Penso sempre a quando mio padre non ci sarà più

  • Buongiorno a tutti. Da un po’ di tempo mi capita di provare ansia pensando al momento in cui mio padre non ci sarà più. Attualmente ha poco più di 70 anni ma è in buona salute, eppure il fatto di vederlo invecchiare giorno dopo giorno mi rattrista. Ho perso mia madre quando avevo 12 anni, e per qualche anno prima che si risposasse io e mio padre siamo stati soli, quindi ho un rapporto molto stretto con lui (sono figlio unico). Nonostante abbia più di 30 anni, vivo ancora in casa con lui, e il fatto di pensare che sta diventando anziano mi impedisce di andare via di casa. In questi ultimi anni quasi tutti i miei amici si sono sistemati, chi sposato, chi vive da solo, mentre io non ho ancora trovato la persona giusta, anzi ultimamente sto limitando molto la mia vita sociale perché preferisco passare del tempo insieme, pensando sempre che tra qualche anno potrebbe non esserci più. Sta diventando quasi un’ossessione che mi impedisce di vivere serenamente. Secondo voi, da cosa dipende? E’ possibile tornare a vivere spensierato come fino a qualche anno fa?


    Ringrazio tutti quelli che mi risponderanno e che vorranno condividere la loro esperienza.


    Un caro saluto a tutti.

  • Qubit

    Approvato il thread.
  • Ciao, io mi ritrovo in parte nelle tue parole perché abbiamo una realtà che in alcune parti è simile. Ho 32 anni e mio padre 77.


    Lo aiuto in tutte le commissioni e pulizie di casa, però la vita propria va vissuta, bisogna anche pensare a sé stessi per andare avanti.


    Non fargli mancare nulla però concentrati anche su di te.

  • Io ho 45 anni e vivo ancora dai miei genitori che hanno entrambi più di 70 anni, anche se stanno meglio di me. Sono ancora dei punti di riferimento importanti per me e non so come farò senza di loro, perché la mia vita è il vuoto pneumatico. Penso che quando non ci saranno più sarò travolto dalla depressione e non riuscirò più a riprendermi, per cui cerco di vivere al meglio ogni giorno che mi resta con loro.

  • Ti rispondo da papà... sei un bravo figlio ed è bellissimo quello che scrivi, ma credo che tuo papà sarebbe felice se tu pensassi anche alla tua vita e alla tua realizzazione. Il massimo desiderio di un genitore è vedere la felicità di un figlio.

    I ricordi sono sempre bagnati di lacrime

  • Buongiorno a tutti. Da un po’ di tempo mi capita di provare ansia pensando al momento in cui mio padre non ci sarà più. Attualmente ha poco più di 70 anni ma è in buona salute, eppure il fatto di vederlo invecchiare giorno dopo giorno mi rattrista. Ho perso mia madre quando avevo 12 anni, e per qualche anno prima che si risposasse io e mio padre siamo stati soli, quindi ho un rapporto molto stretto con lui (sono figlio unico). Nonostante abbia più di 30 anni, vivo ancora in casa con lui, e il fatto di pensare che sta diventando anziano mi impedisce di andare via di casa. In questi ultimi anni quasi tutti i miei amici si sono sistemati, chi sposato, chi vive da solo, mentre io non ho ancora trovato la persona giusta, anzi ultimamente sto limitando molto la mia vita sociale perché preferisco passare del tempo insieme, pensando sempre che tra qualche anno potrebbe non esserci più. Sta diventando quasi un’ossessione che mi impedisce di vivere serenamente. Secondo voi, da cosa dipende? E’ possibile tornare a vivere spensierato come fino a qualche anno fa?


    Ringrazio tutti quelli che mi risponderanno e che vorranno condividere la loro esperienza.


    Un caro saluto a tutti.

    Cavolo, è una cosa che pensavo anche io e mi rattristava molto... Cercavo sempre di non vedere e non accettare le difficoltà fisiche che gradualmente aumentavano, anche se nel mio caso era ancora meno giustificata la cosa, dato che il divario era 30-56...

    Però credo che il problema fosse più la mia condizione, perché immagino che se avessi iniziato un graduale distacco negli anni precedenti questa paura non si sarebbe verificata, almeno non agli stessi livelli. Come per desensibilizzarsi, non so se ho reso l'idea.

    Io ho 45 anni e vivo ancora dai miei genitori che hanno entrambi più di 70 anni, anche se stanno meglio di me. Sono ancora dei punti di riferimento importanti per me e non so come farò senza di loro, perché la mia vita è il vuoto pneumatico. Penso che quando non ci saranno più sarò travolto dalla depressione e non riuscirò più a riprendermi, per cui cerco di vivere al meglio ogni giorno che mi resta con loro.

    Era un pensiero che attanagliava anche me, poi in realtà non è successo nulla di tutto questo. Inizialmente ho provato sensazioni simili a quando si viene lasciati da un partner e termina una relazione molto intensa: speravo fosse una sorta di incubo, non riuscivo a crederci e il silenzio mi terrorizzava.

    Questo però è durato in maniera intensa 2-3 giorni, per poi gradualmente sfumare. La nostalgia e quelle sensazioni mi sono rimaste, sicuramente mi hanno lasciato una ferita aperta ma già dopo un paio di settimane erano controllabili.

    Sinceramente non saprei cosa consigliarti ora, l'unica cosa certa è che sarà meno peggio di come la stai idealizzando ora. Forse serve un modo per dare il giusto peso alle cose, così da reinterpretare la tua situazione in termini più razionali? È una domanda che facevo anche a me stesso.

    Una cosa è certa, quando muore un genitore hai così tante cose a cui pensare, che nella quotidianità sono un inferno (burocrazia e pratiche varie), ma che in questi casi riescono a distrarti e di fatto a impedirti di isolarti. Almeno nel mio caso è stato così, le responsabilità sopraggiunte hanno evitato che collassassi su me stesso; tuttavia, non so quanto questo sia stato realmente corretto in termini di elaborazione...

  • Non so se vi potrebbe servire, perchè il mio caso non è uguale ai vostri, però mi ricordo che uno dei consigli che mi disse la mia psicologa per poter sentirsi meno dipendente dai genitori, era quello di imparare da soli a farsi da mangiare oppure lavare e stirare i propri vestiti.

    A me questo ha aiutato molto, spero possa essere utile anche per voi.

  • Mi ritrovo spesso a pensarci, pur non volendo e soprattutto perché mio padre è malato da molto tempo. Nonostante mia madre sia ancora in vita, non riesco a nutrire la stessa paura anche nei suoi confronti, non perché non le sia legata, ma perché allo stato attuale credo sia anche normale avere una maggiore apprensione per la salute di mio padre.

    Mi terrorizza l'idea di perderlo, però osservo tutte quelle persone che hanno già perso un genitore e mi rendo conto che sono riusciti tutti ad affrontare la cosa in qualche maniera. Mi dico che sono paure ingigantite e dettate dal fatto di non trovarsi in quella situazione, ragion per cui la ricamiamo a modo nostro. Ma se dovesse poi accadere, credo che anche noi riusciremmo a trovare la forza per gestire il distacco e razionalizzarlo. Ora come ora ci sembra impossibile, ma siamo "fatti" per sopravvivere ai nostri genitori. Le risorse per riuscire a superare il lutto sono tutte dentro di noi. Ognuno coi suoi tempi e i suoi modi, naturalmente.

  • Ora come ora ci sembra impossibile, ma siamo "fatti" per sopravvivere ai nostri genitori. Le risorse per riuscire a superare il lutto sono tutte dentro di noi. Ognuno coi suoi tempi e i suoi modi, naturalmente.

    Esattamente, l'uomo (inteso come specie umana) è progettato per superare questo lutto...il contrario (ossia la perdita di un figlio) è devastantante...ed è giusto che sia così.

    I ricordi sono sempre bagnati di lacrime

  • Anche a me succede di ritrovarmi a pensare a quando un giorno perderò mia mamma, momenti in cui mi viene il nodo alla gola e non di rado finisco a piangere di nascosto.

    Me ne andrò a breve di casa, geograficamente non vicinissimo, e mi sento in parte triste e preoccupata. È in salute e abbastanza energica, ma ho il terrore che le succeda qualcosa mentre io sono lontana, non vorrei lasciarla da sola.

    Dall'altra parte però cerco di pensare che i genitori vorrebbero vedere i propri figli felici, indipendenti e forti, e uscire dal nido e vivere la propria vita fa parte del percorso. Sicuramente anche tuo papà vorrebbe questo per te, per quanto gradisca e si goda la tua attuale compagnia.


    Purtroppo la morte e la separazione da loro, si spera il più tardi possibile, è uno step terribile ma che prima o poi toccherà a tutti. Cerco di pensare che è parte del ciclo della vita, che dovrò farmene una ragione quando accadrà, ma ti capisco.

    È bello e giusto che tu passi del tempo con lui ma allo stesso tempo non rinunciare alle esperienze che vuoi fare. Hai il diritto anche tu di farti la tua vita. Ricordati che comunque sei sempre per lui, anche se svolgi altre attività e stai con altre persone, e che se avesse bisogno tu non mancheresti di certo.

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