Messaggi di Manta13S
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Il mio primo pensiero stamattina è stato il ricordo dell'11 settembre 2001: la vita di 3000 persone è stata spezzata, per altri 6000 è cambiata radicalmente in un istante a causa delle ferite.
Possiamo sicuramente prendere quel giorno come esempio di evento tragico che cambia la storia del mondo e cambia la vita delle singole persone. Penso, per esempio, alle famiglie spezzate da questa tragedia: non ho idea di quante siano le persone rimaste vedove o orfani a seguito dell'attentato.
Per una legge quasi fisica, c'è l'esempio opposto: la vita può cambiare radicalmente anche per un evento fortunato. Penso alla persona proprietaria del biglietto della lotteria Italia T 173756 che il 6 gennaio scorso ha vinto 5.000.000 €.
Ironia della sorte, statistiche alla mano, le probabilità di un incidente aereo (per una qualsiasi causa) sono una su undici milioni, le stesse che ci sono di vincere il primo premio alla lotteria Italia.
Che ci capiti qualcosa di bellissimo o di tragico, c'è l'eventualità - per quanto remota - che possa capitare anche a noi: basterebbe acquistare un biglietto, che sia aereo o della lotteria.
La psicologia umana - in questo senso - è imperfetta: il cervello è più portato ad immaginare cosa succederebbe se ci capitasse un evento favorevole, piuttosto che immaginarne uno sfavorevole, eppure le probabilità sono le stesse.
Razionalmente, mi verrebbe da suggerire di preparare due piani di riserva: uno nel caso in cui ci capiti l'evento fortunato, l'altro per quello tragico.
Da questi dati volevo un po' sapere la vostra: avete mai pensato a piani di riserva nel caso in cui vi capiti qualcosa di statisticamente improbabile? Cosa vi portano a pensare?
Sinceramente, essendo un disilluso del mondo, non riesco più a fare questi ragionamenti che anni fa effettivamente facevo.
Quindi mi sono rassegnato al destino (o caso).
Ci sono eventi che non puoi controllare, ergo devi subire giocoforza, e sul discorso dell'imperfezione psicologica, secondo me, va anche ragionato su come la persona sia di suo ottimista o pessimista. Tutti ovviamente sognano di vincere la lotteria, ma tendenzialmente credo che siano più propensi in modo incisivo a pensare al disastro imminente quando prendi o fai qualcosa che sovente non fai (prendere un aereo, fare un viaggio in auto, in nave, ecc...).
In altre parole, se compri il biglietto sogni, ma dici "tanto non vinco, in compenso sognare è gratis" e non ci pensi più fino a quando non c'è l'estrazione (anzi, a volte dimentichi anche di averlo comprato), mentre se prendi l'aereo già parti con l'ansia e il dubbio che precipiti.
Io personalmente, dopo una serie di eventi, ho acquisito quell'apatia che mi rende immune sia ai (pochi) colpi di fortuna sia ai (molti) colpi bassi che la vita mi ha offerto e mi offre, basando solo le mie fortune sul mio operato reale e non lasciandole al destino (difatti non prendo nulla che siano gratta e vinci o biglietti della lotteria, salvo non abbiano una base solidale, tipo i biglietti della pesca di beneficenza).
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Due sole volte? Non credo. Per parlare di relazione ci deve essere stato un continuo e avere quindi cementificato l'infatuazione iniziale. Comunque, secondo me, si parla di amore con un po' troppa facilità, questo in generale eh.
Beh, lo saprò io se solo in 2 volte. Nello specifico il 2 gennaio 2006, il 6 febbraio 2006, il 2 aprile 2006 ci siamo fidanzati
Nel frattempo ci siamo sentiti sempre ovviamente.
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Invece no, ogni persona ha la sua dignità.
Il mestiere che fai ti espone a critiche, anche pesanti e dure ma riguarda il tuo mestiere, non la tua persona.
Ma stiamo andando nuovamente OT.
Non sono molto d'accordo... ma non voglio innescare un OT a riguardo.
Se ci sarà modo magari in un topic specifico se ne potrà parlare.
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Come si fa a dirsi innamorati di una persona vista tre volte? Boh.
Ehm... la mia relazione più importante l'ho avuta con una ragazza vista due volte.
Non vuol dire sai? Tante volte succede che "qualcosa" di metafisico impossibile da spiegare travolge reciprocamente due persone e... il resto vien da sé.
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Confidarsi in totale anonimato non equivale proprio a socializzare, direi di no…
Io invece dico di si. Lo dice sia l'etimologia del termine che il vocabolario del resto.
Punti di vista comunque..
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Oddio, se scrivere su un forum è considerato socializzare, siam messi bene…
Chi non vuole socializzare o ha paura di farlo, non si confida dei suoi problemi su un forum di sconosciuti, non ti pare?
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Quello che mi preoccupa è l'aumento di suicidi tra i giovani e molto giovani... Come fa un ragazzino, nel pieno della vita, ad arrivare a fare una cosa del genere? Dove trova l'iniziativa e la volontà di farlo? Quando hai dei figli inizi a preoccuparti, e forse anche se non li hai... Forse in questa era di progresso è diventato così facile uscire dalla vita come si esce da un videogioco? O forse la realtà, per alcuni, è così sbiadita e senza senso da preferire l'incertezza di un oltre? Me lo chiedo quando leggo certe notizie...
Semplice: la frenesia del mondo moderno.
Come fai a dimenticarti del figlio nell'ovetto della macchina? Come fai a non notare e parlare con un figlio con dei problemi? Potrei andare avanti...
Tutto frutto della folle frenesia moderna che ti impone di correre e di obbligare il tuo corpo e la tua mente a un perenne burnout. Vuoi per il lavoro, vuoi per altro... ma di certo sacrificando anche cose importanti: amore, salute ed anche i figli.
E non è né giusto, né normale: non siamo fatti per vivere una vita perennemente in fondoscala.
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Però se la situazione internazionale continua di questo passo, forse non sarà solo Salvini a volerla ripristinare...
(...e difatti in Germania già ci stanno pensando sul serio).
Quello è un altro discorso, ma esula dalla situazione internazionale. Salvini voleva ripristinarla già da prima che fosse accaduto il baccanale tra russi e ucraini.
Di certo mi auspico una rivolta davvero totale della popolazione, dove tutti, rossi, neri, gialli, blu, si rifiutino di prendere in mano le armi, se non per andare nei palazzi del potere e abbattere tutta questa marmaglia di guerrafondai. Un vero patriota oggi deve rifiutare la guerra.
Io ne parlai tempo fa, e lo ribadisco: mi richiamano? Diserto. Non me ne frega un fico secco. Vadano loro al fronte e risolvano loro, da soli, la questione. Mi mandino poi a casa i militari a cercarmi. Li accoglierò alla mia maniera. Ne esco orizzontale, non lo escludo. Ma qualcuno me lo porto dietro.
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Quindi parlarne sarebbe dannoso per l'indottrinamento?
Il suicidio devi contestualizzarlo.
Ti faccio un esempio: uno dei principali fattori di crescita dei suicidi è nato dalla "rottura" dovuta alla pandemia e al lockdown, che ha causato notevoli problemi sociali ed economici nel paese (Fonte: Prof. Pompili Maurizio - Fondazione Veronesi).
Un TG non direbbe mai che è una colpa politica l'aumento dei tassi di suicidio, dato che sono tutti responsabili a livello super partes di ciò che è accaduto. A differenza del, per esempio, femminicidio, dove l'evento è imputabile a una frangia della popolazione.