Messaggi di Saritta

    Visto ieri "Dieci minuti".

    A parte un po' di languore all'italiana, mi è piaciuto.

    Affronta il tema della fragilità nelle relazioni, della debolezza e ansia che possono portare a trascurare l'altro e non ascoltarlo, esaurendo le sue energie. Il rapporto con la terapeuta, con la famiglia, ricostruirsi.

    Mi ha fatto venire voglia di andare in terapia :grinning_face_with_smiling_eyes: ma vorrei una terapeuta così!

    Hai ragione Proxima Centauri :D apro i thread e poi lascio parlare voi, mi piace leggervi!


    Come forse già accennavo, ora sono affiancata da una nuova risorsa in stage, e devo dire che questa cosa mi sta caricando.

    Sono sempre full di lavoro e bisognosa di ferie, però il fatto di avere una collega - che di primo impatto sembra volonterosa e affidabile - mi fa sentire meno sola nel mio stress lavorativo e mi piace affiancarla, anche se ciò richiede tempo.


    Tipo questa settimana mi sta volando.

    Arrivo a sera stanca ma abbastanza positiva.


    Un po' d'ansia prima di dormire c'è, penso sia dovuta a vari fattori, pensieri, preoccupazioni, carattere mio, prendo della valeriana, ma tutto sommato la sto gestendo. Grazie!!

    Ma che bel thread! :love:


    Ho molte giornate ideali in mente ... Difficile sceglierne una.


    Quando penso alla sensazione di pace interiore, mi viene in mente, ad esempio, un affaticamento fisico dovuto a una camminata, la pelle arrossata dal sole, una buona birra fresca e qualcosa d'asporto da mangiare in giardino. Ricordo un periodo su tutti, poco dopo la prima ondata del Covid, il sabato o la domenica a casa di lui, dopo una camminata in collina/montagna, quel gin tonic ghiacciato in giardino e il sushi d'asporto dell'Esselunga erano la Felicità. La sua espressione felice se gli annunciavo che avrei dormito da lui. Parlo al passato non perché sia qualcosa che non c'è più fortunatamente, solo perché è un ricordo caro, dopo un periodo di distanza per il Covid, era davvero come riassaporare la vita e rinascere.


    Stessa emozione la provo quando sono in viaggio, penso che il viaggio in coppia sia una delle esperienze migliori, se c'è serenità e sintonia (ci sono anche le litigate a volte eh!). Alzarsi in hotel, colazione con calma, in mente solo l'itinerario di quel giorno, le scoperte che faremo, le avventure, fermarsi solo per un bicchiere di vino e una mangiata godereccia, tornare in hotel, sesso, aperitivo in camera o sul terrazzo...


    Però penso spesso anche alla mia giornata ideale individuale, essendo un po' solitaria.

    Ora che avrei bisogno di staccare da lavoro (nel tragitto in auto provo invidia perfino per chi vedo seduto in pace al McDonald's a fare colazione ahahah), per esempio... penso a un giorno feriale, mi alzo presto e sono in ferie, è primavera o forse autunno, caffè della moka con pane burro e marmellata a volontà (tanto burro), spremuta d'arancia... prendo l'auto e vado a visitare qualcosa di non troppo distante, magari un laghetto, mi porto il libro... Passeggiata nella natura... Tutto molto semplice in realtà...

    Poi beh se devo sognare, a volte sogno di tornare a casa e trovare una vasca idromassaggio pronta per me con tanta schiuma, candele profumate e musica relax, qualche entità misteriosa mi ha preparato una tavola imbandita, tipo catering solo per me, con ogni prelibatezza che preferisco :P eh sì sono una buona forchetta...

    Provo un po' d'invidia per chi riesce veramente a "fregarsene", non nel senso prevaricante del termine (cioè non calpestando gli altri per i propri fini), ma nel senso di chi ha un'innata sicurezza in sé che raramente vacilla, una solida percezione delle propria persona che non viene intaccata da inutili sensi di colpa o di inadeguatezza.

    Invidio i calmi, chi possiede quella saggia calma e giusto distacco dalle cose e dagli eventi, dalle scocciature, che proteggono dall'ansia e dal prendere sul personale cose che non lo sono, o che non valgono la pena.

    Ciao, il tuo thread mi ha ricordato un momento della mia vita, qualche anno fa, quando mi ero dimessa da una start up che andava a rotoli ed ero stata assunta subito da un'azienda storica che sembrava promettere solidità (poi scoprii che era solo apparente, ma in quel momento costituiva una buona alternativa). Ricordo che non mi ispirava per niente, l'età media era alta, gli uffici lugubri e vecchi, con mobili e tappeti da salotto anni '50, vecchi faldoni ammuffiti e software dalla grafica che ricordava i primi PC esistiti. Quando ricevetti la telefonata in cui mi si comunicava l'esito positivo del colloquio, e poi la successiva proposta, ero depressa. Il giorno prima di iniziare, zero entusiasmo, come dovessi andare al patibolo. Mi sentivo anche ingrata, sapendo che altre persone faticano per trovare lavori precari che pagano meno. Alla fine iniziai, ci rimasi un annetto, non era l'azienda della vita ma con calma poi mi ero messa a cercare altro. Fu comunque un'esperienza, conobbi persone, e in qualche modo mi portò all'attuale lavoro, perché mi costruì un tassello in più sul cv. Persevera.

    I miei sogni rispecchiano moltissimo ciò che sto vivendo, i miei pensieri e debolezze, difficoltà e freni.

    Sto vivendo una sorta di dualismo, due vite quasi parallele: da un lato la mia famiglia d'origine, a cui mi sento molto legata e con la quale non vivo più; dall'altro, il mio compagno, la nostra quotidianità e la sua famiglia, le loro vicissitudini varie.

    Per qualche motivo, queste due sfere della mia vita sono come acqua e olio: non si legano. Sarebbe tutto un capitolo da spiegare, sono molto diversi fra loro e i miei hanno sempre espresso perplessità sul mio compagno. Si conoscono, si sono passati dei momenti insieme ma non si amalgamano, e io ormai vivo questi due binari paralleli, e non posso negare che la cosa mi crei ansia.


    Stanotte ho sognato mio padre, che ho perso qualche mese fa.

    Veniva dimesso dall'ospedale (cosa che nella vita reale non è accaduta, ed è un grande dispiacere che ci accompagna).

    Eravamo felici e lo andavamo a prendere, penso che andassimo io, il mio compagno e sua sorella.

    Poi venivo a sapere che non lo avevamo accompagnato a casa, ma lo avevamo lasciato tipo per strada, quasi per superficialità o dimenticanza, ed era come se a me questa cosa fosse sfuggita, non fossi stata in grado di averne il controllo, fossi stata condizionata da qualcuno.


    Brutto sogno.

    Proxima Centauri

    Confido nel fatto che le cose piano piano si possano assestare, ci vorrà tempo, è sempre stato caotico ma non come da qualche mese a questa parte.

    Non mi era mai accaduto - come ora - di arrivare a sera e piangere, o di avere la classica ansia e mal disposizione al mattino, quando devo andare a lavoro.

    Nel weekend cerco di staccare e resettare, fortunatamente riesco abbastanza; è vero lo stress mentale è logorante e intacca anche altri ambiti della vita.