Le conseguenze di un ex violento

  • Forse (non lo so, io lo suppongo.. correggetemi), scappare, evitare è la mia forma di reazione alle cose che non posso gestire, come mi dicevano i miei "se sei arrabbiata vai di lá, quando ti passa torni".

    Tecnicamente si chiama "evitamento"; che poi si manifesti con la fuga o con complicati giochi di specchi che generano abbaglio al momento giusto: poco importa.


    L'evitamento è una cosa molto più complessa di quanto non si creda. Evitare non è solo "dire no" per non andare a un appuntamento. Evitare è anche ubriacarsi il giorno prima, così poi il giorno dopo hai lo scacozzo e non puoi uscire di casa... il tutto inconsciamente.


    Anche quello che si fa senza rendersene conto può far parte della strategia di evitamento, persino riuscire a dormire o meno.


    Anche il sabotaggio talvolta è parte integrante di una strategia di evitamento.


    bruce0wayne ci ha preso abbastanza nel spiegare quello che vede la mia generazione. Le mie amiche definiscono gli uomini "giocattoli" ed è una cosa che odio. Io riesco a percepire più intimo ed emotivo quello che c'è tra due persone che va oltre al puro e semplice "piacere sessuale", è più intimo il contatto fisico che è fuori dal letto, il che non vuol dire che il sesso non sia intimo

    Che "il sesso non sia intimo" è proprio uno di quei messaggi di cui la società impregnata di ideologie nazi-* moderne vi bombarda continuamente. Il risultato è che poi il vostro agire tende a repellere gli uomini armati di sentimento. Lo scrivo più per le altre che leggono che non per te.


    suppongo e voglio credere che se mai mi sbloccheró e avró la fortuna di condividere tutto, compreso il sesso, con una persona.. cambierà tutto il pensiero che ho avuto finora che in cuor mio so essere sbagliato, io vorrei poter credere che non ci sia niente di più intimo che il sesso, spero di scoprirlo. Magari riusciró anche a volere una relazione.

    E' così, Sì.


    Chi "ti si fa" senza intimità è interessato solo alla sua soddisfazione personale, non a te.

    In generale non è una cosa negativa, ma non può essere la chiave di apertura dell'argomento "intimità e sesso", a maggior ragione per una donna, che dal canto suo dovrebbe avere una sensibilità più vasta dei sentimenti.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Chi "ti si fa" senza intimità è interessato solo alla sua soddisfazione personale, non a te.

    In generale non è una cosa negativa, ma non può essere la chiave di apertura dell'argomento "intimità e sesso", a maggior ragione per una donna, che dal canto suo dovrebbe avere una sensibilità più vasta dei sentimenti.

    Sempre che questo non sia un mito. Si tende a pensare questo delle donne data la loro maternità e il prendersi cura della prole.


    Personalmente da come vedo progredire l'emancipazione femminile, tendo sempre di più a pensare che fondamentalmente siamo tutti uguali (uomini e donne) con l'eccezione degli ormoni che lavorano in modi differenti.


    Forse l'uomo, come maschio, un tempo decise che la donna "doveva invece essere" e (levando il forse) l'ha sottomessa a un ruolo "generico", un po' come la mucca che ha solo da ruminare; solamente che l'animale lo fa per natura, mentre le donne da come il passato e il presente insegna, "no". Anche noi maschi tendiamo a idealizzare quello che vorremmo trovare nella femmina della nostra specie (la loro sottomissione nel passato ne è la prova) e questo ci rende chiaramente tutti uguali nelle differenze di cosa cerchiamo(sia maschi che femmine). Le tendenze, le mode, non fanno di una cosa la sua naturalità o genuinità (il tutto sempre secondo me) e il precorso per apprendere cosa veramente vogliamo e siamo per tanti è infinito, mentre per altri ancora è più corto di quello che sembra. Fatto sta che, quando ci si imbatte in qualcuno che ancora non ci ha capito nulla di se e incolpa gli altri di questo, si arriva a inasprire il coinvolgimento sociale ed emotivo. Per esempio nel caso del "problema", l'idea di lui riguardo la sua donna tipo, non rispecchiava quella che era Pallavolista e probabilmente non rispecchierà quella di nessuna in quanto vive in una realtà sua che ancora non si è reso conto di quale sia (probabilmente anche Pallavolista visto che è finita con uno così). Questo (secondo me) in piccole o grandi parti avviene in ognuno, è il seme dell'idealizzare o dell'ingenuità pregressa portata avanti troppo a lungo, poi ci sono quelli che idealizzano volando basso e quelli che proprio stanno fuori da ogni logica di pensiero.


    Io come avrete notato sono più per le parità e l'uguaglianza, ma non nel fare quello che gli altri fanno o essere quello che gli altri sono, perché quello che accetto fondamentalmente è proprio quell'uguaglianza nell'essere tutti diversi e accettare non significa necessariamente che mi piaccia o che mi vada bene, ma che vivo e lascio vivere (anche), se poi mi piacesse "anche" quella diversità, sarebbe gradevole viverci insieme.

  • Tecnicamente si chiama "evitamento"; che poi si manifesti con la fuga o con complicati giochi di specchi che generano abbaglio al momento giusto: poco importa.

    Esatto, era questo il termine che cercavo. Sulla questione dell'evitamento diciamo che mi capita spesso.

    Che "il sesso non sia intimo" è proprio uno di quei messaggi di cui la società impregnata di ideologie nazi-* moderne vi bombarda continuamente. Il risultato è che poi il vostro agire tende a repellere gli uomini armati di sentimento. Lo scrivo più per le altre che leggono che non per te.


    Chi "ti si fa" senza intimità è interessato solo alla sua soddisfazione personale, non a te.

    In generale non è una cosa negativa, ma non può essere la chiave di apertura dell'argomento "intimità e sesso", a maggior ragione per una donna, che dal canto suo dovrebbe avere una sensibilità più vasta dei sentimenti.

    Bisognerebbe imparare un pochino a capire chi si merita qualcosa e chi meno. Lo scrivo anche io per le altre che leggono, più che per me. Nella vita TITTI sicuramente è stato un errore ma per idee attuali mie, prese di coscienza; più che per la reazione del Problema.

    Fatto sta che, quando ci si imbatte in qualcuno che ancora non ci ha capito nulla di se e incolpa gli altri di questo, si arriva a inasprire il coinvolgimento sociale ed emotivo. Per esempio nel caso del "problema", l'idea di lui riguardo la sua donna tipo, non rispecchiava quella che era Pallavolista e probabilmente non rispecchierà quella di nessuna in quanto vive in una realtà sua che ancora non si è reso conto di quale sia (probabilmente anche Pallavolista visto che è finita con uno così). Questo (secondo me) in piccole o grandi parti avviene in ognuno, è il seme dell'idealizzare o dell'ingenuità pregressa portata avanti troppo a lungo, poi ci sono quelli che idealizzano volando basso e quelli che proprio stanno fuori da ogni logica di pensiero.

    Io non conosco nessuno che a 21 anni avesse capito qualcosa di qualsiasi cosa della vita. Probabilmente io sono stata ingenua e non ho capito, ma non è che tutti si presentano e ti dicono "ciao, io picchio le persone".

  • Esatto, era questo il termine che cercavo. Sulla questione dell'evitamento diciamo che mi capita spesso.

    Bisognerebbe imparare un pochino a capire chi si merita qualcosa e chi meno. Lo scrivo anche io per le altre che leggono, più che per me. Nella vita TITTI sicuramente è stato un errore ma per idee attuali mie, prese di coscienza; più che per la reazione del Problema.


    Io non conosco nessuno che a 21 anni avesse capito qualcosa di qualsiasi cosa della vita. Probabilmente io sono stata ingenua e non ho capito, ma non è che tutti si presentano e ti dicono "ciao, io picchio le persone".

    Ma anche a 30, 40 o 50, fidati, l'età conta poco o niente. Sono le esperienze che ti fanno capire e il modo in cui uno le risolve. Pensa a chi ha ricevuto abusi a 5 o 10 anni: con molta probabilità avrà grandissimi problemi nella vita sociale e amorosa, mentre altre persone potrebbero riuscire a superare in qualche modo (o conviverci) con il trauma, divenendo molto più selettive per quanto riguarda le relazioni.


    In ogni esperienza che si fa nella vita c'è una percentuale di vittorie e sconfitte. E come tutti sanno, l'importante non è tanto vincere, ma rialzarsi dalle sconfitte. Non è qualcosa che accade istantaneamente, ognuno ha i suoi tempi, e di certo la volontà ne è la chiave. Se perdi la chiave, rimani chiusa in quella gabbia.

  • Sempre che questo non sia un mito. Si tende a pensare questo delle donne data la loro maternità e il prendersi cura della prole.


    Personalmente da come vedo progredire l'emancipazione femminile, tendo sempre di più a pensare che fondamentalmente siamo tutti uguali (uomini e donne) con l'eccezione degli ormoni che lavorano in modi differenti.

    Personalmente da come vedo progredire l'emancipazione femminile, tendo sempre di più a pensare che fondamentalmente siamo tutti uguali (uomini e donne) con l'eccezione degli ormoni che lavorano in modi differenti.

    Su questo credo ci sia da aprire una discussione a parte ma da quel che vedo ci sono miriadi di discussioni su come ormai "noi" (donne) ci comportiamo diversamente da quello che era il passato. Ci sono cose buone e cose cattive, cambiamento non vuol dire per forza "meglio" in questo particolare caso.. io lo vedo come "peggio".

    Ho dichiarato che io vedo le due cose distinte, ma non è che se è così, perchè me lo hanno insegnato.. allora sia corretto. Credo che "provare amore/sentimenti" per la persona con cui fai della ginnastica.. sia una cosa bellissima (o almeno, me lo immagino).

    Non so se questo discorso sia inerente alla mia domanda ma è comunque qualcosa che mi interessa.


    Ho 31 anni, sono davvero nata nel periodo in cui le donne (mamme dell'epoca) probabilmente rivendicavano quello che gli era stato proibito, incentivando le figlie alla "libertà sessuale", la troppa libertà (lo vedo dalle mie amiche) le ha rese tremendamente infelici. Cercando qualche momento di "felicità" nel "giocattolo di turno". Non credo che sia giusto. Ma apro un vaso di pandora.

  • Ho 31 anni, sono davvero nata nel periodo in cui le donne (mamme dell'epoca) probabilmente rivendicavano quello che gli era stato proibito, incentivando le figlie alla "libertà sessuale", la troppa libertà (lo vedo dalle mie amiche) le ha rese tremendamente infelici. .

    Le statistiche dicono infatti che oggi c'è il più alto numero di persone depresse. La storia umana è come un circolo vizioso: non basta una vita per completare il cerchio, ci vogliono diverse generazioni, e queste ripetono costantemente gli stessi errori. Le mamme di un tempo insegnavano alle figlie ad essere pudiche, le quali si ribellarono e lottarono per l'emancipazione. Poi, a loro volta, insegnarono alle figlie ad avere più libertà sessuale, e queste, trovandosi infelici, insegneranno alle loro figlie ad essere più responsabili nei rapporti. Molti credono che stiamo maturando come umanità, ma in realtà siamo sempre lì, dentro la stessa ruota che si ripete, si ripete, si ripete (secondo me).


    Nulla è reale, tutto è lecito, e finché una persona è giovane, non lo capisce perché è sottoposta al continuo bombardamento delle informazioni ricavate dall'ambiente che la circonda. La verità e la cosa giusta non si trovano da nessuna parte in questo circolo vizioso; secondo me, stanno al di fuori di esso, però è quasi impossibile uscirne.


    Tornando in tema, quest'estate ho visto una ragazzina scoprire che il fidanzato usciva con un'altra (davanti al bar dove ero con gli amici). Gli ha spaccato (lei a lui) il cellulare in faccia, lo ha preso a pugni (ed era più piccola di lui), l'ha buttato a terra e gli è saltata a piè pari sullo stomaco come Bruce Lee (della serie "il colpo di grazia"). È stata una scena assurda. Ecco l'emancipazione: parità nel fare le cose sbagliate. Come può andare bene il mondo così? (Poi, se lui avesse provato solo a reagire, oltre al fatto che l'avrebbe devastata, sarebbe arrivato il partito rosa a inneggiare e denunciare la violenza contro le donne da parte degli uomini. Bah...)

  • Sempre che questo non sia un mito. Si tende a pensare questo delle donne data la loro maternità e il prendersi cura della prole.

    Questo è un mito, Sì.

    Ma quello che dicevo io, ovvero la maggiore propensione al sentimento (non profondo, ma vasto, il che è profondamente diverso) data dall'indole, invece No: quello è verissimo ed è banalmente biologico.

    Personalmente da come vedo progredire l'emancipazione femminile, tendo sempre di più a pensare che fondamentalmente siamo tutti uguali (uomini e donne) con l'eccezione degli ormoni che lavorano in modi differenti.

    Sì, siamo tutti uguali, ma il lavoro degli ormoni è importantissimo e determina quella differenza di cui parlavo anche nel pezzo di risposta sopra questo.


    C'è un motivo se sono passati più di 100 anni e le donne preferiscono fare ancora volontariamente i lavori cui erano "costrette" all'inizio, anche in Olanda.

    Le tendenze, le mode, non fanno di una cosa la sua naturalità o genuinità (il tutto sempre secondo me) e il precorso per apprendere cosa veramente vogliamo e siamo per tanti è infinito, mentre per altri ancora è più corto di quello che sembra. Fatto sta che, quando ci si imbatte in qualcuno che ancora non ci ha capito nulla di se e incolpa gli altri di questo, si arriva a inasprire il coinvolgimento sociale ed emotivo. Per esempio nel caso del "problema", l'idea di lui riguardo la sua donna tipo, non rispecchiava quella che era Pallavolista e probabilmente non rispecchierà quella di nessuna in quanto vive in una realtà sua che ancora non si è reso conto di quale sia (probabilmente anche Pallavolista visto che è finita con uno così).

    Il caso di "TITTI" e "il PROBLEMA" sono emblematici per spiegare una cosa che per motivi ideologici è stata spiegata al contrario, sfruttando, sciacallando (tra gli altri) l'omicidio di Giulia Cecchetthin per mano della sua stessa famiglia. La rispiego giusta e scientifica qua sotto:


    • "TITTI" è patriarcale. E' un uomo che "se le fa tutte", le ignora per la maggior parte del tempo, una vale l'altra. Quando vorrà un figlio lo farà, con l'una o con l'altra. Se si accasa lo farà in modalità Giacomino del trio Aldo Giovanni e Giacomo: "Si, ma non è niente di serio". TITTI ama le donne, ma tutte assieme, senza distinzione. E' inclusivo e non gli interessa se la società è maschilista o femminista, bianca o nera. Lui zinzinna comunque. Attrae.
      Non fatevi ingannare dal "patriarca" come "padre famiglia": quello era solo uno degli aspetti del patriarcato, che a livello antropologico è molto più profondo e diversificato.
    • "IL PROBLEMA" è post-moderno. Lui è un uomo debole. Uno di quelli che usa la forza fisica per coprire la sua debolezza psichica. Titti non pensa di essere superiore: è convinto di essere inferiore, lo sa, pensa di essere sempre "a rischio", per cui la sua (possessivo) donna potrebbe tradirlo da un momento all'altro. E' geloso in senso possessivo e traccia dei confini attorno ai suoi possedimenti. Confini che fa rispettare con la forza bruta, che è l'unica che ha. La sua educazione, al contrario di quella di "TITTI" è maschilista

    Bisognerebbe imparare un pochino a capire chi si merita qualcosa e chi meno. Lo scrivo anche io per le altre che leggono, più che per me. Nella vita TITTI sicuramente è stato un errore ma per idee attuali mie, prese di coscienza; più che per la reazione del Problema.

    Non è detto che sia stato un errore. E' stata una leggerezza che a quell'età può essere considerata normale. L'errore è il non imparare dalle leggerezze, ma continuare a farne all'infinito, alla ricerca di una "completezza" che non arriverà mai perseguendola con leggerezze.


    A 21 anni la capacità di valutare un uomo è tra il "NULL" è lo Zero. Si notano praticamente solo i famigerati "alpha", riconosciuti perlopiù dai soldi che gli piovono addosso dalla famiglia o dal numero di altre donne che gli ronzano intorno. E' normale. Quello che non è normale è valutare gli uomini nello stesso modo a 30 o 40 o 60 anni.


    Ma anche a 30, 40 o 50, fidati

    Eh..

    Ho 31 anni, sono davvero nata nel periodo in cui le donne (mamme dell'epoca) probabilmente rivendicavano quello che gli era stato proibito, incentivando le figlie alla "libertà sessuale", la troppa libertà (lo vedo dalle mie amiche) le ha rese tremendamente infelici. Cercando qualche momento di "felicità" nel "giocattolo di turno". Non credo che sia giusto. Ma apro un vaso di pandora.

    Non è solo responsabilità di chi ha un sentimento di rivalsa. La responsabilità è generale della società e dei gruppi finanziari come quelli che sponsorizzano la Kamala alle elezioni USA, che di queste ideologie di individualismo e iper-libertà ci hanno fatto un business multi-miliardario internazionale. Il sentimento di rivalsa è stato "usato" da questo marketing per spingere e rendere accettabile l'ideologia.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

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