Pressioni in famiglia e Università

Scusa, ma avevi detto ai tuoi di esserti iscritto ad un'altra facoltà?

Hai fatto bene a dirgli la verità. Io conosco una persona che era iscritta al DAMS di Torino. I suoi genitori dicevano che come corso di laurea serviva a poco; così sono giunti ad un compromesso: considerando che non c'era obbligo di frequenza, questa persona ha studiato e lavorato insieme. Non frequentava, andava all'università solo a dare gli esami.

Beh, hai sbagliato a non dirglielo subito, ovvio che ora la loro reazione sia abbastanza rabbiosa. Poi hai pure continuato a mentire, inventando un fantomatico errore della segreteria... non è che sia piacevole farsi prendere per il naso così.

Dovresti affrontare il discorso davvero, dicendo loro che hai una vera passione e che sei sicuro che il tuo percorso debba essere quello da te scelto... impegnati però al massimo e dai gli esami con buon profitto e cercando di non perdere tempo, sennò non sei credibile.

Ti mando un abbraccio, mi spiace.

Citazione da DarioWasserman

ho parlato già tempo prima di iscrivermi all'uni, ma loro sono sempre stati in forte disaccordo

Tanto da vietarti di iscriverti all'università che volevi? Se il loro è un no senza possibilità di appello, non ti resta che dirgli che ti manterrai da solo agli studi: se hai possibilità di fare il pendolare, puoi riuscire a pagarti le tasse con qualche lavoro saltuario. Magari riesci anche ad ottenere una borsa di studio.

Citazione da DarioWasserman

Buonasera a tutti, finalmente trovo il coraggio di esprimere quel che di concreto sto vivendo da un bel po' di tempo e a cui cerco di resistere.

Premetto che sono cresciuto in una famiglia molto rigida, "all'antica" diciamo, che devo dire che mi ha permesso di vedere il mondo con uno sguardo critico. Ma andiamo al succo.

Questa sera mi ritrovo qui a scrivere in quanto i modi di mio padre sono arrivati a essere così opprimenti, da impedirmi di farmi fare una scelta libera all'università.

Sono un grandissimo appassionato della sociologia e delle materie umanistiche, quindi quest'anno decido di iscrivermi a comunicazione e DAMS, ma inizio l'anno con una fortissima ansia, tale da distogliermi dalle lezioni.

Mosso dallo stato in cui verso, oggi pomeriggio, decido di telefonare a mio padre, inscenando il fatto di ritrovarmi iscritto al corso, per un equivoco accaduto in segreteria, ma la sua reazione è stata più che aspettata, esprimendo tutta la rabbia verso "l'accaduto" e di risolvere subito, visto che tale corso non mi servirebbe a niente, che è solo una grandissima perdita di tempo...

È da un bel po' che penso in continuazione alle ripercussioni, alla rabbia e delusione di mio padre nei miei confronti, non riposo la notte, vivo uno stato altalenante fra ansia e agitazione . Credo che stia arrivando al limite della gestione di tutto. Tali emozioni dominano come mostri le mie giornate e mi tolgono la concentrazione da tutto.

Sono consapevole che le risposte a questo thread non possano essere molte, ma questa sera mi ritrovo a scrivere in quanto confido nel contatto con le persone, sperando che alleggerisca questo mio male di vivere degli ultimi mesi. Saluti a tutti.

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Facile giudicare quando non ci troviamo in mezzo alle situazioni. Ti comprendo perché io ho avuto due libretti all'università.
Uno per casa. E quello vero. Non trovavo la forza come te di dire che non avevo fatto esami, per un lungo periodo. Per ragioni varie.
Dunque decisi come te di adottare la bugia. Fino a quando, per il peso del rimorso, ammisi tutto.
Ricordo la sfuriata di mia madre. Dopo un po' se ne fece una ragione ed io continuai a completare il mio percorso.

Oggi ci ridiamo sopra. Sono imprenditore, ho 3 figli, etc etc. (e soffro anche di ansia generalizzata aspecifica). Anche quell'esperienza è bagaglio della vita.

Cerca anche tu di considerarlo tale. Buona vita.

Ciao DarioWasserman

Sono molto dispiaciuta per la tua situazione, non è bello avere i genitori che remano contro. Tuttavia, se il DAMS ti appassiona ed è quello che in cuor tuo desideri fortemente, non devi desistere. Se ne faranno una ragione prima o poi.

Purtroppo nemmeno di fronte la tua bugia riescono a percepire il disagio che provi, la mancanza di empatia è evidente.

Quindi ti consiglio di non aspettarti che siano contenti o che approvino ciò che fai.

L'importante è che tu sia contento della tua scelta, il resto non conta. Perché la vita è tua e anche il lavoro che sceglierai di fare.

Quale sarebbe l'alternativa? Scegliere un percorso di studi che non ti piace ma soddisfi le loro aspettative? Davvero pensi sia meno doloroso/frustrante di quanto stai vivendo adesso?

Voglio inoltre ricordare che l'art. 147 c.c. recita:“ il figlio ha diritto di essere mantenuto, educato, istruito e assistito moralmente dai genitori, nel rispetto delle sue capacità, delle sue inclinazioni naturali e delle sue aspirazioni”

Perciò non stai assolutamente facendo nulla di sbagliato, è un tuo SACROSANTO diritto.

Nemmeno i miei genitori hanno presero bene la notizia che volessi andare a convivere, ma io sono padrona della mia vita non schiava delle loro aspettative. Mi rendo conto che non è la medesima situazione, però la vita è una sola e già abbastanza complessa di suo. Immagina di alzarti al mattino ed essere costretto a fare qualcosa che tu non hai scelto. Ogni giorno. Penso che ti deprimeresti terribilmente.

Sono consapevole che risulta difficile mantenere tale posizione contro i genitori, specie se fanno fronte comune. Ma, ripeto, è la tua vita, sono le tue scelte. Loro possono consigliarti, senza imporsi.

Segui il tuo cuore. Gli altri se ne facciano una ragione.

Ti auguro il meglio e soprattutto che questo difficile momento passi velocemente.