Posts by Saritta

    La sofferenza di mio padre. Ancor più della perdita.

    Alcune immagini del periodo in ospedale, e dell'ultimo mese nel reparto terminali, mi tormentano, vivide come non mai.

    A volte penso, se gli avessi detto... "non lasciarci, resta con noi", se avessi supplicato... ma non sono cose che si dicono a chi ci sta lasciando: si cerca sempre di portare sorrisi e buone notizie.

    Sono immagini che mi danno tanta pena, e mi terrorizzano come fosse un film dell'orrore. Medicazioni, aghi, flebo, terapie che non funzionano, effetti collaterali invalidanti, le fotografie che il chirurgo mi aveva mostrato.

    Ecco vorrei eliminare questa parte, perché mi fa sentire impotente, oppressa, in un tunnel buio.

    Saritta, visto che mi hai messo il like mi sei venuta in mente: sì, sei più bella della Leotta. Decisamente. :rolling_on_the_floor_laughing:


    E sfido ufficialmente quelli del forum a dire il contrario :shushing_face:

    Manta13S Premesso che inizi a essere il mio preferito del Forum :beaming_face::red_heart:, meglio in generale non fare dei confronti...

    Proprio perché l'estetica - per quanto possa avere una base oggettiva e universale di armonia, proporzioni, ecc. - è troppo soggettiva, e queste molte pagine di discussione lo dimostrano ampiamente.

    Quando mi capita di sentire "quell'attrice era considerata la più bella dei suoi tempi..." non metto in dubbio che riscuotesse un enorme approvazione dalla maggioranza dei contemporanei, ma al contempo non esiste un assoluto: per una bellezza x ne esisteranno altre mille y molto diverse fra loro e appunto per questo non paragonabili.

    Come posso - ad esempio - paragonare una bellezza orientale a una svedese? Posso solo esprimere un giudizio a pelle, in cui dico di prediligere i tratti nordici oppure gli occhi a mandorla.


    A questo si aggiungono: canoni estetici del momento e - super importante - livello di cura del corpo, medicina o chirurgia estetica, stato di stress. A parità di altri fattori, è molto probabile che una ragazza carina e ricca/famosa diventi quasi universalmente riconosciuta come bella e attraente. Quando guardiamo una bella donna dello spettacolo - soprattutto se in foto - dobbiamo sempre ricordare che lei in quel momento è al super top. Nel senso che è al suo massimo, in forma, truccata da make up artist, valorizzata. Ovvio, sostengo anche che una buona base di partenza ci debba essere! E non biasimo affatto la Leotta per aver fruito del fratello chirurgo estetico, lo avrei fatto pure io, soprattutto perché l'immagine rappresenta buona parte del suo lavoro.

    Voi avete tutti i giorni la stessa faccia? Io no! :grinning_face_with_smiling_eyes:


    Detto ciò... cin cin Manta13S :clinking_glasses:

    Comunque, per rispondere al thread, tendo ad essere piuttosto severa con me stessa, purtroppo.

    Non uso il termine "fallimento", forse perché una parte di me vuole pensare e sperare di avere ancora opportunità di scelta, fasi della vita, possibilità di cambiare scenario e magari raggiungere equilibri diversi da quelli pensati.

    Però penso spesso alle mie scelte e a cosa hanno portato, per quello che è in mio potere ovviamente, per esempio non sono pienamente fiera di me in ambito lavorativo, perché sento che non mi rappresenta e quindi a volte mi sento come se avessi fatto un torto a me stessa, ignorando la mia natura e accontentandomi, assecondando il momento o le paure.

    Il parametro lavoro - soprattutto in famiglie con determinati retaggi culturali - troppo spesso viene utilizzato per giudicare il valore di una persona, quindi non avere un lavoro ritenuto "adeguato" ti fa sentire frustrata (non so se sia il tuo caso), inadatta. Comprendo bene, vengo da una famiglia che ha sempre dato molta importanza al lavoro, ho sempre avuto l'ansia di avere una settimana vuota sul CV.

    faccio uno dei lavori più mentalmente usuranti e degradanti di questo mondo con un tasso di suicidio altissimo tra i miei colleghi.

    Caspita, ora hai incuriosito anche me.

    Mi viene in mente qualcosa che abbia a che fare con la malattia mentale e soggetti violenti, anche se non lo trovo degradante.

    Oppure qualcosa che abbia a che fare con la malattia terminale.

    Ho letto molte parole sagge nei vari consigli che ti sono stati dati; sia la scelta delle battaglie da combattere da parte di ipposam, sia il rispetto e l'inclusione del partner come normale gesto spontaneo e di classe da parte di Lupettadibosco, sia la rassegnata ammissione di Andrea70 con il lieto fine della compagna estroversa che però lo coinvolge con entusiasmo, sia l'aneddoto di Juniz sulla cassiera inopportuna che si conclude con la riflessione che non possediamo nessuno.

    Quindi non potrei aggiungere consigli migliori di quelli già dispensati :)


    Anche io in una situazione simile alla tua mi sarei indispettita, alterata. Mi sarei sentita messa da parte, a disagio. Forse anche gelosa, ma più che altro accantonata; penso che tu l'abbia presa come un colpo basso da parte di tua moglie, e se ti è rimasto un sassolino nei pensieri, riparlane. Non dico di farla diventare una questione di stato, ma ho imparato che i tarli lasciati in sospeso non fanno bene. Con calma puoi ripeterle che, dovesse verificarsi nuovamente, avresti piacere a sentirti coinvolto, visto che sei il marito e che era la vostra uscita insieme; questione di correttezza.

    Aggiungo: i terzi intrusi non li possiamo controllare, e nemmeno il partner; ma conta come il partner si approccia ai terzi e a noi.

    A livello estetico ormai chi può permetterselo sfrutta la chirurgia estetica che ormai è standardizzata, per cui si somigliano un po' tutte come bambole.

    In un certo senso, penso ci voglia molta forza di carattere oggi - soprattutto per la donna - per non cedere a confronti, a senso di inadeguatezza e soprattutto per non cedere a quel tipo di standardizzazione, mantenendo intatto un proprio gusto e giudizio estetico.