Notizia bomba: ha detto che vuole un figlio con me

  • Porto qui la mia personale esperienza, sperando che possa ingenerare ulteriore riflessione in Biglove83, senza alcuna pretesa di giudizio né tantomeno di verità assoluta. Io ho amato profondamente mio marito e il sesso mi è sempre piaciuto, negli ultimi due anni la sua patologia gli provocava difficoltà in questo senso ma si trovava ugualmente il modo di vivere la nostra intimità. E non mi è mai passato per l'anticamera del cervello di pretendere l'introduzione di una terza persona o bull che dir si voglia. Ecco l'ho detto :|

  • Sotto certi aspetti, solo alcuni però, io mi sentirei inadeguato anche se non ci fosse il terzo incomodo e anzi, al senso di inadeguatezza probabilmente si aggiungerebbero i sensi di colpa e la paura di essere tradito, cose che in questo modo invece non ho.

    Alle considerazioni di Alba, circa i rischi di un rapporto con una sessualità – per parafrasare lo psicologo "non allineata" – vorrei aggiungere delle riflessioni che riguardano il rapporto, invece, che hai con sé stesso, poiché, ricorrenti sono due aspetti che leggo nei tuoi post: appunto il senso di colpa e di inadeguatezza. Inoltre, leggo anche della paura del tradimento, del quale il terzo farebbe da parafulmine.


    Ritengo che il rapporto che abbiamo con noi stessi, ossia come ci percepiamo, consideriamo e valutiamo, determinerà anche il rapporto con gli altri.


    Il terzo, dunque, aiuta a mantenere una sorta di controllo sul timore di venire tradito ed evita i sensi di colpa, poiché, come dicevi anche nell'altra discussione, non te la senti di chiedere a una donna di 35 anni di rinunciare alla sua sessualità.


    A mio modo di vedere, se questa donna non vuole rinunciare a un "certo tipo di sessualità" (non mi riferisco solo al rapporto penetrativo, ma proprio alla presenza di un altro uomo), né tu vorresti che vi rinunci, esiste sempre la possibilità di separare le strade. Sebbene, capisco, possa essere una scelta dolorosa.


    Ma lo dico, un po' provocatoriamente, perché il senso di colpa, da parte tua, non ha ragione d'essere come presupposto di questa relazione con lei. Ti ha conosciuto così e si presume ti abbia accettato per come sei. Il resto è "un di più". O dovrebbe esserlo.


    Hai il dovere morale, come partner, di non farle del male e cercare di operare nel suo bene (a costo di lasciarla finché non siete una famiglia), ma non hai, secondo me, il dovere morale di esaudire questo suo desiderio. Dunque, la presenza del terzo, anche se tu hai un problema fisico e anche se non puoi oggettivamente darle tutto ciò di cui lei ha sessualmente bisogno, non è comunque dovuta.


    E la leva della soddisfazione del suo desiderio non deve essere il senso di colpa.


    L'accettazione del partner, a mio avviso, è la base di ogni rapporto duraturo nel tempo. La dinamica di scambio – fare una cosa per ottenerne un'altra dal partner – (o i cosiddetti compromessi) sono equilibri relativi (benché non sia sbagliato farli), dunque funzionano, ma poi richiedono la ricerca di altri equilibri più maturi e consapevoli e quindi via via meno condizionati dai suddetti compromessi.


    Per dirla in parole spicciole: il terzo è una coperta corta e non potrebbe essere altrimenti. Ed è un bene che sia così, in fondo. Non può essere la tua, o la sua, o la vostra sicurezza.


    Lei stessa, con questa sessualità vagamente esibizionista, sta semplicemente esprimendo un irrisolto che prima o poi dovrà venire compreso e dovrà maturare in qualcos'altro.


    Te lo dico da donna... non si può per sempre vivere il sesso in un certo modo, trasgressivo e quindi marcatamente egoista. O lo si può fare, ma questo concepirsi il centro dell'universo ha un prezzo che spesso è l'amara disillusione che non lo si è. Non è solo questione di apertura mentale. È questione di diventare persone più sensibili, più connesse con sé stesse e più consapevoli, oltre che di sé, anche degli altri che nel sesso, più che in ogni altro luogo, spesso vengono declassati a strumenti del proprio egoismo.

  • Te lo dico da donna... non si può per sempre vivere il sesso in un certo modo, trasgressivo e quindi marcatamente egoista. O lo si può fare ma questo concepirsi il centro dell'universo ha un prezzo che spesso è l'amara disillusione che non lo si è. Non è solo questione di apertura mentale. E' questione di divenire persone più sensibili, più connesse con se stesse e più consapevoli oltre che di sé, anche degli altri che nel sesso, più che in ogni altro luogo, spesso vengono declassati a strumenti del proprio egoismo.

    Ecco brava. Il sesso è bello, non dico di no, ed è sicuramente una forma espressiva che è giusto, appunto, esprimere. È un equilibrio che può essere sublime nel dare e nell'avere, ma non può, secondo me, essere ridotto ad un mero soddisfacimento egoico delle proprie pulsioni e del proprio istinto a sentirsi desiderate e a prendere un oggetto di desiderio bello e prestante. Non in una relazione in cui c'è sentimento perlomeno. A quel punto meglio la masturbazione. Che poi l'orgasmo è l'orgasmo, cosa cambia se te lo dà un sex toy, il sesso orale piuttosto che altro? C'è davvero questo bisogno insopprimibile ed inevitabile di essere bombata da un ragazzo giovane e fisicato? Se ami davvero secondo me no.

  • Ecco, brava. Il sesso è bello, non dico di no, ed è sicuramente una forma espressiva che è giusto, appunto, esprimere.

    Assolutamente, cara Lupetta.


    E, onde sgomberare il campo da possibili fraintendimenti in chi legge, dato che viviamo in un'epoca dove si inneggia alla legittimazione, finanche psicologica, di ogni pratica, desiderio sessuale, trasgressione eccetera, preciso che ritengo sia giusto esprimere ciò che abbiamo dentro e che reprimerlo non sia certo una soluzione.


    Io non ho un passato casto alle spalle. Ho avuto le mie esperienze e non sempre nella migliore consapevolezza di me stessa, anzi, spesso senza consapevolezza. Il risultato è che queste illusioni sono, man mano, cadute. A volte pure dolorosamente, devo ammettere.


    Volevo possedere, quindi manipolare, volevo essere il desiderio sessuale di chicchessia o volevo che il mio desiderio fosse il medesimo nell'altro. Ma la vita, nella sua saggezza, mi ha mostrato che non può essere così.


    Si desidera perché si ha la possibilità di trasformare ed affinare il nostro sentire attraverso quell'attrito che si genera quando i nostri desideri si infrangono contro la dura realtà.


    Non si può fermare la realtà ad un'immagine ideale per il nostro "Io", alla quale il desiderio si aggancia. La realtà scorre e sfugge di continuo, si trasforma, ci rivela lati insospettati, e noi ci aggrappiamo a quegli scenari che sono stati gratificanti o hanno rappresentato una sicurezza, cercando quindi di riprodurli, fissarli in modo statico. Anche nella sessualità è così... rincorrendo un desiderio e cercando di soddisfarlo.


    Che poi l'orgasmo è l'orgasmo, cosa cambia se te lo dà un sex toy, il sesso orale piuttosto che altro? C'è davvero questo bisogno insopprimibile ed inevitabile di essere bombata da un ragazzo giovane e fisicato? Se ami davvero, secondo me, no.

    Infatti non è un bisogno del corpo, ma è un bisogno dell'Io.

    Ma comunque non biasimo questa donna, poiché penso che le manchino semplicemente delle consapevolezze. Penso stia cercando, più o meno consciamente, di avere il massimo dal suo punto di vista... È umano, ma ovviamente non può essere un paradigma duraturo.

  • Buongiorno, ma la noti da parte mia? Perché se si vuol dire che ho completamente fallito, essendo per me l'opinione altrui, soprattutto quella che mi da spunti di riflessione, importantissima.

  • Sono certa che, almeno razionalmente, non percepisci un rischio concreto di coinvolgimento emotivo tra loro al di fuori della dimensione strettamente sessuale, ma tralasci a mio avviso un aspetto fondamentale: le emozioni non sempre seguono la logica. Il legame che si crea attraverso la condivisione di certi momenti può assumere sfumature impreviste, anche quando all'apparenza le persone coinvolte sembrano incompatibili in altri ambiti della vita. La ripetizione di un'esperienza intima, soprattutto se vissuta in un contesto di apertura e complicità, può generare connessioni sottili che, nel tempo, potrebbero portare a un'inaspettata risonanza emotiva.

    Hai effettivamente ragione, in questo momento l'unica cosa che posso dirti è che valuterò questo aspetto con lei.

  • Concordo totalmente con le riflessioni di Alba Cremisi, infatti la mia perplessità maggiore in merito alla vicenda, che niente hanno a che vedere con una lettura moralistica, è proprio l'imprevedibilità dell'evoluzione di un siffatto rapporto perché le persone restano persone con le loro emozioni. In conclusione, per quanto il menage ora sembri veleggiare tranquillo e nel rispetto dei ruoli concordati, io lo ritengo rischioso e molto scivoloso. Proprio perché le persone non sono manichini né tantomeno vibratori umani. Questa è solo la mia opinione, confortata però dalla conoscenza di situazioni di coppia con analogie alla vicenda di cui stiamo parlando.

    Ovviamente senza fare nomi, ma sono andate a finire male le coppie a cui ti riferisci?

  • Tanto di cappello a Juniz, Alba Cremisi e infine Lupettadibosco per come sono riuscite ad esprimere concetti in maniera esplicativa, educata e sensibile senza mai oltrepassare certi limiti.

    Confermo assolutamente e colgo l'occasione per ringraziarvi, tutti, per gli spunti preziosi che mi state dando. Questo forum non tradisce mai. Ho in sospeso alcune risposte, che mi riprometto di dare più tardi.

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