Messaggi di Saritta

    Ciao :) Anche a me accade!! Amo la lettura, spesso la preferisco alla compagnia delle persone. Ho una lista di libri da leggere che aumenta in maniera esponenziale, e ahimè sono lenta a leggere per il motivo che hai descritto: voglio capire appieno ogni frase, parola, assorbire e vivere ogni sfumatura. A volte leggo e rileggo la stessa frase fin quando non la sento "mia".


    Questo "ostacolo" si è un po' affievolito con l'utilizzo del Kindle, che mi hanno regalato, non so perché ma ora leggo molto più velocemente :grinning_face_with_sweat: Però so che molti non vogliono abbandonare la carta, se non è il tuo caso puoi eventualmente provare il Kindle anche tu.

    Mmm... allora direi che il vero limite non sono le sue mancate esperienze sessuali, piuttosto il suo atteggiamento immaturo... Mi pare che scappi anziché affrontare la situazione, a prescindere che sia interessato o meno a te, ha un atteggiamento evasivo. Non può tenerti sulle spine all'infinito, prova a mostrarti un po' più fredda e sulle tue e vedi se reagisce.

    Ciao! In particolare, ti trovi ad avere a che fare con un uomo alla prima esperienza?

    Secondo me va contestualizzato, nel senso dipende dal vissuto e dai trascorsi... Anche se, a livello ormonale e di crescita fisica, normalmente l'istinto e il desiderio di contatto vengono molto prima, quindi 30 anni mi sembra un po' tardi. Probabilmente entra in gioco il lato emotivo, quindi la timidezza, insicurezza, blocchi derivanti da esperienze pregresse.

    Magari un 30enne alla prima esperienza la può vivere con più pensieri e meno leggerezza rispetto a uno di 20.

    Se mi capitasse di incontrare un ragazzo di 30 anni che non ha avuto esperienze sessuali, sinceramente la cosa un po' mi bloccherebbe, e se la persona mi piace e interessa, vorrei andare a fondo e cercare di capirne le motivazioni.

    Asi Sì, vero, nel mio caso forse è più spossatezza mentale e fisica, pigrizia e inerzia, derivante anche in parte dal fatto che ciò che faccio a livello lavorativo non mi appaga appieno e spesso mi sento "nel posto sbagliato", inadeguata.


    Nel tuo caso, mi pare di capire, si tratta di uno stato depressivo/di ansia che ti blocca e ti rende inattiva, e la cosa ti fa soffrire e sentire in colpa.


    In linea di massima, comunque, forse dovresti essere meno severa con te stessa e accettare che questi momenti fanno parte di te, del tuo percorso, e si alternano a momenti di attività.

    Premetto che non sono mamma, quindi lungi da me dare opinioni su fatti ed emozioni che solo vivendo l'evento di una nascita, si possono davvero comprendere.

    Però quattro anni, dal mio punto di vista sono inaccettabili... Il sesso è parte integrante del rapporto, non è un optional, e ci stanno assolutamente periodi in cui uno dei due (soprattutto una donna dopo un parto), per qualsiasi motivo, possa sentirsi spento, non attratto, a disagio, ecc. Ma se il periodo si protrae, già solo di mesi, va affrontato...

    L'allattamento a quattro anni? Mi sembra veramente esagerato...Anche la frase che ti ha detto "il seno è della bambina" a mio avviso cela un grosso blocco da affrontare, con un sessuologo o un terapeuta, perchè si sta privando totalmente della propria femminilità. Lei è donna prima di essere mamma... E nei tuoi confronti ha avuto una grande mancanza. Siete giovani poi...

    Tu hai dato prova di grande rispetto, pazienza e amore, ma a tutto c'è un limite. Comunque ora avete ricominciato, e vedrai che è solo questione di tempo, parlatene e non demoralizzatevi, i vostri corpi devono reimparare a conoscersi :) In bocca al lupo!

    Ciao, sì mi capita, faccio un esempio: spossatezza nel weekend mi impedisce di riordinare la casa come dovrei, trascurando le faccende, o facendo il minimo indispensabile. Poi mi sento in colpa, perché è un mio dovere, perché il tempo ce l'ho, e mi sento insoddisfatta perché attorno a me vedo disordine, che rispecchia il mio disordine mentale.

    Cerco di non colpevolizzarmi eccessivamente, però so che dovrei essere meno pigra.

    Richard Lux

    Innanzitutto grazie davvero per avermi letto e risposto :happy_face:

    La tua riflessione offre un punto di vista interessante.

    Tu dici che l'arrovellarsi e l'accanirsi su un disagio, anziché risolverlo lo ingigantisce ulteriormente... Quindi pensare al problema in sé può essere controproducente. Altrimenti si continua ad avere quella vocina nella testa che anziché spronare, denigra.

    Forse dovrei imparare a essere meno severa con me stessa, accettando i miei limiti e lavorandoci, senza colpevolizzarmi.

    Diciamo che quando ho un blocco o una reazione che non mi fa stare bene, tendo a diventare molto analitica e pensarci, per capire come lavorarci...

    Ma secondo il tuo punto di vista, quindi, come concili il lavorare su se stessi e l'accettazione di sé?

    Se hai un blocco emotivo, o un disagio che ti impedisce di esprimerti appieno, come lo affronti? Grazie.

    Ciao, mi sono appena iscritta a questo forum :)

    Mi sto rendendo conto, ultimamente, di soffrire di quella che penso di bassa autostima. Prima la chiamavo timidezza, poi riservatezza, essere introversa, ma credo sia qualcosa di più. Temo sempre di sbagliare, mi faccio mille riguardi, ho una percezione di me molto bassa, come se avessi sempre meno valore degli altri. Mi metto sempre a confronto con gli altri, ma non è un confronto costruttivo, è un paragone che mi svilisce, dove il vincitore è sempre l'altra persona.

    Soprattutto mi capita in ambito lavorativo: ho cambiato lavoro da un anno, e per quanto mi sia ambientata, mi sento sempre in una bolla. Quando chiedo qualcosa ai colleghi mi sembra sempre di disturbare, ho dovuto fare una piccola presentazione in un meeting e avevo un'ansia tremenda per tutta la settimana prima, con dolore fisico di pancia... E la presentazione è andata così così :( il mio responsabile mi ha detto che devo acquisire più sicurezza, e ha perfettamente ragione. Io mi sento in colpa perché penso di avergli fatto fare una brutta figura e di essere una buona a nulla. I colleghi mi sembrano tutti più svegli, più brillanti, colti, spigliati, con esperienza e padronanza del mestiere, rispetto a me. Mi sembra di non eccellere in nulla, ecco. Ho 33 anni e tendenzialmente sono sempre stata introspettiva e sulle mie, nonostante ciò ho coltivato amicizie e sto con un ragazzo da qualche anno, conviviamo. Anche a livello estetico, ultimamente, soffro il confronto e ho come una vocina interiore che mi dice che dovrei fare più sport, essere migliore, dimagrire, ecc. nonostante sia sempre stata reputata una bella ragazza e non abbia grossi problemi di forma (sono alta 175 e peso sui 61 kg, nella norma insomma). Tra l'altro il mio compagno mi fa tanti complimenti... è come se io pensassi "o sono perfetta come intendo, o sono mediocre"... so che è sciocco, ma penso così.

    Vorrei avere più padronanza di me, e al tempo stesso anche più leggerezza: non essere sempre tesa e terrorizzata, anche sul lavoro, dare il giusto peso alle cose e non pensare sempre "oddio mi stanno giudicando", sono un'incapace, ecc.

    Credo pochissimo in me, e me ne sto rendendo conto solo ora.

    In passato sono stata da uno psicoterapeuta, da bambina perché avevo dei tic nervosi, mentre da adolescente per attacchi di panico e principio di depressione... percorsi brevi comunque.

    Diciamo che quest'ansia la vorrei trasformare in energia, anziché lasciarle prendere il sopravvento.

    Vorrei ammettere i miei difetti con serenità, autoironia, ma essere anche consapevole dei miei punti di forza, farmi rispettare.

    Vorrei fare sempre bella figura, perché poi sono anche vanitosa e mi piace ricevere l'apprezzamento, anzi forse do troppo peso a questo.

    So che parlarne con uno psicologo aiuterebbe a fare ordine e ridimensionare il problema. Però intanto avevo bisogno di sfogarmi qui :) ho visto che è un bel forum attivo. Grazie <3