Messaggi di Oblomovista


    Mi sono sempre riconosciuto nel protagonista di questa canzone (il supereroe non c'entra niente). Nessuna canzone descrive meglio il senso di emarginazione.

    Fatta, l'otorino dice che l'acufene è dovuto ad un'infiammazione delle orecchie per la mia scarsa igiene. Ha estratto due grossi tappi di cerume. Spero che abbia ragione.

    Sono andato da due otorini (il secondo ha estratto un altro tappo dall'orecchio che l'altro aveva dichiarato pulito) ma non è cambiato un bel nulla. Mi sa che l'acufene me lo dovrò tenere per la vita. Mi angoscia l'idea di una vita in cui non ci sarà più neanche un attimo di silenzio. Mi rende anche molto irritabile, ho quasi aggredito due colleghi che mi hanno rivolto la parola.

    Bisognerebbe sapere se la notizia è vera o un fake.

    Comunque, c'e una "sottile" differenza fra i due casi: la costrizione nel primo caso, la volontà nel secondo caso. Se una donna fa sesso con 50 uomini, nessun uomo o peggio, gruppo di uomini, si può e tanto meno si deve sentire in diritto di violentarla.


    Comunque, si sta andando decisamente fuori tema con quello che è il titolo del thread, qui si parla solo di sguardi, quanto sono fastidiosi e quanto possono essere giudicati molesti. :)

    È la stessa cosa: a priori non lo può stabilire nessuno, si deve sperare in come la prende chi viene guardata. L'unico modo per evitare problemi è distogliere lo sguardo.

    Ma non è una questione di fede: da qualche decennio la depenalizzazione è galoppante in vari settori, tra cui quello dei reati contro la persona. Ho portato l'esempio dell'ingiuria, che...è gravino eh!...eppure è stato depenalizzato da tempo...

    Non mi sembra che questi esempi c'entrino molto con il sentirsi "lese" da uno sguardo insistente.

    E poi non c'entrano troppo neanche l'uno con l'altro.

    La ragazza (o anche donna) a cui venga somministrata a propria insaputa la "droga dello stupro" mi pare che non abbia nulla a vedere con l'arrampicatrice che offre la propria avvenenza per fare carriera e dopo 30 anni punti l'indice contro il "laido pigmalione".

    E poi comunque: i casi eclatanti che riesco a ricordare, almeno a mia memoria, hanno regolarmente visto processualmente accertata la veridicità di quanto denunciato (compreso il caso Trump, se non sbaglio).

    Sui giornali di queste settimane c'è una ragazza che ha ottenuto una condanna per violenza di gruppo e una settimana dopo si è aperta un Onlyfans dove fa maratone di sesso con 50 uomini, quanto è credibile un caso del genere? Purtroppo sono reati in cui l'unico elemento probatorio è la percezione soggettiva della vittima. Oggi magari una è anche contenta di farsi guardare (o magari si è vestita in maniera particolare per ottenere quello scopo), domani per tutelare la propria reputazione la medesima nega tutto e tira fuori una denuncia. Ed è molto difficile tirarsene fuori, se non si hanno prove contrarie molto forti.

    E infatti non si va affatto in quella direzione, e piuttosto si va da anni nella direzione opposta della depenalizzazione.

    Sempre con riferimento ai reati contro la persona, per dire, è da anni depenalizzata l'ingiuria, che è cosa ben più pesante di uno sguardo insistente.

    Non credo proprio che si vada verso la depenalizzazione, tutt'altro. Purtroppo è un ambito che sta diventando molto pericoloso, ad esempio la giurisprudenza sul consenso nei rapporti sessuali sta portando alla conclusione che il consenso è revocabile in un momento successivo. Le attrici del "me too" si concedevano ai produttori per fare carriera, ma arrivate ai 40 e messe da parte cominciavano a dire che non erano per nulla consenzienti e i produttori le avevano costrette. Ci sono tante ragazzine che durante le festicciole si prestano a cose abominevoli, poi il giorno dopo scoprono che girano filmati in cui non fanno una gran figura e allora raccontano che avevano perso conoscenza e denunciano tutti. Bisogna andare coi piedi di piombo, avere contatti solo con persone di cui si ha la massima fiducia o almeno farsi firmare un modulo per il consenso informato dall'altra persona (in America molti lo fanno).