"Mi addormentai con un vecchio disco, tra pensieri che non riferisco".
Messaggi di Nonsocomechiamarmi
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Aspettavo una discussione di questo tipo. Comunque sì, lui è veramente, oserei dire, delicato.
Principalmente seguo il festival solo se c’è qualcuno che mi interessa, ma quest’anno anche lui ha attirato la mia attenzione.
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Devo farmi tornare la voglia di studiare, indubbiamente.
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La temperatura più inutile sul termometro? 36.9, indecisione perenne.
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Ti prego, preghiera profana e meccanica.
Lasciami impazzire, morire, sprofondare, lasciami piangere, sgolare, per ora sono capace solo di questo.
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So di dover reagire, fare, so di dovermi muovere, spostare, so di dover fare tutto questo per cambiare le cose, ma come posso farlo, se mi manca anche la forza per dirti che sto male?
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Poi, dal nulla, crolla tutto.
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Ciao bella, come stai? Come ti senti? Che poi mi ero persa il tuo precedente messaggio e non avevo risposto. Come va con le vertigini e lo stordimento? Spero meglio e fammi sapere.
Esattamente, il fastidio lo sento sotto l’ombelico, in pratica in basso. Spero passino con l’arrivo del ciclo, ma comunque, come dicevo, sentirò la ginecologa se non passano. Che strazio perché poi mi viene l’ansia.
Ciao tesoro, non preoccuparti per l’ultimo messaggio. Io con vertigini e stordimento sempre uguale, sono sempre qui con me; non riesco a immaginarmi una vita senza; quando se ne andranno, magari, mi mancheranno anche.
Ho capito cosa intendi; certamente una visita ginecologica dovrebbe aiutarti a tranquillizzarti; comunque sono dei piccoli crampetti; anche a me durano tutto il giorno quando arrivano, ma non tutte le volte ci sono. Lo so, ogni piccolo sintomo per noi ansiosi, ciao, è una diagnosi nefasta sicuro. Ma non deve essere forzatamente così.
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Scusa, il messaggio era troppo lungo, quindi mi sono trovata costretta a tagliarlo e scriverlo di nuovo un paio di volte; spero di non dimenticarmi nulla. Dicevo, ovviamente durante gli attacchi di panico oppure immediatamente dopo questa sensazione è molto più forte, ma diciamo che non mi abbandona mai, mai, mai, mai.
Nel maggio del 2023, il giorno dopo il mio 17º compleanno, vengo colpita da un forte lutto familiare: viene a mancare mia zia, una delle persone alle quali sono sempre stata più legata; eravamo, caratterialmente parlando, identiche, facevamo gli stessi ragionamenti e, nonostante negli ultimi anni il nostro rapporto si fosse un po’ indebolito, ci completavamo ancora a vicenda. Dopo questo avvenimento vengo tormentata da delle domande ossessive riguardanti la morte. Finisco la terza superiore con tanta fatica, ma ci riesco comunque; sono felice di non dover più andare a scuola, ma troppo tardi mi rendo conto che, vivendo in un piccolo paesino e non avendo nemmeno un briciolo di amico, perché sì, anche la relazione con il mio fidanzato stava andando piuttosto a rotoli e quindi passavamo settimane intere senza parlarci, il mio cervello era totalmente libero di scorrazzare senza problemi negli abissi più profondi della mente, delle ossessioni e della paura. Passo metà giugno, tutto luglio e una ventina di giorni di agosto chiusa in casa; non riesco a mangiare, vado di nuovo sottopeso; ogni sera è un delirio diverso; urlo, piango, non riconosco i miei genitori; qualche volta penso anche concretamente al suicidio; l’avrei fatto gettandomi dalla finestra. Però non lo faccio, non lo faccio per i miei genitori perché non voglio farli soffrire troppo, non lo faccio per mia zia, perché lei, due giorni prima di morire, diceva: “Non voglio andarmene”.
Nel settembre del 2023 rinizio la scuola; con alti e bassi arrivo a dicembre dello stesso anno, soddisfatta di tutto il mio percorso. Ovviamente a gennaio, dopo le vacanze, è sempre un po’ difficile andare avanti, ma mi rendo conto degli enormi passi che ho fatto e non mi faccio problemi; le assenze in quarta superiore, rispetto a quelle della terza, diminuiscono e non rischio più la bocciatura a causa dei giorni di assenza; vado avanti, ovviamente tra alti e bassi, ma rendendomi conto che rispetto all’anno prima ero totalmente una persona diversa, riprendendo i chili necessari per stare bene, mi torna il ciclo, ho meno paura delle cose, sono più libera. Una volta finita la quarta superiore, ho un po’ paura che l’estate sia di nuovo disastrosa; non è stata così; sarei dovuta partire con mia madre per fare un viaggio a piedi per tutta Italia; poi a mia nonna è stato diagnosticato il diabete e una grave forma di, non si sa ancora se depressione oppure demenza senile, quindi il viaggio salta, ma non importa, andiamo avanti; vado al mio primo concerto; mi sento più felice che mai, ma sempre con quel velo di apatia che ricopre ogni cosa.
Inizio la quinta superiore; ho paura di ricadere nel baratro, ma vado avanti; la mattina mi obbligo a fare colazione, anche se non voglio; ho nella tasca della giacca sempre qualche bustina di sale, zucchero oppure delle caramelle alla liquirizia, visto che la mia paura più grande è quella di svenire. Ora come ora ti posso dire che sono cambiata molto; sono più i momenti belli rispetto a quelli brutti, ma quando l’ansia torna, basta un piccolo secondo di paura per farmi ripiombare nell’abisso; non mi interessa. Ho trovato le mie cure; ho cambiato psicoterapeuta visto che con quella di prima non mi trovavo bene; ora scrivo, disegno, dipingo, leggo, quando serve, piango. Mi mancano quattro/cinque mesi di scuola superiore; ho un po’ paura dell’esame di maturità; ho paura di svenire davanti a tutti, soprattutto davanti ai commissari esterni; non mi interesso; chissà quante persone saranno svenute durante l’esame di maturità. Verso ottobre dovrei iniziare l’università; a settembre ho l’esame per entrare a Scienze e tecniche psicologiche; non vedo l’ora; sono entusiasta; sento la necessità di cambiare qualcosa nella mia vita. Ovviamente, al 100%, mi sarò dimenticata qualcosa; se ti serve, fammi tutte le domande che vuoi.
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Sì, penso di aver avuto un'esperienza simile in passato. Dopo un forte attacco di panico, penso di aver sofferto di derealizzazione; in quell'occasione andò via da sola perché iniziai a lavorare e non me ne accorsi nemmeno. Ma a questo giro è stato davvero forte; non nego che sto meglio, ma se penso al concetto di realtà e di essere "fuori" dal corpo, ancora traballo un po’; però, giustamente, è un percorso che richiede tempo. Certo, vorrei conoscere la tua esperienza.
Ok, perfetto, allora vedi che piano piano, con tanta pazienza, i tasselli si uniscono. Forse devi fare come hai fatto l’altra volta, cercare una distrazione che allontani il tuo cervello da questo circolo di ossessioni; mi rendo conto che non è facile, tu provaci. Poi ti renderai conto che è molto più facile fare che pensare di dover fare. Le volte che non ci riesci, non demoralizzarti; il sintomo, d’altronde, è lì per dirci qualcosa; se non riusciamo a mandarlo via, vuol dire che vuol dirci qualcosa di molto importante.
Ti racconto la mia storia, spero di non essere troppo prolissa, ma non ti prometto nulla. Settembre 2022, sono in classe, seconda ora, italiano; a questa piccola parentesi, era un periodo nel quale ero sottopeso di circa 15 kg per un disturbo alimentare, avevo la mononucleosi senza saperlo; da lì a pochi giorni mi sarebbe dovuto arrivare il ciclo anche se, a causa del mio disturbo alimentare, ogni tanto saltava, e indossavo dei vestiti molto pesanti, nonostante fosse ancora caldo; nella mia scuola non si possono avere ginocchia, gambe, caviglie, spalle oppure braccia scoperte, quindi vestita come se fosse gennaio.
A un certo punto inizia a girarmi la testa, iniziano a formicolare le mani, le labbra, la lingua e la punta del naso; mi guardo attorno; a causa della mia disabilità visiva ho un’insegnante di sostegno che mi aiuta nel prendere appunti; le dico di non stare bene e lei mi accompagna fuori dalla classe. Avendo avuto molti cali di pressione nella mia vita, ho iniziato ad ingozzarmi di caramelle e liquirizia; non è servito a niente; tremavo e avevo freddissimo; lo stomaco continuava ad attorcigliarsi e avevo un terribile bisogno di sedermi. Amo il mio fidanzato dei tempi, ormai ex, che era a casa per una forte tonsillite; gli dico di non dimenticarsi di me che da lì a pochi minuti sarei morta; mi sembrava tutto assurdo, tutto.
Sto leggermente meglio, faccio merenda, ma comunque decido di tornare a casa; non so se questo è stato un calo di pressione oppure il primo attacco di panico; propendo per l’idea del calo di pressione a causa delle motivazioni che ti ho elencato prima, ma posso propendere qualche volta anche per l’idea dell’attacco di panico, visto che era da un mese che tutte le volte che mi trovavo in determinate situazioni ne stavo a sentire una mano che mi stringeva la gola e la forte paura di svenire; inoltre, due giorni prima, avevo avuto una sensazione analoga sempre durante l’orario scolastico, ma poi non era successo niente una volta che mi ero distratta a rispondere alle domande della professoressa.
Cerco di andare avanti, ma nel gennaio del 2023, l’abisso. Dopo le vacanze di Natale, faccio veramente fatica a tornare a scuola e ho saltato praticamente tutto il primo mese; avrò fatto solo due giorni di presenza; mi alzo, sono convinta di andare a scuola, mi faccio forza, ma appena faccio colazione, vomito tutto; vado in bagno per lavarmi i denti, ma anche lì continuo a vomitare, tremo, ho paura e, quindi, spesso, alla fine resto a casa. Decido di iniziare un percorso di psicoterapia affiancandolo a una blanda assunzione di Lexotan al bisogno; la psicoterapia mi aiuta, ma non troppo; vado avanti e la situazione sembra calmarsi leggermente; verso fine marzo del 2023, però, inizio a notare che alcune sensazioni che ero solita provare solamente durante oppure dopo un attacco di panico si dilatano e prendono tutte le mie giornate.
La consapevolezza del fatto che queste sensazioni stessero diventando molto più forti è arrivata durante una cena in famiglia; inizio a vedere tutto nero, delle luci fortissime arrivano dagli angoli degli occhi, come quelle del teatro quando illuminano solamente un attore sul palco; mi sento le mani sottilissime e ho paura di non riuscire a tenere la forchetta in mano; inizio a tremare, mi alzo da tavola e inizio ad urlare per casa dicendo di chiamare un’ambulanza, che stavo diventando pazza oppure che sarei morta. La situazione si calma, ma mi rendo conto che quella sensazione era stata spesso presente nella mia vita da quando soffrivo di attacchi di panico, ma io non avevo mai considerato troppo la sua presenza; da quel giorno, evidentemente, mi ci sono ossessionata ed è diventata una sensazione di derealizzazione cronica, che va avanti dal 30 marzo del 2023, 24 ore su 24, 7 giorni su sette, ovviamente durante gli attacchi di panico oppure immediatamente dopo.