Stamattina, mentre bevevo il caffè, mi sono ritrovato a pensare alle persone che frequento e a quelle che, invece, vorrei frequentare. Non essendo persone reali, ma ipotetiche, ho deciso di fare riferimento a un modo di dire che cita alcuni personaggi di Walt Disney. Forse sarò un po' schematico e si tratta semplicemente della mia opinione, ma volevo condividerla con voi per avere qualche parere. Premetto che - comunque - tutte le tipologie hanno pregi e difetti.
- Pippo: il personaggio che mi somiglia di più. È sempre un po' sulle nuvole (per non dire stupidotta), perennemente distratta. Mi ritrovo molto in questa descrizione. A differenza di Pippo, non mi trovo a fantasticare su concetti astratti al limite dell'assurdo (per esempio: Babbo Natale esiste oppure no?), ma su cose che potremmo definire appartenenti alla filosofia da strada: per essere chiari, medito spesso sulle esperienze passate. Se mi dovessi confrontare con un Pippo, lo troverei molto piacevole e metterei la mano sul fuoco sulla sua fedeltà e sul suo senso di amicizia, anche se mi sembrerebbe che manchi un po' di avventura nel rapporto. Per dirla tutta: si finisce sempre a filosofeggiare e a fare sempre le stesse cose. Mai che uno dei due Pippi proponga all'altro "Oggi facciamo qualcosa di diverso".
Se vogliamo, questa è (anche) la descrizione della mia fidanzata
- Pluto: l'amico che parla poco ma che ascolta tanto, dimostrando il suo affetto in altri modi. Il fatto che parli poco mi mette sempre un po' in difficoltà: vorrei rompere il ghiaccio per fare le classiche quattro chiacchiere, con lo scopo di andare un po' più a fondo e conoscersi meglio, ma mi trovo davanti ad un muro. Si esprime quasi a monosillabi. So che l'amicizia non è un gioco ma, se lo fosse, somiglierebbe tanto ad un videogame in cui il giocatore non riesce a passare al livello successivo, cioè a sviluppare il rapporto in qualche modo. Vorrei avere un amico così? Sicuramente sì
- Paperino: l'imbranato e l'irascibile della compagnia. Si sente sempre sfortunato, si incavola per ogni minima cosa. Si comporta così perché - alla fine - non si sente ascoltato e pensa (con malcelata invidia) che gli altri (i Gastoni e gli Zii Paperoni di turno) abbiano una vita migliore della sua. Aspetta un colpo di fortuna che non arriva mai, ma non si mette quasi mai in gioco. Le rare volte che accade, lo fa con così tanta irruenza che combina un disastro. L'unico che conosco nella vita reale con queste caratteristiche è il sottoscritto, che si uniscono a quelle di Pippo. Vorrei avere un amico così? Sì, ma gli chiederei di confidarsi di più, per comprenderlo meglio
- Topolino: sarà anche supponente, ma è l'amico che vorrei avere. La sua supponenza fa sì che lo manderesti a quel paese ad ogni fermata dell'autobus. Quando sei con lui, però, puoi essere sicuro che qualunque cosa si trasforma in un'avventura, intendendo qualcosa che ti fa emozionare in qualche modo. Io un amico così ce l'avevo, ma è morto. Vorrei avere un amico così? Vorrei averlo ancora
- Qui, Quo, Qua: fanno parte dei non-amici. Ti criticano ogni cosa che fai e ragionano come se avessero imparato a memoria il Manuale delle Giovani Marmotte. Sanno sempre cosa fare ma, in ultima analisi, non hanno sapore, ovvero non alimentano il rapporto. Vorrei avere un amico così? Non vorrei averlo mai conosciuto e l'ho abbandonato al suo destino
- Gastone: altro non-amico per cui provo molta invidia. Sembra gli vada sempre tutto bene: non si tratta solo di fortuna, ma (anche) di bravura. Ha le doti che vorrei avere io. Diciamo che è il tipo di rapporto che potrebbe piacermi, se solo lui si sforzasse di capirmi un po' di più.