Messaggi di Simysimy

    mpoletti Credimi, se bastassero quelle quattro cose... La spesa è online perché non riesco a uscire da sola e lontano. Il bagno ha criticità e la doccia pure: è un'impresa.


    Mi sento sola, sono sola in casa e ho rimuginato troppo, troppo. Dal Covid tutto è peggiorato. Ero sola pure lì e ho tenuto duro, ma poi sempre più in discesa, in picchiata... Ho pregato, fatto psicoterapia, ho capito che nessuno può colmare certi vuoti, sanare paure, ma ne ho troppe addosso. E adesso, teoricamente libera da mio padre, sto peggio? Inaccettabile.

    Laonci' Sì, più o meno ho capito. Il punto è che mi terrorizza l'idea di non risolvere mai.


    Chi vive non pensando alla morte, vive meglio. Non posso trovare oggi un senso alla vita a cinquant'anni suonati. Perché poi, come funziono io, mi chiedo: ma queste domande esistenziali indicano che sono più vicina alla dipartita? Non penso. Magari servono a farti imparare la vita da sola, ora che hai solo un padre anziano che, con tutto lo stress subito, paradossalmente mi dava un senso, un riferimento.


    Ora io non so più vivere sentendomi adeguata. Mi sento in crisi su ogni aspetto, che poi non vivo. Sfera sessuale inesistente e vissuta male nel passato. Sentimentale inesistente: non mi fido degli uomini, ho paura dei legami. Sociale, già l'ho detto, mancante, e lavorativo idem.


    Credevo di avere un'autostima migliore, invece l'ho persa e mi sento come se stessi dentro un incubo e un trauma costante.

    Laonci' grazie intanto, accetto e ricambio l'abbraccio, ne ho tanto bisogno e ne ho avuti troppo, troppo pochi. Io vorrei solo capire cosa è questo malessere. Conosco l'ansia in milioni di forme, momenti no diciamo un po' depressivi, angosce varie, ma tenacemente dicevo: riuscirò, passerà. Seppure c'era la paura di morire in agguato, io mi concentravo più sul vivere. Ora invece che mi sta capitando? Non sono un'adolescente che scopre che esiste la morte, ma allora perché pare che non ci sia altro?


    L'ultima psicologa diceva: non ci pensare, non sai quando accadrà. Ma non ho un bottone on/off. Se mi restasse questa fissa, sarebbe una tortura ogni giorno. Mi pare di controllarmi da fuori, ad esempio, domenica entrando nel portone ho immaginato che poteva cadere una cosa in testa. Intendo che vado di fervida immaginazione negativa, ovvio, ma non si può controllare. Lo so razionalmente tutto, ma poi?


    Aggiungo che notizie brutte, thriller e simili non riesco più a guardarli. Ho la psiche di carta velina o assorbente?

    Ciao, mi sento la pesantezza di tutti gli eventi: no, traumi, lutti. Io, sempre nel ruolo del caregiver per i miei. Zero o rari svaghi, nessun partner, amici cari uno ma fidanzato e lontano, parenti zero e nessun lavoro. Ho sempre avuto due paure a stressarmi: morire ed impazzire, da ansiosa con nuclei depressivi reattivi. Ma un po’ di razionalità mi arginava e, male o bene, poi mi passava la crisi, o di panico o di ansia forte.


    Cinque mesi fa, dopo tanti anni che ho seguito papà, inizio a non farcela più. Lo convinco, post ricovero in ospedale, a farsi trasferire in una struttura. Uno direbbe che ero libera, invece ho iniziato una serie di malesseri. La solitudine di sempre è peggiorata, non avevo uno scopo, un senso. Giornate lunghe, comunque stress per seguire papà in struttura. Ogni volta che vado a trovarlo, l’ambiente è pesante. Considerazioni sulla vita, la malattia, la morte, hanno preso il sopravvento.


    Poi, da tanto non riesco a uscire sola. Vorrei essere forte e indipendente per muovermi ed invece il terrore. Poi arriva il caldo e mi sento ancora più sola e spaventata. E cosa succede? Che la paura di morire diventa fobia. Inizio a rapportare tutto all’evento e dico: che lo faccio a fare quello o questo se dobbiamo morire?


    Razionalmente so che non ci si deve pensare, che non si sa quando succede, ma mi si è insinuata tale fissa e sto male. Se riesco un secondo a distrarmi, poi ritorno a tali pensieri orribili. Io amo la vita, ma questo stress non mi fa bene. Invece di vivere meglio, visto che è breve, mi sto angosciando. Ed ho pian piano abbassato l’autostima.


    Tentativi di incontri sociali deludenti, delusioni da mio padre che ho capito essere un po’ manipolatore e pensare sempre a sé, io che mi sono ingrassata e non riesco a migliorarmi, altri problemi di salute, dormo male e poco, incubi o strani sogni. Non mi riprendo più.


    Ho fatto psicoterapia ma non sarà giusta per me, perché non c'entra il problema. Gli antidepressivi, al momento, li attendo, per un esame che devo fare. Ma possibile che io abbia aiutato tutti in famiglia, in generale pure presente per gli altri, ed io mi ritrovo così?


    Domenica una crisi di solitudine immensa. Ero a mollo nello schema: tanto tutto ciò che si fa, poi si muore. I mantra, le preghiere, tutte le forme di aiuto suggerite nei media, i “non ti arrendere”, “ce la farai”... a che pro se poi si muore?


    Non sapevo chi chiamare, vedere, non avevo nessuno. Mi ripetevo di non voler impazzire, ma non avevo energia psichica a sufficienza. Mi sento inadeguata a vivere da quando mio padre non c'è, ma so che a casa non posso gestirlo. Mi sento come una che apre la porta per uscire, vivere, metaforicamente, e trova il burrone, il baratro.


    Mi metto giù la sera agitata. Al bisogno, uno Xanax lo prendo, poi mi sveglio e riprende terrore, angoscia.


    Ciò che è assolutamente nuovo, mai provato, è proprio il pensiero dell’ineluttabile, che invece di farmi vivere con intensità, leva significato alle cose. È più depressione che ansia? O il contrario? Possibile che io non possa imparare a star bene, pure sola?


    Purtroppo non sto bene dove vivo, casa dei miei. Cambiare non è facile adesso. Un lavoro non si trova. Non credevo di non avere interessi: è che se hai paura di fare 300 metri e non superi questo sintomo, la vita si limita. Io non voglio più temere di perdere il controllo né pensare alla morte.


    Aggiungo che, quando sento mio padre, mi attivo di più in questo strano malessere. Cosa mi sta succedendo? Che esistenza era la mia se prima stavo male ed ero stremata, ora sto malissimo e sono sola.