Le cristallizzazioni (zone comfort) portano sempre malessere, siamo esseri destinati all'evoluzione e inconsapevolmente, dimenandoci in certi legami sentimentali complicati e irraggiungibili (ne so qualcosa) è quella che cerchiamo. Riguardo le emozioni, se non ricordo male ne scrissi due anni fa, parlando anche della mia esperienza di dipendenza affettiva; di emozioni è possibile drogarsi, non che debbano essere eliminate, ma so bene come quelle legate al desiderio (anche sessuale), all'appagamento dell'ego (il possesso) siano trascinanti, ed è come vivere in un lunapark illuminato da belissime luci colorate ma per certi versi infernale.
Per il resto non penso esista una situazione perfetta basata sull'egoismo, alla lunga l'egoismo è autodistruttivo e distorce l'Io spingendo in azioni sempre più distoniche che poi rendono schiavi del piacere per lenire la sofferenza di fondo. Non dico di farsi santi, nemmeno io lo sono, ma tutti i problemi che scaturiscono da certe relazioni, a ben vedere, provengono da una mancanza di etica che non farebbe sviluppare, così come con tutte le carenze che nella vita si scopre di avere (legge di evoluzione appunto).
Si può continuare ad amare gli altri pur vedendoli senza il filtro color arcobaleno, bisogna ammettere (senza giudizio) che sono ad esempio egoisti, narcisisti, opportunisti ma più in generale raminghi in un'idea della vita costiuita di effetti speciali dove il loro IO è protagonista fra relazioni, viaggi, regali, sesso, tutti pallatiavi per quell'IO che lotta (come qualunque altro IO) con il mondo esterno. Sottolineo è un esempio rispetto quello che mi ha trasmesso la tua storia con lei, che ribadisco alla mia percezione sembra essere caratterizzata da una certa mondaneità che consolida i vari ruoli (forse meno quello dell'altro, ma anche lui alla fine la copre di regali e favori per quel che ho capito), insomma ogni storia ha i suoi personaggi che esprimono diversamente la loro mancanza di comprensione quindi ciò che dico non è una critica morale a voi, ma è una delle molte forme di un principio che è la mancanza di consapevolezza; l'alternativa a questa presa di consapevolezza, concentrandoci sul tuo punto di vista rispetto lei, è considerarla ora un essere meraviglioso ora la responsabile della tua sofferenza, il grande classico dell'amore che oscilla con l'odio. Forse questa logica vale anche per il punto di vista dell'altro se temi che possa reagire male a tutto questo (ne parlammo la volta scorsa).
I motivi per cui non riusciamo a vedere gli altri per quello che sono è la paura di mettere in discussione le speranze che serbiamo nei loro confronti, o la paura di scoprire che non ci amano come vorremmo, al netto di questo per me rimangono le illusioni. Sicuramente adesso penserai "ma lo so che lei non mi ama" eppure se hai paura di perderla, se ti presti al gioco del menage traendone pure piacere, una parte di te decodifica come amore certi suoi comportamenti, ciò accade perché nel tuo linguaggio è accettabile che una donna si ponga al centro dell'universo. Ma qui si aprono vie infinite: dal bisogno di validazione (per cui sei predisposto alla conquista disperata) a tanto altro.
Ma in ultima analisi (per me) certi incontri sono destini il cui scopo è far uscire tutti i nostri limiti: poi hanno diverse configurazioni psicologiche in base al caso; ma di certo è che bisogna lavorare e lavorare su stessi, ogni giorno, con i mezzi che si hanno a disposizione (terapia, ricerca personale, riflessione, confronto con altre persone come sul Forum -che è ricerca-) è proprio come il lavoro in cui non puoi alzarti una mattina e dire "non ci vado" altrimenti non si mangia, e così anche questi (io li chiamo karma) così difficili; comprensione dopo compresione, si va avanti.