Scuola di solitudine

  • Il semplice fatto di poter dire o fare qualcosa di inadeguato mi distrugge dentro; se poi mi rendo conto di averlo fatto, i sensi di colpa mi devastano e non ci dormo per giorni

    Leggi "smetti di pensare troppo" di Nick Trenton

    Riesco a essere invisibile al mondo, una capacità che ho affinato negli anni

    Come mai hai voluto incrementare questa capacità?

    Se hai incrementato questa capacità non pensi di poter fare la stessa cosa aprendoti alla socializzazione?


    Infine mi dispiace per il tuo lutto. Un abbraccio.

    We are whispers from the past fading into the future.

  • Vabbè, anche qui solitudine quanta ne volete. Ho visto che si parla di gelati... caramello salato buonissimo.

    Come mai mi trovo da solo? Gli amici rimasti in pratica sono tre:

    • Uno beve in modo spropositato, starci insieme è un delirio.
    • Un altro non chiama mai, fa niente, chiamo io. Non risponde, e se risponde devo pregarlo per farci due passi.
    • Un altro lavora lontano, ma fino all'anno scorso era presente in tutte le festività. Significava molto, ora anche lui risponde raramente.

    Tutti gli altri hanno famiglia, lavorano lontano, etc., quindi non ci vediamo più.

  • Il semplice fatto di poter dire o fare qualcosa di inadeguato mi distrugge dentro; se poi mi rendo conto di averlo fatto, i sensi di colpa mi devastano e non ci dormo per giorni. Anche se oggettivamente si tratta di aver detto una stupidaggine, di quelle che capita a tutti di dire per farsi una risata.

    Innanzitutto Benvenuto nel gruppo :)

    Tutti facciamo ogni giorno qualcosa di inadeguato. Non essere così severo con te stesso.

    Se ti capita di essere con altri, hai mai provato a sdrammatizzare sorridendo, a prenderti in giro, tu per primo, rendendo tutto più leggero?

    Credimi, funziona.


    Hai deciso di scrivere in questo thread, vuol dire che la condizione che ti sei creato nel tempo non ti sta più bene.

    Mi spiace molto che a darti una scossa sia stato un lutto, ma a questo punto prendine atto e coglila come spinta per cominciare a cambiare.

    Piano, piano, un passo ogni giorno. Se non ci riesci da solo, fatti aiutare. Il mondo è bello là fuori.

    Hai mai pensato di fare volontariato? Con gli animali, con le persone. Quello che più ti ispira. Dedicare una piccola parte del tuo tempo per renderti utile agli altri ti fa trovare il sentiero per uscire dal recinto che ti sei creato. Quel sentiero poi diventerà una strada. L'importare è cominciare.

    Aspettiamo tue notizie, con noi ti sentirai meno solo....

    Un abbraccio.

  • Innanzitutto, sai perché sei così? Ne conosci le cause fin nel dettaglio?

    Sono così per scelta mia. In fondo da solo sta bene e lo sono sempre stato. Poi il lutto ha scardinato in me alcuni punti fermi e mi ha dato la sensazione di stare sprecando un tempo che davo per scontato essere sufficiente per procrastinare quanto volevo (ovviamente è una scusa) e che invece può finire in qualsiasi momento. Da qui il desiderio odi provare a vivere in modo diverso ma ormai le mie abitudini sono parecchio radicate e anche volendo non riesco a cambiare.

    Leggi "smetti di pensare troppo" di Nick Trenton

    Come mai hai voluto incrementare questa capacità?

    Se hai incrementato questa capacità non pensi di poter fare la stessa cosa aprendoti alla socializzazione?


    Infine mi dispiace per il tuo lutto. Un abbraccio.

    Ho incrementato questa capacità in anni e anni perchè mi stava bene così. Sto provando a fare l'operazione inversa ma ho l'impressione che ci vorranno altrettanti anni per ottenere dei risultati. Poi se devo dirla tutta per me diventare socievole nel vero senso del termine sarà impossibile. Mi basterebbe riuscire a non sentirmi a disagio in mezzo alle persone.

    Credo di essermi spiegato male. Non sono uno che sta chiuso in casa tutto il giorno. Lavoro a contatto con il pubblico, mi capita spesso di parlare in pubblico, faccio sport regolarmente, ho famiglia e vedo tantissime persone. Ma non condivido nulla con nessuno di loro. I miei colleghi di lavoro non sanno niente della mia vita fuori dall'ufficio. In palestra ci sono voluti anni prima di sapere i nomi delle persone che vedevo ogni giorno e li ho scoperti solo grazie all'applicazione per le prenotazioni. In famiglia meno parlo e meglio è. La mia solitudine non è fisica ma mentale. Sono molto più solo quando sono con gli altri ed è così perchè per anni ho fatto di tutto perchè fosse così. Ho la piena responsabilità dei miei problemi e lo so. Sono un vero professionista della solitudine. Solo che adesso che vorrei cambiare registro ma non riesco a sbloccare le porte che mi sono chiuso intorno.

  • Ho incrementato questa capacità in anni e anni perchè mi stava bene così.

    Se ha funzionato all'epoca è ok. La solitudine non è da eliminare: è utile stare bene da soli se è per scelta e se non diventa un limite o una gabbia.


    Stai cambiando e senti di avere nuovi bisogni e anche questo è ok.

    Sto provando a fare l'operazione inversa ma ho l'impressione che ci vorranno altrettanti anni per ottenere dei risultati

    Non importa quanto tempo ci vorrà... ognuno ha i suoi tempi.

    Sarà una sfida e avrai momenti difficili. Ma tu abbi coraggio e fiducia nelle tue capacità. Forza!

    Mi basterebbe riuscire a non sentirmi a disagio in mezzo alle persone.

    Sono certa che puoi riuscirci. Non sei il primo ad aver affrontato un rinnovamento di questo tipo e ha trovato un proprio modo di stare bene socializzando. Magari puoi iniziare leggendo libri sulla comunicazione assertiva.

    We are whispers from the past fading into the future.

  • Ma non condivido nulla con nessuno di loro. I miei colleghi di lavoro non sanno niente della mia vita fuori dall'ufficio.

    Ti assomiglio in questo tratto. Faccio trasparire molto poco di me, parlo e scherzo con le persone, a tratti mi piace pure la compagnia, ma non mi apro davvero, non mi confido, sul lavoro poi men che meno. E noto che questo aspetto si rafforza con l'età. In realtà non è un grosso problema, però condividendo poco mi sono abituata anche ad avere pochissimo appoggio dalle persone, a volte mi piacerebbe essere capace a "scaricare" qualcosa sugli altri, tipo le emozioni che pesano.

  • Ieri sono andato a un concerto. Pensavo fossimo solo io e l'amico che mi aveva chiamato, più un altro che ci aspettava lì (e il pubblico, ovviamente). Invece, si è presentata un sacco di gente che conosco, anche i figli del mio amico. Ero stordito dall'imbarazzo, molti non li vedevo da prima della pandemia e non sapevo che dire. Inoltre, in questo periodo passo tutto il tempo da solo e trovarmi con così tante persone con cui interagire in un colpo solo mi ha mandato in tilt. Ormai sono abituato a stare da solo o con pochissime persone.

  • ... A me continua quella che penso si possa definire ansia anticipatoria di eventi futuri - eventi che, di per sé, non sono negativi né richiedono performances particolari.

    Ma è come se fossi davvero me stessa quando sono sola, o con il partner (con il quale comunque rispettiamo i reciproci momenti di solitudine), o con poche altre persone.

    Sabato ho un matrimonio di amico/collega di lui: ho l'ansietta. Sono anche amaramente pentita di non aver declinato a suo tempo, ma lo faccio per accompagnare lui, rientra in una di quelle occasioni per cui per buon costume/rispetto/solidarietà non si dice di no. Sto già pensando con chi saremo al tavolo e mi sento insofferente, anche se poi quando mi ci ritrovo magari un pochino mi diverto pure e so anche essere loquace, come se ormai avessi imparato a rassegnarmi e accettare.

    Sono già in ansia per il Ferragosto: festa che odio, quest'anno non ho intenzione di tollerare grigliate o festoni estivi (lo so sono un orso, e pure un po' ingrata nei confronti di chi ospita che con me è gentile), sto infatti cercando un'alternativa, mi piacerebbe andare a camminare in montagna, sto vedendo se questi gruppi di escursionisti organizzano qualcosa.

  • Pomeriggio in escursione su un sentiero che costeggia un fiumiciattolo. Mi porto dietro manga, un libro e adattamento manga di un libro.

    Prima tappa in una di quelle panche+tavolo da pick-nick, leggo un po' il manga ed è tutto OK.

    Seconda tappa su una panchina vicino a un bar all’aperto... appena parto con la versione manga de L’alchimista arriva un tizio con bici+cassa audio con disco tuztuz... are you f∙∙∙∙∙g with me?... mi sposto sulla panchina più distante possibile... mi fermo quando arrivo al baloon "è depresso perché si è rassegnato a vivere in queste condizione. Ormai si comporta sempre allo stesso modo. Ormai ignora la sua voce interiore." Torno a casa.


    L’universo si prende gioco di me X/

    Non permettere a nessuno di entrarti nella testa... A cosa stai pensando?

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