Non riesco a dormire, cantami una ninnananna.
Messaggi di Nonsocomechiamarmi
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Non preoccuparti, mi prenderò io cura della tua fragilità.
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Meno di 15 minuti fa pensavo di morire: il cuore a mille, le mani sudate e le ginocchia tremanti. Ora mi trovo qui, ancora viva, con la consapevolezza che mille altre volte penserò di morire e poi non morirò mai.
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500 pagine di pensieri, tutto questo è meraviglioso.
Pensiero dopo pensiero, mio dopo tuo, suo, nostro e vostro.
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Ho l’immagine fissa nel cervello di te, bambino di un anno e quattro mesi, alto fino al ginocchio di tuo papà.
Mentre camminiamo su una strada piena di mattonelle bianche, tu ne noti una azzurra e ti chini per portarla via. Andiamo avanti, ne noti una grigia e ti chini per portarla via. Ne noti una rossa e ti chini per portarla via.
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“E lui che non ti volle creder morta, bussò cent’anni ancora alla tua porta”
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Torna il pensiero del ricovero.
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Riflessione sorta dopo la lezione di italiano di questa mattina: forse all’adulto servirebbe solo imparare a fare come fa il Piccolo Principe, guardare dentro una scatola disegnata ed essere in grado di vederci dentro una piccola dolce pecora che dorme.
L’adulto vedrà solamente un quadrato su un foglio, con due cerchi che raffigurano i buchi attraverso i quali guardare. Guardando dentro la scatola, non vedrebbe niente.
Preferisco fare come il Piccolo Principe.
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Come se dovessi morire stasera.
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Pensavo che potrei tranquillamente chiamarmi goffa, sono sempre impacciata.