Il mio compagno rinuncia alla sua casa per non litigare con i figli

  • Edit: leggendo bene sembrerebbe che la moglie abbia tutti i diritti a rimanere nella casa, infatti il compagno sta intraprendendo un'azione legale nei confronti della ex moglie.

    L'avvocato dicendo che sarà una battaglia lunga fa capire che giusto o sbagliato l'ex moglie ha dalla sua la legge e quindi il diritto a rimanere nella casa.


    La domanda è: i figli dovrebbero intromettersi nella vicenda per pressionare la madre a lasciare la casa al padre?


    Secondo me no perché i figli non dovrebbero proprio intromettersi.

  • Detto questo va anche considerato che magari i figli non vogliono vivere con la nuova compagna e gli annessi figli (che sono adolescenti).

    Cioè io non lo vorrei, se sono nella casa dove sono cresciuta non voglio farci entrare "sconosciuti".

  • Io ricordo che mi fu assegnata la casa con un figlio, all’epoca minorenne.

    Non vai via quando il figlio è maggiorenne, non è più così. Il figlio deve essere autonomo economicamente.

    E neanche in quel caso la ex moglie va via.

    Io me ne sono andata da sola, dopo che mio figlio è partito fuori per lavoro.

    Lo scopo di quella casa (intestata a lui) era terminato. Ci sono rimasta per dare un tetto a mio figlio.

    Non avevo nessuno che mi potesse aiutare dopo la separazione.

    Questa signora ha la possibilità di trovarsi un'altra casa?

  • I figli sono autonomi economicamente: uno è funzionario di banca, l'altro è medico.

  • L'ex moglie, nonostante l'obbligo di restituzione dell'immobile, non ha nessuna intenzione di andarsene

    un abuso così grave perpetrato a suo danno dalla madre, che sta abitando abusivamente nella casa di sua esclusiva proprietà

    Da queste frasi non credo si possa più di tanto giustificare la ex moglie. E io, se mio padre subisse un abuso da mia madre, da figlio interverrei e lo aiuterei, e lo stesso se succedesse a mia madre. A maggior ragione se i figli hanno quasi 30 anni e non 10.

    your mind is a powerful thing, but what happens when it turns against you ?

  • L'obiettivo mio e del mio compagno è di andare a vivere nella casa di sua esclusiva proprietà, dalla quale è dovuto andarsene in sede di separazione perchè i figli erano minorenni (avvenuta 13 anni fa).

    Il mio compagno ha già più volte parlato con la ex, anche tramite avvocato, facendole anche proposte economiche per andarsene, ma lei non ne vuole sapere. Ai figli ha detto che odia il loro padre e detiene la casa solo per dispetto (infatti neanche ci vive).

    Giusto per inquadrare il personaggio, lei ha tradito il mio attuale compagno quando erano sposati e, nonostante lui l'avesse perdonata, poi si è voluta separare. Ora vive con un altro compagno e non con l'ex amante.

    I figli sono economicamente autosufficienti, quindi di fatto sta occupando abusivamente l'immobile. Il mio compagno non ha modo di convincere questa donna, le vie legali dureranno almeno altri 2 o 3 anni.

    I figli sono quasi trentenni e penso abbiano un dovere morale nei confronti del padre di intervenire, visto che la madre sta commettendo un abuso nei suoi confronti.

    Per questo non comprendo il comportamento menefreghista dei figli e soprattutto del mio compagno, che dovrebbe chiedergli di dargli una mano...

    Se uno dei miei genitori facesse in qualunque modo del male all'altro, che è in una posizione di debolezza, io interverrei eccome nei confronti di chi subisce ingiustamente. Non riuscirei neanche volendo a lavarmene le mani...

    Ciao, per me i figli dovrebbero assolutamente intervenire in aiuto e cercare di fare da "pacificatori" per risolvere la situazione, che hai definito come abuso.

    Anche perché hai scritto che sono d'accordo con il padre, e tutto accade nonostante l'obbligo di restituzione dell'immobile.

    Ho sentito casi in cui la giustizia non funziona come dovrebbe e possono crearsi condizioni lunghe, come confermato dallo stesso avvocato, e frustranti.

    Ti ringrazio per la comprensione, è esattamente come dici. E' un abuso, anche da un punto di vista giuridico ed i figli quasi trentenni sono ignobili se non fanno nulla a difesa del padre, con il quale sono legati e non hanno mai avuto nessun problema relazionale. E' che hanno paura di mettersi contro la madre, nonostante la loro età avanzata. Quindi preferiscono lavarsene le mani e continuare a far penare il padre.

    I tempi della giustizia (sempre che di "giustizia" si possa parlare) sono molto lunghi ed anche quando otterremo lo sfratto lei non se ne andrà (lo ha già detto), quindi dovremo fare un'ulteriore causa per l'esecutività. Il mio compagno ha già 56 anni e sono già 13 anni che non può stare nella casa di sua proprietà...

    Con che coraggio i figli fanno finta di niente? Boh, sarò fatta male io...

    Ciao.

    Non ho capito se poni la questione sul piano psicologico o su quello legale.

    Quello psicologico richiederebbe molto più ampie cognizioni circa il rapporto tra te e il tuo compagno.

    Su quello legale, invece, è abbastanza evidente (in base al narrato) che tu e i tuoi figli non abbiate alcuna voce in capitolo, su quella che è una proprietà personale di LUI, oggi legato sentimentalmente a te, e poi (deo gratias) legato evidentemente anche alla propia storia prima di te, ma soprattutto ai suoi figli.

    Il mio problema è esclusivamente psicologico, perchè non riesco a capire come faccia il mio compagno a rinunciare ancora per anni alla casa (con tutti i disagi emotivi ed economici che ne conseguono), solo per non imporsi con i figli e chiedere aiuto. Gli stessi disagi, ce li ho evidentemente anch'io come compagna e in aggiunta mi sembra che la sua scala di valori metta me nettamente in secondo piano. E' questo che vorrei capire. Preferisce litigare aspramente con con me che imporsi con i suoi figli per una pretesa assolutamente legittima. Per me è inconcepibile da parte di un compagno. E' questo che mi fa soffrire, non tanto la questione della casa in sè...

    Comunque, se la ex moglie vive dal nuovo compagno e la casa non è di sua proprietà, non può il tuo compagno entrarci e stop? Cioè l’abusivo non sarebbe lui. O c’è qualche particolare legale che mi sfugge?

    Giuridicamente, la perdita del diritto di abitazione non è automatica, anche se di fatto ricorrono tutti i presupposti di legge (raggiungimento dell'autonomia economica dei figli), se l'ex moglie non lascia la casa spontaneamente, è necessaria la sentenza del Giudice che stabilisca la cessazione del diritto (sono un Avvocato). Se il mio compagno ci entra prima della sentenza, commette il reato di violazione di domicilio.

    Ciao, concordo con quanto detto da altri prima di me... i figli secondo me non possono "schierarsi" a favore di uno o dell'altro genitore, essendo appunto sempre i genitori... dovrebbe invece proprio essere il tuo compagno, anzichè lasciar perdere, a parlare con la ex moglie, tutt'al più se lei ora vive già con il nuovo compagno...

    Ci ha parlato più volte, ma lei non vuole saperne, gli sta facendo un dispetto. per questo l'unica speranza è l'aiuto dei figli, i quali restano a guardare senza fare nulla e continuano a vivere da soli nella villa...

    Potrebbero almeno far entrare il padre, visto che la madre si è trasferita, ma neanche quello, per paura di fare un torto alla madre e delle ritorsioni inevitabili da parte sua. Eppure ad ogni occasione non fanno altro che dirgli "papà quanto ti voglio bene", "sei il papà migliore del mondo", etc...Carini vero?

    Vi assicuro che non sono due poveri cuccioli indifesi, ma due mostri egoisti succubi di una madre manipolatrice. Credo che la maggior parte dei commenti non abbiano tenuto conto delle dinamiche disfunzionali che possono verificarsi all'interno di certe famiglie.

    Il mio compagno (da più di 8 anni) ha sempre detto di amarmi, che sono la donna della sua vita e che il suo più grande desiderio è sempre stato quello di condividere la sua vita con me. Penso però che l'amore vada dimostrato, anche se può costare...A parole, invece, siamo bravi tutti.


    E poi, forse non hai capito bene la questione, ma non è questione di "schierarsi", ma di prendere le parti di chi è più debole e sta subendo un sopruso dall'altro. Non è una partita di calcio, dove si può dire "vinca il migliore".

    Io e mio fratello, anni fa, siamo intervenuti per difendere mia madre che subiva un'ingiustizia da mio padre (ben inferiore a questa, tra l'altro) e non abbiamo esitato un attimo, abbiamo agito d'istinto, pur amando nostro padre e lo amiamo tuttora. Ma mai e poi mai saremmo rimasti a guardare senza fare niente. Se poi i genitori litigano per cose loro, da una posizione "alla pari", allora certo che non mi intrometto, non ci penso proprio...

    Cerchiamo di capire bene i termini esatti della questione prima di commentare, altrimenti non si arriva da nessuna parte...

  • Il mio problema è esclusivamente psicologico, perchè non riesco a capire come faccia il mio compagno a rinunciare ancora per anni alla casa (con tutti i disagi emotivi ed economici che ne conseguono), solo per non imporsi con i figli e chiedere aiuto. Gli stessi disagi, ce li ho evidentemente anch'io come compagna e in aggiunta mi sembra che la sua scala di valori metta me nettamente in secondo piano. E' questo che vorrei capire. Preferisce litigare aspramente con con me che imporsi con i suoi figli per una pretesa assolutamente legittima. Per me è inconcepibile da parte di un compagno. E' questo che mi fa soffrire, non tanto la questione della casa in sè...

    Tutto, sempre, dipende dai punti di vista.

    Il mio, senza maschere, è quello di chi pensa fermissimamente che nessuno al mondo possa permettersi di insinuarsi nei rapporti tra un genitore e i SUOI figli, a meno che lo faccia per il candido sentimento di voler contribuire a rafforzare e ottimizzare quei rapporti (NON suoi).

    E non sarebbe certamente questo il caso di cui trattiamo, atteso che - in buona sostanza - dovrebbe dire ai propri figli qualcosa che suona tipo "embè figli miei arrangiatevi, perchè adesso la casa serve a me e alla mia compagna con i suoi figli!".

    (Fosse il mio compagno lo stimerei anche molto, per NON pensare neanche a qualcosa di simile).


    Onestamente non credo neanche sia vero che abbia intentato qualche azione legale, atteso che sua moglie non vive più lì, e che quindi sarebbero i figli abbondantemente maggiorenni a dover essere "sfrattati".

    E che un padre possa fare questo ai propri figli che ama...mah...per me sarebbe un film horror.


    In ogni caso quella villa resta un suo bene personale, di cui è libero di fare ciò che vuole, oggi e sempre.

    Un padre o una madre possono essere assolutamente felici di accordare qualunque benefit ai loro figli, e...sempre senza maschere...esserne molto più felici (perdona la schiettezza) di far felice, a spese dei propri figli, una compagna (o addirittura i figli di lei).

    E' la vita.

    E' umano.

    Non c'è nulla di drammatico.

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Il mio problema è esclusivamente psicologico, perchè non riesco a capire come faccia il mio compagno a rinunciare ancora per anni alla casa

    Ognuno di noi decide quale guerra vuole condurre. Quella che per te è una guerra giusta e legittima, evidentemente non lo è per il tuo compagno.


    Non necessariamente significa che sia debole, arrendevole o addirittura stupido. Da ciò che racconti sembra che gli sia più importante respirare in pace piuttosto che litigare con l'ex.


    Trovo invece poco amorevole il tuo desiderio di armarlo e mandarlo al fronte.


    Cosa ti impedisce di accettarlo ed amarlo così come è?

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

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