Ciao, grazie per la tua condivisione. Io non so proprio come uscirne: purtroppo temo di aver sempre trovato fuori di me i criteri e le sorgenti per sentirmi integra e sicura di me stessa, mentre queste cose vanno trovate dentro se stesse in primis. Fino a che le condizioni esterne a me convergevano con le mie aspettative personali e sentimentali mi sentivo vincente, forte, libera. Quando hanno smesso di esserlo (a causa di traumi emotivi ricevuti), è come se avessi perso ogni punto di riferimento, che ho sempre collocato fuori da me, sentendomi quindi non familiare a me stessa. Cosa mi suggerisci di fare? Io purtroppo sono in una situazione grave, mi sono stati prescritti ansiolitici ma ho paura. Vorrei vivere.
Ciao Elle,
il fatto di non trovare dentro sé stessi l'equilibrio e la forza (e l'amore) per sentirsi sicure di sé, penso sia comune a tutti coloro i quali soffrono di ansia e attacchi di panico. E' proprio il punto forse principale su cui lavorare, in psicoterapia. Per quanto riguarda invece la prescrizione di ansiolitici, dovresti discuterne con il tuo medico specialista. Se un farmaco, puo' farti stare bene, non vedo perché non prenderlo. Io, personalmente, non sono mai stata contraria all'uso dei farmaci qualora indicati e prescritti dallo psichiatra, ovviamente , perché se possono aiutare ad alleviare i sintomi, non vedo perché non provare a prenderli! Poi siamo tutti consapevoli del fatto che il vero lavoro spetta a noi, al non evitare, all'esporsi, all'affrontare, all'andare sempre anche quando si sta male.
Guarda io ho superato questa tua fase con l'esposizione. Non riuscivo ad arrivare in fondo alla via, senza sentirmi male, morire e impazzire. Il mio psichiatra al telefono mi disse: ora lei prende la sua auto, e mi fa 30 km fino ad arrivare in città; quale strada le fa piu' paura per arrivarci? L'autostrada? Perfetto, prende quella. E non prende nulla, ne gocce, ne tisane. Se non lo fa, non mi richiami piu'. Non le succede nulla, non morirà non impazzirà anzi, l'ansia il malessere raggiunto il massimo picco, poi scenderà.
Io stavo morendo anche solo a pensarci. Niente, mi faccio coraggio, e con vertigini immense, e tutto il resto, sono salita in macchina.Giuro, mi sono fatta il segno della croce. E sono partita. Arrivata non lontano da casa volevo girare la macchina e tornare indietro, sentivo proprio la necessità di fuggire e di tornare. Tel al mio medico, glielo dico gli dico non ce la faccio dottore, muoio, é anche pericoloso per me!! Lui, irremovibile: no, é pericoloso se non lo fa. Non le succederà nulla. Mi chiami appena arriva in città e prenda l'autostrada. Se non lo fa, non mi chiami piu. Niente, lo faccio. Dopo un 10 minuti infernali, l ansia inizia a scendere,io dall'emozione inizio a piangere come una scema, non avevo piu' paura, non stavo piu male mi sentivo BENE e appena arrivata in città, ero cosi felice che sono rimasta per ore! L'ho chiamato e mi ha detto la sua solita frase: HA VISTO? ALLORA, E' MORTA? E' IMPAZZITA? O STA BENE?
(l'avrei ucciso eh... ma che regalo mi ha fatto!!!) . Da quel momento, ero tornata come prima che iniziasse quella fase maledetta di agorafobia fortissima. Ecco questa la mia personale esperienza 
Un abbraccio fortissimo e forza, ce la farai alla grande!!!
