Storia della mia vita matrimoniale: dall'amore alle liti e oltre

  • morganalafata scusa se te lo chiedo ma come caspita hai fatto a beccare tutti questi forum dove lui ha postato? Ne conoscevi il nome? Sapevi che li frequentava? Chiedo venia per l'ot ma la faccenda mi ha incuriosito :embarassed:


    Naturalmente puoi anche non rispondere :)

    Diciamo che questo è il secondo che ho trovato e sinceramente non mi ricordo cosa stavo cercando. Forse la sua ex, dopo aver trovato il messaggio sul suo telefono, e su un altro forum lui aveva messo un annuncio nella sezione dedicata alla zona. Lì ho visto che nome utente aveva usato. Ho digitato su Google il suo nome utente ed ho trovato sempre su quel forum la seconda versione, mi sembra, e poi questo. A quel punto mi sono i∙∙∙∙∙∙∙a e gli ho mandato le foto. Sì, lo minacciato di fare leggere quello che lui ha scritto ai suoi figli (era solo per ferirlo), ma visto che i suoi figli abitavano con noi e bene o male sapevano quale fosse la verità, perché vedevano, lui si è subito cancellato pensando che così tutto si sarebbe risolto, che tutto sarebbe scomparso e che le sue bugie non sarebbero uscite fuori. E mi ha minacciato di denunciarmi per violazione della privacy.


    A quel punto, vuoi perché ormai ero decisa ad andare fino in fondo (nonostante ogni lettura fosse un colpo al cuore), vuoi perché volevo capire quello che era successo, perché non riuscivo ancora a capire, mi sono messa al PC e nel giro di una settimana ho digitato nomi utenti a caso. Ma neanche troppo, in quanto, conoscendo il suo ego e, in ogni caso, dopo quasi trent'anni tra fidanzamento e convivenza, sapevo che tipo di nomi utente avrebbe potuto usare. Ho cercato frasi dei suoi scritti (che poi iniziano tutti allo stesso modo) e, con un colpo di fortuna, ho trovato un nuovo profilo, anzi due, ma uno non era usato. Facebook, un sito di ricerca amicizie ed incontri aperto dopo che ha chiuso su questi forum, con un altro nome utente, ma sempre la stessa storia con un colpevole diverso. Poi, per caso, un altro forum con un altro nome utente di aprile, dove non si è cancellato e dove c'è la prima versione, penso. Ma l'ultimo post lo ha scritto annunciando che stava tornando a casa, che io lo avevo riaccolto e tante fesserie. Poi basta, non ho cercato più, anche perché alla fine la storia era sempre quella, modificata fino a quando non è diventata quasi perfetta.


    Prima che arrivino i Cavalieri con le armature lucenti ad accusarmi di averlo "terrorizzato e maltrattato", dico subito che mai avrei fatto leggere queste cose ai miei figli. In quel momento volevo solo che accusasse il mio stesso dolore e, sì, sarà sbagliato, ma è umano.

  • Diciamo che questo è il secondo che ho trovato e sinceramente non mi ricordo cosa stavo cercando. Forse la sua ex, dopo aver trovato il messaggio sul suo telefono, e su un altro forum lui aveva messo un annuncio nella sezione dedicata alla zona. Lì ho visto che nome utente aveva usato. Ho digitato su Google il suo nome utente ed ho trovato sempre su quel forum la seconda versione, mi sembra, e poi questo. A quel punto mi sono i∙∙∙∙∙∙∙a e gli ho mandato le foto. Sì, lo minacciato di fare leggere quello che lui ha scritto ai suoi figli (era solo per ferirlo), ma visto che i suoi figli abitavano con noi e bene o male sapevano quale fosse la verità, perché vedevano, lui si è subito cancellato pensando che così tutto si sarebbe risolto, che tutto sarebbe scomparso e che le sue bugie non sarebbero uscite fuori. E mi ha minacciato di denunciarmi per violazione della privacy.


    A quel punto, vuoi perché ormai ero decisa ad andare fino in fondo (nonostante ogni lettura fosse un colpo al cuore), vuoi perché volevo capire quello che era successo, perché non riuscivo ancora a capire, mi sono messa al PC e nel giro di una settimana ho digitato nomi utenti a caso. Ma neanche troppo, in quanto, conoscendo il suo ego e, in ogni caso, dopo quasi trent'anni tra fidanzamento e convivenza, sapevo che tipo di nomi utente avrebbe potuto usare. Ho cercato frasi dei suoi scritti (che poi iniziano tutti allo stesso modo) e, con un colpo di fortuna, ho trovato un nuovo profilo, anzi due, ma uno non era usato. Facebook, un sito di ricerca amicizie ed incontri aperto dopo che ha chiuso su questi forum, con un altro nome utente, ma sempre la stessa storia con un colpevole diverso. Poi, per caso, un altro forum con un altro nome utente di aprile, dove non si è cancellato e dove c'è la prima versione, penso. Ma l'ultimo post lo ha scritto annunciando che stava tornando a casa, che io lo avevo riaccolto e tante fesserie. Poi basta, non ho cercato più, anche perché alla fine la storia era sempre quella, modificata fino a quando non è diventata quasi perfetta.


    Prima che arrivino i Cavalieri con le armature lucenti ad accusarmi di averlo "terrorizzato e maltrattato", dico subito che mai avrei fatto leggere queste cose ai miei figli. In quel momento volevo solo che accusasse il mio stesso dolore e, sì, sarà sbagliato, ma è umano.

    Ti ringrazio per la risposta :)

  • Chiariamo questa storia dell'aborto, perché tra tutte le cose dette è quella che proprio mi fa ribbollire di nuovo il sangue. Sono rimasta incinta in un rapporto consensuale in cui lui sapeva benissimo che poteva succedere (non abbiamo mai usato contraccettivi, lui non ha mai voluto usare preservativi, io da parte mia non volevo assumere contraccettivi orali, lui non voleva che si usassero prodotti chimici, avevo chiesto alla nascita della terza figlia di farmi fare un cesareo in modo da poter chiudere le tube, ma quando l'ho chiesto al medico che mi seguiva in sua presenza, lui si è opposto ed il medico non ho mai ben capito perché a quel punto si è rifiutato). Ora, se non si usano contraccettivi e se sei in età fertile, può succedere che una rimanga incinta, anche perché stress, ansia e cambiamenti di stagione influiscono sull'organismo, e non è che se pure calcoli i giorni ti può sempre andare bene, stai giocando alla roulette russa. Penso che queste siano informazioni basilari che più o meno tutti conoscono. Quindi, se capita, penso che ci siano solo due soluzioni. Ora, visto che io, per la mia persona e per come sono, non avrei mai scelto una delle due, che dovevo fare? Nasconderlo? Fare finta di niente? Ho fatto quello che si doveva e glielo ho comunicato. La sua reazione è stata brutta, ma sinceramente non mi ha toccato più di tanto, perché sapevo che poteva essere dovuta al fatto di non aspettarselo. Ma lui non ha cambiato atteggiamento, anzi mi faceva capire (e poi me l'ha ridetto chiaramente) che io gli avevo tirato un pacco. Comunque, vuoi perché ormai avevo 42 anni, vuoi perché non era destino... alla fine la natura ha deciso, e penso che appena uscita dall'ospedale, con il senso di perdita che io avevo (io non ricordo nemmeno di averlo detto), può anche essere che io gli abbia detto qualcosa del genere, ma ricordo pure che lui mi aspettava in macchina e non ha fatto alcun gesto nei miei confronti. Ricordo che ho pianto di nascosto nella scala, per non farmi vedere né da lui né dai miei figli. Ricordo che il giorno dopo sono andata a lavorare come se niente fosse. Ricordo che dopo qualche tempo lui mi ha accusato di non aver avuto nessuna comprensione per la sua perdita, che avevo pensato solo al mio dolore (lui non mi ha nemmeno abbracciata né all'uscita dell'ospedale né una volta a casa).

    Purtroppo in questo scritto mi confermi la sua versione.

    Me la confermi perché è contraddittorio, ambiguo. Prima dici che "doveva aspettarselo perché non usavamo protezioni", poi dici che "non se lo aspettava e che le protezioni non le avete mai usate".

    Nella seconda parte giustifichi con i tuoi sentimenti un qualcosa che necessiterebbe di argomentazioni per essere giustificato (i sentimenti non sono argomentazioni, altrimenti chiunque potrebbe aver ragione perché versa una lacrima). Poi metti il tuo problema davanti al suo come se vi fosse una gerarchia della sofferenza, etc.


    Per le reazioni spropositate non so cosa volesse intendere. Se tu litighi con me e mi dici parole non belle (che poi neghi di aver detto), non puoi aspettarti che solo perché tu dopo un’ora o 5 minuti decidi che basta e la lite è finita, io come una bambola telecomandata in automatico resetto il cervello e faccio finta che non è successo niente. Avrò pure il diritto di digerire quello che è stato detto. Non è che se mi insulti pesantemente e poi dopo un’ora mi chiedi scusa, io accetto pure le scuse, ma posso smaltire come cavolo mi pare. O le mie reazioni le devi per forza decidere tu? Ed è meglio che mi fermi. Se la sua donna ideale doveva essere sottomessa, accondiscendente, simile a sua mamma, non ero io. Ma io sono sempre stata così, non è che a 18 anni ero diversa. Mi ha conosciuta così esattamente per come sono, non ho mai finto di essere qualcos'altro. L'ha pure scritto da qualche parte che aveva l'idea di donna dolce, sensibile, ecc., come era stata sua mamma. Ma io ero sua moglie, non sua mamma, e ci ha provato a trasformarmi, ma ripeto, ha sbagliato film nella sua testa. Il suo mondo idealizzato su come doveva essere tutto lo poteva avere con un'altra persona, non con me. E glielo ho pure detto in diverse occasioni, sia prima da fidanzati sia dopo, e chi mi conosce di persona lo sa.

    Anche qui confermi la sua versione, quella indiretta peraltro. Nel senso che lui dice delle cose che non sono propriamente corrette, ma nel modo in cui le scrive si può inter-leggere la presenza di altro, ovvero di un clima di terrore che _leggendo con lo stesso occhio la tua spiegazione_ trova conferma anche dal tuo scritto.


    Questa mia tesi è rafforzata dall'uso di fallacie logiche e ideologiche come quelle relative al paragone con "la donna ideale" o "bambola telecomandata" o all'idealizzazione proiettata sull'altro. Sono estremi che psicologicamente persuasivi, ma che escono dal contesto.


    Ti rispondo alla prima frase: le reazioni spropositate _in un contesto di coercizione_ sono quelle azioni che fungono da trigger per il terrore dell'altro, facendo chiaro riferimento a forti litigi o "punizioni" che arriverebbero se l'altro non "rientra nei ranghi".


    Quando in una coppia basta uno sguardo di uno dei due per paralizzare o terrorizzare l'altro: si è di fronte ad un riflesso condizionato dell'altro che nel timore di subire qualche ingerenza, ricatto emotivo o maltrattamento già subito in passato: si limita e abbassa lo sguardo e/o deve andare a sfogare la sua sofferenza altrove, altrimenti ne pagherebbe le conseguenze.


    Ovviamente io qui parlo di archetipi tipici, poi ogni caso li applica a modo suo, ma la sola presenza di alcuni elementi di questo tipo va confermando che nelle dinamiche di coppia non c'è mai una sola responsabilità da una sola parte.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Purtroppo in questo scritto mi confermi la sua versione.

    Me la confermi perché è contraddittorio, ambiguo. Prima dici che "doveva aspettarselo perché non usavamo protezioni", poi dici che "non se lo aspettava e che le protezioni non le avete mai usate".

    Nella seconda parte giustifichi con i tuoi sentimenti un qualcosa che necessiterebbe di argomentazioni per essere giustificato (i sentimenti non sono argomentazioni, altrimenti chiunque potrebbe aver ragione perché versa una lacrima). Poi metti il tuo problema davanti al suo come se vi fosse una gerarchia della sofferenza, etc.

    Boh, penso di scrivere in italiano... forse non in maniera corretta. Quello che tu pensi o interpreti è un problema tuo. Io scrivo quello che è successo; il "poteva succedere" e il "non se lo aspettava" erano forse perché per quasi 13 anni era andata bene. Poi, se da uomo di quasi 50 anni ancora non sai come si fanno i bambini o cadi dal pero, penso che il problema sia la tua conoscenza della biologia umana. Per il resto, io ero presente e se il comportamento accettabile era andare a consolare lui, beh, forse in questo caso approfitto del mio genere e ti dico che né tu né nessun altro non dotato di utero potete giudicare o sindacare sulle dinamiche, i crolli ormonali, il dolore che questo può generare. E puoi pensare o tirare le somme che vuoi, ma ciò non cambia quello che è successo e non penso che, almeno in questo caso, lui dovesse avere la precedenza nelle sue emozioni.


    Per la seconda parte che hai scritto, guarda, non meriti nemmeno lo sforzo di ripetere le cose. "A lavare la testa all'asino si perde solo tempo e sapone".

  • Poi metti il tuo problema davanti al suo come se vi fosse una gerarchia della sofferenza, etc

    Ma certo che c’è una gerarchia nella sofferenza, il dolore fisico e psicologico di una donna che ha appena abortito è di gran lunga superiore a quello dell'omuncolo che la aspetta in macchina. Sempre con questa visione misogina della realtà, la donna ha voluto la parità allora parità sia a tutti i livelli senza distinzione... della serie hai voluto la bicicletta adesso pedala... Comunque Morgana, è inutile insistere, ci sono persone che non cambieranno mai opinione nemmeno davanti all'evidenza, è una forma di negazionismo...lascia perdere non ne vale la pena.

  • Boh, penso di scrivere in italiano... forse non in maniera corretta.

    Scrivi fin troppo bene, per quello riesco a inter-leggere.


    Quello che tu pensi o interpreti è un problema tuo. Io scrivo quello che è successo; il "poteva succedere" e il "non se lo aspettava" erano forse perché per quasi 13 anni era andata bene. Poi, se da uomo di quasi 50 anni ancora non sai come si fanno i bambini o cadi dal pero

    L'interpretazione personale non te l'ho fatta. Quella che ho scritto è una interpretazione basata su tecniche di manipolazione e comunicazione che puoi apprendere anche tu studiando un minimo.


    Sono regole universali quelle per cui:

    - non è possibile temere una persona amata se questa non ha cercato di manipolarci.

    - c'è fallacia logica nel dire che "non se lo aspettava" dopo aver detto che "per mille anni abbiamo fatto così". E' ovvio che non se lo aspettava: era tutto uguale a prima.


    La mia interpretazione personale, se ti interessa, è che tu hai iniziato a manipolarlo/maltrattarlo per riuscire a contenere i suoi problemi di comportamento. Il che non è una giustificazione, ma una spiegazione al fatto che lui effettivamente percepiva un clima di coercizione che c'è, mentre tu non avevi altri strumenti (o questi sono quelli più comodi) per poterlo contenere. Il problema è che così facendo la situazione si aggrava.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • morganalafata a me hai risposto che anche tu hai le tue colpe, ma da tutta la successione di eventi che hai descritto e da ogni singola situazione, ne esci sempre specchiata, immacolata, praticamente una santa. A sto punto, visto che i problemi ci sono, allora uno dice, vabbè avrai sbagliato a scegliere persona per fare famiglia. Neppure questo, perché lo risceglieresti... In pratica qualsiasi problema ci sia stato fra di voi, è tutta colpa sua o del fato? Può essere eh, noi non possiamo saperlo. Ma è vero che come raccontava lui ogni tanto qualche schiaffo l'hai dato qua e là? Perché hai negato tutto quello che ha scritto lui all'inizio quindi vai a capire, però poi mi è saltato all'occhio che la tua reazione istintiva al tradimento era prenderlo a schiaffi. Essere maneschi per me è già una cosa bruttissima di per sé per esempio...

  • La mia interpretazione personale, se ti interessa, è che tu hai iniziato a manipolarlo/maltrattarlo per riuscire a contenere i suoi problemi di comportamento. Il che non è una giustificazione, ma una spiegazione al fatto che lui effettivamente percepiva un clima di coercizione che c'è, mentre tu non avevi altri strumenti (o questi sono quelli più comodi) per poterlo contenere. Il problema è che così facendo la situazione si aggrava.

    Sì hai ragione, lo manipolavo senza scrupoli e lo maltrattavo...è una povera vittima di una strega cattiva e senza cuore, non poteva fare niente, doveva fare tutto di nascosto, tanto è vero che ha cercato rifugio cercando altre possibilità, finalmente adesso è libero di vivere la sua vita come la sognava, un eroe senza macchia e senza peccato che ha avuto la sfortuna di incrociare la mia strada, ma come nelle migliori storie tristi adesso ha avuto il suo lieto fine. Ed io il mio.

  • morganalafata a me hai risposto che anche tu hai le tue colpe, ma da tutta la successione di eventi che hai descritto e da ogni singola situazione, ne esci sempre specchiata, immacolata, praticamente una santa. A sto punto, visto che i problemi ci sono, allora uno dice, vabbè avrai sbagliato a scegliere persona per fare famiglia. Neppure questo, perché lo risceglieresti... In pratica qualsiasi problema ci sia stato fra di voi, è tutta colpa sua o del fato? Può essere eh, noi non possiamo saperlo. Ma è vero che come raccontava lui ogni tanto qualche schiaffo l'hai dato qua e là? Perché hai negato tutto quello che ha scritto lui all'inizio quindi vai a capire, però poi mi è saltato all'occhio che la tua reazione istintiva al tradimento era prenderlo a schiaffi. Essere maneschi per me è già una cosa bruttissima di per sé per esempio...

    Specchiata e immacolata... non mi pare di aver detto che io non abbia colpe, ho risposto a quello che lui ha scritto e lì mi sono fermata... Schiaffi dati a chi? Ogni tanto davo qualche sculacciata ai miei figli, sbagliato forse ma è capitato... Ho detto che avevo l'istinto di prenderlo a schiaffi, ma non sono uscita di casa proprio perchè me ne sarei pentita tantissimo e per evitare di incrociarlo anche per sbaglio. Non è che viviamo a New York, il paese questo è, se esci in piazza ci trovi tutti. Poi ripeto ognuno interpreta come vuole, posso essere responsabile di quello che dico o faccio non di quello che la gente pensa...

    È inutile insistere, ci sono persone che non cambieranno mai opinione nemmeno davanti all’evidenza, è una forma di negazionismo...

    Questo lo so per esperienza...

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