Prima uscita con un uomo

  • Capisco perfettamente però che questo possa succedere, e delusione dopo delusione porta a innalzare sempre più il muro che ci separa dagli altri.

    E' quello il problema, la chiusura la attuo anche con chi non ho ancora conosciuto, credo sia una strategia difensiva che si attiva automaticamente appena abbasso le difese e rimango delusa da qualcosa/qualcuno.

  • Spesso ci creiamo noi le delusioni.

    Il detto che il nostro peggior critico siamo noi, secondo me, è assolutamente vero, particolarmente per chi ha un carattere introverso, riflessivo e perfezionista.

    Il nostro critico interiore sta sempre li a criticare tutto ciò che facciamo, come lo facciamo, cosa diciamo. Ed è duro e inflessibile.

    La cosa peggiore è che invece verso gli altri è spesso comprensivo e indulgente. Siamo noi a dover essere sempre inappuntabili.

    Allora ecco che proiettiamo questa durezza, questa critica continua anche sugli altri, ci aspettiamo che ci critichino come facciamo noi con noi stessi.

    Hanno paura che non si divertano abbastanza o, peggio ancora, che li faccia sfigurare?

    In questo ci vedo una proiezione del tuo critico interiore.

    Molto probabilmente non ci hanno pensato a invitarti, oppure credono che possa non interessarti, insomma qualcosa di semplice e banale, ma tu ci hai letto una dura critica a come sei (noiosa, inadeguata).

    E questo è assolutamente comprensibile che possa darti cocenti delusioni e spingerti a non esporti con queste (e altre) persone.

    Ma pian piano te ne stai rendendo conto, completamente da sola poi!

    Analizza la situazione e dimmi se ho preso un granchio.


    Un piccolo post scriptum: quoto dei pezzi precisi di ciò che scrivi per capire da dove provengono le mie ipotesi ma capisco che possa non essere gradevole. In caso dimmelo senza problemi che evito, anche perchè è importante che tu scriva ciò che pensi senza nessun filtro.

  • Il nostro critico interiore sta sempre li a criticare tutto ciò che facciamo, come lo facciamo, cosa diciamo. Ed è duro e inflessibile.

    La cosa peggiore è che invece verso gli altri è spesso comprensivo e indulgente. Siamo noi a dover essere sempre inappuntabili.

    Allora ecco che proiettiamo questa durezza, questa critica continua anche sugli altri, ci aspettiamo che ci critichino come facciamo noi con noi stessi.

    Però vedi, io sono convinta che un atteggiamento ipercritico nei miei stessi confronti sarebbe potuto essere facilmente smorzato da un complimento sincero ogni tanto, una buona parola, un minimo interesse suscitato negli altri dalla mia persona.

    Quando non avviene mai nulla di tutto questo è duro pensare di valere qualcosa, non sono proprio il tipo che se la 'racconta'.

    Molto probabilmente non ci hanno pensato a invitarti, oppure credono che possa non interessarti, insomma qualcosa di semplice e banale, ma tu ci hai letto una dura critica a come sei (noiosa, inadeguata).

    Lo stesso atteggiamento di esclusione lo esercitavano anche nei confronti di altre persone che conoscevo, escluse dalla cerchia perché ritenute da loro inadeguate (lo so per certo perché ero presente quando commentavano in maniera sprezzante).

    Quindi deduco fossi anch'io nella mira.

  • Però vedi, io sono convinta che un atteggiamento ipercritico nei miei stessi confronti sarebbe potuto essere facilmente smorzato da un complimento sincero ogni tanto, una buona parola, un minimo interesse suscitato negli altri dalla mia persona.

    Secondo me dovresti invertire la prospettiva. Le persone che ottengono buone parole, interesse e complimenti sono persone che suscitano nelle altre persone questa reazione. A molti magari viene naturale, però non vuol dire che non si possa imparare a farlo o che sia un dato oggettivo e immutabile. In altre parole, devi essere tu a sforzarti in questo senso e non aspettare che siano gli altri a "scoprirti" solo perché esisti.

  • Però vedi, io sono convinta che un atteggiamento ipercritico nei miei stessi confronti sarebbe potuto essere facilmente smorzato da un complimento sincero ogni tanto, una buona parola, un minimo interesse suscitato negli altri dalla mia persona.

    Hai perfettamente ragione, un apprezzamento ha grande ripercussione sull'autostima. Ma bisogna saperlo "ricevere".

    Troppo spesso ci possiamo trovare a cercare il motivo nascosto di quel complimento se non ce ne riteniamo all'altezza.

    Prima di aspettare di essere apprezzati dagli altri dobbiamo imparare a darci il giusto valore. Perchè è giusto verso noi stessi, perchè gli altri sono incostanti e non possiamo dipendere da loro, perchè non è detto che abbiano ragione e ne sappiano più di noi.

    Ma per farlo dobbiamo essere obiettivi. Dobbiamo valutare le cose come faremmo per un altra persona, non dobbiamo dare ascolto al criticone, dobbiamo impegnarci a valutare tutto, non solo le cose negative, come vorrebbe il criticone.

    Quando non avviene mai nulla di tutto questo è duro pensare di valere qualcosa, non sono proprio il tipo che se la 'racconta'.

    Tu sei intelligente, fai un lavoro tra i più difficili, hai ottenuto tutto con il tuo impegno, sei interessante e, se posso, anche carina. A tutto questo non stai dando la giusta importanza, la stai dando a quello che gli altri pensano di te, come se questo potesse colmare quel vuoto lasciato dal mancato apprezzamento della tua famiglia per i tuoi successi (immagino).

    E' vero, al momento c'è una piccola lacuna nelle relazioni, ma ti stai impegnando per risolverla e, con la giusta predisposizione mentale che in parte hai, sicuramente riuscirai a colmarla ed avere la giusta soddisfazione anche li.


    So bene che non è facile come scriverlo, ma bisogna partire dal rendersene conto, vedere tutto con occhi obiettivi e piano piano acquisire consapevolezza.

    Lo stesso atteggiamento di esclusione lo esercitavano anche nei confronti di altre persone che conoscevo, escluse dalla cerchia perché ritenute da loro inadeguate (lo so per certo perché ero presente quando commentavano in maniera sprezzante).

    Quindi deduco fossi anch'io nella mira.

    Probabile che sia così, ma allora non erano le persone giuste da frequentare. Fai quattro chiacchiere su cose stupide quando capita e cerca qualcuno di più profondo. Sono loro a non meritare il tuo tempo, non il contrario.

    Però non chiuderti dietro il muro per questo, "allenati" ad essere cordiale con tutti.

  • Tipo?

    Ti va di raccontarcelo?

    In generale non credo condividiamo gli stessi "valori".

    A parte le smancerie suddette che trovo inopportune in un frangente come questo in cui non ci siamo ancora visti, c'è dell’altro.

    Ha interrotto gli studi in ingegneria a pochi esami dalla fine perché era fuori corso e, non volendo gravare sui genitori, ha trovato lavoro in un supermercato. Avrei capito se avesse avuto problemi familiari o altro, ma interrompere perché non se ne ha voglia mi lascia sempre un po' interdetta.

    Poi gli hanno offerto, dopo alcuni anni che lavorava in questo supermercato, la possibilità di diventare direttore. Una bella opportunità secondo me, quantomeno per iniziare un po' una "scalata". Ha rinunciato perché a detta sua avrebbe dovuto lavorare molto di più in cambio di un incremento salariale non congruo.

    Posso capire anche questo per carità, però un minimo di ambizione bisogna avercela nella vita, sennò rimaniamo sempre al solito punto. Per aspera ad astra.

    Altra cosa: ha una casa di proprietà e, da quando si è lasciato, è tornato a vivere dai suoi. Su questo non ho approfondito ma credo non ci sia da aspettarsi nulla di buono.


    Questo in estrema sintesi. Poi possibile che ci esca lo stesso, almeno per chiarire certe cose, ma diciamo che un po' lo slancio a conoscerlo meglio mi manca.

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