Messaggi di Parolis

    Se il "vantato" è vero e proviene da ragazzi...è semplicemente umano, da parte di chi è anagraficamente più adulto, leggerlo con lo sguardo del genitore che ricorda di essere stato ragazzo.

    Mentre continua a turbarmi il contrario.

    Il post di apertura recita questo:

    Nel mio gruppo di amici c'è un ragazzo e, quando deve fare l'amore con una donna, spesso scrive in chat: "Io mi sono ch****ta questa".

    Dato che stasera devo uscire con questi amici, il ragazzo in questione ha scritto nella nostra chat di WhatsApp: "Stasera ci sono. Dopo, per le ore 'X' devo farmi una".

    Per prima cosa non sappiamo se il "vantato" sia vero e, comunque, a meno che il "ragazzo" non abbia quindici anni, a mio avviso l'insicurezza nelle sue parole è evidente, e molto anche.

    Resta il fatto che l’auto-promozione, la ricerca costante di validazione e approvazione, così come la tendenza al confronto continuo con gli altri, sono comportamenti compensativi che, il più delle volte, mascherano una profonda insicurezza e una bassa autostima. Si tratta di un’evidenza – anche dal punto di vista psicologico e scientifico – difficilmente confutabile, per quanti sofismi si possano escogitare.

    In verità da persona depressa posso dire che per quanto antipatico, queste sono cose che possono aiutare un depresso.

    La depressione patologica, conclamata e diagnosticata da uno specialista, non è un semplice calo di umore o un momento di tristezza passeggera. Dire a una persona che ne soffre “esci e fai una passeggiata” è un po’ come dire a un diabetico “abbassa la glicemia”.


    Al depressso non servono consigli che rischiano solo di sminuire la sofferenza reale, perché non si tratta di una questione di volontà o di non voler “fare di più”, ma di una vera e propria malattia mentale da affrontare in modo adeguato.

    Non vedo come un ludopata di lungo corso possa trovare sostegno dal dire che il suo trastorno non è una malattia. Me lo puoi spiegare?


    Quindi se io entrassi in una conversazione su come combattere la depressione e dicessi che non è una malattia, ma va via da sola perché una perturbazione temporanea della mente aiuterei il depresso ad avere una discussione "ricca di spunti e stimolante"?


    Chissà magari hai ragione te....

    Il mio intento era semplicemente riconoscere il valore del confronto, non certo sminuire la gravità del disturbo.

    Consiglio a chi è affetto da questa malattia di non prendersela per molti commenti che delegittimano il loro inferno quotidiano. Probabilmente potrete trovare maggiore vicinanza su altri lidi. Qui mi pare che siamo molto lontani, stiamo discutendo se è o no una malattia, figuriamoci arrivare al supporto emotivo :D

    Sinceramente mi sembra che in questa discussione emerga un ampio spettro di posizioni. Personalmente, non avendo esperienza né diretta né indiretta con la ludopatia, trovo comunque gli interventi stimolanti e ricchi di spunti. Proprio per questo penso che possano risultare utili anche a chi vive questa difficoltà, forse più di una semplice manifestazione generica di sostegno.

    La mia domanda verteva però più sul perché profondo di questo tuo rifiuto: per quale ragione lo consideri inconcepibile? È una questione morale, di dignità personale, di autocontrollo, di immagine di sé? Oppure è qualcosa che senti, ma che non sapresti spiegare con precisione?

    Mi interessa capire da dove possano nascere certe scelte drastiche, anche perché, al contrario, non riesco a vedere nulla di ridicolo nel voler vivere il proprio corpo in modo consapevole, anche da adulti.

    Sono spinte che si possono gestire, ma costa fatica la cosa quindi meglio sfogarsi. Dissento.

    Sì, ma perché, esattamente? Posso capire mortificare un impulso a seguire un istinto che, se assecondato, può causare danni a sé stessi o agli altri. Ma in questo caso? Perché infliggersi una punizione simile, come una sorta di cilicio mentale? A che scopo?

    Credo non sia necessario raccontare tutto nei dettagli. Ci sono molte persone che potrebbero essere urtate nella sensibilità. È un argomento molto delicato. A volte ho l'impressione che si voglia essere espliciti volutamente.

    Non voglio dire che questa discussione sia finta o che l'autore ci stia prendendo in giro, ma raccontare queste cose in un forum pubblico può avere dei riscontri negativi da parte dei partecipanti. Qua c'è gente che degli abusi li ha subiti, rimossi o li ha visti...

    Non è semplice rispondere a una discussione simile mantenendo un tono equilibrato. Io capisco le persone che hanno risposto in modo duro e fermo.

    Anche perché il confine tra trollaggio e realtà è labile.

    Scusate per l'intervento.

    Penso che un forum come questo, per sua stessa natura, ospiti spesso discussioni delicate. Personalmente non ho percepito nel racconto dettagli pruriginosi o volutamente scioccanti, quanto il tentativo, magari imperfetto, di condividere qualcosa che l'opener sentiva il bisogno di raccontare. Concordo sul fatto che il confine tra sincerità e provocazione a volte può apparire sottile, ma credo valga la pena dare il beneficio del dubbio mantenendo aperto il confronto, anche se con le dovute cautele.