Messaggi di Senzaparole

    È proprio la mia situazione quella che descrivi. Non sono mai me stessa a tal punto che, guardandomi allo specchio in un momento di crisi nera dopo aver vomitato, mi sono vista davvero e mi faceva impressione pensare a tutte le maschere che indossavo a seconda delle situazioni. Io vorrei una situazione serena ma poi non so che farmene. Anche in vacanza, mi annoio e cerco il dramma. Ed ha ragione il mio ragazzo: o per un motivo o per un altro ho sempre qualcosa che non va, perché sono abituata a soffrire. Sono molto dipendente come carattere, e ogni tanto sviluppo micro dipendenze che per fortuna riesco a stoppare a causa delle mie ansie…tipo sigarette, droga, alcool…fatico ma arrivo ad un punto in cui riesco a dire stop, salvo poi ricominciare dopo poco tempo. Ormai ho quasi 30 anni, sono ad un punto in cui davvero sono stanca di vivere così perché è da quando ne ho 13 che penso consciamente ad un futuro in cui sentirmi “libera”, ma non arriva mai. Pur essendo autonoma e indipendente è come se avessi sempre il legame con i miei genitori e questo super io, super occhio, che temo in ogni momento. Anche se poi nella pratica non mi hanno mai detto niente e sempre lasciato fare quel che volevo. Però sempre con un sottofondo di ansia e non detto che era peggio dei divieti veri e propri. Sono relativamente consapevole delle mie dinamiche interiori, ma emotivamente faccio tantissima fatica, a seconda dei periodi di più o di meno. In questo periodo tantissimo, ma scrivere qui mi sta aiutando, le tue parole preziosissime in particolare. Sei molto intelligente.

    Ma infatti, per quello che hai scritto finora dai proprio questa impressione. Poi ti risenti se qualcuno ti considera una seriale, ma bisogna fare sempre molta attenzione a quello che si scrive.

    Io non mi sono risentita di nulla, ho risposto consapevole che avrei ricevuto poca comprensione e molti “attacchi” (sorprendendomi in realtà per la pienezza e intelligenza di alcune risposte). Ma non è questo il problema. Qui è un posto dove sentirsi liberi di essere se stessi e scavare dentro per capirsi magari un po’ di più. Capisco e mi scuso che qualcuno può rivedere nelle mie parole sue esperienze negative di vita e di coppia e prendersene male, ma non è certo colpa mia. In ogni caso, per me la concezione del tradimento è uguale se non peggiore: magari non ci vado a letto, ma c’è un trasporto mentale e una connessione con alcune persone, a volte di cui sono arrivata addirittura ad ossessionarmi, secondo me ben peggiore di un rapporto sessuale che si apre e si chiude nell’atto.

    A volte confondo i sogni con la realtà, o meglio i piani si confondono. Provo a spiegarmi meglio: so distinguere cosa ho sognato e cosa è successo realmente, però le sensazioni ed emozioni che provo nel sogno influenzano la mia percezione della realtà e il mio umore per intere giornate.


    Ad esempio, stanotte ho sognato (non ricordo bene tutti i sogni ma in generale sì) che avevo trovato un gattino e che volevo tenerlo a casa. Arrivava mio padre arrabbiato, che non vuole animali in casa, e lo cacciava in malo modo. Io rimanevo malissimo perché c’era un rapporto speciale con questo gattino, e lo cercavo fuori ma senza trovarlo.


    In generale, questo sogno mi ha fatto provare emozioni che ho provato spesso: mio padre è una persona super disponibile, forse un po’ assente comunicativamente (non è possibile farci discorsi e, se li fai, lui ascolta senza troppa attenzione e non risponde neanche magari…) però a volte, inaspettatamente, in base ai suoi umori, reagisce con rabbia e forza su cose che non ti aspetteresti. Così come a volte è super consenziente su cose che non ti aspetteresti. Nel sogno ero delusa, lo odiavo, mi sentivo incompresa e arrabbiata e percepivo lui in un certo modo. Ora, da sveglia, non riesco a scindere il sogno dalla realtà e lo percepisco così. Forse perché so che in fondo è vero. Io vivo sola, anzi convivo, vorrei prendere un gatto, ma tra le cose che mi frenano c’è l’immaginare la reazione di mio padre, che non si farebbe problemi a dire continuamente cose brutte che mi ferirebbero. Come "che schifo". Nonostante siamo lontani come distanza e raramente venga a trovarmi. Eppure sono ingabbiata mentalmente. Ecco, quel senso di disprezzo, di distacco, di giudizio netto e irreversibile è ciò che mi ha rovinata. Sentirmi schifata, disprezzata. Al di là se fosse sua intenzione, probabilmente non a questi livelli, ma questo ho percepito negli anni in varie occasioni. Salvo poi essere l’opposto in altri momenti.


    Approfitto per ringraziare il forum che in questi giorni, grazie allo scambio con gli utenti, mi ha fatta stare molto meglio. Sono uscita dall’immobilità mentale e fisica.

    A dirla tutta oggi (come negli anni 70) va molto di moda parlare di poliamore. Perché non ti cerchi un compagno al quale va bene una situazione del genere?

    Semplicemente perché il tradimento espone la finzione che era alla base del rapporto? Diverso se il tuo compagno è consapevole delle tue storie parallele e gli va bene cosi.

    Sai perché? Perché non va bene a me. E non mi darebbe le stesse emozioni se fosse "ecito". Una parte di me vuole e ha bisogno di stabilità e sicurezza, l’altra dell'opposto.

    Per me il traditore seriale è chi cerca conferme; chi ha bisogno di rinforzi per l'ego. È bello piacere, trovare riscontro, sentirsi attraenti, in grado di conquistare. Spesso molti flirtano per questo motivo, senza nemmeno arrivare fino in fondo.

    Brava proprio così. Da come parlo sembra che sto sempre a gambe aperte con il primo che passa, ma non intendevo questo. Spesso sono giochi che neanche si concretizzano, scambi anche solo di parole.

    Io ti ringrazio tantissimo per queste tue spiegazioni, perché sembrano ovvie ma non ci sarei mai arrivata da sola. È proprio come dici tu, cerco quelle emozioni inconsciamente. Pensa che lo scorso anno ho avuto una pseudo conoscenza con un uomo in cui ritrovavo caratteristiche tossiche e c’è stato un gioco al massacro tra me e lui, in questi tira e molla tremendi. Stavo male ma stavo bene. Faticavo a spiegarlo anche al mio psicoterapeuta, avevo dei momenti di lucidità in cui mi rendevo conto di quanto non avesse senso, ma non potevo farne a meno. Tirava fuori la parte peggiore di me e io di lui. Ovviamente è finita malissimo e ne subisco gli strascichi. Però ti dico la verità, ci penso ancora come ripenso a tutte quelle situazioni che mi hanno dato emozioni forti, e le cerco. Sto male perché non ne trovo. È una dinamica brutta perché sono in balia di me stessa e hai ragione, non è giusto che ci rimetta il mio ragazzo in nessun modo. Devo trovare la forza e il modo di ricominciare un nuovo percorso terapeutico e magari partire proprio da questo stimolo che mi hai dato per improntare la questione che, spesso, è molto vasta e vaga e non riesco mai ad arrivare al punto.

    Rispondo qui per evitare di andare off topic nell’altra discussione.

    Mi ritrovo un po’ in quel che dici, ma nel mio caso è più complessa. I miei genitori sono stati e sono affettivamente presenti, ma a modo loro. soprattutto mia madre, con i suoi chiari di luna, silenzi punitivi, risposte nervose quando meno te l'aspetti, insomma non sapevo mai cosa avrei ricevuto, e ancora oggi è così. Non so esattamente che tipo di reazioni e di persone avrò di fronte, perché sono, soprattutto mia madre ma anche mio padre, in balia dei loro umori. Io sono in una relazione sana, sotto molti punti di vista, e mi annoia. Soffro molto perché il mio ragazzo ignora le mie richieste d'aiuto, e oggi mi ha risposto che quando piove sempre poi ci si abitua alla pioggia. Effettivamente io quando sono al sicuro divento una lamentela continua, mi sento scomoda proprio fisicamente, divento insofferente. Ogni cosa piccola o grande diventa motivo di fastidio, e mi rendo conto di essere molto pesante. Lui ha ragione, ma io non riesco a migliorare, anzi peggioro solamente. Temo che la storia sia al capolinea e io non ho la forza né di stare sola né di ricominciare da capo con qualcun altro.

    Io riconosco di non comportarmi bene, però come dici tu faccio del male a me stessa in primis. Certamente per me è una condanna, perché so dall’inizio come andrà. Prima ho citato i narcisisti perché mi sono sentita dare anche questo nome. Io non credo di esserlo. Riconosco che a volte attuo atteggiamenti che visti da fuori possono sembrare manipolatori, ma io non lo faccio intenzionalmente. Non mi metto a tavolino a pensare e riflettere su cosa fare per ottenere qualcosa. Agisco mossa dalla mia nevrosi (?), ma non è una giustificazione la mia quanto un grido muto d’aiuto. Che lancio a nessuno perché non saprei a chi dirlo.


    Sono molto interessanti le tue riflessioni e le tue parole, grazie, le rileggerò.

    Ti ringrazio per gli interessantissimi spunti. È proprio come dici tu, sospetto e temo.

    Cara Senzaparole, pur cercando di capire le tue esigenze, come ti hanno già detto altri utenti, il tuo modo di agire ti mette a rischio, e stai certa che , prima o poi, un errore lo si commette (l'ho già detto in un intervento precedente). Pensa come potrebbe reagire il tuo partner se scoprisse che la sua donna è una traditrice seriale. Io, in un caso del genere, mollerei immediatamente la mia partner e mi sottoporrei immediatamente a diversi esami per verificare di non aver contratto malattie. A parte l'HiV, anche con l'Epatite C non si scherza. Un mio amico , che la contrasse, è deceduto, nonostante cure su cure ed un trapianto di fegato. Vedi un pò tu ....

    Non ho mai detto di essere una traditrice seriale, ma capisco che poi ognuno interpreti ciò che legge in base alle sue fantasie. Sono consapevole di tutto ciò e nel mio caso non è così difficile accertarsi a livello fisico di queste cose.

    Senzaparole apprezzo la tua onestà e il mio non è un intento giudicarorio però mi chiedo, ma se la persona con cui stai, e pongo come implicito che hai scelto di starci, ti dà vicinanza emotiva, sentimento, comunanza di valori, sesso perché mai dovresti pascolare altrove? Sono curiosa :)

    Me lo chiedo da tanto ed è ciò che riporto spesso in analisi. Di base se trovo vicinanza emotiva, mi sento accettata e mi apro sotto certi punti di vista e non riesco ad esprimerne altri. Stessa cosa se mi apro sotto il punto di vista sessuale, la mia interiorità resta celata. È come se non riuscissi mai a trovare una persona con cui essere me stessa al 100%, ma non è a causa della persona, perché all’inizio ci riesco e sto bene, ma è a causa mia. Quando il rapporto diventa serio e come se si spegnesse qualcosa in me. Resta l’amore l’affetto ma non quell’interesse, curiosità, anche timore e incertezza che c’è all’inizio. È come se quando una persona mi conosce davvero, non riesco più a sentirmi viva, come se scoprisse e riscoprissi io, con lui, quanto sto male e quanto sono vuota dentro. Nel gioco iniziale c’è finzione e si può essere chi si vuole, questo mi fa sentire viva. Grazie per la domanda.

    Quello che provi per il tuo compagno non penso possa definirsi amore.

    Io penso che tu, giustamente, pensi e parli in base alla persona che sei tu, e per ovvi motivi non puoi sapere cosa provo io.

    Sono molto attenta alle dovute precauzioni, non metterei mai a rischio nessuno a livello fisico, non solo il mio compagno. Non sono una sprovveduta. Detto ciò, certamente potrebbe venirlo a sapere e questo potrebbe provocare dolore, ma se il rapporto è bello e si sta bene insieme non vedo come sia un tradimento a poterlo rovinare. Per me il tradimento c’è nel momento in cui si preferisce una persona a un’altra come storia nella vita. Se io sono con te e resto con te il discorso è diverso. Ma mi rendo conto che ho molti problemi e a volte sono giustificazioni che do al mio fare schifo. Infatti avevo premesso, non sono una bella persona. Ora va di moda avercela con i narcisisti, li chiamano così. Ma io per quanto voglio avere colpe, con questa ragazza, non penso che sia il caso di condannarla.