Cosa pensate dell'uomo moderno, sempre più femminilizzato?

  • Devo dire che personalmente apprezzo le qualità che tipicamente vengono definite maschili. Il coraggio, la fisicità, la forza, il pragmatismo. Sono tutte qualità che apprezzo.


    Però sempre tenendo conto che più si guarda da vicino, più il discorso diventa complesso.


    Non ho problemi con un uomo che piange per dolore ma mi viene l'orticaria se per una storta alla caviglia chiede l'elicottero per farsi trasportare al pronto soccorso.

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • Volevo chiedere quindi se alle donne del forum piacciono questi uomini femminilizzati del XXI secolo, o se li trovano poco interessanti.

    Alle giovanissime piace, poi man mano che l'età cresce si torna allo stereotipo di "maschio" più classico e sempre più raro.


    Inconsciamente credo che a poche piaccia specificamente l'uomo troppo "femminilizzato", banalmente perché l'attrazione si basa sulle differenze. Poi siccome la donna ha più criteri di valutazione per un uomo: quando si presenta Pier Silvio Berlusconi va bene nonostante sia un uomo particolarmente femminile.


    Poi a dirla tutta: per ogni ruolo c'è l'uomo preferito. Per conviverci va bene quello femminilizzato. Per fare altro un po' meno. Almeno così pare da quello che ho potuto constatare maneggiando dati raccolti ad altri scopi.


    Puoi fare un piccolo esperimento cercare su YT degli spot legati alla cucina (note marche di passate di pomodoro, fette di formaggio per toast, detersivi per la casa, etc) e noterai che non vi sono donne a cucinare o ad avere a che fare con queste operazioni domestiche, ma in prevalenza uomini, in alternativa famiglie che cucinano tutti assieme allegramente, o amici e conquilini ambo i sessi.

    Questo perché nonostante si continui a credere che l'impostazione della famiglia sia "classica", in realtà le giovanissime hanno perso quasi completamente quelle skill casalinghe che un tempo erano prettamente femminili. Al contrario gli uomini sono diventati autosufficienti quasi in tutto. Ovviamente non parlo dei mammoni che ancora si fanno preparare i vestiti dalla mamma.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

    Modificato una volta, l'ultima da bruce0wayne ().

  • per ogni ruolo c'è l'uomo preferito. Per conviverci va bene quello femminilizzato. Per fare altro un po' meno

    Secondo me ci stiamo concentrando su una dicotomia troppo stringente.

    Un uomo che presenta caratteristiche stereotipicamente attribuite alla sfera femminile può essere comunque virile.

    E viceversa.

    Dovremmo fare una lista di queste caratteristiche di genere e contestualizzarle nella società culturale ed economica contemporanea.


    Con riferimento all'osservazione di Juniz le agenzie di marketing sono particolarmente attente alle dinamiche antropologiche. Un uomo ai fornelli attrae un target più ampio ed eterogeneo, in particolare una delle cd. buyer persona è proprio la donna eterosessuale contemporanea emancipata che non solo è sensibile all'estetica maschile, ma che ha anche un impegno lavorativo, per cui l'ambiente domestico non è più la sua massima ambizione ma il luogo in cui ci si ritrova tutta la famiglia e al quale tutti, figli inclusi se ce ne sono, contribuiscono. Perciò l'uomo che lava i piatti col grembiule non è devirilizzato, ma semplicemente un membro attivo della famiglia. E questo non gli impedisce di essere perfettamente adatto anche "per altre cose".

    n realtà le giovanissime hanno perso quasi completamente quelle skill casalinghe che un tempo erano prettamente femminili

    Anche qui mi riallaccio ai due concetti espressi sopra.

    Le skill prettamente femminili, in passato, erano fortemente condizionate da un contesto socio-economico e culturale in cui la donna era l'angelo del focolare. Oggi, non solo (e a mio avviso per fortuna) è stata superata (anche se non del tutto) questa visione culturale, ma non sarebbe comunque possibile un approccio basato sulla differenza di genere per motivi economici.


    In tutto questo, uno sguardo alle dinamiche familiari soprattutto dei paesi nordici può essere d'aiuto per comprendere che forse ci stiamo focalizzando un po' troppo su qual è il ruolo della donna e quale quello dell'uomo accantonando la valutazione che, a mio avviso, è più rilevante: quanto spazio c'è davvero per l'identità individuale in presenza di condizionamenti di qualsivoglia genere.

    "Jesus died for somebody's sins but not mine"

  • Secondo me ci stiamo concentrando su una dicotomia troppo stringente.

    Un uomo che presenta caratteristiche stereotipicamente attribuite alla sfera femminile può essere comunque virile.

    E viceversa.

    Certamente.

    Ma un conto è la realtà e un conto è la percezione. Per una donna potrebbe essere virile anche vederlo che lava i piatti, perché ha chiara in mente la contrapposizione di quando invece fanno le scintille nell'altra stanza,


    Poi ci sono le attinenze. Una persona portata alla sensibilità non riuscirà facilmente a comportarsi come una persona più portata all'istinto; oppure una persona portata ai dettagli più facilmente sarà in difficoltà con un compito unico ma gravoso. Etc.


    l'uomo che lava i piatti col grembiule non è devirilizzato, ma semplicemente un membro attivo della famiglia. E questo non gli impedisce di essere perfettamente adatto anche "per altre cose".

    L'uomo virile che lava i piatti, educa i bambini alla sensibilità e suona l'arpa: certamente che può esistere. Se parliamo di proporzioni però non possiamo aspettarci gli stessi numeri dell'uomo orso che suona la batteria e insegna ai bambini come smontare la moto.


    E' sempre una questione di aspettative o se preferiamo: di "capra e cavoli". L'uomo sensibile quando serve, domestico quando serve e "bestia" quando serve è cosa rara tanto quanto la donna con le medesime caratteristiche.


    Anche qui mi riallaccio ai due concetti espressi sopra.

    Le skill prettamente femminili, in passato, erano fortemente condizionate da un contesto socio-economico e culturale in cui la donna era l'angelo del focolare. Oggi, non solo (e a mio avviso per fortuna) è stata superata (anche se non del tutto) questa visione culturale, ma non sarebbe comunque possibile un approccio basato sulla differenza di genere per motivi economici.

    Il problema è che nella rincorsa a non fare più le "cose da donne" oggi i giovani stanno messi quasi all'opposto. Senza un padre che cucina: si mangiano solo sofficini bruciati o si ordina fuori. Anche questo non va bene.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Poi ci sono le attinenze. Una persona portata alla sensibilità non riuscirà facilmente a comportarsi come una persona più portata all'istinto; oppure una persona portata ai dettagli più facilmente sarà in difficoltà con un compito unico ma gravoso.

    L'uomo virile che lava i piatti, educa i bambini alla sensibilità e suona l'arpa

    Per lavoro entro in contatto spesso con persone soprattutto nord-europee, ma anche statunitensi.

    In generale e per quel che vedo quotidianamente, nel nord-Europa oggi, l'eccezione è il maschio alfa comunemente inteso.

    In particolare, posso testimoniare di una coppia che vive in Svezia, lui trasferitosi lì da bambino da un paese (e un retaggio familiare) arabo, lei svedese di nascita, in cui i compiti domestici sono fluidi, non assegnati in base al genere. E posso garantire che lui non suona l'arpa, anzi, la sua passione è una delle più primordiali: la caccia. E nella loro quotidianità, e quindi nella loro cerchia di amicizie, non è affatto un'eccezione.


    In Italia invece è effettivamente come scrivi tu.


    Il contesto socio-culturale è un fattore determinante nell'attribuzione dei compiti a un determinato genere. I libri scolastici di storia dell'arte ne sono un esempio.

    Il problema è che nella rincorsa a non fare più le "cose da donne" oggi i giovani stanno messi quasi all'opposto. Senza un padre che cucina: si mangiano solo sofficini bruciati o si ordina fuori. Anche questo non va bene

    Un po' mi fa sorridere che, ammesso che sia davvero così, venga percepito come problema il fatto che senza l'uomo ai fornelli oggi i bambini sarebbero malnutriti. Perché fino a qualche tempo fa era assolutamente vero l'esatto contrario, ma socialmente e culturalmente accettato.


    Voglio specificare che non sto facendo polemica, è solo un argomento che mi tocca da vicino.

    "Jesus died for somebody's sins but not mine"

  • Per lavoro entro in contatto spesso con persone soprattutto nord-europee, ma anche statunitensi.

    In generale e per quel che vedo quotidianamente, nel nord-Europa oggi, l'eccezione è il maschio alfa comunemente inteso.

    In particolare, posso testimoniare di una coppia che vive in Svezia, lui trasferitosi lì da bambino da un paese (e un retaggio familiare) arabo, lei svedese di nascita, in cui i compiti domestici sono fluidi, non assegnati in base al genere. E posso garantire che lui non suona l'arpa, anzi, la sua passione è una delle più primordiali: la caccia. E nella loro quotidianità, e quindi nella loro cerchia di amicizie, non è affatto un'eccezione.


    In Italia invece è effettivamente come scrivi tu.

    Effettivamente ragionavo in contesto italiano.


    Riguardo i Paesi nordici: da loro non si è estinto l'uomo "alpha" (per come lo si immagina un po' primitivamente), ma è considerato "il male" a tal punto da essere illegale per legge. Purtroppo la conseguenza di questa mentalità è stata una reale emergenza stupri e femminicidi.


    Il contesto socio-culturale è un fattore determinante nell'attribuzione dei compiti a un determinato genere. I libri scolastici di storia dell'arte ne sono un esempio.

    Certamente.


    Un po' mi fa sorridere che, ammesso che sia davvero così, venga percepito come problema il fatto che senza l'uomo ai fornelli oggi i bambini sarebbero malnutriti. Perché fino a qualche tempo fa era assolutamente vero l'esatto contrario, ma socialmente e culturalmente accettato.

    Anche ora è socialmente e culturalmente accettato. Lo è a tal punto da essere "obliato", nel senso che è un tabù che la donna sappia o non sappia cucinare. E' una cosa che non si chiede, come l'età.


    Per curiosità prova a chiedere a qualche amica/conoscente giovane. Ti stupirai delle risposte.

    Se gli chiedi un uovo in padella: molte di loro lo farebbero rotolare in padella intero e senza un filo d'olio, sia mai introdurre grassi saturi! :D

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Millenni di cultura olearia a farsi benedire in nome di addominali scolpiti. Uno schiaffo in piena faccia a uno dei pilastri della cultura conviviale del Mediterraneo :slightly_smiling_face:

    Non la perderemo la cultura mediterranea. Ci penseranno gli uomini a tramandarla.


    E ti dirò di più: atavicamente "fare il cibo" è compito maschile per eccellenza. Il compito femminile è raccoglierlo, conservarlo, gestirlo, razionarlo in ultima istanza per distribuirlo in famiglia. Ci sta quindi tutto che gli uomini si siano riappropriati di un compito originariamente maschile, poiché verte sulle "cose" e non sulle "persone".


    Fare da mangiare è più vicino alla chimica e alla meccanica che non all'empatia o alla filosofia. Credo che sia per questo che i più bravi cuochi al mondo siano uomini. Le donne prima dovevano farlo, ma era appunto una costrizione.

    Poi ovviamente ognuno avrà le sue preferenze e attitudini personali e su quelle non si discute.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Che cucinare sia un attitudine più maschile l'ho sempre pensato anch'io, da me ha sempre cucinato mio papà più che mia mamma, cioè... Però devo dire che anche lei ha delle skills in cucina, perché io non riuscirei a ridurre una bistecca così, nemmeno se facessi un corso apposito, ho sempre sospettato che utilizzasse un estrattore sulle bistecche, prima di asciugarle sul fuoco.


    Per la virilità nel senso pretto, direi che è anche inevitabile che vada calando, l'uomo moderno non deve più difendere la sua casa dalle invasioni dei normanni. La società di oggi è quasi a rischio zero da tantissimi punti di vista rispetto al passato.


    C'è poco da dire: per natura l'uomo sarebbe fatto per combattere e non solo per cacciare, in natura tutti i maschi combattono. Al giorno d'oggi però, per l'uomo è impossibile esprimere questo istinto. È praticamente illegale perfino una rissa. A poco serve dire che esistono le palestre di sport violenti, perché ci sono stata anch'io e non si fa mai davvero sul serio, e l'istinto fa una distinzione netta tra il fare sul serio e uno sport. La chimica che entra in gioco è completamente diversa. Poi non mi meraviglia che si trovino persone che si buttano dai ponti con l'elastico pur di sperimentare una scarica di adrenalina. Altrettanto per chi fa il soldato: ormai la guerra è a distanza. Quindi secondo me, questo lato maschile è fortemente soffocato. Alcuni riescono a traslarlo in parte su una competizione lavorativa, ma altri che scelta hanno oltre a femminizzarsi? Se non usi mai un braccio, prima o poi si atrofizza. Oppure a qualcuno ogni tanto gli girano, ed esplode tutto quello che ha represso uccidendo i vicini. La virilità è una lama che ormai non viene più affilata.


    Ha il suo fascino l'uomo virile, ma con la repressione morale che c'è al giorno d'oggi sull'aspetto della violenza, non è più in catalogo. Tanto vale per le donne, concentrarsi ad apprezzare il suonatore di arpa, almeno non sarà un orso in gabbia, con tutte le conseguenze negative del caso.

  • Ha il suo fascino l'uomo virile, ma con la repressione morale che c'è al giorno d'oggi sull'aspetto della violenza, non è più in catalogo. Tanto vale per le donne, concentrarsi ad apprezzare il suonatore di arpa, almeno non sarà un orso in gabbia, con tutte le conseguenze negative del caso.

    Non servirebbe nemmeno andare in guerra ma basterebbe la capacità di cambiare una lampadina o sistemare la catena della bici. Cose semplici, magari senza dover cercare il tutorial e senza preoccuparsi per la manina sporca.

    namasté

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