Praticamente fin dall'adolescenza, periodicamente, mi viene una sorta di fobia del sonno.
Sicuramente legata alla mania del controllo (sono stato fobico dell'aereo per tanti anni, per quel motivo) e alla paura della morte, mi capita che come mi sto addormentando è come se mi venisse il terrore di morire nel sonno senza accorgermente (cosa di cui ho il terrore da sempre).
Ci sono periodi in cui questa cosa non avviene mai, periodi in cui ogni notte mi viene questa sorta di angoscia di non svegliarmi.
La paura è minore o sparisce se non sono da solo a letto, ed è una cosa veramente fastidiosa in quanto rovina quello che dovrebbe essere un bellissimo momento.
Mi chiedevo se qualcun'altro ha questo bizzarro problema, e nel caso come lo ha affrontato.
P.S. ci sono periodi della vita in cui sono "credente" (a modo mio), altri in cui sono totalmente ateo e altri agnostico (che credo sia la giusta definizione).
Ovvio che questa fobia è più presente e invalidante quando sono ateo o agnostico, e il concetto di morte diventa "nulla eterno".

Paura di addormentarsi e morire
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Mi chiedevo se qualcun'altro ha questo bizzarro problema, e nel caso come lo ha affrontato.
Presentissima in tutti i derivati dell'ansia.
Non è una mia ossessione, ma quando ci penso non mi fa nessun piacere.
In parallelo penso da sempre che sia la morte migliore in assoluto (giacchè morire si deve, prima o poi).
Non mi vergogno di ammettere che le notti in cui prendono troppo spazio questa ansia e/o altre...sintonizzarmi su programmi TV o Radio particolarmente leggeri (esempio che penso non sia vietato citare: "I LUNATICI " su RaiRadio 2 e visibile sul digitale terrestre al canale 202, è meglio di qualunque tisana!).
Ovviamente la cosa mi angoscerebbe pensando a chi amo, e da mezza miscrendente come te, non mi vergogno di dire che una preghiera ha anche il suo senso.
Notte serena!
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P.S. pro-preghiera, che non mi sembra sciocco.
Non penso mai alla preghiera come viatico per concessioni divino/miracolistiche.
Ma penso che (assurdo? ...secondo me NO!) sia la più salutare resa dell'ansioso all'accettare che...da solo, per quanto si voglia logorare e rimuginare, NON controllerà mai che un infintesimo di quella che sarà la propria vita e quella dei suoi cari.
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Ritengo che il concetto di "nulla" sia un assurdo filosofico. Ammesso che esistesse il nulla questo sarebbe come lo spazio vuoto ma comunque parte di un "Tutto" che tangibilmente potremmo definire nell'universo a noi conosciuto. Ne deduco che, o esista uno o esista l'altro, e visto che c'è almeno prova del "tutto", il nulla, non può che essere una sua parte e non esistere separatamente e men che meno eternamente.
Di conseguenza, sulla scia di Tiziano Terzani, credo che la morte sia un altro inizio. Un pausa di sospensione. O chissà, forse, è il risveglio dal sogno che chiamiamo vita.
Penso anche che la paura della morte non sia (nemmeno per la più spirituale delle personalità) superabile del tutto. Si può conoscere, esplorare, a limite ci si può preparare ad affrontarla con maggiore serenità, magari attraverso la fede, ma resterà sempre il timore del "nullificarsi".
Più in generale, penso che ogni paura, sia una porta chiusa che attende di essere aperta. All'interno ci attende una comprensione che, in fin dei conti, avevamo desiderio di raggiungere.
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Presentissima in tutti i derivati dell'ansia.
Non è una mia ossessione, ma quando ci penso non mi fa nessun piacere.
In parallelo penso da sempre che sia la morte migliore in assoluto (giacchè morire si deve, prima o poi).
Non mi vergogno di ammettere che le notti in cui prendono troppo spazio questa ansia e/o altre...sintonizzarmi su programmi TV o Radio particolarmente leggeri (esempio che penso non sia vietato citare: "I LUNATICI " su RaiRadio 2 e visibile sul digitale terrestre al canale 202, è meglio di qualunque tisana!).
Ovviamente la cosa mi angoscerebbe pensando a chi amo, e da mezza miscrendente come te, non mi vergogno di dire che una preghiera ha anche il suo senso.
Notte serena!
Grazie Gloria, mi fai sentire meno strambo.
Purtroppo ultimamente questo problema è tornato alla carica, capita ciclicamente ed è veramente fastidioso.
Il problema è che questa paura coincide con l'idea che con la morte c'è la fine della coscienza, il nulla eterno.
Ci sono altri periodi in cui invece ho fede in "qualcosa", distante dalle consuetudini religiose, ma che vede un "dopo" magari con una rinascita e un nuovo io.
Ecco allora addormentarsi è meraviglioso, e l'idea di morire diventa un "dai la prossima vita farò meno c∙∙∙∙∙e, andrà meglio".
Ritengo che il concetto di "nulla" sia un assurdo filosofico. Ammesso che esistesse il nulla questo sarebbe come lo spazio vuoto ma comunque parte di un "Tutto" che tangibilmente potremmo definire nell'universo a noi conosciuto. Ne deduco che, o esista uno o esista l'altro, e visto che c'è almeno prova del "tutto", il nulla, non può che essere una sua parte e non esistere separatamente e men che meno eternamente.
Di conseguenza, sulla scia di Tiziano Terzani, credo che la morte sia un altro inizio. Un pausa di sospensione. O chissà, forse, è il risveglio dal sogno che chiamiamo vita.
Penso anche che la paura della morte non sia (nemmeno per la più spirituale delle personalità) superabile del tutto. Si può conoscere, esplorare, a limite ci si può preparare ad affrontarla con maggiore serenità, magari attraverso la fede, ma resterà sempre il timore del "nullificarsi".
Più in generale, penso che ogni paura, sia una porta chiusa che attende di essere aperta. All'interno ci attende una comprensione che, in fin dei conti, avevamo desiderio di raggiungere.
Belle parole grazie.
La paura è non avere neanche la possibilità di scoprire cosa ci sia dietro quella porta.
Se non c'è nulla, non sapremo che non c'è nulla, non sapremo neanche che c'era la vita.
Non sapremo di essere esistiti. E' questo concetto che per me è inconcepibile, inaccettabile. L'idea di perdere il mio pensiero, la consapevolezza di esistere. -
Se non c'è nulla, non sapremo che non c'è nulla, non sapremo neanche che c'era la vita.
Non sapremo di essere esistiti. E' questo concetto che per me è inconcepibile, inaccettabile. L'idea di perdere il mio pensiero, la consapevolezza di esistere.Prima che cominciassi a credere - tramite un percorso personale che è troppo lungo raccontare - che la coscienza non finisce ma trasmigra in altre vite e poi altre dimensioni d'esistenza: mi capitava di sperimentare, prima di addormentarmi e mentre ero in uno stato di grande rilassatezza - quasi una trance - la visione di uno spazio nero inquietante, una sorta di oscurità che percepivo come la fine di me stessa, ossia, la morte.
Pensavo, sbagliando, che fosse una sorta di indizio che effettivamente l'Io finisce così, in quel nero senza immagini. Invece era solo un'immagine - creata da me - del suo timore di non esistere.Non mi è più successo da quando non credo più nel nulla, ma nella continuità della coscienza: e così sogno e nei sogni pieni di immagini si trasferiscono i vari timori, come comunque accade normalmente.
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Prima che cominciassi a credere - tramite un percorso personale che è troppo lungo raccontare - che la coscienza non finisce ma trasmigra in altre vite e poi altre dimensioni d'esistenza: mi capitava di sperimentare, prima di addormentarmi e mentre ero in uno stato di grande rilassatezza - quasi una trance - la visione di uno spazio nero inquietante, una sorta di oscurità che percepivo come la fine di me stessa, ossia, la morte.
Pensavo, sbagliando, che fosse una sorta di indizio che effettivamente l'Io finisce così, in quel nero senza immagini. Invece era solo un'immagine - creata da me - del suo timore di non esistere.Non mi è più successo da quando non credo più nel nulla, ma nella continuità della coscienza: e così sogno e nei sogni pieni di immagini si trasferiscono i vari timori, come comunque accade normalmente.
So che in due parole non puoi spiegarmi di più, ma sono temi che mi interessano per quanto non sia ancora riuscito a trovare quella serenità di un "proseguo" seppure diverso dai dogmi religiosi.. hai magari qualche lettura da suggerirmi?
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Ma sono temi che mi interessano per quanto non sia ancora riuscito a trovare quella serenità di un "proseguo", seppure diverso dai dogmi religiosi... Hai magari qualche lettura da suggerirmi?
Cerchio Firenze 77 - Dai Mondi Invisibili, incontri e colloqui. Edizioni Mediterranee.
Brevemente ti motivo perché questo titolo: penso di aver letto abbastanza nel panorama della spiritualità, la new age, l'esoterismo.
Per partire dalla new age, alcuni testi molto famosi, quali "Il Potere di Adesso" di Eckhart Tolle, la maggior parte dei libri di Osho, Omraam Mikhaël Aïvanhov. Ho esplorato la filosofia orientale e il Buddhismo con vari testi, anche la filosofia "Non duale", per intenderci, quella dei Veda - che non ho approfondito molto - poi teosofia, antroposofia di Rudolf Steiner, mistica cristiana, letto i Vangeli, anche apocrifi, letto un po' di mistica ebraica, eccetera.
Personalmente, la filosofia proposta nel Cerchio Firenze mi ha dato tutto ciò che cercavo e ha messo in coerenza in un'unica filosofia molti concetti: evoluzione spirituale, reincarnazione, karma, conoscenza di sé stessi, concetto di Dio come una coscienza "Assoluta".
È un percorso individuale, quindi, non è una religione - sebbene sia stata catalogata come religione dal CESNUR - e il libro non ha diritti d'autore. Inoltre, è un percorso molto etico e libero che non ha la pretesa di essere l'unico possessore della verità... Insomma, ti lascia libero di farti la tua idea e di prendere ciò che ti torna e rigettare ciò che non ti torna.
Medianità e spiritismo, a suo tempo, mi fecero storcere il naso, ero molto scettica verso questi fenomeni. C'è pure l'analisi del CICAP, ma vabbè, loro negano a priori... Con il tempo mi sono fatta la mia idea e sono arrivata alla conclusione che sia autentico.
Comunque, i libri sono più di uno (sette in tutto), ma il primo è quello che ho indicato.
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E pensare che a livello razionale sarebbe la morte migliore.
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Io conosco una persona che ha talmente paura della morte che non riesce neanche ad entrare in un cimitero. Ha iniziato un percorso di psicanalisi, ma non so se sia riuscito a superare completamente questa paura.
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