Sensi di colpa più grandi di me

  • Grazie della comprensione, ma non è solo il vissuto a farmelo dire, ma anche, fortunatamente, i valori e i principi che mi hanno insegnato. Detto questo, ognuno è libero di fare quello che vuole e io non mi dilungherò di certo a far cambiare idea a qualcuno. Cercherò sempre e solo di guardarmi bene da gente falsa, traditrice e disonesta, poi se arriveranno, li scarteremo come abbiamo sempre fatto.

    Quello che vuoi, ma non accetto insulti nè giudizi sulla mia persona perché non mi conosci, quindi non parlarmi di valori principi e non definirmi falsa traditrice e disonesta con questi modi.

  • Belle parole ma... è successo? Ed è andata davvero così? Se sì sei inattaccabile nella tua coerenza, se no, sono solo teorie idealizzanti.

    Dato per scontato che non si può sapere ciò che realmente muove l'opener, ciò che ha vissuto e ciò che sente dentro, diciamo che una persona può tradire per una miriade di motivi, si sente trascurata, si infatua di qualcun'altro, non si sente riconosciuta nella propria desiderabilità, ha bisogno di stimoli nuovi ecc.ecc. Se questa persona ha scelto di vivere in una relazione, che non sia una relazione "aperta" dove entrambi sono consapevoli e accettano che ci possano essere delle frequentazioni extra, la questione si configura come un inganno. Non è la sc∙∙∙ta in sé che io trovo disdicevole ma l'inganno, il carpire la fiducia e poi tradirla. È questo che io non riesco a digerire. Troverei più onesto dirlo prima "guarda io sono fatta così, ti sta bene? Naturalmente pure tu puoi distrarti se ti va". Mi rendo conto che pare una dissertazione moralista, ma non lo è, è morale. Le persone sono mica burattini da dirigere secondo i propri giramenti, le persone sono preziose.

  • Belle parole ma... è successo? Ed è andata davvero così? Se sì sei inattaccabile nella tua coerenza, se no, sono solo teorie idealizzanti.

    Sono vergine, quindi trai le tue conclusioni, le quali però non mi riguardano, in quanto io sarei coerente e lo so, e la prova la devo solo a me stessa, poiché il mio giudice sono io. Non delego tale potere agli altri, di farmi mettere in dubbio me stessa. Gli altri possono avere i loro dubbi, ma i dubbi altrui appartengono a chi li ha formulati, non a me, e li rimetto dunque al mittente. Io non ho dubbi riguardo a me stessa.


    Mi è capitato qualcosa di entità minore sul tema. La persona con cui mi giravo attorno da anni, esasperata dal fatto che non si arrivasse a nulla di concreto e con una mia amica che lo corteggiava, mi ha fatto intendere che aveva bisogno di cambiare aria e si è messo con lei. Io e lei siamo ancora amiche, non le ho mai portato risentimento. Il mio pensiero all'epoca è stato: "Lei ha i miei stessi gusti, quindi siamo simili". Ciò che ho provato è stata sorellanza, in realtà, e tristezza di "perderlo", ma di rabbia non mi è nemmeno passata l'ombra. Che diritto avevo io più di lei? Nemmeno se ci fossi stata assieme, perché mettersi assieme a me non è firmare un contratto. È vero che non stavamo insieme, ma il sentimento era reciproco. Sarà una "prova" minima, ma come ho detto, prove o no, comunque mi conosco.

    Non ho detto che non possa accadere a livello istintivo, dico che non trovo corretto a livello logico che si pretenda che gli altri vivano la loro vita in funzione delle tue aspettative.


    Ti faccio un esempio, perché forse decontestualizzare il principio dall'ambito sentimentale lo rende più chiaro.


    Hai un figlio, lo mandi a calcio, hai aspettative che diventi il primo della squadra e vinca le regionali da punta di diamante. Non ci riesce e per questo lo rimproveri pesantemente. Ti appare corretto in questo contesto?

  • Dato per scontato che non si può sapere ciò che realmente muove l'opener, ciò che ha vissuto e ciò che sente dentro, diciamo che una persona può tradire per una miriade di motivi, si sente trascurata, si infatua di qualcun' altro, non si sente riconosciuta nella propria desiderabilità, ha bisogno di stimoli nuovi ecc.ecc. Se questa persona ha scelto di vivere in una relazione, che non sia una relazione "aperta" dove entrambi sono consapevoli e accettano che ci possano essere delle frequentazioni extra, la questione si configura come un inganno. Non è la sc∙∙∙ta in sé che io trovo disdicevole ma l'inganno, il carpire la fiducia e poi tradirla. È questo che io non riesco a digerire. Troverei più onesto dirlo prima "guarda io sono fatta così, ti sta bene? Naturalmente pure tu puoi distrarti se ti va". Mi rendo conto che pare una dissertazione moralista, ma non lo è, è morale. Le persone sono mica burattini da dirigere secondo i propri giramenti, le persone sono preziose.

    Il discorso è che, a mio avviso, dal suo punto di vista l'opener non "sente" di aver tradito, perché continua a considerare lui il suo fidanzato e gli altri un gioco senza valore. Ovvero non ha trasferito il valore della relazione porzionandolo nelle "avventure". Per questo lei non sente di essere stata infedele. Poi, sul non dirlo prima, sì, è una presa di potere unidirezionale, ma questo a causa del senso comune, il quale a sua volta sarebbe discutibile. Mi sono trovata anche in passato a discutere di questo tema.

  • Il discorso è che, a mio avviso, dal suo punto di vista l'opener non "sente" di aver tradito, perché continua a considerare lui il suo fidanzato e gli altri un gioco senza valore. Ovvero non ha trasferito il valore della relazione porzionandolo nelle "avventure". Per questo lei non sente di essere stata infedele. Poi, sul non dirlo prima, sì, è una presa di potere unidirezionale, ma questo a causa del senso comune, il quale a sua volta sarebbe discutibile. Mi sono trovata anche in passato a discutere di questo tema.

    Garden con tutto il rispetto ma davvero non riesco ad avallare questo tipo di visione. Nessuno è senza valore, il fidanzato avrebbe dovuto essere messo a parte del suo modo di essere, diversamente è un inganno. Ma pure gli altri, come si fa ad averne una visione così strumentalizzata, che poi a loro va pure bene, tanto hanno ottenuto ciò che volevano, ma sarei io in primis come attrice, cioè colei che attua, a mettermi in discussione e a sentirmi a disagio per questo modo di usare gli altri.

  • Beh io non ci vedo niente di male. Su di me sono giunta alla conclusione che per stare in relazione ho bisogno di tradire se non addirittura di storie parallele. Poi tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e ci sono di mezzo i sensi di colpa, però non mi sorprende leggere le tue parole. Credo che occhio non vede, cuore non duole. In alcuni casi la relazione funzionava proprio perché avevo altri stimoli. Diversamente, mi annoiavo e anche la relazione era vuota e spenta.

    Certo, è brutto nei confronti dell’altra persona, che non merita di star male. Però io penso che alcune persone, come mi reputo anch’io, siano fatte male e in un modo o nell’altro cadranno sempre in queste situazioni, non dipende dalla persona più o meno giusta con cui si sta, è un’indole. Voi direte: è una scusa. Può essere anche questo. Però io capisco molto chi scrive queste parole.

    Scusa resta single e fai quello che vuoi no?

    Il tuo problema è che vorresti essere single per fare quello che vuoi, però nei momenti in cui sei sola o devi fare cose serve il tipo (per te non è un fidanzato, ma un gadget).

    Spero proprio di non incontrare mai una persona del genere in vita mia.

  • Ti faccio un esempio, perchè forse decontestualizzare il principio dall'ambito sentimentale lo rende più chiaro.


    Hai un figlio, lo mandi a calcio, hai aspettative che diventi il primo della squadra e vinca le regionali da punta di diamante, non ci riesce e per questo lo rimproveri pesantemente. Ti appare corretto in questo contesto?.

    Ciao Garden, è un esempio che non si adatta ai discorsi fatti fino ad ora, manca la "reciprocità", sei tu che mandi il figlio a calcio e sei tu che hai delle aspettative o meglio delle speranze che guardano tra l'altro al risultato e non all'impegno profuso. Mi suona più o meno come imposizione.


    Un esempio più adatto sarebbe: tuo figlio ti chiede di andare a calcio, tu ce lo mandi (non è un rapporto alla pari in quanto genitore/figlio non lo è, e per frequentare il calcio c'è bisogno di un tuo esborso, ma vabbè) chiedendo però che si impegni e si assuma la responsabilità di questa richiesta.


    Se non lo fa, ovvero se dopo 1 mese non ci vuole andare perchè non gli va più e "non mi rompere" è la sua risposta, trovo sacrosanto farglielo pesare (nei modi opportuni); nessuno lo "obbliga" a continuare col calcio, ma allo stesso tempo trovo "giusto" che la rottura del "patto" non passi per la tua indifferenza.


    Rimane un esempio non azzeccatissimo perchè rientrante in una dinamica sbilanciata (genitore/figlio) ma pur sempre utile.


    Ciao.

  • Il non volere vivere la vita in funzione delle aspettative degli altri però deve valere anche al contrario.

    Tutte le opinioni alternative, che possono essere variegate e molto personalizzate, acquisiscono senso e legittimità nel momento in cui vengono esplicitate e chiarite dal primo giorno.

    Se la mia idea di relazione non coincide con il "possesso" - che poi alla fine altro non è che una sana e ovvia esclusività - lo devo chiarire dal giorno numero 1, perché il "possesso" è quello che ci si aspetta di default e la base su cui si fonda la fiducia, il senso di sicurezza, etc. Se non lo faccio, prendo in giro l'altra persona, gli provoco un danno che non è un'opinione, è un fatto. La coppia è, per definizione, esclusiva. È fatta di due persone e basta. Se incontro una persona che cerca un rapporto di coppia (situazione di default) e io non voglio una coppia, ma voglio un altro tipo di relazione, se non lo esplicito sto mentendo e ingannando l'altro e mentire e ingannare - a meno che adesso non vogliamo rivisitare pure questo concetto - è universalmente sbagliato a prescindere dalle proprie filosofie personali (a meno che non si soffre di narcisismo o sociopatia). Questo naturalmente si riferisce a chi si comporta così come stile di vita, non a chi è successo di tradire sapendo perfettamente che era sbagliato.


    Non è che chi vuole un rapporto di coppia strettamente esclusivo sia sempre considerato nel giusto dalla società. L'importante è trovare qualcuno che condivida quello che vuoi tu e soprattutto che tu stesso/a sia disposto/a ad offrire quello che chiedi.

    Se la mia idea di coppia sana coincide con l'ammanettare (metaforicamente?) il mio partner in cantina, io non voglio rotte le scatole e non voglio essere giudicata tanto quanto quello che vuole praticare il "poliamore" (per fare un esempio), ma in entrambi i casi è imperativo trovare un partner a cui questo stia bene, ed è ovvio che per quanto mi riguarda io stessa dovrò poi accettare di essere a mia volta ammanettata in cantina, così come al "poliamoroso" (si dice così?) dovrà obbligatoriamente star bene di venire a propria volta cornificato. Non posso pretendere dall'altro/a qualcosa che io stessa non posso o non voglio offrire e viceversa. Questa direi che è la base, tutto il resto viene dopo.

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