.
    Evitare giudizi è un altro ingrediente, secondo me.
    Ogni famiglia ha un vissuto unico.. che spesso visto dall'esterno sembra senza senso. O ridicolo. O inutile.
    Ma quello è. Punto.
    Quindi meglio accettarlo come dato di fatto.. ed al massimo cercare spunti per un dialogo costruttivo.
    Io per esempio (che col tempo sono migliorata, ma sempre s∙∙∙∙∙a rimango..lo ammetto), se partissero con la menata solita, farei un sorriso al suocero, elogiandolo per i suoi sacrifici e dicendogli che i suoi figli son stati fortunati ad avere una persona che ha sacrificato tanto per loro.
    ????

    Non hai bisogno ne del consenso ne dei soldi di tua madre per andare da una psicologa.
    Basta andare ad i consultorio o in Asl..anche senza prescrizione medica (almeno. .io ho fatto così. .)
    Paghi pochissimo e sei seguita. Tanto vale provare.
    Per tuo padre.. dare un parere è difficile senza conoscere i retroscena.. magari la brutta risposta che hai dato l'ha colpito molto più di quanto tu sia disposta a credere.

    Anche se forse il mio intervento è completamente inutile, dato che concordo pienamente con la huesera, provo ad aggiungere "il mio tocco".
    Ho visto persone stupende buttare via amori bellissimi e la loro stessa vita, proprio per questa paura di deludere, fare arrabbiare o contrariare i genitori.
    In particolare la mamma.
    Ora, il rispetto non deve mai mancare, ma devi rispettare prima di tutto te stessa.
    Volere una vita indipendente e felice non è reato. Non è una mancanza di rispetto verso i tuoi genitori, ne una mancanza d'amore.
    Stai rispettando te stessa, i tuoi sentimenti, la tua vita, nel momento in cui ti lasci soggiogare da quello che credi voglia tua madre?
    Le stai facendo del male se, in modo maturo e responsabile organizzi i tuoi spazi e la tua vita?
    Lo scopo di una madre non è (non dovrebbe essere.. ma da quello che ho visto spesso succede il contrario), quello di pilotare sentimenti e decisioni del figlio.
    Dovrebbe essere quello di dare gli strumenti adatti perché lui-lei possa avere una vita sana e felice.
    Quindi se ti vengono in mente sensi di colpa e recriminazioni, pensa sempre che negandoti certe cose fai male sia a te, sia a lei, indirettamente.Non potrete mai avere un rapporto aperto e maturo finché tu non avrai il coraggio di portare a termine i tuoi propositi.
    Magari in un primo momento lei farà storie..piangerà o minaccerà.
    Tu non cedere, vai avanti per la tua strada..pensando al tuo benessere.
    Una reazione esagerata da parte sua sarà comprensibile, dato che una figlia fino a quel momento completamente dipendente ed immatura dimostrerà invece di essere adulta.
    Devi essere tu per prima a comportarti come tale.
    E prima o poi lei lo accetterà. .anche perché non avrà alternative.
    Coraggio! !

    È da molto che non visito il sito, ed è per questo che la mia risposta giunge tardiva.
    Me ne scuso.
    L'argomento è molto delicato, ma se tu per prima sei stata un'alcolista, il fatto che in te sia nato questo campanello d'allarme ha un suo peso.
    Inoltre bere di nascosto e negare l'evidenza sono tra i primi veri sintomi di questa "patologia".
    L'approccio da tenere con lei forse lo dovresti sapere meglio di chiunque altro..
    ..essendoci passata.
    Cerca di farle capire che ha bisogno d'aiuto ed indirizzata verso centri che si possono prendere cura di lei.
    Facci sapere.

    Secondo me è una situazione da non sottovalutare.
    Ridurre le tue libertà, farti sentire in colpa per la morte di tuo padre..sono sintomi di una personalità con problemi.
    Una persona del genere non deve essere scusata e giustificata di continuo, perché questo comportamento non fa altro che rafforzare la sua convinzione di avere ragione e non l'aiuta di certo ad elaborare il lutto (cosa che molto evidentemente non ha fatto in modo adeguato).
    Inoltre, oltre ad essere preso in causa lo scrivente, che è maggiorenne e si sta prendendo sul groppone fin troppe angosce e responsabilità, ci dobbiamo ricordare che in casa c'è una ragazzina di 14 anni, che ha diritto di crescere in un ambiente sano, e non si può pretendere che pensi a tutto il fratello, che ha diritto a farsi una sua vita.

    Detto questo, secondo me la cosa migliore è andare in un consultorio e chiedere aiuto, magari loro potranno darti un appoggio..ed interpellare i servizi sociali non mi sembra una cattiva idea.

    Questo è un argomento davvero spinoso, e che secondo me non ha una vera e propria risposta generale ed univoca.
    Ci sono troppo fattori che spostano gli equilibri, e l'epoca incerta in cui viviamo non aiuta.
    Io posso solo portare la mia esperienza.
    Io voglio andarmene di casa più o meno da quando sono adolescente. Pianificai anche una fuga.
    Non a caso oggi capisco perché all'ultimo anno di liceo mi misi con un ragazzo molto più grande di me.. e dopo di lui guarda caso, con una persona che viveva a 350 km da me.
    Ho sempre fatto implicitamente ed inconsapevolmente di tutto pur di andarmene.
    Andai a vivere con il mio amore "lontano" e più tardi ci trasferimmo entrambi nelle mie zone.
    Purtroppo la storia non durò, ma non accettai di tornare dai miei.
    Per me era un pensiero intollerabile: piuttosto avrei preferito trovarmi un lavoro all"estero ed emigrare.
    Vivevo da sola con uno stipendio di circa 800 euro al mese. Non avevo la macchina, non uscivo quasi mai, non spendevo mai nulla se non per le cose indispensabili.
    Non mi sono mai pentita di questa scelta.
    Ho un fratello che ha 5 anni più di me. Vive ancora con i miei.
    Lavorando da quando ha 18 anni ha in banca l'equivalente per comprarsi un monolocale senza fare un mutuo, od al.massimo facendo un piccolo finanziamento.
    Non vive bene con i miei genitori: subisce passivamente le vessazioni di mia madre e mal sopporta il carattere di mio padre.
    Mia madre lo umilia di continuo, forse sperando di smuoverlo e cacciarlo via di casa.
    Ma, anche dopo molte discussioni con me e nostra sorella, che vive in mezzo ad un branco di vecchi e sta cercando di andarsene il prima possibile (è molto più giovane di noi), lui continua a dire che "non può", "che butterebbe solo via dei soldi per poi vivere da solo, senza nessuno..", oppure dicendo che poi si vivrebbe troppo distanti ed i nostri genitori diventerebbero un problema di difficile gestione, oppure "io son stato a casa da solo le due settimane in cui mamma e papà sono andati in vacanza, e non è che mi sembra tutta sta bellezza".
    E lo dice uno che, anche se a parole si dice soddisfatto della vita che fa, nei fatti non è mai riuscito a crearsi una relazione stabile, è ingrassato circa 30 kg, non si prende cura di se stesso e si comporta spesso più come un nonno che da fratello.

    Posso immaginare che se uno a casa ci vive bene, non abbia nessuno stimolo per uscire.
    Che per me sia una cosa incomprensibile..beh.. è normale.
    Chi sceglie di tenere il proprio stile di vita e rimanere in casa non può comprendere chi lotta per uscirne, a costo di grosse rinunce, e viceversa.
    Sono quelle situazioni in cui immedesimarsi nell'altra parte è quasi impossibile.

    Ciao. Sicuramente quello che ti frena nel dare un addio definitivo a questa persona è la paura dell'ignoto, il senso di fallimento, e magari anche i giudizi esterni.
    Per quella che è la mia esperienza e ciò che ho imparato dalla vita, ti dico:
    1- stare 6 anni con una persona vuol dire fare progetti, investire tempo, energie, sentimenti e molto altro.Ma questo tempo non è buttato via, anche se decidessi di troncare. È stato comunque tempo in cui sei maturata, hai imparato molto sulle dinamiche di coppia (a questo punto molto su quello che NON dovrai più accettare in futuro), e sei cresciuta emotivamente e psicologicamente. Non pensare mai che siano stati anni buttati. Ed aggiungo, preferisci avere il timore di aver buttato via 6 anni, o la certezza di buttare via una vita intera in una relazione che ti da solo problemi? Pensaci.
    2- Avere un futuro non prestabilito non è poi così male. Potrai concentrarti molto di più su quello che vuoi, sui tuoi obiettivi personali, emotivi, lavorativi ecc.. senza il peso di dover accontentare una persona che delle tue esigenze a quanto pare se ne frega..e la sua mammina che, secondo me, lo tiene bene in pugno e non lo mollerà fin che campa.
    3- Avrai sicuramente chi ti giudicherà o ti criticherá. Ma quello succede sempre. Succede ora, succederebbe anche (e forse soprattutto) se dovessi lasciare il lavoro per farti mantenere da lui. Quindi agisci per il tuo bene e per la tua felicità, degli altri fottitene.

    Aggiungo delle postille personali.
    Una persona così non cambia, a meno di grossi e traumatici cambiamenti o eventi esterni, che non auguro a nessuno. In più il suo cambiamento deve essere così radicale e deciso da mutare anche il suo rapporto con la famiglia, che di certo opporrà una resistenza a dir poco titanica.
    Loro hanno il coltello dalla parte del manico.
    Il figlio non contesta ne analizza nessuno dei loro comportamenti. A quanto pare non si è mai opposto alle loro decisioni, ma cosa ancora più grave, non gli è mai venuto in mente di metterle nemmeno in discussione.
    Lo hanno in pugno. Se poi aggiungi che comandano anche sul piano economico, se resterai con lui avrai la certezza matematica di non poter mai far valere una tua idea, opinione, un progetto od un sogno.
    Verranno sempre bypassati ed ignorati, se non seguiranno le linee genitoriali dei suoi. Per non parlare poi, e quello dell'acquisto della casa è un esempio lampante, di quando dovrete prendere delle decisioni per la coppia.
    Non esisteranno MAI.
    E pensa ad eventuali figli!
    Anche solo la scelta del nome, secondo me..sarà un incubo. Non parliamo poi della loro educazione!!
    Hai una grande fortuna in questa storia. Non aver ancora investito un centesimo dei tuoi sudati soldi.
    Avere un lavoro che piace è un miraggio..io stessa donerei un rene (e non sto esagerando), pur di avere un lavoro che non mi fa vomitare ogni Santo giorno.
    Quindi tienilo, ed anzi..investi in questo lavoro.
    E lui..devo anche dirlo?
    Rispediscilo alla mammina, che si goda pure la casina bellina belluccia che gli hanno regalato.. e che la mamma gi scelga con calma ed attenzione la moglie perfetta.
    Tu pensa ad avere una vita serena ed appagante, che è già abbastanza dura così, senza lasciare che qualche demente senza spina dorsale la faccia diventare un vero e proprio inferno.