Potrei citare Baudelaire, Neruda, Bukowski, la stessa Merini e tanti altri, la carnalità è cantata in innumerevoli poesie... come altre forme di materialità, i fiori, il cielo, il mare, etc etc, la poesia è ovunque nel materiale e nell'immateriale, dipende dal sentire. Il poeta è semplicemente uno che sente.
Eppure c'è una sorta di cinismo nella materia; forse è l'egoismo del voler esistere. La natura, con le sue leggi, rende la poesia strumentale. Forse, nel dimenticarsene, vi è un ritorno all'innocenza, che rimette il cinismo nelle mani del creatore. Non si è più l'animatore, ma il bambino in gita.