Mi dispiacerebbe,
perché mi sei simpatico.
Ha parlato di thread, non di forum... penso puoi stare tranquilla.
Mi dispiacerebbe,
perché mi sei simpatico.
Ha parlato di thread, non di forum... penso puoi stare tranquilla.
Sì, ho avuto uno scrupolo perché non sta scrivendo un adulto ma è un ragazzo.
Nel post di apertura l'opener ha affermato di avere 35 anni. Non è un ragazzo.
Beh, scusami, se fossi malato non comprenderei che c’è qualcosa di sbagliato in questo nostro rapporto, non me ne renderei conto. Dovrebbero essere altre persone, al di fuori, a farmi capire questo. Eppure ti dico che, al di fuori di questa situazione, sono una persona normalissima, soprattutto fuori casa. Il termine "malato" magari si addice ad altri, mentre i consigli li accetto volentieri, ne ho bisogno.
Penso che ciò che intendeva Max_2023 è che rendersi conto che qualcosa non va è sicuramente un primo passo importante, ma non significa automaticamente che tu non abbia potenzialmente un problema serio di natura psicologica. La consapevolezza di cui parli non è prova di "normalità", ma un sintomo capace di aiutarti ad affrontare questa situazione disfunzionale. Molti con disturbi psicologici sono perfettamenti lucidi e consapevoli della loro condizione, ma questo non li rende meno bisognosi di aiuto, anzi. Non credo ci fosse un intento giudicante nelle sue parole.
Concedimi del tempo, però
Io è solo dal mese di aprile che ho deciso di dovermi distaccare emotivamente. È pochissimo per una ragazza che credeva veramente in lui o in un futuro insieme (lui, ti ripeto, ci metteva del suo per tenermi attaccata). Ci sono anche dei problemi oggettivi, tipo il suo migliore amico, persona gradevole e alla mano, che ora pure si è legato a me, perlomeno per quanto riguarda le uscite domenicali. Io, psicologicamente, quindi ho un piede dentro e un piede fuori. E allora mi faccio aiutare da questo processo dello sminuirlo.
Capisco il bisogno di distaccarti emotivamente, ma credo che finché continui a metterlo al centro dei tuoi pensieri - pur se in modo apparentemente critico - il legame resta comunque vivo, e ho la sensazione che se lui, improvvisamente ed inaspettatamente, ti dicesse che è pronto a stare con te, lo accoglieresti senza esitazione alcuna, presunti difetti compresi. È certamente umano e comprensibile, ma è proprio questo che rende difficile il vero distacco.
Ehhh... se vogliamo sottilizzare... facciamolo in toto, non solo per suggestioni a pelle di leopardo!
E non solo ai post (più o meno fantasiosi) che le danno ragione.
Scusate, ma chi ha stabilito che spetti a voi decidere quali messaggi siano più validi di altri? Ognuno qui condivide le proprie riflessioni, tenendo conto che nessuno detiene la verità assoluta visto che stiamo semplicemente discutendo su un forum. Perché sentite il bisogno di imporre a tutti i costi la vostra visione dei fatti quando, esattamente come noi, potete solo formulare ipotesi non essendo direttamente coinvolti nella vicenda?
Pensavo fra me e me… ma il figlio più grande, quello di 33 anni, cosa ne pensa del fatto che i suoi fratelli si godano il villone a sbafo, mentre lui, non abitando lì, deve probabilmente provvedere in autonomia a pagarsi un tetto sopra la testa?
E comunque, anche i due ragazzi hanno un bel pelo sullo stomaco… se il padre è così generoso da privarsi della propria abitazione per lasciarla a loro, non è detto che non possano compiere un gesto di maturità e decidere di diventare adulti e autonomi.
Detto papale papale, se sapessi che mio padre vive in affitto e addirittura non può entrare nella sua casa, sinceramente mi sentirei una m***da, anche se lui mi avesse detto di rimanere per tutto il tempo che voglio. Legalmente nulla da eccepire, umanamente…
Stavo finendo di leggere le tante pagine rimaste in sospeso dal mio ultimo intervento e la mia intenzione era di scrivere praticamente lo stesso messaggio, con le stesse parole. Aggiungerei anche che Marilù, al di là delle evidenti contraddizioni emerse nel corso del thread, avrebbe comunque qualche ragione per dolersi della situazione perché, in fondo, anche una compagna di vita ha il diritto di esprimere la propria opinione, e non è detto che i figli debbano sempre e comunque avere la priorità su tutto, a prescindere da ogni altra considerazione.
In questo caso non stiamo infatti parlando di infanti o adolescenti, ma di uomini fatti e finiti (o che dovrebbero esserlo) ed economicamente autosufficienti, che lasciano il padre in affitto mentre loro si godono tranquillamente la magione avita. Mah... qualche dubbio secondo me sarebbe lecito averlo.
Se c'è qualcuno qui che ha studiato psicologia, ben venga.
L'altra sera è uscito questo argomento con una mia carissima amica, dato che si è parlato sempre del caso del mio famoso amico, che anche lei conosce e di cui ovviamente si è fatta una precisa opinione. Ma questo è stato solo il punto di partenza.
In poche parole, la sua convinzione è che, se una persona si è imbattuta, magari trascinandolo, in un rapporto tossico, andrà suo malgrado a cercare un altro rapporto disfunzionale, se nel frattempo non si è fatta aiutare. Come se la parte razionale del "voglio una relazione sana" non riuscisse bene a radicarsi. Ci sono altre situazioni nascoste che emergono.
Lei stessa ha portato la sua esperienza: in una quindicina d'anni ha avuto quattro uomini, uno peggio dell'altro. Solo da circa tre anni si è fatta aiutare psicologicamente, infatti la vedo ben risoluta e serena.
Il fatto che il famoso amico sia sempre l'oggetto ricorrente dei discorsi - anche se in chiave critica o "terapeutica" - dimostra che emotivamente ha ancora molto spazio nei tuoi pensieri. Se la tua amica ha trovato pace iniziando un percorso vero e strutturato, forse è perché ha smesso di interpretare e ha cominciato a disinvestire e forse sta lì la vera svolta: non nel cambiare tipo di pensiero su una persona, ma nel fare in modo che quella persona non occupi più alcun pensiero.
E concedimi per favore una riflessione finale: dei suoi rapporti tossici dovrebbe occuparsene lui, non tu. Non è tuo compito capire, decifrare o rimettere insieme i suoi pezzi e, se continui a farlo, forse - anche solo inconsciamente - è perché una parte di te spera ancora che lui, rinsavendo, riconosca che sei la donna "giusta" per lui. Ma questo temo sia solo un miraggio, una chimera.
No, invece penso che sia proprio il vedere tutti i suoi lati negativi che mi farà uscire dal loop, insieme a ovviamente un po' di sana distrazione, mi aggrappo proprio a questo. Mi sa che lo diceva anche un certo Ovidio nell'Ars Amatoria.
Pensare costantemente a lui - anche in negativo - è sempre un modo per tenerlo al centro dei tuoi pensieri. Non stai davvero uscendo dal loop, ma lo stai solo rivestendo di un'altra forma, ed è come se cercassi di spegnere il fuoco soffiandoci sopra. Ovidio suggeriva anche il distacco emotivo e il cambiamento d'abitudini, e soprattutto voltar pagina con convinzione, distraendosi sì, ma senza tornare ogni volta mentalmente a lui, anche sotto forma di critica. Chi si allontana davvero, smette di cercare conferme del perché ha fatto bene a farlo.
Quei figli di lui sono giovani adulti, e non c'è chi non sappia quanto sia difficile per i giovani adulti crearsi un'autonomia effettiva, con gli stipendi medi correnti.
Ci riprovo: i figli sono uno medico e l’altro funzionario di banca, e sono benestanti. Mi pare che tu voglia sorvolare su questo fatto, che invece mi sembra fondamentale.
ho trent'anni e sto costruendo la mia autonomia, faticosamente come tutti i miei coetanei
Chiedo scusa, ma forse non ho ben capito. Non stiamo parlando di un medico e di un funzionario di banca?
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