Mostra di PiùNessuno potrà dirti se è giusto o sbagliato considerare il trasferimento all'estero, dipende da mille fattori, cosa andresti a fare, dove andresti a vivere, quali migliorie apportereste alla carriera, alle finanze, alla qualità di vita, ecc.
Solo voi potete fare queste considerazioni, contando anche come ai detto, genitori non più giovanissimi, il sacrificio iniziale di andare via con tutta la famiglia, ricominciare daccapo, ecc.
Forse dove siete adesso tutto sommato ci state bene.
Forse il lavoro che fai, anche non fosse il top, comunque ti piace e ti da una sicurezza economica sufficiente.
Per cui non sarò di certo io a dirvi se il trasferimento sia giusto o sbagliato, è una cosa troppo personale.
Ma quando vedo il chiudersi delle porte "perchè tardi", "perchè ora c'è la famiglia", oppure "perchè ho perso le occasioni", devo essere sincero mi viene un po' di amarezza.
Forse questo viene anche un po' dalla nostra cultura e mentalità italiana, che dopo i 40, con famiglia e figli si è giunti ad una sorta di "capolinea", ed è tardi per ogni tipo di cambiamento.
Dico questo perchè ho avuto molti esempi che ciò è ancora possibile.
Certo non è facile, sia chiaro.
Ma il mio consiglio è quando sul piatto della bilancia si mettono tutti i motivi per cui si scarta il potenziale trasferimento, mettete anche sull'altro piatto le attuali insoddisfazioni e difficoltà che riscontrate adesso.
Ciao, quello che dici mi conforta in un certo senso, e credo che tu abbia centrato la questione.
Quando dici "dopo i 40, con famiglia e figli si è giunti a una sorta di 'capolinea', ed è tardi per ogni tipo di cambiamento"...
Questa è esattamente la mia sensazione, alla quale cerco di reagire cercando di lavorare su progetti stimolanti quando possibile, ma mettere a rischio l’equilibrio economico (e non solo) della mia famiglia con scelte più radicali perché vorrei di più dal lavoro è un approccio egoistico; pertanto rimango chiuso in un'impasse dal quale non riesco a uscire...