Ciao, ho 33 anni e lavoro in una multinazionale italiana. Vivo da solo, lontano da casa. Da 6 mesi sto lottando contro un burnout lavorativo che non accenna a passare e sono dentro un tunnel che mi toglie energie fisiche e mentali. La causa è il mobbing e una mole di lavoro che mi schiaccia sempre di più. Ho perso la cognizione del tempo e sono già in trattamento con farmaci.
Mi sto logorando, mi sto spegnendo progressivamente e sto avendo problemi cognitivi, di memoria e capacità di pensare a come uscire dal problema. Sto faticando persino a fare la spesa per mangiare. Ho smesso di lavarmi regolarmente e vado in ufficio non conciato bene. Sto smettendo di uscire e ho preso contatti con una psicoterapeuta, ma il mio stato di salute è troppo compromesso per riuscire a concentrarmi durante le sedute.
Vi chiedo che cosa devo fare nella pratica prima che sia troppo tardi ed arrivi a un punto di non ritorno. Posso farmi spostare immediatamente di reparto? Devo contattare il referente sindacalista interno all'azienda? Mi devo licenziare? E una volta licenziato, come trovo supporto?
Più che economico, intendo che mi ritroverei con intere giornate vuote, angosciato in casa. Depresso e angosciato per trovarmi di botto con tanto tempo libero (vuoto), solo e lontano dalla società. Posso chiedere un qualsiasi supporto ai servizi sociali o a delle associazioni?
In caso mi licenziassi, avrò bisogno di contatto umano, di fare cose, di non rimanere solo in casa o, per esperienza, so che cadrei in depressione. Vi chiedo davvero delle direzioni pratiche per sapere a chi devo chiedere aiuto. Grazie mille.