Effettivamente questo è un argomento che mi punge sul vivo, quindi ammetto candidamente che parto in quarta.
Premettendo che l'analisi di Bruce, come spesso accade, è logica e corretta, mi sento comunque di ribadire che le donne, nonostante possano anche decidere di comune accordo col marito di non volere figli oppure per uno sfortunato caso non si possa averne, vengono sempre viste come "deficitarie" se non sfornano eredi. Punto.
È una di quelle cose che devi vivere, per poterla comprendere..dato che una donna che non figlia viene discriminata un po ovunque, dalla famiglia al lavoro (che teoricamente sarebbe un paradosso..ma va bhe. Non immaginate quante volte io venga presa in giro con "Ma tu non hai figli, cosa ne vuoi capire", anche in contesti in cui la cosa non ha nessun senso ).
A parte questa digressione, è ovvio che la cosa fondamentale nella coppia è trovare un accordo. In qualsiasi campo e settore.
Le aspettative di entrambi possono essere lecite, ma se abbiamo preso un accordo (quello di avere figli è un cardine del matrimonio), ma tu non mi permetti di essere nelle condizioni di rispettarlo (dato che mi trovo i tuoi parenti perennemente addosso e non mi sento libera di vivere tranquilla, figuriamoci di procreare) non ti devi stupire poi così tanto se divento scettica e non riesco a rispettare quanto deciso in precedenza, quando magari ancora questa situazione di invasione e prepotenza non era così evidente o pesante.
Poi anche io sono dell'idea che sarebbe meglio non dipendere mai economicamente da nessuno (e non solo economicamente), perché in primis se ci sono screzi o dissapori poi si passa sempre per il parassita che se ne approfitta, in secondo luogo si da un potere decisionale maggiore all'altra persona, e per ultimo..nel monento in cui si volesse rompere ci si trova a non poterlo fare..e magari si mascherano i veri motivi di rottura con ben altri argomenti.
La verità la può sapere solo chi scrive.
Messaggi di Lupotta
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È una bruttissima situazione.
Se non ci sono margini di miglioramento..forse è giunto il momento di mettersi a tavolino e parlare.
Prima di tutto, lo ripeto, voi due siete una famiglia.
Quindi teoricamente dovreste prendere delle decisioni in comune accordo, lasciando fuori tutto ciò che disturba e fa del male alla coppia, e quindi ALLA FAMIGLIA.
Detto questo, detesto, anzi aborro..l'idea che per essere una brava moglie, nuora, cognata o figlia, si debba per forza dotare il parentado di un erede.
Cosa siamo? Vacche da monta?
Dobbiamo essere giudicate in base ai vitelli che partoriamo? E poi in base a quanto pesano o mangiano?
O siamo tornati indietro di 100 anni?
Mio marito mi deve amare (ed io devo amare lui), per ciò che sono, per come lo amo, per quello che condividiamo.
Se non capisce che per me è importante avere un clima tranquillo e sereno per poter allevare un figlio, e non prova nemmeno a capirlo, molto meglio lasciar perdere.
Vengono messi al mondo troppi figli con eccessiva leggerezza.
Pensa molto bene a cosa vuoi e come vuoi vivere il tuo rapporto di coppia.. vedi se si può ancora raggiungere un accordo..se no.. col cuore..
..scappa. -
Oddea, ci credo che sei ammutolita!
In tempo non sospetti io avrei reagito MOLTO male.
Anche ora che sono sposata con un uomo che per fortuna sa gestire la sua famiglia ed ho una suocera capace di farsi i fatti suoi..
..quando si tocca l'argomento e lei se ne viene fuori con alcune esclamazioni (del tutto lecite da parte di una nonna..), io salto per aria.. dato che sono rimasta ipersensibile sull'argomento.
Quindi hai tutta la mia solidarietà.
Onestamente non so come aiutarti: l'unico che potrebbe-dovrebbe farlo alla fine è tuo marito.
Tu puoi solo cercare di fargli capire che non è questione di farsi condizionare da altri..ma che per avere un figlio bisogna essere tranquilli, e che la vostra famiglia (TU E LUI SIETE UNA FAMIGLIA!) deve poter prendere e gestire delle decisioni senza l'intromissione di terze persone DI NESSUN TIPO E PROVENIENZA. -
Molto probabilmente questa tua indecisione o addirittura repulsione, è scatenata dal fatto di non sentirti tranquilla in famiglia.
Si sa benissimo, o almeno lo sanno le persone con un attimo di cervello, che quando si ha un figlio gli equilibri della coppia si spostano, e che le famiglie di entrambi dovranno essere arginate ed educate, visto che sicuramente i nipotini rendono i nonni e gli zii intraprendenti ed a volte un po inopportuni.
In quest'ottica, per essere sereni si dovrebbe avere una buona probabilità (la certezza non si ha mai, se non a fatto compiuto), di avere al proprio fianco un complice e non una persona succube di personaggi che, a volte, mal sopportiamo.
O ci fanno proprio schifo.
Quindi direi che questo problema lo devi affrontare con tuo marito.
Valuta tu i modi ed i tempi in cui dirglielo, tutto dipende da come gestisce il vostro matrimonio e la sua famiglia d'origine.
Ma se vuoi risolvere la situazione devi assolutamente affrontare la questione con lui, confessando apertamente che in queste condizioni non hai la serenità e la tranquillità emotiva e "pratica" di pensare ad un figlio.
Vedi cosa ti risponde. -
Certo, invece per me è un assurdo voler per forza trasformare tutti in martiri.
Ognuno ha le sue idee.. quel che dico io è che non puoi andare per assoluti.
Magari una persona non vuole sacrificarsi od investire tempo ed energie per un figlio, ma lo fa per cose comunque importanti, è questo che volevo dirti.
Per me la società va a rotoli anche perchè si pretendono gli stessi comportamenti stereotipati da parte di tutti, e si giudica con troppa leggerezza chi si discosta da quello che è giudicato normale.
A me vengono in mente discussioni che ho letto di donne che venivano massacrate da parenti e conoscenti perchè stavano investendo nella carriera, e non avevano la minima intenzione di far figli.
Donne che magari, con il loro impegno e professionalità, davano un contributo essenziale sul posto di lavoro (ed in alcuni casi anche in famiglia..perchè esistono anche i mariti eh..mica solo i figli! Ed anche le famiglie reciproche..)
Le chiami immature? Egoiste?
Mi spiace, io non riesco. Sono donne che hanno fatto una scelta e la portano avanti facendo sacrifici e mettendo passione ed energia in qualcosa che non è un figlio, ma che ha lo stesso una grande importanza sociale e personale.
Perchè il menefreghismo (di cui tu ti lamenti) è una cosa ben diversa dalla consapevolezza di voler vivere la propria vita in un modo piuttosto che in un altro.
A te può non piacere, ma secondo me non dovresti demonizzarlo. -
Dissento MeMedesima.
Non posso giudicare una persona che prende una decisione molto importante su basi che secondo me sono "infantili".
Per me la VERA responsabilità è quella di rendersi conto che si ha un limite, e se si sa che non si riesce a superarlo (o non si vuole, in alcuni casi è lecito non volerlo fare), prendere delle decisioni mature, che scaturiscano dalla consapevolezza di questo limite.
Detta come lo fai tu sembra che fare figli e prendersi cura di loro sia un obbligo.
Perchè scusa?
Cosa c'è di male nel constatare che non si ha ne la voglia ne la forza (morale, di spirito, fisica o altro), di prendersi cura di un altro essere vivente?
Conosco persone che hanno fatto lo sforzo che dici tu di "crescere", quindi di forzare la propria natura verso qualcosa che invece dentro di loro non volevano, e si sono pentite.
Sono finiti matrimoni, ed i figli ovviamente sono quelli che hanno pagato o pagherano il prezzo più alto.
Per cosa?
Per dimostrare al mondo di essere "responsabili e maturi?"
E cos'è questa tanto decantata maturità?
Per me non è il volersi per forza prendere cura di un'altra persona, o la disponibilità di fare sacrifici per il bene altrui.
Per me essere maturi e responsabili vuol dire prendere una decisione coerente ed onesta, prendendo bene in considerazione le nostre capacità, attitudini, la nostra situazione ed i nostri limiti.
Qualsiasi siano.
Magari persone che per te sono immature o "stupide" perchè non vogliono pulire cacca, o perdere il sonno per un bimbo o vogliono uscire la sera o andare in vacanza quando e dove gli pare senza vincoli, in altri settori della vita esprimono la loro maturità in molti modi.
Inoltre,se decidono di non avere figli sono molto più mature di quelli che si forzano lo stesso di farli e poi si comportano come dei condannati a morte, arrivando a detestare il patner o addirittura il bimbo stesso. -
Ogni nostra decisione può essere etichettata come "egoista ", data che dovremmo prenderla per salvaguardare noi stessi..
.. e per essere felici e soddisfatti..
A parte questo, come già detto in molte discussioni, la decisione di avere o meno figli è delicata, complessa, molto personale.
Alla fine, qualsiasi cosa si faccia, si è sempre egoisti, lo ripeto.
Anche quando decidi di averlo, un figlio, puoi benissimo essere etichettato come egoista.
A quel punto lo fai per accontentare i parenti, il tuo ego, per avere qualcuno che si prenda cura di te in vecchiaia.
Qualcuno a cui dire cosa fare, da ricattare con la scusa "Sono io che ti ho donato la vita, quindi.."
Ecc..ecc.
Quindi, dopo questa mia piccola considerazione personale per me il punto è un altro.
La gente è davvero pronta ad avere un figlio, quando decide di averlo?
In molti lo fanno solo perché sembra un obbligo sociale, in alcuni casi uno status quo, addirittura.
Ma se io non me la sento..per mille motivi che agli altri possono sembrare più o meno leciti, ma che per me sono importanti..è davvero giusto sentirsi "costretti" a procreare?
Per me è questo il vero, enorme sbaglio dietro alla decisione della genitorialità.
Un futuro padre ed una futura madre devono essere pronti e consapevoli del fatto che la loro vita si trasformerà RADICALMENTE.
Che non saranno più SOLO coppia, ma anche e SOPRATTUTTO, saranno genitori. Il che vuol dire che non puoi prenderti una vacanza dai tuoi doveri, che tuo figlio viene prima di te, che il rapporto di coppia deve trovare altri equilibri. .Che si avrà a che fare con un'altra PERSONA, con i suoi diritti, le sue opinioni, i suoi problemi.. Che in certi casi potrà anche non piacerti.
E direi che una persona che CONSAPEVOLMENTE si rende conto che non è in grado o non ha voglia di prendersi questo gigantesco peso..Non dovrebbe essere giudicata.
L'importante è prendere una decisione chiara, lineare, pulita..Che rispetti i bisogni e le aspettative del singolo e della coppia..e soprattutto del nascituro.
"Tutto qui". -
Le tue paure sono normali ed assolutamente comprensibili.
Ora come ora però non ti devo focalizzare su questi blocchi.
Pensa a ricostruire la tua vita, ad affermare te stessa e volerti bene.
Certe esperienze ci donano dei campanelli che, all'occorrenza, potranno essere utili.
Se un giorno incontrerai qualcuno, di certo starai più attenta a certi atteggiamenti, vorrai aspettare un po prima che la storia diventi seria o prima di conoscere la sua famiglia.
Nel frattempo, con una maggiore consapevolezza di ciò che vuoi e quello che sai che non vuoi più accettare, potrai capire dai comportamenti del tuo nuovo "corteggiatore", se sia il caso di dargli una possibilità o se sarà meglio troncare, per non ricadere in copioni che non vuoi più recitare.
Insomma, le esperienze negative, se rielaborate in modo costruttivo ed accettate, possono essere delle importanti lezioni di vita.
Ma non devono diventare degli spauracchi da usare per non vivere più. -
Questa storia di tira e molla è durata molto tempo. Troppo, per come la vedo io.
In passato sono stata dura con te, me ne dispiaccio.. e capisco che ora tu stia soffrendo.
Ma proprio perché ricordo molte delle tue discussioni, dei dubbi, paure che hai avuto..e molte delle storie che hai raccontato qui, mi sento di dire che questa persona non ti ha mai ne rispettata ne apprezzata.
Continuando a giustificarlo e dipendendo da lui così, hai fatto altrettanto.
Ora soffrire va bene.
Vivitelo tutto questo dolore.
Ma poi cerca di riprendere in mano la tua vita, il rispetto di te stessa per quello che sei .. una persona che merita di volersi bene e di affrontare la vita a testa alta.
Quando ci sarai riuscita starai meravigliosamente, e quando imparerai a rispettarti e farti rispettare, incontrerai un uomo che ti amerà per quello che sei e ti farà sentire davvero speciale. -
Dunque, gli argomenti si sono moltiplicati.Per quello che conta, io la vedo così :
- si è parlato prevalentemente del ruolo materno all'inizio poiché sta scrivendo una mamma, che si sfoga oltretutto della propria madre. Mi sembra ovvio che poi il discorso si concentri su questo ruolo.
È altrettanto ovvio che i genitori siano due e che le responsabilità e gli oneri si debbano dividere il più equamente possibile. Una vera equità però non ci potrà mai essere, soprattutto quando il bimbo è molto piccolo, ma per questioni fisiologiche più che altro. Andando per estremi potrei dire che sarebbe bello dividersi pure i 9 mesi di gestazione!
I primi tempi è naturale che la madre abbia un ruolo più importante: parlo solo di allattamento e di cure che è più "naturale" siano affidate a lei. Inoltre ci mettiamo pure un sottofondo culturale ancora molto forte in cui i padri spesso si sentono a disagio con certe incombenze o credono fermamente che non sia un loro "problema".
- Secondo me, come spesso accade, la verità (o la situazione più auspicabile), sta nel mezzo. Avere genitori troppo concentrati su loro stessi, il proprio appagamento e la propria individualità rende i figli insicuri, con pochissima autostima ed alla continua, frenetica ed incessante ricerca di affetto, conferme ed attenzioni. Avere genitori iperprotettivi ed onnipresenti è altrettanto (se non di più. .)dannoso, creando individui che non riescono ad essere autosufficienti e che passano la vita credendo che ogni persona esista per rendere la loro vita più semplice.
- Credo che essere genitore sia difficilissimo.. e che la ricetta esatta non esista. Si dovrebbe cercare di fare del proprio meglio, essere coerenti e sinceri con se stesso ed i propri figli, e collaborare col proprio patner. Forse così qualcosa di buono può venir fuori.
- Dopo tutto questo ot passo a te. Credo che tu abbia capito benissimo come affrontare tutto questo, ma ci sia una vocina che continua a dirti che c'è qualcosa di ingiusto o sbagliato. C'è ancora una bimba dentro di te che brama l'amore e le attenzioni di sua madre, ed ora che per te la cosa più importante è tua figlia, questa frustrazione si riversa su di lei ed il suo rapporto con la nonna. Cosa di per se sbagliata, tranne in casi in cui ci sono problemi evidenti, poiché il loro rapporto è una loro esclusiva, e se le due protagoniste (tua figlia e tua madre), hanno raggiunto un buon equilibrio ed una certa intesa, devi solo esserne contenta. Non puoi regolare una cosa che dovrebbe essere naturale..
Inoltre, anche se la cosa sta procedendo in un modo che a te convince poco, sai di essere fortunata. Tua madre ti ha fatto il grande dono di preoccuparsi di te (un modo come un altro per dimostrare amore..), cercando di aiutarti nella gestione di tua figlia. Ti ha rassicurata in più occasioni che non saresti stata sola (altro amore..), e che ti avrebbe aiutata. Delega? Lei è fatta così. .ma agli atti si prende cura di te e di tua figlia, senza chiedere nulla in cambio (almeno non mi risulta).
Se non lo fa esattamente come vorresti tu è solo perché non è una proiezione del tuo io ma una "semplice" persona.
Pensaci.