Allora perché hai iniziato il tuo precedente intervento dicendo che non ci vendi niente di male nel comportamento della OP?
Perché so cosa si prova e so cosa vuol dire avere sensi di colpa ma non poter fare a meno di fare qualcosa. Io ho tradito ma non è diminuito per niente l’amore che provavo per il mio compagno, anzi. È incomprensibile in un’ottica monogama che vede l’esclusività nelle relazioni, ma io so cosa provo e posso dire che la mente e il cuore sono molto diversi. Non ci sono intenzioni malevole.
Mostra di PiùNon è propriamente un'indole, ma funziona grossomodo come dici, ovvero: è una caratteristica personale che ha un altissimo tasso di recidiva.
Chi ha "sfondato il muro" del tradimento, a prescindere dal motivo, tende a perdere quel naturale filtro di pathos che alimenta il senso di colpa. Alla fine resta solo il rimorso, ma a furia di commettere sempre lo stesso errore: si depotenzia anche quello.
Il senso di colpa è quello che ci frena in prima istanza, mentre il rimorso è quello che appare dopo, ripensando, rimuginando sull'accaduto e sulle sue conseguenze. Una volta persa la sensibilità: tutto è possibile, anche tradire ripetutamente senza provare più di tante sensazioni a freno di questo comportamento.
Il "niente di male" però c'è. Nel senso che qualsiasi comportamento che non sopporteremmo a nostra volta o che infliggiamo all'altro a sua insaputa è "male", perché è scorretto.
Presto o tardi i nodi vengono al pettine e anche se non se ne pagano direttamente le conseguenze: vivere col rimorso di aver distrutto un'altra persona è uno di quei "sensi di colpa" a cui non ci si desensibilizza facilmente, a meno di essere psicopatici.
Certo, se l’altro non vuole e non sa è scorretto. Ma se non sa, di fatto non sta male. Io ho sempre fatto molta attenzione a non provocare dolore.