Le conseguenze di un ex violento

  • Nessuna minaccia. La madre lo copriva, provava a camuffare, lo perdonava, lo giustificava.

    E' possibile che lo abbia anche educato in quel modo. Un motivo in più per giustificarlo.


    Certi rigurgiti di maschilismo tossico hanno un iter incredibile, ma purtroppo riscontrato più volte.

    La madre vive "castrata" e costretta dai genitori bigotti. Per uscire da questa "castrazione" esagera e per via degli insegnamenti bigotti si auto-giudica come una persona "sporca". Poi mette al mondo un figlio e riversa questa ambivalenza su di lui, insegnandogli con troppa enfasi come riconoscere le "donne sporche" e generando un "PROBLEMA" per altre che verranno.


    E' solo un'ipotesi, ma non è così inverosimile purtroppo. Non è un caso che lui chiamasse i suoi dopo gravi episodi.


    Se devo pensare a qualche trauma prima del mio "Problema", non riesco a far a meno di pensare un elenco. Ma non sono assolutamente pronta per parlare di questa cosa ed è vero, da quella cosa, non si poteva scappare.

    Non è obbligatorio parlarne. Già rendersene conto è parte della soluzione del problema. Noi possiamo vivere anche senza saperlo.


    Per la questione del "lo riconoscerò" il punto è davvero questo. Prima suggerivo di non fare di tutta l'erba un fascio ma sono io, inconsciamente, a farlo. Io scappo, scappo da chiunque non perchè questo "chiunque" possa farmi male, ma perchè io non so più riconoscere i segnali di pericolo. Sono falsati dal mio terrore di avere a che fare con qualcuno, al minimo sospetto infondato di "controllo", "presenza".. io chiudo, faccio i bagagli e torno sulla mia barchetta. Il senso di oppressione che mi suscitano le conoscenze non obbligate mi fa perdere completamente la lucidità e da essetierreoennezetaa sparisco, senza una spiegazione logica per nessuno.

    Era quello che supponevo.


    Per come funziona la società oggi è più facile che trovi "ginnastica" che non qualcuno in grado di desensibilizzarti abbastanza da poter tornare ad aver fiducia in un rapporto di coppia... ed è quello che succede. Per questo forse l'unica soluzione in questo caso può essere l'intervento di una mano esperta.


    Come si vive una vita in cui se piangi le persone ti possono abbracciare e non ti nascondi? Com'è quando un amico ti incontra e ti abbraccia? Com'è uscire con qualcuno e se per sbaglio ti accarezza il braccio tu non lo ritrai come se ti stesse bruciando?

    Come la mia.

    Anche io mal sopporto il contatto fisico. A dirla tutta non lo capisco proprio. Sono cresciuto con una madre anaffettiva e in una condizione di "emergenza" che è durata fino all'età adulta.


    Forse per me è più facile perché sono un uomo e quindi parto già da una condizione culturale di base di restrizione delle manifestazioni affettive.


    D'ogni modo, non penso che ti serva uno psicologo, e nemmeno uno psichiatra, bensì uno psicoterapeuta;

    Giusto.

    E personalmente penso debba essere un uomo, per due motivi:

    1. deve sovrascrivere l'idea di quell'imbecille cacasotto che curava il "PROBLEMA" e che le ha lasciato un trauma a tal proposito
    2. certe dinamiche vanno trattate quanto più distante possibile dall'ideologia moderna che estremizza concetti che in questa storia ci sono già: non c'è bisogno di ulteriori dosi di fazione dogmatica.
      Non che un uomo non possa essere ideologico: ne ho conosciuti di recente di terapisti indottrinati a dovere. Istintivamente però certe esagerazioni faticano a digerirle, perché metterebbero loro stessi, indebitamente, in un fascio di cacca.


    Ma perché la cosa normale è riuscire a farsi toccare dal primo che passa e stare con chiunque ? Io non capire.

    Ni.

    Culturalmente oggi Sì: è normale ed è visto anche come un atto di libertà. Nella realtà non è normale, non lo sarà mai e poco ha a che vedere con la libertà.


    In questo caso si tratta però di un eccesso, un trauma. Appena la mente sfiora determinati pensieri scatta il terrore.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Certi rigurgiti di maschilismo tossico hanno un iter incredibile, ma purtroppo riscontrato più volte.

    Amen. Certe famiglie non solo crescevano i figli con l'impronta maschilista, ma addirittura crescevano le figlie femmine con l'impronta di sudditanza ai maschi. Ed è una cosa che si vede ancora oggi.

    Ni.

    Culturalmente oggi Sì: è normale ed è visto anche come un atto di libertà. Nella realtà non è normale, non lo sarà mai e poco ha a che vedere con la libertà.


    In questo caso si tratta però di un eccesso, un trauma. Appena la mente sfiora determinati pensieri scatta il terrore.

    Amen 2.0:


    Anche se direi che più che "culturale" è un vezzo dei tempi moderni. L'abbraccio è cosa che solo negli ultimi tempi in ambiti non familiari viene "concesso" . A me da fastidio la stretta di mano, figuriamoci. Fosse per me direi come disse Feltri: torniamo al saluto romano che almeno evito di toccare le altre persone.

    Specie quelli che ti stringono la mano con una tale flosciaggine di proposito... che spaccherei loro tutti i denti con un pugno.

    Giusto.

    E personalmente penso debba essere un uomo, per due motivi:
    deve sovrascrivere l'idea di quell'imbecille cacasotto che curava il "PROBLEMA" e che le ha lasciato un trauma a tal proposito
    certe dinamiche vanno trattate quanto più distante possibile dall'ideologia moderna che estremizza concetti che in questa storia ci sono già: non c'è bisogno di ulteriori dosi di fazione dogmatica.
    Non che un uomo non possa essere ideologico: ne ho conosciuti di recente di terapisti indottrinati a dovere. Istintivamente però certe esagerazioni faticano a digerirle, perché metterebbero loro stessi, indebitamente, in un fascio di cacca.

    Amen 3.0

    - Tutto questo sacrificio.. solo per questo? -

  • Amen. Certe famiglie non solo crescevano i figli con l'impronta maschilista, ma addirittura crescevano le figlie femmine con l'impronta di sudditanza ai maschi. Ed è una cosa che si vede ancora oggi.

    I figli maschilisti, soprattutto dopo l'allontanamento dei padri dall'educazione dei figli: hanno una influenza relativamente nulla.


    La cultura negli esseri umani, da che mondo è mondo viene tramandata dalle donne. Certi rigurgiti di maschilismo sono echi dei padri del passato remoto, che passano dalle madri del recente passato e si riversano sui figli 20enni di 10 anni fa.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • I figli maschilisti, soprattutto dopo l'allontanamento dei padri dall'educazione dei figli: hanno una influenza relativamente nulla.


    La cultura negli esseri umani, da che mondo è mondo viene tramandata dalle donne. Certi rigurgiti di maschilismo sono echi dei padri del passato remoto, che passano dalle madri del recente passato e si riversano sui figli 20enni di 10 anni fa.

    Dipende. Perché credimi che nelle valli orobiche le donne erano le prime maschiliste nei confronti dei figli, dove il figlio era quello che andava nei campi, e le donne le massaie che dovevano lavorare in casa.

    I maschi erano quelli che dovevano studiare e metter su bottega, le femmine quelle che dovevano essere brave mogli.

    Potrei farti esempi infiniti di persone cresciute con quella impronta.

    In primis la mia titolare.

    - Tutto questo sacrificio.. solo per questo? -

  • Esatto.

    Ma perché la cosa normale è riuscire a farsi toccare dal primo che passa e stare con chiunque ? Io non capire.

    Io non ho detto questo. Io ho spiegato che la mia paura c'è con chiunque io non conosca per amicizia o per conoscenza obbligatoria (colleghi ad esempio). Sono qualcosa da cui io non posso scappare perchè non puoi scappare da qualcuno di "nuovo" che lavora con te. Queste sono conoscenze obbligatorie. E NON STO DICENDO CHE MI FACCIO TOCCARE DAI COLLEGHI. Specifichiamolo.
    Rientrano solo nelle mie conoscenze che se non fossero dovute ad un secondo motivo, io non avrei fatto.

    Ho forse detto che la mia paura è andare a farmi toccare e stare con il primo che passa?
    Non mi pare.


    Ho solo detto e specificato che per il mio trauma.. io ho difficoltà a non scappare dalle persone, al primo ricordo del mio "Problema" io scappo, fuggo, il famoso e attualissimo ghosting. Non mi sento in dovere di dare spiegazioni alla persona in questione perchè la mia paura e il mio terrore.. io non ci sono più e non sono quasi mai in grado di voler fornire spiegazioni. Quindi io scappo a prescindere. Scappo perchè non sono più in grado di riconoscere il "male".


    Non ho condiviso la mia esperienza anche esponendomi dal punto di vista di come mi comporto.. per.. far capire che io vorrei andare con chiunque. Il tema rimane lo stesso, ci sono solo dei dettagli in più.

    Il mio desiderio non è andare con chiunque. Non è un pensiero normale che una ragazza tra i 21 e 31 anni abbia la possibilità di fare esperienze? E non parlo di quanta gente ti porti a casa nel letto.. ma solo di uscire, conoscere persone, andare alle feste, avere appuntamenti, qualcosa.. ragazzi.. qualcosa. Io sono dieci anni che scappo.
    NON VOGLIO ANDARE CON CHIUNQUE. Non me ne frega niente di mollarla a tutti quelli che mi "incuriosiscono".


    --


    Oltre al mio problema che è evidente .. ok, lasciar stare app di incontri ecc. ecc. ma siamo nel 2024 e la gente non ti approccia più ai bar, quello è il modo per avere a che fare con qualcuno e mi permette di non espormi.
    Forse mi è così facile scappare perchè in realtà io queste entità che conosco non sono davvero persone, sono qualcosa che mi fa squillare il telefono. Secondo voi se uscissi con qualcuno, non mi bloccherei al minimo lontano ricordo del mio ex?
    Io non lo so com'è uscire con qualcuno, non ci ho mai più provato.
    Ho mille domande anche su questo:
    E se trovassi la forza di uscire con qualcuno e (ragionando per ipotetico) se andasse bene e mi trovassi ad avere un qualcosa con questo qualcuno.. e se poi si dimostrasse un mostro? il "PROBLEMA" era una persona normale fino a quando non è uscito il suo essere Mostro.
    Scapperei? Probabilmente mi "bloccherei" come mi suggerivate.

    Forse dare la colpa a lui e alla sua famiglia in qualche modo mi permetteva di non pensare alle conseguenze. Io cercavo solo risposte perchè non riesco ancora a capire se mi sto punendo in qualche maniera, mi sto proteggendo in qualche maniera, se sto esagerando in qualche maniera o se sto solo scappando anche da questa cosa, nella speranza che si risolva da sola e che io magicamente un giorno sia contenta e felice di conoscere qualcuno (qualcuno, non chiunque).

    Io divago le mie domande sono sempre le stesse, dovevo essere più furba.

    Era quello che supponevo.


    Per come funziona la società oggi è più facile che trovi "ginnastica" che non qualcuno in grado di desensibilizzarti abbastanza da poter tornare ad aver fiducia in un rapporto di coppia... ed è quello che succede. Per questo forse l'unica soluzione in questo caso può essere l'intervento di una mano esperta.

    Più facile per chi riesce a farlo, già di per se .. ritengo che non mi si addica andare con "chiunque" per della "ginnastica". Nel mio piccolo già da prima di questo evento che era il caso di fare una selezione. Diciamo che va pesata la ginnastica, non è va data a tutti quelli che la chiedono o che ti dicono "ci vediamo alle 19.00 da me". C'è di fondo una questione di meritocrazia, c'è chi se la merita e chi no. Molti sono no. Tante mie coetanee non la vedono come me. Loro hanno i loro giocattoli, manca uno, c'è l'altro.


    La società di oggi mi ha ovviamente infilato nel cervello che il corpo è mio e ci faccio quello che voglio, ma io, non gli altri.
    Quindi si, per la società di oggi è facile, basta eseguire un adbuzione degli arti inferiori. Questa cosa, se a qualcuno piace è liberissimo ovviamente di farla, per quanto riguarda me e i miei arti, sia dal punto di vista trauma che meno.. ho imparato ad evitare.


    Tralasciando che nessuno negli ultimi dieci anni ha avuto la possibilità di avvicinarsi abbastanza da desensibilizzarmi, quindi ragionando per assurdo (per me) o ci sbatto la testa e qualche essere umano si immola per la causa o vado da qualcuno?

    Ni.

    Culturalmente oggi Sì: è normale ed è visto anche come un atto di libertà. Nella realtà non è normale, non lo sarà mai e poco ha a che vedere con la libertà.


    In questo caso si tratta però di un eccesso, un trauma. Appena la mente sfiora determinati pensieri scatta il terrore.

    Non sono interessata a "chiunque" questo ci tengo a ribadirlo.


    Nel corso di questi anni mi sono affezionata a qualche persona che è entrata a far parte della mia vita e ci tengo, ci tengo tanto ma credo che se non fossi stata obbligata ad averci a che fare obbligatoriamente, non avrei mai deciso di intraprendere qualsiasi tipo di rapporto per mia spontanea volontà, mi sarei limitata a sorridere e sparire, un piccolo Casper. Non mi sarei mai fidata ad avvicinarmi a qualcuno. Sarei scappata, come al solito.

    Quindi forse la via per "la normalità" è essere obbligata? Come una terapia d'urto?

  • Io cercavo solo risposte perchè non riesco ancora a capire se mi sto punendo in qualche maniera, mi sto proteggendo in qualche maniera, se sto esagerando in qualche maniera o se sto solo scappando anche da questa cosa, nella speranza che si risolva da sola e che io magicamente un giorno sia contenta e felice di conoscere qualcuno (qualcuno, non chiunque).

    1. Sì, ti stai punendo in qualche maniera.
    2. Sì, ti stai proteggendo in qualche maniera, il fatto è che questa protezione eccessiva configura la punizione di cui al punto 1.
    3. Sì, stai esagerando in qualche maniera. Questa esagerazione sta nella protezione del punto 2.
    4. Stai scappando da questa cosa, non so se nella speranza che si risolva da sola: può essere. La fuga in ogni caso fa parte della protezione di cui al punto 3, la quale è operata con l'esagerazione del punto 3, che in virtù di questo genera la punizione del punto 1.

    La speranza che si risolva da sola è tipica di chi ha traumi o ansie derivate da cause varie. Il "non risolvere" ci consente di non misurarci col dolore, di non riviverlo, di mandarlo in oblio. In questo modo ci illudiamo di essere "più felici", ma in realtà stiamo solo calcificando o ingigantendo un problema che trasuda psicosomaticamente ad ogni occasione possibile e prima o poi potrebbe "esplodere".


    Il bias mentale per cui "assenza di dolore" equivale a "felicità" è sbagliato.

    Più facile per chi riesce a farlo, già di per se .. ritengo che non mi si addica andare con "chiunque" per della "ginnastica".

    :/

    Quello che sto dicendo io è che è più facile che trovi ginnastica che non persone disposte a "misurarsi" col tuo problema... non che devi andare con "chiunque".

    La società di oggi mi ha ovviamente infilato nel cervello che il corpo è mio e ci faccio quello che voglio, ma io, non gli altri.

    Questa è un'altra grandissima illusione. Nessuno è padrone del proprio corpo al 100%. Ci sono (o quantomeno dovrebbero esserci) dei limiti, degli "argini" che la società tiene in piedi per evitare che le persone si macellino da sole (sia fisicamente che psichicamente). Nella totale libertà assoluta si configurano le peggiori gabbie.

    Ma questo è un altro discorso.


    E' corretto dire che "il corpo è tuo e ci fai quello che vuoi", ma attualmente parte del tuo corpo e buona parte della tua mente sono di proprietà del trauma... che ci fa quel che vuole lui.

    Tralasciando che nessuno negli ultimi dieci anni ha avuto la possibilità di avvicinarsi abbastanza da desensibilizzarmi, quindi ragionando per assurdo (per me) o ci sbatto la testa e qualche essere umano si immola per la causa o vado da qualcuno?

    Questa possibilità è mancata perché per via del tuo trauma hai fatto di tutto per evitare che accadesse. Evitamento è la parola chiave.


    Nessuno s'immolerà alla causa... ed è corretto così. Ognuno è padrone dei propri traumi. Non sta agli estranei "curarli" se non debitamente pagati e/o se non c'è un legame affettivo blando. Diversamente la cura distrugge il legame affettivo.

    Non sono interessata a "chiunque" questo ci tengo a ribadirlo.

    Dopo la sessantaseiesima volta che lo leggo ci credo. Giuro che ci credo. :)

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

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