Messaggi di Pulmino73

    Secondo me, l'ansia minima e costante è perché ormai hai settato la mente in modo tale che, anche quando non dovrebbe esserci ansia, lei comincia in qualche maniera a creare una quantità minima anche per cose magari banali. La normalità per la tua mente ormai è di dover avercela sempre.


    Secondo me, tutti quanti noi abbiamo un buon motivo per essere un po' ansiosi per qualcosa, anche quando stiamo bene, e la differenza è che la gente normale continua a vivere normalmente senza pensare a quale micro-ansia dovrebbe avere. Invece, tu vai subito a crearla a prescindere.


    Esempio: sei alle Maldive in spiaggia senza nessun tipo di problema a prendere il sole. Appena senti che stai bene dici: "Eh no, impossibile che stia bene, devo farmela venire per qualche motivo anche futile: 'Ma l'aereo tra due giorni a che ora è?', speriamo che il cocktail al bar non mi faccia mal di pancia, eccetera"... Allora come soluzione pensa che tutti noi, anche chi non soffre di ansia costante, abbiamo i nostri buoni motivi per farcela venire.

    Aquaplano Ogni persona ha una storia a sé. Io ho tre figli, sono stato manager e CEO di una filiale multinazionale... Mi pare che tu semplifichi un po' troppo.


    Sarei lieto di aver liquidato i miei disturbi autoaccusandomi di avere un'impostazione sbagliata. Ma non è girato. Ci ho provato con i medicinali e, salvo anestetizzare i sintomi - se va bene - non se ne esce fuori.


    Accetto sommessamente di avere avuto un passato difficile, traumatizzante a livello infantile, che ha contribuito a costruire una personalità - la mia - che a 51 anni non me la sento di rinnegare.


    Io - non mi piace parlare in prima persona, ma tant'è - mi sveglio con l'agitazione o il disturbo. Non subentra. Apro gli occhi o già prima, avverto la tensione. L'unica cosa che posso fare sul breve è assecondare. Nel medio-lungo lavorarci.


    Voglio, sottolineo voglio, migliorare e disinnescare quelli che sono i trigger, ovvero l'humus di fondo, che permette lo sviluppo dei disturbi. Esiste. Ma devo decifrarlo. Lavoro non da poco.


    Questo compito non si liquida in quattro battute al bar o su un social. Merita - per onestà di chi ci legge - un percorso molto più approfondito e articolato. Una palestra che vada a scandagliare zone dove la ragione non arriva a far luce.


    Il resto sono velleità. Come uomo non ambisco più ad essere senza ansia. Sono fatto così e voglio capire come semplicemente non star male e non autocolpevolizzarmi. Un abbraccio.

    Pulmino73, non sono nessuno, ma parolo esclusivamente per esperienza personale. Io so che sento maggiore i sintomi dell'ansia quando sono stanco mentalmente. Per il momento, l'unica soluzione che ho trovato è quella di riposare un po' per farmi passare l'attacco.

    Ciao. Gli attacchi di ansia fortunatamente non li ho più. Questo grazie ai medicinali, alla psicoterapia e a tutto quello che ho imparato in tutti questi anni. Quando capita - rarissimamente - applico le tecniche "gestionali".


    Diciamo che vivo lo strascico, latente, che cerco di affrontare e scardinare tramite la psicoterapia. Non vedo miglior soluzione.

    Ciao Pulmino, ho letto il tuo messaggio e la cosa che mi ha più colpito è il fatto che dai una votazione del livello di ansia anche quando è bassa. Secondo me questo è sbagliato, perché anche quando non ce l'hai è come se avessi costruito un meccanismo dentro la testa per cui, anche quando stai bene, devi per forza dare un voto al tuo stato d'animo che, anche quando è sereno, invece di godertelo in semplicità, gli dai un voto perché per forza un minimo di ansia deve sempre esserci a prescindere, dando quindi voto 1/10.


    Pensa a quanto bello sarebbe se invece potessi goderti il momento di pace dando voto 0. Fino a che darai il voto, l'ansia sarà sempre presente, perché se in normalità sarebbe voto 0, pensando di dover dare il voto l'ansia si presenta nuovamente.

    Ciao Aquaplano, ti ringrazio per quello che hai scritto. In effetti hai ragione!

    Mi sono posto anch'io il punto e mi hanno invitato gli specialisti a rifletterci. Devo dire però che lo strano senso di agitazione interiore (a questo mi riferisco) è praticamente una costante, seppur minima.


    Non è proprio ansia - come diceva LeggeraMente in un altro post - ma una sorta di rumore di fondo interiore, quasi un ronzio "esistenziale", una sensazione di leggerissima agitazione/tensione (concentrata nel petto?) che permane da molto, molto tempo. E mi accompagna a volte più, altre meno, durante la giornata. Comprese quelle belle e spensierate.


    Il "motore" è spento fino in fondo forse solo quando dormo, quando mi faccio dei massaggi settimanali ed in altri casi a cui tendo a fare caso, altrettanto.


    Non ho pensieri. Né rimuginii. Semplicemente un ronzio interiore. Se fosse all'orecchio, lo chiamerei leggero acufene.


    L'ansia vera e propria è altra cosa. La conosco e l'ho provata anche quella. Hai ragione. Convivo da molto tempo con questo leggero senso di agitazione. Ripeto: non è la gestione dell'ansia. È altro.


    Al punto che i medicinali non arrivano all'effetto totale, se non a costo di rimbombarmi (e non è il caso).


    Terrò presente il tuo spunto! Grazie di cuore.

    Esattamente così LeggeraMente. Non è proprio ansia, ma "senso di agitazione".

    Questo mi pare permanere, una volta conosciuto il disturbo. Forse come taglio del carattere.


    Forse perché il nostro sentire è più "sensibile, abituato" a monitorarci. Come uno status ordinario del vivere. Lo abbiamo fatto per molto tempo e probabilmente ci viene normale. Almeno credo.

    Il lato positivo in tutto ciò è che abbiamo e stiamo lavorando per migliorarci. Non è mai troppo tardi. Fruire i disagi come trampolini per essere migliori.
    Secondo il mio psicologo c'è comunque una spiegazione: ho avuto traumi da piccolo (mio padre professore faceva abuso di alcol e medicinali, morto precocemente e soprattutto continui litigi con mia madre, per le sue condizioni non sobrie). Traumi di un vissuto infantile di incertezze, discussioni e senso di impotenza.
    Secondo lo psicologo, di approccio psicodinamico, è da questi traumi infantili che sono ricollegabili i miei disagi odierni. In realtà sapere questo - seppur utile - non è che mi sia di grande aiuto nel presente a sciogliere la mia ansia/agitazione e i disagi del presente :D. Certamente è una spiegazione plausibile in termini di imprinting. Ma finisce lì.


    Porto a ritenere invece che questa elaborazione sia utile a scoprire e giustificare me stesso. I miei disturbi. Per i quali mi sono spesso disperato di soffrirne, quasi fossi una dannazione capitata a me.

    Il cambiamento di postura - nel presente - non è dunque automatico, dalla conoscenza del passato. Rileggerlo non mi sembra cambi il presente. Al massimo può dare soddisfazione al quesito: "Perché ho questi disagi?".

    La parte più importante - della missione individuale - credo sia imparare a vivere dentro i disagi e con essi. Cioè considerarli (accettarli?) come parte integrante di noi e della nostra complessità. Un messaggio antico che si fa presente. Non un conflitto contro di noi, come abbiamo considerato o tendiamo a considerare per troppo lungo tempo. L'auto-infliggerci ulteriori sofferenze oltre i fastidi, insicurezze, autocritica, timore di base.

    Questa nuova postura naturale, aperta a tutti i lati del prisma - alla quale dovremmo allenarci - credo ci porterà a vivere meglio la nostra Vita. In pienezza. Semplicità. Ma anche leggerezza!


    Ho fatto un discorso abbastanza lungo. Spero comunque di essermi spiegato.

    Buongiorno a tutti. E soprattutto buona domenica.

    Vorrei introdurre un argomento di discussione e di esperienze con voi: le fluttuazioni dell'ansia. Sono sicuro che emergeranno aspetti interessanti e rassicuranti per molti di noi.

    Parto da una premessa: è circa una settimana che sento maggiormente un ritorno dell'ansia. Strano (ma non troppo, poi spiegherò perché), dato che la settimana precedente non era presente. Non esiste un motivo scatenante. È così, punto e basta.


    Per semplificare, l'ansia in questo momento la sento con un valore 3 o 4/10. Modesta ma presente. La settimana scorsa? Avevo notato fosse 1/10. Uso questo sistema di dare una dimensione al disturbo (imparato dalla psicoterapia).

    In questi tanti anni di convivenza (+25) con la mia ansia aspecifica (un sottofondo sordo di leggeri: irrequietezza, vago senso di smarrimento, stringimento al petto) ho notato la sua ciclicità. L'ansia va a periodi, dove è più presente e altri dove è meno. La psicoterapia e la farmacologia non hanno risolto, ma certamente mi hanno aiutato molto nella coesistenza. Questo dimostra una semplice verità al positivo: noi non siamo tutti i giorni uguali. La vita è dunque un percorso fatto di costanti cambiamenti. Cosa che noi ansiosi vorremmo contrastare, perché ci destabilizza :D


    Il passaggio più importante è emerso con il tempo. Ovvero, alla presenza dei disturbi, mi posiziono con l'assecondarli, ovvero non fasciandomi la testa ma continuando a fare le cose quotidiane, tenendo conto della mia essenza. Ovvero, ho cominciato a considerare il messaggio non come qualcosa proveniente da fuori, ma come parte di me.

    Paradossalmente questa comunicazione con l'ansia ha creato talvolta la condizione che... quando non c'è, quasi quasi mi manca la mia ansia. Una cosa è certa: l'ansia, la mia ansia, mi ha regalato un senso diverso alla vita: mi ha fatto scoprire cosa è la profondità. Mi stimola a dare pienezza alla mia esistenza. Cosa che pensavo fosse di default, oppure riconducibile a falsi miti: viaggiare, lavoro, soldi. Si scopre con l'ansia che è invece la nostra postura, il nostro modo di "stare nel quotidiano" a dare LEGGEREZZA, senso di pienezza. E dunque frangenti di felicità.

    Come ti capisco!!!
    Lo psicologo è certamente utilissimo come praticare lo sport. Brava! Tuttavia in certi momenti potrebbe essere non sufficiente.
    Da quello che scrivi, mi pare vi siano dei segnali chiari.


    Non mi abbatterei perché comunque - lo sai benissimo - l'ansia è comunque ciclica (a volte giorni, settimane o addirittura mesi) e la produciamo noi.

    Ci appartiene e viene da conflitti interiori reconditi. Tutta roba nostra :D

    A mio avviso se proprio sei stanca potresti pensare alla visita da uno specialista per qualche sintomatico (non esistono solo le benzodiazepine ma anche pregabalin ed altro) o valutare la situazione complessivamente.


    Non sono un medico, condivido per esperienza che le medicine non sono la soluzione, ma sovente danno possibilita' di "tirare il fiato", praticare la psicoterapia più lucidi e intraprendere il proprio cammino verso l'equilibrio.

    Per quanto simili nei sintomi e somatizzazioni, valorizzare la tua unicità e l'autostima sono assolutamente un obiettivo di vita. Completa.

    Ciao Nonsonounaguerriera. Bentornata.


    Gli stati di ansia li conosciamo bene. Sono comuni a tutti noi. Se, come dici, è "fuori controllo e non riesci a calmarti", è molto probabile – se non sicuro – che abbia effetto sull'intestino e perfino sui capelli.


    Il dermatologo che ha diagnosticato il telogen effluvio fa il suo mestiere, ovvero prescriverti un medicinale e gli esami di routine. Li facciamo tutti. Cosa dovrebbe dirti altrimenti? Altrettanto sai bene che lo stress o i disturbi psicologici possono esserne la causa. Prima però si esclude la parte organica.


    Il punto delicato comunque lo hai delineato tu stessa: "l'ansia è fuori controllo". E quando l'ansia punge puntigliosamente mette l'organismo sotto stress con reazioni tipiche. Io penserei dunque di affrontare l'aspetto psicologico, essendo l'innesco indiziato principale delle somatizzazioni. Compresi i disturbi che hai citato.


    Stai facendo qualcosa per lenire lo stato d'ansia? È fondamentale, sai. Per esempio, hai valutato di coinvolgere professionisti esperti per farti aiutare? Niente di speciale, è la prassi. Nonché la cosa più sensata da fare, a mio giudizio.


    P.S. Convivo con la MIA ansia da 25 anni e quasi mi sono affezionato. ;)

    Ti capisco, io ci sto dentro con tutte le scarpe ormai da circa un mese e mezzo ed è terribile, per non parlare dei sintomi fisici che ho. Oggi, in particolare, mi viene da piangere anche mentre sto scrivendo. Io non riesco a gestirla, nel senso che vado ugualmente a lavoro, ma è dura, molto dura. Ti auguro di cuore di uscirne.

    Certo che ne usciamo. L’ansia ha comunque una sua ciclicità.

    Nicky2019 Benvenuta. Posso comprenderti benissimo.


    Escluse cause fisiologiche, esami e visite – come hai fatto – è da ritenersi che sia somatizzazione. Questa è la prassi.


    Gli stati di ansia giocano brutti scherzi. Mamma mia! I sintomi sono decine e decine. Nel forum troverai e fuori chi ha sintomi simili o uguali.


    Dunque, come prima cosa, per uscire dall'"emergenza" sentirei degli specialisti in somatizzazioni ansiose. Dopodiché valuterei insieme a loro un percorso terapeutico. Le variabili sono molte. È importante affidarsi allo specialista.


    Siamo a disposizione per qualsiasi cosa!

    Alzo le mani.