Dipendenza da gioco d'azzardo

  • Consiglio a chi è affetto da questa malattia di non prendersela per molti commenti che delegittimano il loro inferno quotidiano. Probabilmente potrete trovare maggiore vicinanza su altri lidi. Qui mi pare che siamo molto lontani, stiamo discutendo se è o no una malattia, figuriamoci arrivare al supporto emotivo :D

    Sinceramente mi sembra che in questa discussione emerga un ampio spettro di posizioni. Personalmente, non avendo esperienza né diretta né indiretta con la ludopatia, trovo comunque gli interventi stimolanti e ricchi di spunti. Proprio per questo penso che possano risultare utili anche a chi vive questa difficoltà, forse più di una semplice manifestazione generica di sostegno.

  • Quindi se non capisco male non si possono avere idee o soluzioni sulla ludopatia se non si è ludopatici mentre il ludopatico le ha ma non le riesce ad applicare.

    Il fatto è che uno degli assunti base delle cure per le dipendenze (qualsiasi esse siano) è proprio il non coinvolgimento dell’operatore che, in caso contrario, avrebbe gli stessi bias mentali del paziente ..

    Certo che c'è soluzione. Smettere di giocare ma da solo (per comportamenti recidivi che durano anni) non se ne esce. Serve un amministratore del patrimonio messo dal tribunale più terapia. Negli anni con estremi sacrifici se ne esce.

    Come la soluzione per il drogato è smettere di drogarsi. A tutto c'è soluzione.


    Come dice giustamente fran235 il loop delle dipendenze è pressochè identico.


    gloriasinegloria tuo fratello non vuole semplicemente smettere di essere ludopatico. Molto semplice e lineare. Se ha gente che alimenta il suo loop non smetterà mai.

    Che poi te non la consideri una malattia è perché sei infastidita dalle parole di tuo fratello che si erge a vittima, ma semplicemente lui non vuole e non ha mai voluto smettere.


    Il problema è in casa vostra dove alimentano la sua ludopatia.

    Come un drogato di tanti anni se ha soldi non smetterà mai di drogarsi.

  • In che modo si alimenterebbe la ludopatia?

    In diversi modi:

    - dandogli soldi

    O semplicemente dandogli un letto dove dormire o un pasto. Tieni presente che se il ludopata ""vero"" non si trova con la m∙∙∙a fino al collo difficilmente smetterà per una serie di motivi detti nei precedenti post.


    E' come il drogato quando al mattino si sveglia e si dice, si ripromette, e si ordina, di non farsi. E ci crede davvero. Poi al pomeriggio si buca.


    I meccanismi della dipendenza come scriveva fran235 sono molto simili.


    A volte le famiglie per salvarsi (debiti tra le altre cose) sono costrette ad interrompere tutti i rapporti con il malato e sarà probabilmente quando avrà raggiunto il punto di non ritorno (perso tutti, vagabondando per la città senza meta, senza casa ecc) che il malato inizi la lunga risalita.


    Solitamente sarà lui a riavvicinarsi e normalmente (per i casi di recupero) la famiglia lo riaccoglierà con amore, ma ben attenta (soprattutto non gli farà toccare più 1€ per anni). Se sgarra fuori.


    O semplicemente non ce la fa e si spegne come una candela.


    Come il vecchio detto: lanciato in mezzo al mare o impari a nuotare o affoghi...

  • Sinceramente mi sembra che in questa discussione emerga un ampio spettro di posizioni. Personalmente, non avendo esperienza né diretta né indiretta con la ludopatia, trovo comunque gli interventi stimolanti e ricchi di spunti. Proprio per questo penso che possano risultare utili anche a chi vive questa difficoltà, forse più di una semplice manifestazione generica di sostegno.

    Non vedo come un ludopata di lungo corso possa trovare sostegno dal dire che il suo trastorno non è una malattia. Me lo puoi spiegare?


    Quindi se io entrassi in una conversazione su come combattere la depressione e dicessi che non è una malattia, ma va via da sola perché una perturbazione temporanea della mente aiuterei il depresso ad avere una discussione "ricca di spunti e stimolante"?


    Chissà magari hai ragione te....

  • gloriasinegloria tuo fratello non vuole semplicemente smettere di essere ludopatico. Molto semplice e lineare. Se ha gente che alimenta il suo loop non smetterà mai.

    Che poi te non la consideri una malattia è perché sei infastidita dalle parole di tuo fratello che si erge a vittima, ma semplicemente lui non vuole e non ha mai voluto smettere.


    Il problema è in casa vostra dove alimentano la sua ludopatia.

    Come un drogato di tanti anni se ha soldi non smetterà mai di drogarsi.

    E sono d'accordissimo su tutto, ma non posso sottovalutare il "semplicemente non vuole", che stra-condivido.


    E certo che sono infastidita dal suo ergersi a vittima, come lo sono ogni volta che ho sentito interviste a ludopatici che, dopo aver disastrato se stessi e magari anche mogli e figli, si barricano nella narrativa autocommiserante del tipo "è terribile quando ti prende, è terribile!".

    Che poi...la maggior parte lo farà anche per tentare di recuperare una qualche credibilità sociale, ma in mio fratello è veramente da ceffoni in piena faccia, perchè usa l'argomento malattia, con tono mesto-vittimistico esattamente con quelle persone (= nostra madre) su cui sa di fare breccia, perchè "ar pupone" non sa negare nulla. MAI sbandierata la "malattia" per essere aiutato a curarla, MAI.

    La cura, invece, è venuta da sè, da quando ha perso ogni disponibilità (attuale e potenziale) sulle entrate di mia madre.


    Ma tornando al punto: che "malattia" sarebbe quella che uno si sceglie? (Nel senso che quando ha esaurito tutte le fonti di approvvigionamento...smette)

    Si può scegliere di avere una cardiopatia o una depressione maggiore, e di bloccarle quando si vuole?

    NO.


    E allora, almeno secondo me, nel cosiddetto ludopatico ci può senz'altro essere una malattia anche seria, ma molto a monte del gioco, e che per me non ha senso chiamare "ludopatia", come se fosse il gioco o il solo rapporto col gioco ad esserne la causa.

    Se andiamo a vedere...tutti i cosiddetti ludopatici che mi sia capitato di conoscere benino hanno in comune l'anaffettivtà, la mancanza di empatia, e quell'idea del "sè grandioso" quanto vuoto che fa parlare la Bruzzone di "imponenente armatura medievale...con dentro un nano", oltre al già detto pensiero magico; e non a caso sono spesso "bulimici" sia in senso letterale che in senso metaforico, non conoscendo continenza su nessun fronte, dal cibo, al sesso, ecc.

    Che sono le caratteristiche di seri disturbi di personalità (dal borderline al narcisista clinici).


    Per cui, se malattia c'è (e nel vero "ludopatico" sono anch'io convinta che ci sia), questa malattia è nel disturbo di personalità e non affatto nel solo rapporto col gioco, che ne è solo conseguenza.

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Non vedo come un ludopata di lungo corso possa trovare sostegno dal dire che il suo trastorno non è una malattia. Me lo puoi spiegare?


    Quindi se io entrassi in una conversazione su come combattere la depressione e dicessi che non è una malattia, ma va via da sola perché una perturbazione temporanea della mente aiuterei il depresso ad avere una discussione "ricca di spunti e stimolante"?


    Chissà magari hai ragione te....

    Il mio intento era semplicemente riconoscere il valore del confronto, non certo sminuire la gravità del disturbo.

  • anche se qualcuno non riesce a capirlo, il loop delle dipendenze è grosso modo lo stesso. Quella scarica di dopamina riempie un vuoto che esiste a monte. In questo, tutte le dipendenze si assomigliano.

    Non è la stessa cosa. Anche il discorso sul vuoto da riempire è abbastanza una frase fatta, ti assicuro che tantissime persone quando hanno iniziato con la droga non avevano nessun vuoto da riempire, a meno che per "vuoto" non intendi quella cosa che hanno tutti gli esseri umani, però chissà perché alcuni lo riempiono con le droghe, altri con il lavoro, altri con l'amore, altri con la politica, altri con gli animali... Il vuoto vero eventualmente te lo crea proprio la dipendenza.


    Semplicemente per tutta una serie di motivi, tra cui la sfortuna e certe predisposizioni, alcune persone ci cascano dentro, perché certi meccanismi e sostanze creano forte dipendenza. Perché non ci sono persone dipendenti dalle patate lesse? Perché invece la dipendenza avviene con patatine fritte o nutella? Il meccanismo è abbastanza chiaro.


    Nella ludopatia il meccanismo non è dello stesso tipo, e non è chiaro come in altri tipi di dipendenze. Per capirlo ho formulato varie ipotesi, e con l'aiuto di giuseppex ora credo di avere un quadro più completo, che ritengo molto plausibile. Chi più e chi meno, chi gioca ha la tendenza ad avere almeno una delle caratteristiche che ho elencato precedentemente, che riporto qui:

    - non capisce il significato delle probabilità di gioco

    - non è pienamente cosciente del valore del denaro, spendendo più di quello che potrebbe permettersi

    - vorrebbe trovare un modo per guadagnare molti soldi e cambiare vita

    - è attratto dal meccanismo della roulette russa, cioè il rischio, come chi fa sport estremi o si comporta da incosciente

    Non credo a chi dice che i soldi non c'entrano e che sono soltanto un mezzo, perché altrimenti la dipendenza continuerebbe anche senza soldi, oppure potrebbe essere facilmente rimpiazzata da qualcosa dove i soldi non c'entrano. Sarebbe come se uno dicesse che il cibo buono non c'entra, le patatine e la nutella sono soltanto un mezzo... certo, comincia a mangiare carote e lattuga allora! Invece sempre e solo cibo ipercalorico, zuccherato, fritto, grasso, salato... Da quello che vedo i soldi nella ludopatia sono centrali, e infatti uno dei sistemi per smettere consiste proprio nel togliere la disponibilità economica a chi gioca.

    Attenzione: i miei post possono provocare vertigini, nausea, visione offuscata, allucinazioni.

  • Ah vabbè se lo dici tu... Tutti contenti.

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