Messaggi di Saritta

    Ci sono persone con cui lavoriamo da molto tempo ma di fatto non ci scambiamo altro che un fugace saluto all'ingresso e all'uscita.

    Con un collega ho iniziato a interagire ora, dopo due anni che lavoro qui e che abbiamo l'ufficio a 10 metri di distanza.

    Timido lui, tranne con la sua cerchia, per il resto sta molto sulle sue e con il suo responsabile; mi è sempre sembrato uno molto serio e un po' noioso, diversissimo e lontanissimo da me, quella forma di timidezza che fa quasi apparire distaccato e supponente. Ma è solo una corazza, dai social e facendo due chiacchiere ho scoperto che abbiamo interessi in comune e seguiamo gli stessi eventi/personaggi. Curioso come si sappia poco delle persone.

    Penso sia una bella persona, almeno ho questa percezione.

    Ma a volte mi accade che le persone timide mi rendano ancora più timida, non so come spiegare. Essendo riservata di mio, lego con persone che magari lo sono, ma che comunque mi spronano alla chiacchiera, trovando argomenti, invece a volte con le persone timide dopo due frasi siamo lì a fissare il nulla :D

    Io sono un po' strana, traspare poco di me, ci vuole tempo per conoscermi.

    Penso di non essere mai arrivata a un tale livello di stanchezza (mentale direi).

    Tipo ora, leggo le e-mail e non connetto, sbadiglio, al mattino mi sveglio già stanca.

    Ho una settimana di ferie tra poco, per fortuna.

    Mi sento esausta e per quanto il weekend io provi a staccare, riuscendoci anche, poi di fatto ripiombo in questo stress che traspare anche fisicamente, diverse persone mi dicono che mi vedono stanca, io rispondo con frasi di circostanza tipo dicendo che ho bisogno di ferie ed è stato un anno complicato. Allo specchio mi vedo bene al mattino, poi la sera uno straccetto.

    Penso di aver pensato troppo, di pensare troppo e lasciarmi andare poco.

    Cerco di essere positiva e forse è la prima volta che traspare all'esterno questo mio peso, questa mia stanchezza, di solito dissimulo bene, sono quella che risponde sempre "bene" alla domanda "come va?", solo ora inizio a rispondere "un po' stanca, un po' fusa", e non è da me.

    Ho anche il sonno più leggero, il temporale mi tiene sveglia, quando una volta nemmeno lo sentivo.

    Vorrei chiederti, dato che fai colloqui e devi gestire un team persone se non ricordo male, ti sei dovuta formare dal punto di vista comunicativo...hai letto libri o frequentato corsi?

    In realtà, nel mio "team" sono stata sola per diverso tempo, e ora sono tutor della stagista.

    Però sì mi capita di far colloqui, anche nei lavori precedenti mi capitava, per assunzione di nuove figure del mio stesso ruolo.

    Non ho fatto corsi... a me fondamentalmente comunicare piace, e anche ascoltare (a volte penso che mi dispiace non aver intrapreso la strada HR), ho solo dei blocchi legati alla timidezza e riservatezza. Quindi da quel punto di vista mi piacerebbe migliorare le abilità comunicative, anche se penso che in gran parte siano innate e soprattutto si rafforzino con la pratica e l'esperienza.


    Avevo letto o sentito che le nostre ansie e paure (ad esempio, nel parlare di fronte a un pubblico) sono molto legate al contesto, al momento, a chi abbiamo di fronte, alle emozioni ecc. Per esempio mi è capitato di essere totalmente frenata nel parlare in un'assemblea di lavoro o anche banalmente in un gruppetto di persone, mentre invece ho fatto più volte la guida agli eventi del FAI parlando di fronte a gruppi di persone che alla fine mi hanno anche fatto i complimenti per la chiarezza e l'espressività.

    Visto ieri "Dieci minuti".

    A parte un po' di languore all'italiana, mi è piaciuto.

    Affronta il tema della fragilità nelle relazioni, della debolezza e ansia che possono portare a trascurare l'altro e non ascoltarlo, esaurendo le sue energie. Il rapporto con la terapeuta, con la famiglia, ricostruirsi.

    Mi ha fatto venire voglia di andare in terapia :grinning_face_with_smiling_eyes: ma vorrei una terapeuta così!

    Hai ragione Proxima Centauri :D apro i thread e poi lascio parlare voi, mi piace leggervi!


    Come forse già accennavo, ora sono affiancata da una nuova risorsa in stage, e devo dire che questa cosa mi sta caricando.

    Sono sempre full di lavoro e bisognosa di ferie, però il fatto di avere una collega - che di primo impatto sembra volonterosa e affidabile - mi fa sentire meno sola nel mio stress lavorativo e mi piace affiancarla, anche se ciò richiede tempo.


    Tipo questa settimana mi sta volando.

    Arrivo a sera stanca ma abbastanza positiva.


    Un po' d'ansia prima di dormire c'è, penso sia dovuta a vari fattori, pensieri, preoccupazioni, carattere mio, prendo della valeriana, ma tutto sommato la sto gestendo. Grazie!!

    Ma che bel thread! :love:


    Ho molte giornate ideali in mente ... Difficile sceglierne una.


    Quando penso alla sensazione di pace interiore, mi viene in mente, ad esempio, un affaticamento fisico dovuto a una camminata, la pelle arrossata dal sole, una buona birra fresca e qualcosa d'asporto da mangiare in giardino. Ricordo un periodo su tutti, poco dopo la prima ondata del Covid, il sabato o la domenica a casa di lui, dopo una camminata in collina/montagna, quel gin tonic ghiacciato in giardino e il sushi d'asporto dell'Esselunga erano la Felicità. La sua espressione felice se gli annunciavo che avrei dormito da lui. Parlo al passato non perché sia qualcosa che non c'è più fortunatamente, solo perché è un ricordo caro, dopo un periodo di distanza per il Covid, era davvero come riassaporare la vita e rinascere.


    Stessa emozione la provo quando sono in viaggio, penso che il viaggio in coppia sia una delle esperienze migliori, se c'è serenità e sintonia (ci sono anche le litigate a volte eh!). Alzarsi in hotel, colazione con calma, in mente solo l'itinerario di quel giorno, le scoperte che faremo, le avventure, fermarsi solo per un bicchiere di vino e una mangiata godereccia, tornare in hotel, sesso, aperitivo in camera o sul terrazzo...


    Però penso spesso anche alla mia giornata ideale individuale, essendo un po' solitaria.

    Ora che avrei bisogno di staccare da lavoro (nel tragitto in auto provo invidia perfino per chi vedo seduto in pace al McDonald's a fare colazione ahahah), per esempio... penso a un giorno feriale, mi alzo presto e sono in ferie, è primavera o forse autunno, caffè della moka con pane burro e marmellata a volontà (tanto burro), spremuta d'arancia... prendo l'auto e vado a visitare qualcosa di non troppo distante, magari un laghetto, mi porto il libro... Passeggiata nella natura... Tutto molto semplice in realtà...

    Poi beh se devo sognare, a volte sogno di tornare a casa e trovare una vasca idromassaggio pronta per me con tanta schiuma, candele profumate e musica relax, qualche entità misteriosa mi ha preparato una tavola imbandita, tipo catering solo per me, con ogni prelibatezza che preferisco :P eh sì sono una buona forchetta...

    Provo un po' d'invidia per chi riesce veramente a "fregarsene", non nel senso prevaricante del termine (cioè non calpestando gli altri per i propri fini), ma nel senso di chi ha un'innata sicurezza in sé che raramente vacilla, una solida percezione delle propria persona che non viene intaccata da inutili sensi di colpa o di inadeguatezza.

    Invidio i calmi, chi possiede quella saggia calma e giusto distacco dalle cose e dagli eventi, dalle scocciature, che proteggono dall'ansia e dal prendere sul personale cose che non lo sono, o che non valgono la pena.

    Ciao, il tuo thread mi ha ricordato un momento della mia vita, qualche anno fa, quando mi ero dimessa da una start up che andava a rotoli ed ero stata assunta subito da un'azienda storica che sembrava promettere solidità (poi scoprii che era solo apparente, ma in quel momento costituiva una buona alternativa). Ricordo che non mi ispirava per niente, l'età media era alta, gli uffici lugubri e vecchi, con mobili e tappeti da salotto anni '50, vecchi faldoni ammuffiti e software dalla grafica che ricordava i primi PC esistiti. Quando ricevetti la telefonata in cui mi si comunicava l'esito positivo del colloquio, e poi la successiva proposta, ero depressa. Il giorno prima di iniziare, zero entusiasmo, come dovessi andare al patibolo. Mi sentivo anche ingrata, sapendo che altre persone faticano per trovare lavori precari che pagano meno. Alla fine iniziai, ci rimasi un annetto, non era l'azienda della vita ma con calma poi mi ero messa a cercare altro. Fu comunque un'esperienza, conobbi persone, e in qualche modo mi portò all'attuale lavoro, perché mi costruì un tassello in più sul cv. Persevera.