Una storia come tante, o forse no

  • E' subito diventato ostile, ha iniziato a insinuare che volessi sapere dei suoi amici per chissà quale motivo, che avrei usato quelle informazioni per far loro del male, sulla base del "non ti conosco e non mi fido",

    Quindi lui non si fida di te perché non ti conosce (e pensa potresti fare del mare ai suoi ipotetici amici, dunque è anche un pelo Paranoico) però tu devi fidarti di lui e partire per un viaggio con sconosciuti? A me questa persona sembra molto squilibrata, anche per le reazioni fuori da ogni logica che ha. Ti consiglio vivamente di bloccarlo e non dargli più spago.

  • Ciao Proxima Centauri. Ti ringrazio. E' il mio proposito al momento, ho bloccato il numero ma premurandomi di dirgli che non era più il caso di continuare a sentirsi e che ci eravamo già detti tutto quello che c'era da dirsi. Conoscendomi, so che non sarà una cosa facile perché, per quanto anticonvenzionale e anche ingenuo fosse, da parte mia un interesse c'era. Ho avuto dei grossi momenti di dubbio per i tanti litigi che abbiamo avuto, ma quel legame da parte mia purtroppo esisteva (esiste tuttora, ma voglio parlarne al passato). Mi sembra quasi ironico che, dopo tutto il suo bel parlare e le accuse che mi ha sempre mosso, sono proprio io a sentirmi presa in giro.


    Io ho temporeggiato tanto, ne sono consapevole, ma proprio a causa del suo comportamento. Lui l'ha scambiato come un prendere tempo per delle cose che gli tenevo nascoste. Nascoste nella sua testa. Ma io gli ho sempre detto la verità. Su tutto, sulla mia vita e anche sul mio coinvolgimento nei suoi confronti. Ma a lui non basta mai, vede del marcio in qualsiasi cosa gli dica. Dico questo perché un'altra cosa che mi ha rimproverato questa sera, oltre a non aver trovato un modo per andare da lui, è stato "il mio fare di tutto affinché fosse lui a venire da me". E questo "non gli torna". E ci ricama, vede punti d'ombra anche in questa mia richiesta. Cosa ci sarebbe di così oscuro? L'unica cosa che mi viene da pensare è che creda che dietro al mio invito possa esserci l'intenzione di venderlo al mercato nero, viste le p∙∙∙∙∙e che arriva a pensare e la cattiveria di cui mi crede capace. Io non farei del male a una mosca. E poi mi ha detto che l'unico modo per fugare i dubbi era vedersi "giusto per fare amicizia".


    Scusatemi se sono così pedante, vi giuro, mi faccio pena anche da sola. Ma questo sminuire la portata dell'incontro è stato troppo. Non perché non sia giusto in sé, è ovvio che uno non parte con chissà quale progetto di vita in comune, ma dopo tutto quello che è stato detto in passato mi è suonato solo come un mettere dei paletti, ricondurre un eventuale rapporto alla sola amicizia e, santa miseria, di amici ne ho diversi. Che motivo avrei di cercarmi un amico lontano 600km? Di gente con cui parlare ne ho tanta, anche se poi di questo nemmeno ci parlo perché mi vergogno come una ladra. Sono anche una persona riservata su molti aspetti, il solo fatto di essermi aperta tanto con lui significava che per me era un po' più importante di tanti altri. Ma è ovvio che se quell'interesse da parte sua non c'è più, non ha senso andare avanti. Non me la sento di incontrarlo con il rischio di riscoprirmi più innamorata di quello che penso di essere e soffrirci anche di più. E non per il non essere ricambiata, perché dal vivo poi scopriamo che non c'è quell'entusiasmo; da parte sua quest'entusiasmo, chiamiamolo come vogliamo, non esiste e forse non è mai realmente esistito, se non a parole. Non me la sento affatto.


    Paoletta90 , è quello che ho fatto. Ho appena letto il tuo intervento, ma avevo già composto la risposta a Proxima. E' orribile dirlo, ma anche a me sembra squilibrato. Mi dispiace arrivare a pensare queste cose perché provo un affetto grande e sincero per lui. Ma mi offende. E' proprio il suo modo di ragionare a offendermi. Ed è molto lontano dal mio.

  • Ciao, ragazzi. Scusatemi se torno a scrivere qui, ma è successa una cosa che per me ha dell'incredibile.

    Vi ho lasciati dicendovi che l'avevo bloccato, cosa che non solo ho fatto, ma che mi faceva sentire anche in pace con l'universo. Niente litigi, niente insulti, niente di niente, solo la beneamata tranquillità. Ma purtroppo per me non è una cosa che è durata a lungo, perché benché fosse bloccato vedevo dall'elenco delle chiamate che provava a telefonarmi più volte al giorno. Idem con gli SMS, che finivano nella casella dei messaggi bloccati, e questa è una cosa che detesto, che nonostante si blocchi un contatto continuino ad arrivare messaggi che apparentemente non si possono bloccare in maniera definitiva. Nonostante gli avessi detto che non volevo più sentirlo, ho iniziato a sentirmi in colpa perché sembrava molto dispiaciuto e, prima ancora che pensare a me, non volevo che soffrisse il distacco. Allora, siccome sono proprio un genio con la g maiuscola, l'ho sbloccato. Sì, sono una cretina.

    Per qualche giorno è andata anche abbastanza bene, parlava in modo tranquillo, sembrava essersi anche reso conto di quanto fosse stato inopportuno in molte occasioni. Insomma, mi stressava molto meno, si parlava in modo civile. Poi è successo che dopo qualche giorno si è convinto di avere un cancro (spoiler, non ha proprio nulla, ma ci arriviamo con calma) e gli sono stata vicino anche più di quanto abbia mai fatto in precedenza.

    Mi è sempre sembrato un tipo che con la fantasia volava molto, ma insomma, di fronte a una paura così grande, per quanto a mio modo di vedere infondata, ho cercato di fare del mio meglio per tranquillizzarlo. Lui era molto spaventato, impaurito, cercavo di fargli capire che non c'era una stretta correlazione tra ciò che mi raccontava e la possibilità che fosse malato, anche se non potevo nemmeno escluderlo al 100%. Non sono un medico. Cercavo però di limitare il suo andare troppo in là con i pensieri.

    Questo fino a sabato scorso, quando è successa una cosa che già in quel momento mi ha fatto molto pensare. Doveva uscire con sua cugina, che non si capisce mai se sia effettivamente sua cugina o altro. In realtà questo presunto legame di parentela non l'ho mai capito dal momento che entrambi i suoi genitori sono figli unici, perciò non ha né zii né cugini stretti. Ma la cosa strana è che quando esce con questa persona, sparisce totalmente. Ora, io sono la prima che quando esce non sta con il telefono in mano e posso dire che detesto quelli che prendono appuntamenti e poi stanno tutto il tempo incollati a uno schermo, ma in genere, quando è in gruppo o con altri ragazzi qualche messaggio me lo scrive pure. Non pretendo che una persona mi contatti quando esce, anzi, sono molto tranquilla in questi casi, ma c'è proprio un cambiamento radicale quando è con questa persona, e ovviamente la cosa mi ha sempre fatto pensare. Prima che uscisse mi ha scritto tutto un tema come "non pensare male come al solito, se ti scrivo meno è perché sono impegnato ma non c'è nulla di quello che pensi tu. Non sparire però, stammi vicino, sono spaventato, scrivimi ma non mettermi addosso altri pensieri. Sono molto angosciato di mio, anche lei sta male, siamo due disastri in quanto a salute" e mi ha fatto tutto un elenco di pseudo patologie di questa "cugina" che, da una persona che non voleva nemmeno dirmi i nomi dei suoi amici, mi è pure suonato esagerato. Gli ho solo scritto che mi dava fastidio questo mettere le mani avanti perché in effetti i suoi messaggi mi suonavano più come un "siamo gravemente malati, non rompere troppo".

    Io, scema nell'anima, visto che aveva bisogno di vicinanza, gli ho scritto comunque qualche messaggio. Lui, ovviamente è sparito per tutta la serata. Il gran signore che è mi ha scritto il giorno dopo tutto soddisfatto dicendomi "lo so che ti ha dato fastidio che sono uscito con lei, ti consiglio di prenderti il maalox per il mal di stomaco e il proctil per i bruciori di c***". Al che, ho iniziato a ignorarlo. Dopo qualche ora mi ha scritto che si rendeva conto di essere stato poco simpatico coi suoi discorsetti, io ho lasciato correre sapendo quanto fosse in pensiero per la sua salute. Quest'ultima settimana ha fatto tutte le analisi e gli esami del caso, e ovviamente come immaginavo non gli hanno trovato nulla. Due giorni fa, pensando erroneamente che fosse finalmente sereno, mi sono permessa di scherzare un po' con lui, di fare qualche discorso leggero. Visualizzava senza rispondere, gli ho chiesto che diavolo avesse, la risposta è stata "ci sono momenti e momenti per scherzare, è stata una settimana dura per me. Ho solo bisogno di pensare a me e alle cose belle della mia vita, tu non ne fai parte".

    Ci sono rimasta così male dopo tutta la vicinanza che gli ho offerto, avendo io un genitore malato davvero di cancro e sapendo che diavolo vuol dire, che leggere certe parole mi ha spiazzata in tronco. Non sono stata gentile nella risposta, anzi, gli ho detto che è stato un grande egoista e che, passata la paura, ha ripreso le distanze. L'ho bloccato di nuovo, ma stavolta non mi sento così in pace come un mese fa. Mi sento profondamente umiliata. Non ho più nessuna intenzione di sentirlo, vederlo meno che mai. Però sono molto angosciata e non ne capisco nemmeno il motivo. So che questo rapporto ha preso una piega non tossica, di più, e che sto molto meglio senza di lui, ma persino pensare che stia meglio senza di lui mi rattrista un bel po'. Forse perché dopo tutto questo tempo non sono riuscita davvero a cavarne nulla di buono da tutta questa storia. Mi sento sfruttata e basta.

    Forse scrivo tutto questo più per me, per fissare tutti i miei pensieri. Ma se mi mandaste a quel paese per quanto sono stata idiota a riaprire un dialogo con lui mi fareste davvero un gran piacere.

  • Non ti manderò a quel paese, ci mancherebbe altro, ma ti rendi conto che la persona con cui hai avuto a che fare (tra l'altro senza averla mai vista dal vivo) è profondamente disturbata? Tienilo bloccato per sempre e tanti saluti.

    Non ti ha umiliata, ha umiliato se stesso tu hai fatto lo sbaglio di dare corda ai suoi comportamenti squilibrati... la rete è piena di soggetti simili, perciò è sempre meglio - se si incontra qualcuno online- incontrarlo dal vivo dopo poco tempo...

  • Paoletta90 Col senno di poi, sono molto felice invece di non averlo incontrato. Forse l'avrei capito prima, incontrandolo, per carità, ma non avrei mai immaginato nulla di tutto questo nel tempo. E forse è questo a dispiacermi molto, il fatto che davvero all'inizio non sembrava affatto questo genere di persona. Però hai ragione, non si può considerare una persona equilibrata, purtroppo. Non gli rivolgerò mai più la parola, preferirei morire piuttosto. E' stata solo una grandissima delusione, ma proprio a livello caratteriale, personale, non come delusione "d'amore". Non la metterei mai in questi termini, anzi, non credo ci possano essere risvolti affettivi di nessun tipo in tutta questa storia.

  • So che questo rapporto ha preso una piega tossica

    Che altro aggiungere?

    E poi la frase dove dice che non fai parte delle cose belle della sua vita... che dire, sembra gli piaccia coinvolgerti in un'altalena emozionale, credo che anche tu hai già fatto le giuste considerazioni e sei consapevole che questa storia sta prendendo una piega strana. Sembri esserti legata in qualche modo a lui, affezionata, non so... mi unisco agli altri e ti consiglio di non sentirlo più, da quello che scrivi questa relazione più che farti bene ti lascia disorientata, delusa, e i suoi comportamenti a volte sembrano indecifrabili.


    La delusione passerà, non essere troppo dura con te stessa, pensavi di aver conosciuto una persona interessante che poi si è rivelata diversa da come credevi, capita a tutti, tra l'altro neanche lo avevi mai incontrato, non fartene una colpa.


    Spero che trovi una persona che ti faccia stare bene e con cui vivere una relazione sana, anche se personalmente credo sia una cosa sempre più rara. Considerazioni puramente personali.

    Credo nell'amore, ci credo veramente, è una forma di energia di cui non conosciamo appieno la natura, ma che regola il cosmo.

    Credo meno nelle persone, sia per le esperienze vissute (direttamente e non) sia per la società in generale. Sembra che tutti siano sempre più centrati su loro stessi, sempre più egoisti, materialisti, indifferenti agli altri e senza valori che io ritengo fondamentali.

    Compassione, rispetto per gli altri, per la natura... solo per citarne alcuni.

    Comunque sto uscendo dal discorso... :)

    Col senno di poi, sono molto felice di non averlo incontrato.


    Non gli rivolgerò mai più la parola

    Probabilmente meglio così.

    Mi sembra una scelta giusta

  • Faulkner un'altalena, esatto. Le montagne russe. Mi sembra sempre di vivere tra profondi su e giù, e soprattutto in ansia costante. E' da tre giorni che non lo sento, e anche l'ansia è meno presente, però sono parecchio triste. Non dico nemmeno che mi manca perché sarebbe inesatto. Dovrebbe mancarmi anche tutto il malessere che mi provoca e di quello ne faccio a meno. Sono triste più per me, per tutto quello è successo, per tanti disagi che ha creato e che si potevano evitare.

    Sto pensando spesso a tutto quello che è successo, è stato così fin dall'inizio dopotutto, solo che era meno volgare. Ma quando si passano certi limiti, non si torna indietro. Persino essere offensivi diventa la normalità ed è una normalità che io non accetto. E solo per questo era una situazione da chiudere. Credo che sarebbe stato la stessa identica persona anche se lo avessi incontrato, che non era dovuto solo alla frustrazione. E' proprio un tratto caratteriale, io ne sono sicura.

    Vi dicevo che non potevo raggiungerlo nell'immediato per esempio, se il 2022 è stato l'anno peggiore della mia vita, il 2023 è stato l'anno dei funerali. Ciò nonostante, non così brutto come il 2022, e questo è tutto dire. Non mi sento in colpa per non averlo incontrato, però forse sì, ho la mia fetta di responsabilità, ma quando conosci una persona, non esiste solo "la persona". Esiste anche la sua vita, una situazione preesistente che non puoi ignorare. E avevo delle mie responsabilità qui, appunto. Responsabilità di cui gli ho parlato. Quando gliene parlai la prima volta, quando gli spiegai perché non potevo raggiungerlo e dopo essersi già dichiarato innamorato perso, mi disse "allora è meglio se ti lascio stare, forse è meglio non sentirsi più". La prima cosa che pensai fu "complimenti!". Però era una sua scelta. Non gli dicevo che non mi interessava lui, solo che era un periodo delicato e non potevo proprio andare da lui in quel momento. Insomma, se davvero tieni a una persona, forse pensi anche un po' a quello che sta vivendo. Lui pensava solo a se stesso, salvo poi tornare tutto dispiaciuto e piangendo e dirmi "scusa per quello che ti ho detto, mi sono solo spaventato". Spaventato di che? Ero io quella nel bel mezzo dei lutti. E' rimasto, ma sai quante volte esordiva con frasi come "ma che te ne importa, tanto lo sai che queste persone stanno per morire. A che serve che tu sia lì?". E non erano persone estranee ovviamente, erano persone vicinissime. Avrei dovuto accorgermi dei primi segnali, in quel momento mi sembravano solo frasi strane, solo adesso forse inizio a vedere quanto fossero preoccupanti. Mi faceva pressioni anche in quei momenti, anche durante i funerali. "Eh ma adesso devi stare vicino a Tizio, Caio, Sempronio, non hai tempo per me, allora è meglio che ti abbandoni". E io che anche in quei momenti mi ritrovavo a farlo ragionare, a non dire idiozie, anche perché onestamente stavo già tanto male di mio e non riuscivo a sopportare anche l'idea che se ne andasse. Ma a poco a poco tutte queste cose hanno iniziato ad avere il loro peso. Sono arrivata a fare i biglietti a settembre per andare da lui, ma più per esasperazione. Dopo averli fatti, continuava a ricattarmi "tanto se anche questa salta, non mi senti più". E io che gli dicevo che non era il caso di andare avanti con queste frasi, i biglietti erano lì. Era così tanta la pressione, che alla fine è vero, non sono andata più da lui comunque. Vero è pure che a casa le cose erano difficili e che avevo fatto i biglietti più perché la finisse, senza farmi bene i calcoli. E comunque no, non è sparito di certo nemmeno dopo quella. Ma dico sempre una piccola parte di tutto quello che è stato, è una piccolissima percentuale rispetto a tutti i malesseri quotidiani, alle scenate di rabbia fatte quando non ce n'era alcun bisogno. Si poteva vivere tutto con più calma, e forse oggi sarebbe andata diversamente. Ma forse quello che dici tu è giusto, l'amore è un conto, le persone sono un discorso a parte. E a volte non bastano il sentimento, la voglia di conoscersi. Perché è il carattere, il vissuto, a stabilire se un incastro è fatto per durare. Io idealisticamente ti direi che credo tanto nell'amore, ma molto più spesso dietro a questa parola si nasconde tutt'altro. Bisogno di attenzioni, possesso... non lo so, ma in tutta la mia vita ho visto più rapporti disfunzionali che rapporti equilibrati.

  • Ma forse quello che dici tu è giusto, l'amore è un conto, le persone sono un discorso a parte. E a volte non bastano il sentimento, la voglia di conoscersi. Perché è il carattere, il vissuto, a stabilire se un incastro è fatto per durare. Io idealisticamente ti direi che credo tanto nell'amore, ma molto più spesso dietro a questa parola si nasconde tutt'altro. Bisogno di attenzioni, possesso... non lo so, ma in tutta la mia vita ho visto più rapporti disfunzionali che rapporti equilibrati.

    Comincio dalla fine. La penso esattamente come te.

    Il discorso sull'amore sarebbe infinito, anche la percezione di cosa sia cambia, evolve, matura con gli anni. Nessuno sa spiegarlo ma tutti sappiamo cos'è. E' la forza più potente che esista, ognuno ha la sua di risposta e tutti abbiamo ragione. L'amore è tutto, è tutte le parole e tutti i silenzi del mondo.

    Stare insieme con una persona che si ama ed essere ricambiati è una cosa meravigliosa. Come dici tu spesso l'amore è ingannevole e ci rende meno lucidi, meno obiettivi su alcune situazioni o comportamenti. Amiamo, soffriamo, in fondo è questo che ci rende umani.

    L'amore inteso in senso universale coinvolge tutto, ma proprio tutto. Persone, animali, la natura, le stelle... tutto è permeato da una vibrazione invisibile che mi piace collegare al concetto di amore. Nello specifico, in una relazione intendo, come dici tu il sentimento non basta, ci sono tanti altri tasselli da incastrare, obiettivi comuni, sacrificio, la voglia di impegnarsi per la vita (o parte di essa) con un'altra persona... e tanto coraggio :)


    Anch'io di rapporti equilibrati ne ho visti pochi, ci sono volte in cui credo che non siamo fatti per stare insieme a una persona per tutta la vita... visione puramente personale.


    Mi sembra sempre di vivere tra profondi su e giù, e soprattutto in ansia costante.


    Sto pensando spesso a tutto quello che è successo, è stato così fin dall'inizio dopotutto, solo che era meno volgare. Ma quando si passano certi limiti, non si torna indietro.

    Da tutto quello che hai scritto secondo me i limiti li ha passati più di una volta, ti senti profondamente turbata perché coinvolta in una specie di gioco perverso da parte sua. Anche questa è una considerazione personale, non voglio esprimermi su una persona che non conosco, ma certe frasi io non sognerei mai di dirle.


    sai quante volte esordiva con frasi come "ma che te ne importa, tanto lo sai che queste persone stanno per morire. A che serve che tu sia lì?". E non erano persone estranee ovviamente, erano persone vicinissime.

    Mi faceva pressioni anche in quei momenti, anche durante i funerali. "Eh ma adesso devi stare vicino a Tizio, Caio, non hai tempo per me, allora è meglio che ti abbandoni".

    Negli ultimi tre anni ho perso molte persone a me care, tra le più care. Quasi piango nello scriverlo. Mi mancano, vorrei tanto poterle riabbracciare, parlarci... e niente, scende una lacrima.

    Più di una.

    ...


    Queste frasi non le commento neanche.


    Ma dico sempre una piccola parte di tutto quello che è stato, è una piccolissima percentuale rispetto a tutti i malesseri quotidiani, alle scenate di rabbia fatte quando non ce n'era alcun bisogno.

    Si poteva vivere tutto con più calma, e forse oggi sarebbe andata diversamente.

    E' difficile fare delle considerazioni sulla base di frammenti della storia. Parli di malessere, di scenate fuori luogo, per di più senza esservi mai visti... non mi sembrano ottimi presupposti.

    Eppure percepisco nostalgia, anzi rimpianto nelle tue parole. Forse sbaglio. Però a me sembra che tu sia molto coinvolta, in qualche modo lui (o l'idea che tu hai di lui) ti piace, nonostante tutto.

    E qui chiudo, mi sono innamorato più volte di persone sbagliate, non sono la persona migliore per dare consigli :D


    "L'amore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce"

    Non ricordo di è...


    P.s. Ho controllato, è di Pascal. E non è "l'amore" ma "il cuore"

  • E' molto bello leggere le tue considerazioni, mi fanno anche molto riflettere.

    Non so se è esattamente nostalgia, sicuramente mi manca la persona che credevo di conoscere, quella dei primissimi tempi. E ti posso assicurare che era una persona diametralmente opposta a quella che poi ho "conosciuto". E ho indubbiamente idealizzato una persona che forse non esiste. A me dispiace questo, fondamentalmente: si è trovato, a prescindere dal suo carattere, a cavallo di un grande cambiamento della mia vita. Stavo mettendo in discussione molte cose, venivano a mancarmi molti punti fermi. In quest'ultimo anno e mezzo sono cambiate tante cose ed è stato un periodo molto doloroso, non so nemmeno come abbia fatto a superarlo se proprio devo essere onesta. E io so che anche lui ne ha fatto le sue spese, si è trovato coinvolto, anche se indirettamente, in questi miei problemi. C'erano anche degli aspetti un po' più personali oltre che quelle situazioni su cui non avevo il minimo controllo. Però, ed è un però enorme, lui ha vissuto tutto questo come una sorta di attacco personale. Ha, come dire, fatto dei miei problemi, delle mie situazioni, un male diretto a se stesso. Ogni cosa che mi riguardava aveva un risvolto su di lui. Forse mi spiego poco, ma non servivano a nulla le mie rassicurazioni. Se solo si fosse fidato un pochino di più delle mie intenzioni, dei miei sentimenti nei suoi confronti, se ci fossimo "accompagnati" in questo percorso, per quanto anche sbagliato per lui, sarebbe stato molto diverso. Ma ecco, lui faceva una competizione dei miei affetti. Glielo dicevo che non c'era nessuno a cui in quel momento tenessi più di quanto tenevo a lui, ma non bastava. Si misurava con ogni situazione, persona della mia vita. Tutto era più importante per me al di fuori di lui (nella sua testa). Persino il mio stare qui, il fatto che fossi un po' costretta dalle circostanze a vivere tutto con i giusti tempi, per lui erano delle scuse per non doverlo incontrare. Io non ho mai detto nulla che non pensassi, gli parlavo perché sapevo quanto tenessi a lui, non era una perdita di tempo. Ma appunto lui ci vedeva sempre dell'altro. Io ho un po' questo carattere, penso tanto agli altri, anche a scapito del mio percorso a volte. E questa è una cosa che mi ha sempre rimproverato. Da qui, per aver messo anche un po' da parte la mia vita, veniva fuori che ero "un'incapace, una fallita, una perdente". Questi erano i suoi insulti preferiti. E proprio questi insulti nel tempo hanno fatto di lui un mio problema, che si è sommato agli altri problemi della mia vita.

    Io sono consapevole di avere molti difetti, ma penso un po' questo: non per vantarmi, perché sono una persona fortemente autocritica e mi metto molto in discussione, ma eccetto lui, che mi considerava una persona così sbagliata e tossica, ho molte persone, amici, che mi ringraziano persino di far parte della loro vita. E io non so dove sia la ragione. Eppure sono fondamentalmente sempre la stessa. E poi c'è lui che disprezza persino i suoi. E forse penso che, per quanto mi abbia fatta sentire sbagliata, forse è lui che proprio non riesce a rapportarsi al prossimo senza vedere il male ovunque. Mi dispiace, sai? Mi dispiace perché indubbiamente pensa a me come a qualcuno che ha voluto fargli del male. Io questo non l'ho mai fatto, ho sempre voluto il suo bene. Sempre, era quanto di più caro potessi avere al mondo. Ma naturalmente, se è questo che pensa di me, spero che possa trovare la sua felicità altrove. Altro non posso fare.

    Le tue considerazioni sull'amore mi colpiscono perché per me l'amore è un saper condividere, supportarsi, dialogare. Lui ad esempio mi privava del dialogo quasi come una punizione per non esserci visti. Diceva che nonostante fossi la persona a lui più affine, giorno dopo giorno diventavamo più distanti. Per me non era così. E da parte sua mi suonava più come una presa di posizione. Ma se manca il dialogo, manca tutto.

    Per il resto, l'amore è quanto di più "assurdo" per me esista al mondo, è come una forza che ci eleva, che ci trasforma in qualcos'altro. Per me è sempre stato quel qualcosa che mi ha persino fatto dubitare che la vita fosse il frutto del caso. Non sono mai stata credente, anche se è una condizione che non vivo con serenità. Ma quando penso alla perfezione che ci circonda, e l'amore lo è, allora penso che tutto abbia un senso che forse non riusciamo a comprendere. Tanti nostri schemi mentali sono regolati dai nostri geni, per dire, ma innamorarsi va al di là di qualsiasi comportamento "meccanico". L'amore lo si può spiegare a livello di chimica, ma per me ha quasi un'origine sconosciuta. Se fosse solo per l'accoppiamento, basterebbe scegliere la combinazione più efficace, ma quell'ossessione che ne deriva, beh, è un fenomeno più complesso. Ammesso che si parli di un amore scevro da qualsiasi egoismo, e questo sì, è talmente raro che io di certo non l'ho mai visto. Non per forza un amore che duri tutta la vita, le persone cambiano, ma ti parlo proprio di intenti, di una forza appunto che ci porta a voler essere migliori. Ma quanti di noi poi lo sono? Il più delle volte vedo coppie che considerano il partner come un prolungamento di sé. Per me l'amore è esattamente l'opposto, voler vedere l'altro felice a prescindere da se stessi, non a scapito di se stessi, ma appunto senza condizionarlo, offenderlo, piegarlo, colpevolizzarlo.

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