Ciao, mi sono appena iscritta perché non so a chi chiedere aiuto. Vorrei prima di tutto fare un breve elenco di episodi "relazionali" per capire se sono io ad aver interpretato male alcuni segnali o se invece possono essere più o meno universali e magari sentire delle letture alternative che mi tolgano questo tarlo dalla testa. Poi, una volta letto le vostre opinioni, se sarà necessario farò un quadro un po' più completo della situazione su cui avrei bisogno d'aiuto.
Si tratta di un collega, mio diretto superiore, che nelle situazioni lavorative quotidiane si comporta in maniera impeccabile, giusta distanza, zero contatto fisico, buone maniere, spesso un po' altezzoso, consapevole della sua intelligenza e del suo essere attraente. Ma quando per motivi di lavoro siamo fuori insieme, noto dei comportamenti diversi dal solito. Giusto la settimana scorsa siamo stati fuori per un convegno di settore di qualche giorno. Vado con l'elenco di episodi, che cercherò di rendere il più asettico possibile proprio per tentare di non influenzare la vostra interpretazione.
1) La sera in cui atterriamo in città andiamo a cena in un ristorante. Ceniamo all'aperto, chiacchieriamo tranquillamente del più e del meno, entrambi riceviamo telefonate e poi continuiamo a parlare dei soliti convenevoli. Al termine della cena usa esattamente queste parole: "ho passato una bella serata, mi sembra di essere in vacanza, sia per il posto che per la compagnia". Io rispondo che sono stata bene anche io. Dopo di che mi porta in un punto panoramico della città davvero molto suggestivo e mentre eravamo su un ponte antico mi fa cenno di avvicinarmi a lui per farmi vedere il panorama da quella prospettiva.
2) Il secondo giorno, dopo vari convegni e seminari, alla sera andiamo di nuovo a cena insieme, soliti convenevoli. Mentre rientravamo a piedi, questa volta in silenzio, nell'appartamento in cui pernottavamo, dal nulla mi chiede "ma tu quanto sei alta?". Gli rispondo dicendogli la mia altezza e gli chiedo anche perché volesse saperlo. E lui mi dice che me lo ha chiesto perché ho un bel passo (cammino veloce di natura).
3) La mattina del terzo giorno stavamo scendendo in ascensore e dice qualcosa sul fatto che ha delle occhiaie profonde, al che rispondo scherzando che le mie ormai sono diventate un edema esteso a tutto il viso. E lui afferma: "ti posso assicurare che non si notano per niente". Sto al gioco e molto semplicemente gli rispondo "fortuna il make up!".
4) Il quarto giorno rientriamo in appartamento saltando di corsa su un autobus che era stracolmo di gente e io non riuscivo a trovare un maniglione a cui aggrapparmi per non cadere. Lui mi guarda mentre trova un maniglione libero e mi dice: "facciamo così, io mi aggrappo al maniglione e tu ti aggrappi a me". Alla fine noto un maniglione libero proprio accanto al suo e mi aggrappo lì, ma l'autobus in città sobbalzava e frenava frequentemente perciò spesso perdevo l'equilibrio. Quindi lui rincara la dose: "tranquilla, se cadi addosso a me ti tengo io". Onestamente mi ha un po' spiazzata e mi sono limitata a sorridere. Poi, mentre continuavamo a tenerci in equilibrio sull'autobus - io guardando fuori dal finestrino - lui guarda il mio profilo per qualche secondo poi con l'indice mi da un colpetto sugli occhiali da sole. Ancora più spiazzata, anche qui semplicemente sorrido.
Rientriamo in appartamento e ci prepariamo per una cena con altri colleghi e alcuni clienti. Serata molto piacevole e divertente. Era seduto accanto a me e uscendo per accendersi una sigaretta appoggia le mani sulle mie spalle. In questo caso non faccio né dico nulla, perché stavo parlando con una persona seduta di fronte a me. Per le sigarette successive non si è più appoggiato sulle mie spalle uscendo.
Mangiamo molto bene, ma ci sentiamo entrambi appesantiti, perciò quando rientriamo in appartamento decido di preparare una tisana. Gli davo le spalle mentre preparavo il pentolino d'acqua e prima in tono scherzoso mi dice che "sei premurosa, nessuno a casa ha queste attenzioni per me" riferendosi alla tisana e io gli rispondo ironicamente dicendo "voglio che i miei colleghi siano in salute"; poi dal nulla "sono veramente belli i pantaloni che porti" (erano jeans neri con la gamba ampia sul fondo abbinati a una giacca nera dal taglio molto maschile che arrivava fin sotto i fianchi, quindi davvero nulla di eccessivo). Anche qui mi ha spiazzata, per vari motivi fra cui il fatto che non sono abituata a ricevere complimenti in questo modo, quindi lo ringrazio e semplicemente gli dico dove li ho comprati.
Mentre prendiamo la tisana mette su un po' di musica: Compay Segundo, che anche a me piace tantissimo. L'atmosfera è molto piacevole e rilassata. Parliamo di musica, mi accenna a un film su Nina Simone che gli è piaciuto molto. Poi dice che in salotto c'è una tv. Io gli rispondo un po' sorpresa che non ci avevo mai fatto caso perché quelle rare volte che passavo per il salotto era solo per uscire in terrazza (durante gli anni passati, quando ancora fumavo anche io e alloggiavamo in quell'appartamento per i soliti convegni annuali) e che anche in camera mia c'è una tv, ma che non sapevo nemmeno se funzionasse. Lui risponde che non è mai entrato in quella camera e che lui nella sua non ha la tv. Gli dico anche che sul mio telefono ho l'app di un servizio streaming a pagamento e che se volessimo guardare quel film potremmo farlo. Ma non era disponibile perciò siamo andati a dormire.
5) L'ultimo giorno di convegno una ragazza mi fa dei complimenti per dei jeans ampi con pences e borchie che ho deciso di indossare proprio quel giorno per essere comoda durante il viaggio di rientro. Sentendo i complimenti di questa ragazza il mio collega interviene dicendo: "è vero, sono un paio di giorni che i pantaloni li azzecca proprio". Scherzando gli rispondo "Meno male che qualche cosa la azzecco anche io!"
6) Prendiamo un taxi per dirigerci all'aeroporto e metto qualche goccia di olio d'argan sulle mani perché mi è uscita fuori un'irritazione cutanea e una volta spalmato avvicino le mani al viso e noto che ha un buon odore. Lui si sporge leggermente in direzione delle mie mani e mi chiede di far sentire anche a lui il profumo di questo olio.
7) Durante il viaggio in aereo e poi in macchina la trasformazione. Ero in compagnia di una persona totalmente diversa: se gli facevo una domanda rispondeva a monosillabi quasi infastidito che gli stessi parlando, evitando qualsiasi tipo di contatto visivo; quasi avevo l'impressione che la mia sola presenza fosse sgradita e che per evitarla si sentisse costretto a riempire il silenzio con la musica a un volume tale da non permettere una conversazione, alzando di nuovo tutte quelle barriere a cui sono abituata durante il lavoro ordinario ma che lui stesso aveva abbattuto durante questi giorni.
E questo ciclo, al di là degli episodi specifici, si ripete ogni volta che andiamo fuori casa insieme per lavoro.
Per me è fortemente destabilizzante, soprattutto perché la frequentazione avviene in un contesto lavorativo a cui io tengo con tutta me stessa e non vorrei cercare un posto di lavoro differente, perché mi piace l'azienda, sposo la sua filosofia operativa e tendenzialmente mi piace anche l'ambiente umano. Lui ha un ruolo di responsabilità all'interno dell'azienda e devo capire come comportarmi, per questo ho scritto quali sono state le mie reazioni alle sue azioni, ma ho evitato per quanto possibile di inserire la mia interpretazione.
Non sono mai stata brava a capire come muovermi nelle relazioni interpersonali, sono sempre stata estremamente sola a partire dall'infanzia. E questo oggi mi sta più che bene. Ma di fronte a questi episodi vado nel pallone, anche perché come minimo andiamo fuori insieme per lavoro un paio di volte l'anno.
Qual è la vostra opinione in merito? Come interpretereste il suo comportamento?
Grazie in anticipo!
P.S. Non so di preciso se è un off-topic. Onestamente ho faticato a trovare la giusta categoria. Eventualmente fatemelo presente.