Psicoterapia: ne vale davvero la pena?

  • La fonte non ha nulla a che vedere col "manuale", anzi: i più resistenti hanno opposto resistenza e continuano a farlo, perché questa influenza sul modo di fare terapia è deleteria.


    L'influenza arriva dall'esterno e ha a che fare con il postmodernismo che è una "cosa" nata da varie cause, tra cui il troppo benessere e che attraversa tutta la società umana.

    E quindi uno psicoterapeuta che è influenzato da questo postmodernismo e opera in base a questa influenza... è un bravo professionista, un cane, o la cosa è indifferente?


    Detta così, mi viene da paragonarlo a un dottore che, mettiamo che oggi sia in voga l'idea che meglio godersi i piaceri della vita anche eccedendo, al paziente che beve 2 litri di vino al giorno, anzichè dirgli inesorabilmente "fa male", gli dice "se hai voglia di farlo fallo, tanto prima o poi dobbiamo tutti schiattà".

  • E quindi uno psicoterapeuta che è influenzato da questo postmodernismo e opera in base a questa influenza... è un bravo professionista, un cane, o la cosa è indifferente?

    Tutti siamo influenzati dal postmodernismo, anche tu che metti in dubbio la terapia con questa facilità.


    Prima del postmodernismo a nessuno sarebbe venuto in mente di mettere in dubbio la terapia senza avere le basi per poterlo fare. Mentre adesso chiunque parla di qualsiasi cosa con estrema leggerezza e "siamo tutti pari". Anche questo è postmodernismo.


    Sia chiaro: non ti sto criticando e condivido in buona parte la tua posizione. Era solo per fare un esempio di come funziona questo relativismo estremo anche dove sembra che non ci sia.


    mi viene da paragonarlo a un dottore che, mettiamo che oggi sia in voga l'idea che meglio godersi i piaceri della vita anche eccedendo, al paziente che beve 2 litri di vino al giorno, anzichè dirgli inesorabilmente "fa male", gli dice "se hai voglia di farlo fallo, tanto prima o poi dobbiamo tutti schiattà".

    E' successo a me nel periodo in cui per lavoro dovevo fare terapia per forza/contratto.

    Ero in un periodo molto stressante e mi capitava di bere 2 terzi di bottiglia verso sera per calmare i nervi.

    Il terapista mi disse qualcosa tipo: "Che vuoi che sia una bottiglia di vino al giorno". Quel terapista in particolare che inizialmente come da contratto non conoscevo: era proprio un postmodernista modello.


    Non è arrivato a dirmi che 2 litri al giorno siano sani, perché non è vero. Ma ha normalizzato 750 ml, che nel caso in specie potevano non essere gravi, ma certamente indicano un rischio di caduta o ricaduta in una dipendenza.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Tutti siamo influenzati dal postmodernismo, anche tu che metti in dubbio la terapia con questa facilità.


    Prima del postmodernismo a nessuno sarebbe venuto in mente di mettere in dubbio la terapia senza avere le basi per poterlo fare. Mentre adesso chiunque parla di qualsiasi cosa con estrema leggerezza e "siamo tutti pari". Anche questo è postmodernismo.


    Sia chiaro: non ti sto criticando e condivido in buona parte la tua posizione. Era solo per fare un esempio di come funziona questo relativismo estremo anche dove sembra che non ci sia.

    Sì e no.

    Nel senso che se una volta non ci si sognava di mettere in dubbio la figura di un dottore, di un terapista o altro, era per ignoranza e per una sorta di reverenza gratuita (della serie "lui sa" e le sue parole vanno prese per vere come una sorta di atto di fede).


    Oggi tutti vanno a scuola e parecchi anche all'università, e per chi ha avuto un'educazione/cultura che gli hanno consentito di sviluppare un sano spirito critico, sa bene che non c'è bisogno di essere laureati in medicina per sapere e affermare che bere sopra i due bicchieri di vino a pasto fa oggettivamente male alla salute; e di conseguenza non ci si sente arroganti o postmoderni nel giudicare min∙∙∙∙ne un dottore che ti dice "e che vuoi che sia un litro di vino al giorno?"


    Mettere in dubbio una cosa con sano spirito critico non è un male nè postmodernismo, anzi...


    Il postmodernismo a cui alludi tu è appunto altro, quello che in qualche modo smantella tutto (valori, tradizioni e altro) non in quanto non passa il vaglio dello spirito critico, ma per partito preso; è quello che prende l'individuo come singolo, come qualcosa di a sé stante, e non come un individuo facente parte di una società (che in quanto tale presuppone il famo "contratto sociale", questo sconosciuto).


    Tornando al discorso psicoterapìa... se uno deve andare da uno psicoterapeuta per sentirsi dire che ognuno ha diritto di fare quello che vuole e vedere la realtà come vuole, tanto vale andare al bar dove si raduna per l'aperitivo il pubblico di "uomini e donne", si sentirebbero le stesse minc∙∙te e si risparmierebbero 60/70 euro a seduta :)

  • Mettere in dubbio una cosa con sano spirito critico non è un male nè postmodernismo, anzi....

    Lo diventa se chi la mette in dubbio non ha alcun riferimento in materia.

    Ripeto: non è il tuo caso che sei qui a chiedere apposta, ma l'atteggiamento è post-modernista, ovvero quell'atteggiamento di trarre conclusioni con pochi elementi ritenendoli "sufficienti" in virtù di una proiezione personale e non di uno studio o una esperienza in materia.


    E' per quello che abbiamo così tanti allenatori, sismologhi, geopolitici, etc. ogni volta. Perché la scienza e lo studio hanno perso terreno a favore del "punto di vista" e della proiezione personale che hanno assunto il valore assoluto di "verità": ognuno ha la propria.


    Il postmodernismo a cui alludi tu è appunto altro, quello che in qualche modo smantella tutto (valori, tradizioni e altro)

    Anche, Sì.

    Per quanto riguarda l'aspetto psicoterapico è il relativismo assoluto a far danni, ovvero il non avere più punti di riferimento "sani" da usare per prendere le misure in terapia.


    Tornando al discorso psicoterapìa... se uno deve andare da uno psicoterapeuta per sentirsi dire che ognuno ha diritto di fare quello che vuole e vedere la realtà come vuole, tanto vale andare al bar dove si raduna per l'aperitivo il pubblico di "uomini e donne", si sentirebbero le stesse minc∙∙te e si risparmierebbero 60/70 euro a seduta :)

    Ed è per questo che ti consigliavo di cercare un terapeuta che ti faccia stare male quel tanto che basta da far funzionare la terapia e non uno che normalizza qualsiasi stortura tu abbia.


    Lo scopo della terapia non è "farti stare bene". Lo scopo della terapia è raddrizzare qualche carenza o stortura. "Stare bene" è una conseguenza honoris causa.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Lo diventa se chi la mette in dubbio non ha alcun riferimento in materia.

    Ripeto: non è il tuo caso che sei qui a chiedere apposta, ma l'atteggiamento è post-modernista, ovvero quell'atteggiamento di trarre conclusioni con pochi elementi ritenendoli "sufficienti" in virtù di una proiezione personale e non di uno studio o una esperienza in materia.

    Continuo a non essere d'accordo.

    Non c'è bisogno ripeto di una laurea in medicina per comprendere che un medico che dice "che sarà mai un litro di vino al giorno?" sta dicendo una minc∙∙ta. Da questa frase posso dedurre se in generale sia un bravo medico o no? Magari no, ma se devo sceglierne uno, preferirei evitare uno a cui sento dire una cosa del genere.



    P.S. e aggiungo che il mio giudicare la frase del medico una minc∙∙ta non è un giudizio basato sul mio punto di vista, ma sulla (cono)scienza. Non è un "secondo me..." tanto caro agli ultra-relativisti. Ciao.

  • Continuo a non essere d'accordo.

    E va benissimo. Non c'è alcun problema. :)


    Non c'è bisogno ripeto di una laurea in medicina per comprendere che un medico che dice "che sarà mai un litro di vino al giorno?" sta dicendo una minc∙∙ta.

    Il fatto è che non l'ha detto da medico, l'ha detto da psicoterapeuta.
    Quella sua affermazione (che per me era una boiata) per lui poteva essere un modo legittimo di spostare l'attenzione dal vino alle cause che mi spingevano a farne un uso troppo frequente.


    Diciamo che in una terapia ci può stare che inizialmente, temporaneamente o a seconda del contesto si "normalizzi" qualcosa che normale non è, ma deve esserci dietro una strategia atta a risolvere un problema più grande. Se così non è: si tratta proprio di una minc∙∙ta, come dici tu.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

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