Ed è questo che ti frena...
Un esperimento, una lettera e la solita reazione che fa male
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nonloso1989 molto bella la foto nel profilo.
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nonloso1989 molto bella la foto nel profilo.
Ti ringrazio, ma il merito va al contesto, non al soggetto
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Ma voglio che la mia scelta nasca da me, non da ciò che temo.
Razionalmente so che non dovrei rinunciare a un’opportunità così… Ma poi mi fermo a pensare a cosa vuol dire davvero ricominciare da capo, di nuovo, e mi sento crollare dentro. Ho paura di non farcela, di non avere più la forza, né l’energia, per rimettere insieme tutto un’altra volta.
Ciao, ti invito a riflettere su queste tue parole. Se non vuoi che le tue scelte siano dettate da paura dovresti probabilmente cercare di non ascoltare la paura del nuovo e del dover ricominciare.
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Ciao, ti invito a riflettere su queste tue parole. Se non vuoi che le tue scelte siano dettate da paura dovresti probabilmente cercare di non ascoltare la paura del nuovo e del dover ricominciare.
Grazie!! Però anche la scelta di andare via può essere dettata dalla paura del futuro lavorativo.
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Davanti ho tre strade. Nessuna facile.
– Potrei accettare il posto e tornare lì, dove ho vissuto un pezzo importante della mia vita. Un posto pieno di legami, ma anche di ferite. Di ricordi che mi appartengono, ma che mi fanno male. Tornarci mi spaventa, perché so che ritroverei anche parti di me che sto ancora cercando di guarire.
– Potrei accettare il posto, ma cambiare città. Lontano da quei ricordi, lontano da tutto. Sarebbe un nuovo inizio, pulito. Ma anche solitario. Dovrei costruirmi tutto da capo, senza il calore di volti conosciuti, senza una strada familiare.
– Oppure potrei rifiutare. Restare nella mia città, nel mio equilibrio incerto. Lavorare anno dopo anno, senza sicurezze, ma con la sensazione che qui ci sia qualcosa che mi somiglia, che mi fa sentire a casa.
Ti invito anche a rileggere le tue descrizioni delle tre situazioni: secondo me è nelle prime due situazioni che traspare più un senso di paura (nella prima situazione dici proprio “mi spaventa”), mentre nella terza situazione parli di “equilibrio” che, benché “incerto”, non trasmette a chi legge una sensazione di paura.
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Razionalmente so che non dovrei rinunciare a un’opportunità così… Ma poi mi fermo a pensare a cosa vuol dire davvero ricominciare da capo, di nuovo, e mi sento crollare dentro. Ho paura di non farcela, di non avere più la forza, né l’energia, per rimettere insieme tutto un’altra volta.
Ciao, anche io ho vinto un concorso e ho tre settimane per capire cosa fare. Ma non mi va di parlare di me.
Non sono collegata perché in queste ultime settimane è un delirio, mi sta cambiando tutto intorno e la cosa mi piace moltissimo.
Allora, spassionatamente, da "sorella maggiore" ti dico: NON FARTI CONDIZIONARE DALLA PAURA.
Scegli quello che è giusto per te, che vuoi fare per te, indipendentemente dalle paure. Che tipo di lavoro vuoi fare e ti piace.
Le scelte sono due:
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Accetti il posto fisso, ti trasferisci, inizi il lavoro, cerchi una sistemazione e vedi come va... Certo, devi stare tre anni e sono lunghi, ma se scopri che non è la tua strada puoi sempre licenziarti, fare un altro concorso e continuare il lavoro precario a casa dei tuoi. Sarà dura, ma sarà anche una sfida. Inoltre, lavoro nuovo, gente nuova, stimoli nuovi, e hai già contatti lì: non parti da zero totalmente.
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Rimani a casa dai tuoi, continui il lavoro precario e ti fai andare bene questa comfort zone.
Se non hai voglia di metterti in gioco perché, dove stai, stai bene, allora rimani. Ma se non ti metti in gioco perché HAI PAURA, potresti perdere un'opportunità.
Pensaci e, una volta presa la decisione, vai oltre.
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Leggo questa discussione, ma non mi è facile intervenire. È una scelta sicuramente non semplice.
La vita è fatta di continue nuove avventure, scelte. Ci si trova a un bivio, spesso per piccole o grandi cose.
Quello che posso dirti è che le esperienze di vita mi hanno insegnato che "devo fare quello che mi pare", nel senso di scegliere in cuor mio quello che è giusto per me, mettendo da parte tutto ciò che mi sta intorno e quello che vorrebbero quelli che mi stanno intorno.
L'ideale, forse, in queste situazioni sarebbe essere degli istintivi, ma non so, perché io non lo sono mai stata per niente.
I genitori vogliono sempre il meglio per i figli, ma non sempre quello che loro reputano il meglio, in realtà, lo è per il figlio.
Quindi, mi sento semplicemente di dirti di pensare al tuo bene e alle tue volontà, per non avere rimpianti poi.
(Ma leggendo il tuo post 21 mi pare tu sia già consapevole. Le novità e i cambiamenti fanno sempre paura, credo sia normale.
Siamo umani, la paura è comunque un'emozione, che non va repressa ma semplicemente affrontata).
Buona fortuna!!!
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Leggo questa discussione, ma non mi è facile intervenire. È una scelta sicuramente non semplice.
La vita è fatta di continue nuove avventure, scelte. Ci si trova a un bivio, spesso per piccole o grandi cose.
Quello che posso dirti è che le esperienze di vita mi hanno insegnato che "devo fare quello che mi pare", nel senso di scegliere in cuor mio quello che è giusto per me, mettendo da parte tutto ciò che mi sta intorno e quello che vorrebbero quelli che mi stanno intorno.
L'ideale, forse, in queste situazioni sarebbe essere degli istintivi, ma non so, perché io non lo sono mai stata per niente.
I genitori vogliono sempre il meglio per i figli, ma non sempre quello che loro reputano il meglio, in realtà, lo è per il figlio.
Quindi, mi sento semplicemente di dirti di pensare al tuo bene e alle tue volontà, per non avere rimpianti poi.
(Ma leggendo il tuo post 21 mi pare tu sia già consapevole. Le novità e i cambiamenti fanno sempre paura, credo sia normale.
Siamo umani, la paura è comunque un'emozione, che non va repressa ma semplicemente affrontata).
Buona fortuna!!!
Se dovessi scegliere d’istinto, tornerei in quelle zone.
Conosco l’ambiente, so come muovermi. Riabbraccerei i miei ex colleghi, tornerei in un contesto lavorativo dove mi sono sempre sentito stimato, riconosciuto. Sarebbe come riprendere qualcosa che ho lasciato in sospeso.
Ma ci sono i ricordi. E non sono facili.
Lì ho vissuto momenti importanti con la mia ex, e so che ogni angolo potrebbe riportarmi a lei. A ciò che eravamo.
Ed è proprio questo che mi spaventa: il rischio di sprofondare in emozioni che pensavo di aver superato, ma che forse sono solo rimaste lì, in silenzio.
In più, è un posto tranquillo, con pochi svaghi. Pochi modi per distrarsi davvero. E forse, in mezzo a quel silenzio, tutto tornerebbe a galla.
Ci penso spesso… ma ancora non so se sarebbe un passo avanti o solo un ritorno a qualcosa che non c’è più.
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Razionalmente so che non dovrei rinunciare a un’opportunità così… Ma poi mi fermo a pensare a cosa vuol dire davvero ricominciare da capo, di nuovo, e mi sento crollare dentro. Ho paura di non farcela, di non avere più la forza, né l’energia, per rimettere insieme tutto un’altra volta.
L'energia si trova sempre, a qualunque età.
Io a 50 anni mi sono separato e ho ricominciato tutto da capo a parte il lavoro.
Ma adesso mi sto di nuovo lanciando nel vuoto anche al lavoro.
E' tutta questione di ENTUSIASMO, oltre che di... non avere altra scelta.
Con l'entusiasmo ricostruisci tutto 1000 volte.
Scommetto che se conosci una ragazza là e ci perdi la testa, con lei ti trasferiresti anche in giappone
Forza! Se tu sei dell'89, è è un po' presto per perdere l'entusiamo. Quando lo si perde, si è vecchi. A qualunque età.
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