Garden sarebbe l'ideale, ma dovrei prima calmare la mente per poter guardare fuori di me, così capirei anche i miei errori. Anche perché questo mio stato d'animo è peggiorato con la depressione si era aggravata, prima ero normale. È come è vedessi tutto nero e dopo quelle esperienze ho paura di essere fregata, come se fossi bloccata senza vedere le opportunità che la vita mi presenta, e col timore di essere presa in giro.
Calmare la mente è una delle cose più difficili se è in un periodo di iperattività, quella che quando mi rivolgo a me stessa chiamo "paranoia dura".
Infatti, io stessa, che sarei in realtà di opinione amatoriale contraria ai farmaci in generale e inamovibile verso me stessa sul non prenderli a vita, taccio se uno è in un momento così e li usa per calmare la mente... anche se taccio anche per inesperienza, perché sospetto che certi farmaci non aiutino la lucidità. Forse dipende da cosa uno prende.
L'alternativa, se come hai scritto vuoi arrangiarti, almeno quella che io ho usato finora, quindi l'unica che nella mia limitatezza conosco, oltre a ciò che ho già scritto. Se sei in un momento molto "no" e vuoi tentare di calmare la mente per conto tuo, è cercare di pensare il meno possibile e, se puoi, di dormire il più possibile per un periodo, così la mente pian piano si calma.
Calma la sua iperattività di pensiero, che paragono a un'infiammazione. Come quando stai a letto perché hai la febbre e dormi tanto.
Cercando magari di non prenderti sul serio per quanto possibile in quello che pensi, perché è facile che siano pensieri distorti, finché non sei fuori dal brutto momento.
Infatti, dici che non ti fidi degli altri perché hai preso batoste e vedi buio, ecc., però calma: ferma tutto un momento; perché se sono pensieri che stai formulando maggiormente in questo particolare momento, potrebbero essere amplificati e distorti peggiorativamente dallo stato umorale.
Per questo, se riesci e se vuoi, cerca di non credere del tutto a quello che pensi, finché non ti senti di nuovo abbastanza ok.
Certo, se i tuoi (o altri) ti "rompono troppo le scatole", puoi provare a ignorarli, ma tanto altro non puoi fare, soprattutto se non hai da andare ad abitare altrove o se per il momento non ce la fai.
A me, se capita un periodo così, mi imbottisco di integratore di magnesio, e che provino "a scollarmi dalla mia cuccia se ci riescono", ma con il magnesio eccedo la dose consigliata, quindi è responsabilità mia nei miei confronti, ma non posso ovviamente consigliarlo ad altri.
Diciamo che anche quello fa un effetto simil soporifero, riprendendo dunque il tema del dormire il più possibile per abbassare l'attività mentale, che è lo stratagemma che di solito uso, anche istintivamente.
Forse ci saranno anche altri prodotti di libera vendita, ma io parlo più che altro di ciò che ho provato.
Ad esempio, l'unico prodotto erboristico pseudo-farmacologico di libera vendita che ho provato è l'iperico.
Per quanto mi riguarda non ne ho avuto una brutta esperienza, (se è stato quello), mi ha trasmesso un senso di pace, per cui può forse aiutare in periodo come il tuo, sempre volendoti arrangiare.
A me forse ha facilitato l'uscire da un breve momento di alterazione, (anche lì però eccedevo un po' per mia personale scelta).
Anche se poi personalmente ho smesso perché ho letto che gli SSRI possono creare danni non reversibili a livello dell'eros, e l'iperico per quanto blando dovrebbe avere lo stesso effetto.
Ci manca dopo una vita da vergine, di accettare pure un danno fisico permanente, lì sì che sentirei di essermi davvero mancata di rispetto. Ma qui sta alla scelta individuale, io riporto solo che qualche effetto positivo forse lo ha effettivamente avuto.
Tra l'altro sinceramente ho sentito dire sul funzionamento degli SSRI che il "come" funzionano, ha ovviamente la sua spiegazione ufficiale, ma è dibattuta, almeno a livello amatoriale.
Allora nel dibattito non professionale, io direi a mia opinione che la loro efficacia, almeno dalla "pace dei sensi" che brevemente ho sperimentato, è proprio specificatamente dovuta all'intaccamento dell'eros.
Chi come me e te (se non sbaglio) e i vari ragazzi vergini del forum, non fa coppia, non ha più di tanto modo di sfogare le energie riproduttive in eccesso, imbottigliate come in una pentola a pressione.
Parlando di depressione, hai mai provato a tenere una gatta non sterilizzata in calore chiusa in casa per qualche giorno per non ritrovarti con una covata di gattini? Ti fa martire, miagola "piange" per tutta la notte, ma soprattutto tormenta sé stessa.
Io non dico che siamo ai livelli dei gatti, ma è ovvio che a reprimere gli istinti ci sono delle conseguenze, siamo comunque mammiferi.
Vedo che uno stato depressivo più o meno forte, o uno stato di auto tormento, dilaga tra chi è in età fertile ma non vive una relazione soddisfacente, e non parlo solo di noi vergini, ma anche di chi per un lungo periodo vive un rapporto "castrante" o rimane single e in astensione da incontri occasionali.
Ho letto, non mi ricordo più dove, che in passato i sacerdoti antichi prendevano erbe psicotrope come il loto blu, che oltre tutto anche abbassava la libido, da cui sospetto che sia poi derivata in origine l'idea della pace nirvanica del Buddha seduto sul loto, a cui sospetto come spesso ho osservato nelle religioni (Biglino docet) sia stato attribuito a postumi un significato meno materiale e più spirituale.
E questo mi ha fatto venire in mente la "pace dei sensi" che ha me ha dato per breve tempo l'iperico (ovviamente senza effetti psicotropi).
E non mi meraviglierei del fatto che un'erba come l'iperico che reca ben due nomignoli religiosi, quale erba di San Giovanni ed erba scaccia diavoli, fosse ben conosciuta dai sacerdoti nostrani e usata per tollerare la castità imposta.
Tra l'altro, in alcuni percorsi esoterici antichi, a quanto ho sentito, la castità era proprio atta a che il "fuoco" riproduttivo, l'energia in eccesso non sfogata in attività riproduttoria, si riversasse nella mente alimentando come una fiamma l'attività del pensiero.
L'iperattività mentale o infiammazione di cui parlavo sopra, provoca dolore "brucia" ma "dal dolore della sabbia la conchiglia genera la perla", oppure dalla "pressione non sfogata" si crea il diamante.
Ovvero, tale condizione di privazione riproduttiva fa soffrire e induce l'uomo alla riflessività e al percorso interiore di conoscenza di sé, pur di trovare lo stratagemma per liberarsi dal malessere. Quando si suol dire "di necessità si fa virtù".
Tale sofferenza dovrebbe forse calare, se l'energia in eccesso viene sfogata in attività ginnica, motivo per cui sospetto che alcuni monaci orientali che praticano pure loro la castità, amino le arti marziali.
Perché ho scritto questa pappardella? Sperando di non averti tediato troppo, perché comunque siamo in una condizione simile, vergine io e vergine pure tu, e con tendenza depressiva.
Dunque quello che guida il mio modo di arrangiarmi e i suoi perché, può forse essere utile anche a te. Non per prendere per buono ciò che ho scritto, ma per usare il tuo senso critico personale a riguardo e chissà che qualcosa non possa tornare utile anche a te, su come provare a gestirti da sola nel tuo problema, come hai ventilato.
Una attività rilassante se non ti rompono le scatole se ti odono, può essere mantralizzare le vocali, ovvero facendo vibrare per qualche secondo ogni lettera. Io le pronuncio nell'ordine: I, E, O, U, A.
Se ci fai caso, la I risuonerà nella testa, la E la sentirai vibrare nella gola, la O nel cuore, la U nello stomaco e la A nell'apparato riproduttorio. È un modo di portare l'attenzione al corpo, sottraendola dai pensieri.
Poi penso che ci siano anche tecniche varie di meditazione che hanno questo scopo di calmare l'iperattività mentale, ma non le conosco, mai provate.