Messaggi di Nonsocomechiamarmi

    Ciao Lina, assolutamente sì, io, nel periodo dell’ovulazione, sto veramente male: gonfio, mal di testa, qualche volta anche un po’ di temperatura; i crampi che descrivi credo che siano correlabili proprio a questo periodo. Se non ho capito male, si manifestano nel basso ventre, diciamo sulla linea dell’ombelico, ma ovviamente un po’ più in basso. Per quanto riguarda l’avanzata ipotesi del colon irritabile, non so che dirti; non soffrendone, non mi va di dire cose che potrebbero essere sbagliate. Comunque, per farti stare più tranquilla, chiedi al medico e lui saprà darti le rassicurazioni necessarie.

    Ad ottobre, dopo tanti anni, ho avuto un attacco di panico. L'ansia in quel periodo era arrivata alle stelle, era talmente forte ed intensa da sfociare in un disturbo ossessivo aggressivo. Esausta, decido di consultare uno psichiatra e mi prescrive un antidepressivo. Dopo circa un mese dall'antidepressivo, quando guardavo i miei genitori, li vedevo come estranei. Non sapevo di cosa si trattasse, piangevo solo come una disperata, avevo paura di perdere la memoria e di non "riconoscerli" più. Nessuno mi dava spiegazioni su ciò che stava accadendo. Così decido di consultare un altro psichiatra, mi cambia la cura e mi prescrive un antidepressivo diverso. Ugualmente, dopo un mese, inizio a sentirmi distaccata dal corpo, insomma i sintomi della depersonalizzazione, non riuscivo nemmeno a guidare. Arrivata allo stremo, stacco tutte le medicine perché ero veramente stanca. Nessuno, né psicologi né psichiatri, mi ha mai parlato di derealizzazione e depersonalizzazione; io prima di ste medicine stavo "bene", mi sentivo io e nel mio corpo. Forse lo stacco ha aumentato? Non lo so. So solo che non mi sento più io, la stessa di prima, vorrei solo tornare indietro e riprendermi la mia vecchia vita. Da premettere che prima di ottobre ho avuto un periodo intenso: lavoravo dal giorno alla notte praticamente, nel poco tempo che mi restava studiavo per un concorso, per gli ultimi esami e avevo iniziato a buttar giù la tesi. Voglio solo che qualcuno mi dicesse che, sì, se ne esce e tornerà il sereno come prima.

    Allora, forse, considerando che tutta questa situazione si è scatenata dopo un attacco di panico, possiamo pensare che la sua origine sia ansiosa; per il fatto che credi che la depersonalizzazione sia arrivata solo una volta dopo aver iniziato il farmaco, posso dirti che io ho iniziato a soffrire di ansia e attacchi di panico nel settembre del 2022, ma queste sensazioni sono arrivate solamente a marzo del 2023, non avendo mai preso farmaci. Quindi la correlazione sintomo-farmaco potrebbe essere giusta oppure no. Avevi già avuto sensazioni di questo tipo in passato? Da quello che mi sembra di capire, avevi già avuto degli attacchi di panico; magari fare qualche passo indietro può aiutarti nel capire cosa ti ha scatenato queste sensazioni e se queste sensazioni si sono già presentate in passato. Spesso, psicologi e psichiatri non sanno come prendere questa sintomatologia, un po’ perché è poco studiata, un po’ perché, se non è mai stata provata, è veramente difficile comprenderla al 100%, un po’ perché può essere sintomo di molti disturbi e quindi può essere difficile identificarne l’origine. Se può farti stare meglio, posso raccontarti la mia esperienza, ma solamente se lo vorrai. Oggi come stai? Spero meglio; mi raccomando, non ossessionarti con l’idea di non esistere oppure con paranoie di questo tipo; più ci pensi, più loro metteranno radici nel tuo cervello.

    Mamma mia che forza d'animo ci vuole per poter superare e sopportare tutto questo! Non sottovaluto nessuna malattia o dolore organico, ma questo disturbo porta, secondo me, la stessa sofferenza. Io mi sento come se la mia realtà, quella che vivevo sempre, me l'abbiano strappata via. Poi questa sensazione di non essere me stessa, di non essere nel mio corpo, come se ci vivesse qualcun altro, è davvero crudele e assurda. Mi sento come se stessi correndo per riprendermi la mia vita di prima. Anch'io piena di domande esistenziali tipo: perché abbiamo la vista? Perché siamo esseri umani? Cioè, domande assurde che mai mi sono posta prima di questa condizione; guardo mia mamma o mia sorella e mi domando che senso abbiano loro. Tutto questo è così assurdo. Impossibile dimenticare o togliersi di dosso queste sensazioni.

    Ogni disturbo, psicologico oppure organico, porta delle sofferenze che difficilmente sono gemelle di quelle di altri disturbi psicologici oppure organici. Questo, senza dubbio, è uno di quelli più dolorosi, impossibili e inimmaginabili da capire, accettare e spiegare. Comunque hai detto che ne hai parlato con la tua psicoterapeuta, quindi vuol dire che, per un motivo oppure per l’altro, eri già in psicoterapia; non è che queste tue nuove manifestazioni di depersonalizzazione possano essere un sintomo del problema che ti ha portato in psicoterapia? Con me è successo così e mi sono accorta che, chiacchierando qua sul forum, molte persone hanno vissuto la situazione analoga. Se ti va di parlare della tua situazione, io sono qui nella speranza di poterti aiutare anche solo con qualche parola detta da chissà quanti chilometri di distanza. Sarà che sono un ottimista, ma ringrazio questa realizzazione per essere arrivata nella mia vita; ho capito molte cose e forse non è solamente un sintomo di un disturbo psicologico, ma anche un tratto fondamentale del mio carattere; sono stata così fin da bambina, poi sono arrivate costrizioni interne ed esterne che mi hanno portata a sotterrare un po’ il mio carattere, esplodendo, con l’ansia e tutto il resto; forse sto tornando al mio vero, reale carattere di nascita. Non lo so, sono solo pensieri che ogni tanto mi arrivano così mentre cerco di darmi una risposta a domande che in realtà, forse, risposta non hanno. Quando vuoi, io sono sempre qui.

    Allora, non sono l’unica alla quale Caparezza fa questo effetto. ;) Trovo un’espressione del mio essere estremamente intima nello scrivere, nel dipingere oppure nel disegnare, nell’ascoltare musica e nel lasciare che i miei pensieri vaghino, tranquilli, senza vincoli di "devi fare questo" oppure "devi pensare a quest’altro". Cerco anche, però, di essere quello che realmente sono nella vita di tutti i giorni, senza la costrizione del: “Ti trovi in questo ambiente, devi essere così”, ovviamente seguendo le regole della logica. Sono una persona estremamente riflessiva, analitica, quasi fino all’ossessione, quindi, certe volte, anche prendermi qualche ora per pensare, puramente pensare, mi fa estremamente bene; è come se entrassi in contatto con quella parte più piccola e intima di me. Ho un animo abbastanza artistico e creativo, ma raramente riesco a farlo uscire del tutto, un po’ per timidezza, un po’ per paura, un po’ per pigrizia, un po’ per insicurezza. Non mi sono accorta che, quando faccio quello che mi fa stare bene, c’è proprio un cambiamento radicale nelle mie sensazioni: sono calma, serena, tranquilla, in pace con me stessa e con il resto; le tragedie, i litigi tra i miei genitori, sembrano toccarmi molto meno. Quindi sì, scrivere, disegnare e dipingere, ogni tanto anche leggere, ma devo trovare il libro giusto, altrimenti è solo noia.

    Ciao! Grazie per la risposta. Che sintomi avevi tu?

    Ciao tesoro, eccomi. Parto con il dire che il mio distacco dal mondo è partito nello stesso periodo nel quale soffrivo di un disturbo di attacchi di panico dal quale non sono ancora uscita, quindi credo che sia più un sintomo secondario che il disturbo preponderante, anche se, ora, è quello che mi sta dando più problemi.


    Partendo dai sintomi generali ti posso dire che vivevo nella nebbia, come se tra me e il mondo esterno ci fosse un velo, una palla di vetro, della nebbiolina, del fumo, che ovattava tutte le emozioni e faceva sembrare i luoghi familiari totalmente assurdi; sapevo che casa mia era casa mia, ma la percepivo totalmente fredda. Questa cosa succedeva anche con le persone: amici, parenti, professori, compagni di classe, fidanzato.


    Partendo dai sintomi cognitivi, invece, posso dirti che avevo forti problemi di memoria, concentrazione praticamente ridotta allo zero, molti episodi di déjà vu e domande esistenziali del tipo: “Io esisto? Ma se io esisto, perché esisto proprio sotto questa manifestazione fisica e psicologica? Ok, io esisto ed esisto proprio sotto questa manifestazione fisica e psicologica, ma perché questa manifestazione fisica e psicologica è capitata proprio a me e non ad altre persone? Ma poi, chi sono le altre persone? La vita esiste? La morte esiste? Cosa c’è dopo la morte?” e altre domande di questo tipo qui.


    Poi vi erano anche dei sintomi di tipologia percettiva che intaccavano vista, udito, olfatto, gusto e tatto. Per la questione della vista, in realtà, è un po’ complicata, ma riassumo qui: sono stato ipovedente dall’occhio destro fino all’età di otto anni, poi ho perso la vista totalmente dopo un intervento; dall’occhio sinistro, invece, non ho mai visto. Ora, tecnicamente non dovrei vedere nulla, ma ancora poca, poca, poca, poca luce la vedo; ecco, durante questi episodi di derealizzazione la luce appariva sfocata, come se guardassi attraverso dell’acqua, oppure sembrava caricata a mille, come se fosse stata colorata con degli evidenziatori fluorescenti; certe volte era talmente tanto forte che mi lacrimavano anche gli occhi, poi ogni tanto apparivano macchie scure oppure barbagli.


    Per quanto riguarda l’udito, i rumori sembravano sempre lontani e privi di un senso logico; ascoltavo un discorso, sapevo quello che l’altra persona mi stava dicendo, non avevo problemi nella comprensione oppure nel dialogare con le altre persone, ma i discorsi, le parole, sembravano lontani e privi di materialità.


    Per quanto riguardano il tatto e il gusto, in realtà, mi sono accorta di queste manifestazioni distorte dal lato percettivo una volta che sono sparite; insomma, prima il cibo era solamente un cibo da dover masticare e mandare giù nello stomaco, l’olfatto era solamente uno dei cinque sensi che mi permetteva di sentire se c'era un buon profumo oppure no, ma diciamo che il lato emotivo legato ai gusti e agli odori era totalmente compromesso.


    Per quanto riguarda il tatto, invece, era una cosa strana; era come se tutte le cose attorno a me non avessero più la materialità di prima; non sentivo più i dettagli delle maglie, delle persone alle quali facevo delle carezze, era come se tutto fosse estremamente grossolano e freddo. Il tempo scorreva troppo veloce oppure troppo lento; lo spazio sembrava dilatarsi, distorcersi oppure, certe volte, nei momenti peggiori, le pareti sembravano girare, il pavimento allontanarsi e il tetto avvicinarsi.


    Se hai bisogno di altre informazioni, chiedi pure. Queste erano mie sensazioni durante gli attacchi di derealizzazione che sono quelli che mi stanno creando più problemi; invece, la depersonalizzazione, devo dirti che l’ho provata solamente all’inizio di questo mio disturbo; percepivo il mio corpo come se fosse privo di ogni organo, privo del sangue, delle ossa o della pelle, come se fossi leggera leggera oppure come se mi trovassi sul punto di volare via; sentivo la mia testa totalmente vuota, priva del peso di un cervello. Gli occhi sembravano infossati nel volto; spesso il viso mi pareva distorto come se fosse più piccolo; le mani, soprattutto quando le usavo per disegnare, mangiare oppure scrivere o fare altre cose che comprendessero il loro uso, mi sembravano più grandi oppure troppo piccole; certe volte mi sono trovata a pensare di non riuscire a tenere in mano la forchetta perché le mie dita sembravano veramente sottilissime, quasi come dei rami.


    Spero di essere stata abbastanza esaustiva; non preoccuparti, senza dubbio mi sarò dimenticata qualcosa, ad esempio, le varie ossessioni esistenziali, ipocondriache oppure ansiose che hanno sempre accompagnato queste mie manifestazioni; se hai bisogno di altro, non esitare, chiedi pure. Ti chiedo scusa io se ci sono degli errori di ortografia, ma sto scrivendo con la dettatura vocale.

    Buonasera bella! Come stai e come ti senti? Spero meglio. Fammi sapere. Io così così; mi ero ripresa un po’ e adesso di nuovo. Sto un po’ somatizzando, ma attendo con pazienza che vadano via. Se ti va, fammi sapere come va.

    Ciao cara, io sto molto bene, grazie, tu? Come va con le somatizzazioni?

    Io con l’ansia sto abbastanza bene; questa settimana non è piuttosto impegnativa dal lato scolastico e quindi posso rilassarmi il pomeriggio e non devo stare ore e ore a studiare; anche a scuola le cose vanno meglio; se è una settimana di stop didattico, quindi, tecnicamente, non possono esserci verifiche oppure interrogazioni, non si può procedere con il programma e quindi, alla fine, i professori ripiegano sempre su qualche documentario oppure qualche film. Oggi a scuola, durante l’ora di fisica, ho avuto solo un po’ di somatizzazione allo stomaco; non mi capitava da tanto tempo; credo che questo sia collegato al calo di pressione che ho avuto ieri, partito con una profonda sensazione di nausea, quindi, probabilmente, oggi somatizzato in questo modo proprio perché è un sintomo provato durante un calo di pressione, situazione che mi spaventa molto. Comunque, cerco di andare avanti; adesso ho un po’ di vertigini e un po’ di stordimento; mi lavo i denti e vado a dormire; sono veramente esausta. Tu come stai?

    Salve a tutti, ahimè, sto attraversando la depersonalizzazione, sensazioni che non augurerei al mio peggior nemico, dato che mi sta portando troppa sofferenza.

    All'inizio non capivo cosa mi stesse succedendo, ma poi, a mente "lucida", ho iniziato, da buona ipocondriaca, a cercare sul web e, parlando con la mia psicoterapeuta, me lo ha confermato. Vorrei confrontarmi con chi ci è passato o con chi ci vive. Mi sento come se fossi staccata dal mio corpo, come vivere in terza persona, come se il mio passato e il presente non mi appartenessero; è davvero difficile da spiegare. Poi mi domando sempre: "Ma perché proprio io sono al comando del mio corpo? Come fanno gli altri a sentirsi dentro loro stessi? Come ci si dovrebbe sentire senza depersonalizzazione?". Ecco, l'altra cosa che mi fa star male è non ricordare come si vive senza questo disturbo subdolo. All'inizio la sensazione di non essere io era molto forte, tanto da avere attacchi di panico; adesso si sta attenuando un pochino. Adesso mi domando: se ne esce? Come si fa a dimenticare queste sensazioni? Mi sembra così impossibile. Poi la paura di essere schizofrenica o di avere una psicosi non mi fanno vivere bene.

    Grazie anticipatamente a tutti coloro che mi daranno una risposta.

    Ciao cara, mi dispiace molto per la situazione che stai vivendo anche perché so che non è per niente facile. Io soffro principalmente di derealizzazione, ma anche la depersonalizzazione non me la sono fatta mancare. Cosa vorresti sapere di preciso? Vuoi parlare dei sintomi? Delle sensazioni? Oppure di altre cose? Comunque sì, se ne esce; io sono due anni che vivo in uno stato cronico di distacco dal mondo, ma se mi guardo indietro mi accorgo che tanti piccoli passi sono già stati fatti, quindi sì, tornerai a stare meglio. Per ogni domanda sono qui.

    Ieri, presa dall’impulso, ho scritto una lettera. A chi? Non lo so, forse a me stessa. Ecco una piccola parte; mi fa venire i brividi per quanto possa essere dannatamente cruda e sincera: “Ricordi quando ti dicevo che non l’avrei fatta finita solamente perché, nell’aldilà, mi saresti mancato troppo? Ecco, alla fine non l’ho fatto; sono ancora qua, ma tu mi manchi comunque”.

    Mi fa stare bene condividere qualcosa di così intimo e privato con voi.

    Purtroppo ci sono giornate nelle quali non riesco a tenere a bada i miei pensieri; mi trovo a spulciare questo forum alla ricerca di discussioni di molti anni fa nelle quali posso trovare un po’ di conforto. Leggo e rileggo, rimugino le stesse parole, gli stessi articoli di giornale, le stesse ricerche scientifiche; si insinua la paura di avere nuovamente un tumore al cervello; penso di non esistere; penso che la morte sia l’unica soluzione. Ma se non esisto io, allora non esiste nemmeno la morte, e visto che so che la morte esiste, io esisto. In questi momenti avrei solo bisogno di un abbraccio. L’unico lato positivo? Ho notato che i profumi tendono a essere più collegati alla mia sfera emotiva; prima un profumo non era altro che un profumo; ora, invece, un profumo è, anche se in maniera molto lieve, legato a un ricordo, a un’immagine oppure a un’emozione.