Io quelle poche volte che mi concedo di non ingoiare completamente il rospo (oppure non ci riesco!) viro verso il passivo-aggressivo, che alla fine è un altro modo di passare dalla parte del torto.
Concordo con te, l’ideale sarebbe un approccio di totale distacco zen!
Un distacco zen include distacco anche dal giudizio. Perché parli di torto o ragione? Nel giudicare il tuo comportamento, non appari distaccato. Per questo a volte io lascio esprimere la reattività: non la giudico. È anche umana se ci pensi. E se si parla di distacco zen, credo che questo ci vada più vicino. L'assenza di giudizio è una forma di distacco.
Altre volte, invece, lascio manifestare la reazione semi-liberamente, ma cerco di osservarla con attenzione divisa mentre si manifesta. Anche questa azione ha lo stesso scopo.
Usare solo la prima potrebbe nascondere un giudizio verso la reattività.
Ovvio che non vuol dire, riferendomi a Pantagruel, sputare fuoco e fiamme, e a maggior ragione qui che è un ambiente dove sono presenti persone con fragilità, a cui magari basta "un soffio di vento" per risentirne pesantemente.
Ma neanche essere sempre "sissignore" e zitto; ogni tanto puoi "cantarle" anche tu, soprattutto se sei convinto che hai ragione e la persona a cui ti rivolgi ti sembra robusta e pensi che non ne risentirà particolarmente.
Insomma, è anche umano essere reattivi, e a volte anche giusto sostenere le proprie ragioni a mio avviso. Se poi si riesce a essere civili nel farlo, meglio.