Collega Responsabile: Dr. Jekill & Mr. Hyde?

  • Ciao, mi sono appena iscritta perché non so a chi chiedere aiuto. Vorrei prima di tutto fare un breve elenco di episodi "relazionali" per capire se sono io ad aver interpretato male alcuni segnali o se invece possono essere più o meno universali e magari sentire delle letture alternative che mi tolgano questo tarlo dalla testa. Poi, una volta letto le vostre opinioni, se sarà necessario farò un quadro un po' più completo della situazione su cui avrei bisogno d'aiuto.


    Si tratta di un collega, mio diretto superiore, che nelle situazioni lavorative quotidiane si comporta in maniera impeccabile, giusta distanza, zero contatto fisico, buone maniere, spesso un po' altezzoso, consapevole della sua intelligenza e del suo essere attraente. Ma quando per motivi di lavoro siamo fuori insieme, noto dei comportamenti diversi dal solito. Giusto la settimana scorsa siamo stati fuori per un convegno di settore di qualche giorno. Vado con l'elenco di episodi, che cercherò di rendere il più asettico possibile proprio per tentare di non influenzare la vostra interpretazione.


    1) La sera in cui atterriamo in città andiamo a cena in un ristorante. Ceniamo all'aperto, chiacchieriamo tranquillamente del più e del meno, entrambi riceviamo telefonate e poi continuiamo a parlare dei soliti convenevoli. Al termine della cena usa esattamente queste parole: "ho passato una bella serata, mi sembra di essere in vacanza, sia per il posto che per la compagnia". Io rispondo che sono stata bene anche io. Dopo di che mi porta in un punto panoramico della città davvero molto suggestivo e mentre eravamo su un ponte antico mi fa cenno di avvicinarmi a lui per farmi vedere il panorama da quella prospettiva.


    2) Il secondo giorno, dopo vari convegni e seminari, alla sera andiamo di nuovo a cena insieme, soliti convenevoli. Mentre rientravamo a piedi, questa volta in silenzio, nell'appartamento in cui pernottavamo, dal nulla mi chiede "ma tu quanto sei alta?". Gli rispondo dicendogli la mia altezza e gli chiedo anche perché volesse saperlo. E lui mi dice che me lo ha chiesto perché ho un bel passo (cammino veloce di natura).


    3) La mattina del terzo giorno stavamo scendendo in ascensore e dice qualcosa sul fatto che ha delle occhiaie profonde, al che rispondo scherzando che le mie ormai sono diventate un edema esteso a tutto il viso. E lui afferma: "ti posso assicurare che non si notano per niente". Sto al gioco e molto semplicemente gli rispondo "fortuna il make up!".


    4) Il quarto giorno rientriamo in appartamento saltando di corsa su un autobus che era stracolmo di gente e io non riuscivo a trovare un maniglione a cui aggrapparmi per non cadere. Lui mi guarda mentre trova un maniglione libero e mi dice: "facciamo così, io mi aggrappo al maniglione e tu ti aggrappi a me". Alla fine noto un maniglione libero proprio accanto al suo e mi aggrappo lì, ma l'autobus in città sobbalzava e frenava frequentemente perciò spesso perdevo l'equilibrio. Quindi lui rincara la dose: "tranquilla, se cadi addosso a me ti tengo io". Onestamente mi ha un po' spiazzata e mi sono limitata a sorridere. Poi, mentre continuavamo a tenerci in equilibrio sull'autobus - io guardando fuori dal finestrino - lui guarda il mio profilo per qualche secondo poi con l'indice mi da un colpetto sugli occhiali da sole. Ancora più spiazzata, anche qui semplicemente sorrido.


    Rientriamo in appartamento e ci prepariamo per una cena con altri colleghi e alcuni clienti. Serata molto piacevole e divertente. Era seduto accanto a me e uscendo per accendersi una sigaretta appoggia le mani sulle mie spalle. In questo caso non faccio né dico nulla, perché stavo parlando con una persona seduta di fronte a me. Per le sigarette successive non si è più appoggiato sulle mie spalle uscendo.


    Mangiamo molto bene, ma ci sentiamo entrambi appesantiti, perciò quando rientriamo in appartamento decido di preparare una tisana. Gli davo le spalle mentre preparavo il pentolino d'acqua e prima in tono scherzoso mi dice che "sei premurosa, nessuno a casa ha queste attenzioni per me" riferendosi alla tisana e io gli rispondo ironicamente dicendo "voglio che i miei colleghi siano in salute"; poi dal nulla "sono veramente belli i pantaloni che porti" (erano jeans neri con la gamba ampia sul fondo abbinati a una giacca nera dal taglio molto maschile che arrivava fin sotto i fianchi, quindi davvero nulla di eccessivo). Anche qui mi ha spiazzata, per vari motivi fra cui il fatto che non sono abituata a ricevere complimenti in questo modo, quindi lo ringrazio e semplicemente gli dico dove li ho comprati.


    Mentre prendiamo la tisana mette su un po' di musica: Compay Segundo, che anche a me piace tantissimo. L'atmosfera è molto piacevole e rilassata. Parliamo di musica, mi accenna a un film su Nina Simone che gli è piaciuto molto. Poi dice che in salotto c'è una tv. Io gli rispondo un po' sorpresa che non ci avevo mai fatto caso perché quelle rare volte che passavo per il salotto era solo per uscire in terrazza (durante gli anni passati, quando ancora fumavo anche io e alloggiavamo in quell'appartamento per i soliti convegni annuali) e che anche in camera mia c'è una tv, ma che non sapevo nemmeno se funzionasse. Lui risponde che non è mai entrato in quella camera e che lui nella sua non ha la tv. Gli dico anche che sul mio telefono ho l'app di un servizio streaming a pagamento e che se volessimo guardare quel film potremmo farlo. Ma non era disponibile perciò siamo andati a dormire.


    5) L'ultimo giorno di convegno una ragazza mi fa dei complimenti per dei jeans ampi con pences e borchie che ho deciso di indossare proprio quel giorno per essere comoda durante il viaggio di rientro. Sentendo i complimenti di questa ragazza il mio collega interviene dicendo: "è vero, sono un paio di giorni che i pantaloni li azzecca proprio". Scherzando gli rispondo "Meno male che qualche cosa la azzecco anche io!"


    6) Prendiamo un taxi per dirigerci all'aeroporto e metto qualche goccia di olio d'argan sulle mani perché mi è uscita fuori un'irritazione cutanea e una volta spalmato avvicino le mani al viso e noto che ha un buon odore. Lui si sporge leggermente in direzione delle mie mani e mi chiede di far sentire anche a lui il profumo di questo olio.


    7) Durante il viaggio in aereo e poi in macchina la trasformazione. Ero in compagnia di una persona totalmente diversa: se gli facevo una domanda rispondeva a monosillabi quasi infastidito che gli stessi parlando, evitando qualsiasi tipo di contatto visivo; quasi avevo l'impressione che la mia sola presenza fosse sgradita e che per evitarla si sentisse costretto a riempire il silenzio con la musica a un volume tale da non permettere una conversazione, alzando di nuovo tutte quelle barriere a cui sono abituata durante il lavoro ordinario ma che lui stesso aveva abbattuto durante questi giorni.


    E questo ciclo, al di là degli episodi specifici, si ripete ogni volta che andiamo fuori casa insieme per lavoro.


    Per me è fortemente destabilizzante, soprattutto perché la frequentazione avviene in un contesto lavorativo a cui io tengo con tutta me stessa e non vorrei cercare un posto di lavoro differente, perché mi piace l'azienda, sposo la sua filosofia operativa e tendenzialmente mi piace anche l'ambiente umano. Lui ha un ruolo di responsabilità all'interno dell'azienda e devo capire come comportarmi, per questo ho scritto quali sono state le mie reazioni alle sue azioni, ma ho evitato per quanto possibile di inserire la mia interpretazione.


    Non sono mai stata brava a capire come muovermi nelle relazioni interpersonali, sono sempre stata estremamente sola a partire dall'infanzia. E questo oggi mi sta più che bene. Ma di fronte a questi episodi vado nel pallone, anche perché come minimo andiamo fuori insieme per lavoro un paio di volte l'anno.


    Qual è la vostra opinione in merito? Come interpretereste il suo comportamento?


    Grazie in anticipo!


    P.S. Non so di preciso se è un off-topic. Onestamente ho faticato a trovare la giusta categoria. Eventualmente fatemelo presente.

    "Jesus died for somebody's sins but not mine"

  • Qubit

    Approvato il thread.
  • A sensazione ti direi che mi sembra il classico capo che tasta il terreno per capire se si possa spingere oltre.

    Non sarebbe una novità in tal senso, dovessi dirti io che vedo durante le riunioni delle BU.

    Tu secondo me sei stata sempre impeccabile, hai avuto la cordialità professionale di essere sempre garbata ma con il giusto distacco, probabilmente a lui infastidisce il fatto di non avere un feedback positivo da parte tua, quindi una volta terminata la situazione "romantica" si irrigidisce e te la fa pagare.


    Come comportarsi è il vero dilemma, insomma, se rimane così la situazione, affari suoi ma se comincia a fartela pagare son problemi.


    Ma mancano dettagli che potrebbero completare il quadro:


    E' sposato? Se si da quanto?

    Da quanto va avanti questa messinscena tra voi due?

  • Ciao Caos, grazie mille per aver risposto!


    Prima di tutto rispondo alle tue domande:


    1) Sì, è sposato, la moglie è davvero una bella persona, poco appassionata all'attività aziendale. Ma da quello che vedo quando sono insieme mi sembrano molto affiatati. Non solo, hanno anche due bellissime bambine, una alle medie e l'altra ancora alle elementari. Credo siano sposati più o meno da quando è nata la maggiore. Quindi suppongo tra gli 11 e i 13 anni.


    2) Questa messinscena va avanti praticamente da sempre, sono 4 anni che lavoro in quest'azienda e ho iniziato proprio con un breve viaggio in trasferta. E in quell'occasione ho pensato che fosse davvero il tipo di collega con cui le relazioni umane potessero essere un elemento che andasse di pari passo con quelle professionali. In quella prima occasione mi parlò di un viaggio/missione umanitaria che aveva fatto intorno ai 20 anni, con trasporto.


    Il punto è questo e voglio essere totalmente onesta: senza ombra di dubbio è una persona affascinante, ma io non voglio essere l'amante di nessuno, non voglio nemmeno dover elemosinare gli scampoli di tempo di qualche altra donna, né tantomeno un'avventura a intermittenza, il riempitivo di una vita di coppia che inevitabilmente diventa monotona proprio perché è il porto sicuro a cui tornare. Rimane comunque oggettivo il fatto che il lavoro è una passione, una dedizione comune e per quel che a sensazione ho percepito, è uno dei fattori che mi rende eventualmente interessante ai suoi occhi. E che rende anche lui affascinante ai miei.


    Non so davvero cosa fare. Ma se ci parlassi? Qualcosa del tipo: "Sai, questa settimana è stata davvero molto stimolante, ma durante il viaggio di ritorno ho avuto la sensazione di aver detto o fatto qualcosa di sbagliato. Se l'ho fatto dimmi pure tranquillamente di che si tratta così posso correggere il tiro in futuro".


    Mi sento davvero confusa.

    "Jesus died for somebody's sins but not mine"

  • Anch'io non ci parlerei, anche perché ti girerebbe la prospettiva facendoti passare per quella che ha frainteso.


    Non vedo motivo per pensare di dover cambiare lavoro. Se il tutto rimane così, non c'è nulla in cui è andato oltre. Manterrei le distanze, questo sì, mettendo chiari paletti.

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • Chiunque abbia esperienza sia lavorativa che sentimentale ti dira' che le dinamiche amorose nei luoghi di lavoro sono IL MALE ASSOLUTO, soprattutto quando avvengono tra persone di gradi diversi. Mi sto chiedendo se esista un unico caso al mondo di amore nato nel luogo di lavoro, tra due persone di grado diverso, e che sia andato a buon fine, durando nel tempo senza dinamiche da telenovela.

  • Chiunque abbia esperienza sia lavorativa che sentimentale ti dira' che le dinamiche amorose nei luoghi di lavoro sono IL MALE ASSOLUTO, soprattutto quando avvengono tra persone di gradi diversi. Mi sto chiedendo se esista un unico caso al mondo di amore nato nel luogo di lavoro, tra due persone di grado diverso, e che sia andato a buon fine, durando nel tempo senza dinamiche da telenovela.

    Guarda, non in tutti i casi ma tendenzialmente concordo.

    In questo caso a maggior ragione, perché non credo proprio si tratti di una dinamica amorosa, ma più che altro ludico-ricreativo-sessuale!


    È questo che mi fa sentire davvero in ansia: come faccio ad avanzare sul lavoro se inevitabilmente la clausola accessoria di una disponibilità oltre il professionale diventa essenziale?


    È una settimana che non ci dormo!


    Non so come comportarmi! Anche oggi ho dovuto mandargli un sms di servizio, non ha nemmeno risposto. Quando durante la famosa cena (vedi punto 4 del primo messaggio) tesseva le mie lodi con un collega che stava facendo apprezzamenti (di vario tipo, poi il mio titolare ha riportato l'attenzione sull'aspetto professionale) sul mio conto. È davvero sfiancante!


    Non vedo motivo per pensare di dover cambiare lavoro. Se il tutto rimane così, non c'è nulla in cui è andato oltre. Manterrei le distanze, questo sì, mettendo chiari paletti.

    Non è andato oltre nel senso che non ha fatto o detto nulla di esplicito?

    Siamo due persone adulte e io personalmente sono in grado di gestire attrazione e fascino al di fuori della coppia, siamo 7 miliardi e oltre di persone, credo sia naturale provare attrazione per qualcuno anche al di fuori della vita coniugale.

    È ovvio però che nel momento in cui si esplicita di provarle, in qualsiasi modo lo si faccia, nascono delle complicazioni. Per questo io tengo la mia per me (è la prima volta che ne parlo). Però se devo dire che non ha oltrepassato i limiti, personalmente non mi sento di farlo, perché se è vero che sta "solo" tastando il terreno, sta manifestando delle volontà con potenziali ripercussioni su tutti i soggetti coinvolti. La mia destabilizzazione è solo uno dei tanti esempi lampanti delle conseguenze.


    Detto questo, il motivo per cui penso di cambiare lavoro qualora questa messinscena (come perfettamente descritta da Caos) dovesse continuare, è legata soprattutto alle mie prospettive di avanzamento di carriera.

    Sono messa in condizione di fare quello che realmente mi piace fare, proprio durante questi eventi, più o meno lunghi, in giro per l'Italia e il resto del mondo.

    Questo vuol dire che se nella sua visione di collaboratore rientrano anche fugaci relazioni non professionali in trasferta, io posso essere facilmente sostituita da chi invece si presterà a questo tipo di gioco.


    Questo è il principale motivo per cui vorrei tanto che le sue intenzioni fossero chiare e dirette.


    Io non lo farei. Fa il carino quando è fuori dal raggio d'azione della moglie, poi rientra nei ranghi.

    Verissimo, in effetti è il primo pensiero che ho avuto quando durante quest'ultimo viaggio abbiamo preso l'autostrada dall'aeroporto verso casa: ha switchato dalla modalità "velato-corteggiamento" (velato perché non ha mai detto o fatto nulla di esplicito, nonostante le lusinghe professionali ricevute durante i vari speech in conferenza, assolutamente inusuali da parte sua nei miei riguardi) alla modalità "imprenditore-padre-marito" (sì, avevo cercato di evitare il dettaglio della sua effettiva posizione lavorativa, ma effettivamente responsabile e superiore non sono sufficienti a descrivere la posizione di potere in cui si trova). In una frazione di secondo, appena arrivati al casello.


    Ho pensato di parlarci, lasciando la cosa sul piano professionale ("se ho commesso degli errori che ti hanno infastidito nel tessere relazioni coi clienti, dimmelo affinché io possa correggerli per eventuali futuri rapporti di collaborazione per la nostra azienda") perché questo lo espone a due alternative:

    1) mi dice che non c'è nulla che non va, il mio lavoro lo soddisfa. O mi dice che invece ho sbagliato qualcosa e quindi tutto risolto, sono io che mi sono fatta un colossal mentale. Considerando che abbiamo già programmato due uscite aziendali (NY e Singapore, entro l'anno), vorrei che questa storia finisse. Se si rende conto che ho notato questo switch repentino, magari in futuro evita.

    2) magari è diretto e mi spiega cosa si aspetta dai nostri viaggi di lavoro. E qui potrei chiarire il fatto che se diventare l'avventura professionale è l'unica condizione per me di avanzare nella compagine aziendale, allora mi metto subito alla ricerca di altro. Sarebbe un enorme dispiacere, ma almeno mi metto l'anima in pace e vedo se riesco a trovare una realtà aziendale che abbia più o meno gli stessi requisiti a livello di filosofia aziendale.


    Ovviamente queste due alternative sono nella mia testa, nel senso che si basano sul mio modo di reagire di fronte a una domanda diretta.


    Ma se non ci parlo, cos'altro mi rimane da fare?


    Ripeto che quest'azienda mi ha cambiato la vita. Ho ritrovato la spinta per rimettermi in gioco in un nuovo settore in un momento in cui avevo perso le speranze, ho ripreso percorsi di formazione che mi avevano appassionato da sempre ma che non ho mai potuto frequentare perché molto costosi. Durante questi eventi di lavoro faccio esattamente ciò che amo fare. E sono brava in quello che faccio, nonostante abbia meno esperienza di tanti miei colleghi, ma ho una predisposizione. Tanto che molti clienti sono andati a complimentarsi direttamente col titolare per come ho sostenuto le trattative. La filosofia aziendale poi rispecchia a pieno i miei valori.


    Quindi, se non ci parlo, se non affronto la situazione, cosa succederà quando a breve andremo a NY e Singapore?

    Mentalmente mi destabilizza da morire quest'altalena!

    "Jesus died for somebody's sins but not mine"

  • Partiamo dal presupposto che la cartolina può anche non corrispondere alla verità, anche da me c'è una collega che a vederla con il marito penseresti che sono una coppia affiatata poi la realtà è ben altra, conflitti e amanti di mezzo insomma.


    Vado controcorrente e ti direi che forse parlarci non sarebbe la peggiore delle idee, da come ti esprimi mi sembri una persona molto ponderata, penso che troveresti il modo di metterlo all'angolo ma con garbo.

    In fondo se ci pensi, stai costruendo un castello sulla base di considerazioni personali, forse ti serve anche avere un feedback dal lato opposto.

  • Grazie Caos, e grazie a tutti per rimettere le cose in prospettiva.


    Diciamo che in questo momento avevo bisogno di capire se qualcuno, oltre me, vedesse in quegli episodi della malizia o se mi ero immaginata tutto.


    Ora, seguendo il consiglio di Caos, spero si presenti un'occasione prima del prossimo viaggio-lavoro per tentare questo approccio, orientato al lavoro, finalizzato a capire cosa vuole davvero da questa collaborazione.


    Spero di aggiornarvi presto!

    "Jesus died for somebody's sins but not mine"

  • Ciao, mi sono appena iscritta perché non so a chi chiedere aiuto. Vorrei prima di tutto fare un breve elenco di episodi "relazionali" per capire se sono io ad aver interpretato male alcuni segnali o se invece possono essere più o meno universali e magari sentire delle letture alternative che mi tolgano questo tarlo dalla testa. Poi, una volta letto le vostre opinioni, se sarà necessario farò un quadro un po' più completo della situazione su cui avrei bisogno d'aiuto.

    E' una scelta saggia.


    6) Prendiamo un taxi per dirigerci all'aeroporto e metto qualche goccia di olio d'argan sulle mani perché mi è uscita fuori un'irritazione cutanea e una volta spalmato avvicino le mani al viso e noto che ha un buon odore. Lui si sporge leggermente in direzione delle mie mani e mi chiede di far sentire anche a lui il profumo di questo olio.


    7) Durante il viaggio in aereo e poi in macchina la trasformazione. Ero in compagnia di una persona totalmente diversa: se gli facevo una domanda rispondeva a monosillabi quasi infastidito che gli stessi parlando, evitando qualsiasi tipo di contatto visivo; quasi avevo l'impressione che la mia sola presenza fosse sgradita e che per evitarla si sentisse costretto a riempire il silenzio con la musica a un volume tale da non permettere una conversazione, alzando di nuovo tutte quelle barriere a cui sono abituata durante il lavoro ordinario ma che lui stesso aveva abbattuto durante questi giorni.

    Ho letto tutti gli episodi (non solo quelli quotati) e posso dire che quello che percepisci provenire da lui mi pare almeno per metà una tua proiezione/desiderio.


    Oggettivamente non c'è nulla di esagerato in quello che lui ha fatto. Ne percepisci "il peso" solo perché sono comportamenti diversi da quelli che ha in ufficio, ovvero dove ci sono gli altri colleghi o altre persone ad assistere... e perché forse hai anche delle aspettative in merito (questo lo spiego dopo).


    Un collega di grado superiore deve (assolutamente) essere asettico quando comunica con i sottoposti nell'ambiente di lavoro, ovvero dove altri sottoposti (o superiori) possano assistere a quello che accade.

    Deve per svariati motivi, primo tra tutti l'evitare sul nascere di gelosie o dicerie che in ambiente lavorativo sono un cancro incurabile, una macchia indelebile.


    Il suo essere asettico è quindi corretto (oltre che dovuto e obbligatorio), a maggior ragione con una collega donna.


    Quando invece siete distanti dall'ambiente lavorativo è naturale che alcuni aspetti umani prendano il sopravvento. E' assai possibile che sessualmente siate compatibili o che lui in quanto maschio "ti si farebbe" come farebbe con qualsiasi altra compatibile, né più, né meno.


    Tu dalla tua iper-sensibilità sull'argomento per quanto riguarda lui hai iper-valutato queste variazioni del suo comportamento ingigantendole e assegnandogli un significato che va ben oltre a quello reale. Mi spiego meglio.


    Se (SE) lui avesse veramente voluto qualcosa di più da te si sarebbe sbilanciato in modo più esplicito. L'unico episodio che "puzza" un po' è quello del film. Tutti gli altri sono fatti che significano qualcosa solo se li si osserva con il filtro del bias cognitivo che vede i comportamenti di un capo "uomo" come sempre inevitabilmente con doppio fine sessuale.


    Immagino che al suo lavoro ci tenga anche lui. Come giustamente dice diverso i rapporti (anche solo sessuali) sul posto di lavoro sono IL MALE ASSOLUTO, specie per la parte debole che oggi non è più sempre il sottoposto: dipende dal genere sessuale di chi sta sopra e chi sotto. Nell'ambiente sociale attuale una denuncia di una collega sottoposta fa immediatamente scattare le peggiori accuse nei confronti del responsabile uomo, a prescindere che le accuse siano fondate o meno. A meno che questo tuo collega non viva ancora negli anni '60: penso che lo sappia benissimo.


    E questo ciclo, al di là degli episodi specifici, si ripete ogni volta che andiamo fuori casa insieme per lavoro.

    (continuo da sopra) Potrebbe anche essere che istintivamente provi qualcosa, ed è assai possibile che sia un "qualcosa" di esclusivamente sessuale. Non è sempre semplice "trattenersi" ed essere totalmente asettici, specie se lui è abituato a certi ritmi che quando è in viaggio per lavoro non può sostenere. Parlo proprio di rapporti sessuali. L'astinenza (anche quella piccola) crea delle pressioni che influenzano il modo di comportarsi degli uomini.


    E' possibile che quando salite sull'aereo per il ritorno la sua mente si focalizzi sul ritorno dalla moglie e che questo lo renda insofferente a qualsiasi altra attenzione femminile. Dal punto di vista psichico è sano.


    Per me è fortemente destabilizzante, soprattutto perché la frequentazione avviene in un contesto lavorativo a cui io tengo con tutta me stessa e non vorrei cercare un posto di lavoro differente, perché mi piace l'azienda, sposo la sua filosofia operativa e tendenzialmente mi piace anche l'ambiente umano. Lui ha un ruolo di responsabilità all'interno dell'azienda e devo capire come comportarmi, per questo ho scritto quali sono state le mie reazioni alle sue azioni, ma ho evitato per quanto possibile di inserire la mia interpretazione.

    Non ci sono i presupposti: né per cambiare lavoro, né (attenzione) per sentirsi vittime di un comportamento scorretto. Almeno non dagli episodi che hai raccontato qui ...e certamente non ci sono legalmente.


    Il punto è questo e voglio essere totalmente onesta: senza ombra di dubbio è una persona affascinante, ma io non voglio essere l'amante di nessuno, non voglio nemmeno dover elemosinare gli scampoli di tempo di qualche altra donna, né tantomeno un'avventura a intermittenza, il riempitivo di una vita di coppia che inevitabilmente diventa monotona proprio perché è il porto sicuro a cui tornare. Rimane comunque oggettivo il fatto che il lavoro è una passione, una dedizione comune e per quel che a sensazione ho percepito, è uno dei fattori che mi rende eventualmente interessante ai suoi occhi. E che rende anche lui affascinante ai miei.

    Questa è la chiave del tuo filtro sulla realtà di cui parlavo sopra.


    Anch'io non ci parlerei, anche perché ti girerebbe la prospettiva facendoti passare per quella che ha frainteso.

    In un certo senso "è pericoloso". Per difendersi da una potenziale complicazione il suo collega potrebbe arrivare ad un comportamento eccessivamente asettico che avrebbe ripercussioni sulle prestazioni lavorative.

    Se non altro però: parlandosi si leverebbe totalmente il dubbio.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

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