Pulmino73, puoi spiegarti meglio, a parte il fatto che ognuno percepisce a proprio modo la solitudine.
Comunque lunedì sono stata da un'agopuntora omeopata, credo tanto nell'ago, poi anche qui è questione di operatori. Mi dice che a seconda dei soldi, posso fare solo ago o ago e una dieta, la chiama lei, che è un pappone cinese, di farine, che mi farebbe stare con più energie, perdere peso, ma dovrei dimezzare l'insulina che i malefici in ospedale mi fecero iniziare lo scorso anno, pur essendo contraria. Ora fare di testa mia, non credendo di riuscire a vivere con alcune cose restrittive e in più il pappone, di cui ho letto recensioni non buonissime, che mi chiedo come fidarmi di lei, questa agopuntora, ma sulla salute non vado a tentativi. Questa dieta costa cara… sto valutando se fare qualche seduta e stop. Io ci sono andata per la tendinite.
Tuttavia sono giorni che sono stanca, tanto tanto che sogno male troppo. Pensate stanotte, mentre abbracciavo il cuscino ironizzando prima di provare a dormire, che era il mio tesoro… mi sono ritrovata a piangere di dolore, perché sono tornate immagini di 17 anni fa, quando il mio povero fratello, per la sua malattia, aveva ferro basso, sentiva freddo, si metteva uno scaldino di quelli moderni e, con la sua immancabile ironia, mimava di coccolare un bimbo. Ho cercato di riprendermi, di cancellare tutto, ma ormai non ci riuscivo. Detto ciò, ho dormito poco male e con vari sognacci.
Stamane sto a tocchi. Se ad esempio mi dicessero: "Esci, vai", farei tre passi. Non ho energie e torniamo al blocco. Quindi ho scritto alla mia psicoterapeuta perché domani avrei una seduta, ma se lei continua a dirmi: "Vai pure se ti portano, basta che ti svaghi", la 'uccido'!
Le ho scritto che se non ho più soldi o persone che mi portano, pure gli svaghi non fare. Quindi è sul blocco che dobbiamo lavorare. Altrimenti non ha senso proseguire. E sapete la risposta?
Sul blocco stiamo lavorando, ma il blocco deriva dall'ansia e quindi, come ti dicevo, bisogna stare sui pensieri che ti portano al blocco.
Non è vero che ci stiamo lavorando. Parlo di mio padre ed emozioni annesse. Lei, brutalmente, l'ultima volta, mi ha detto che non devo andarci perché tanto non avrò mai l'amore che volevo, e andarci mi fa star peggio.
Sui pensieri… quando dico blocco, lei mi dirotta sulla frase scritta prima: "Vai ovunque, pure se portata".
Quindi, che devo fare?
Io mi sento male, debole, oggi sarà pure il tempo brutto, sono distrutta, sola, ho fame ma non posso mangiare, mi stufo a cucinare, sì, forse sarò un tantino depressa(?).
Ieri, portata, sono stata a fare due commissioni. Ero in un casalinghi, ero distrutta mentre entravo, camminavo, temevo di cadere, di non stare in piedi. Ecco i miei pensieri. E lei, da psicoterapeuta, non sa che dire?
Voi che siete più pratici di antidepressivi, se potessi prenderlo serenamente e, ahimè, con una problematica epatica, non posso (né ho di cose di salute ;(), secondo voi il blocco andrebbe via?
Leggevo una frase dell'attirerà Jim Carrey: la depressione non è altro che il bisogno del corpo e della mente di doversi riposare, deprimersi, perché hanno fatto troppo o troppo male e hanno bisogno di tempo per riprendersi. Più o meno dice così.
Un po' mi sono ritrovata: ero distrutta un anno fa, stanca dei soliti posti, vita, dinamiche ecc. Ma dopo un anno, mi ci sento pure di più. E quindi? Boh.