Pensieri vari e possibile crisi esistenziale di una persona con sempre meno autostima

  • Ciao a tutti, non so neanche il motivo per il quale stia scrivendo qui. Come non so tante altre cose. L'oscurità si sta prendendo gioco di me, ancora una volta, e negli ultimi tempi Più spesso.

    Provo a fare un riassunto: ho sempre sofferto di depressione, dovuta probabilmente ad un fattore biologico ma non solo. A tal proposito, esiste la depressione endogena? Come la si affronta questa croce?
    Ho quasi 40 anni e vivo ancora con i miei, ciò non mi pesa eccessivamente ma con la problematica che ho non mi sento di essere autonomo. Lo sono sempre un po' stato però, tranne dal punto di vista abitativo. Sto con la mia ragazza da 6 anni ed abbiamo un sereno rapporto, ci tengo molto anche se non ho mai avuto il coraggio di dirle "Ti Amo", ma questo è un mio problema e non dovuto alla relazione che è ottima.
    Ho vissuto momenti molto bui e solo la mia famiglia e la mia ragazza ne sono a conoscenza, i miei amici più stretti, quei pochi, no. Non ho il coraggio di dirglielo perché penso non avrebbe senso.

    Da novembre scorso ho un lavoro dignitoso, faccio il programmatore ma non mi sento quasi mai all'altezza ed a volte questo mi porta sconforto. Spesso ho pensato che questa professione mi avrebbe aiutato perché sembrava mi piacesse molto ma a volte non è cosí, nei momenti dove sto giù di corda (e parlo proprio di depressione latente) non mi piace più nulla e sembra che stia vivendo la vita di un altro. Ciò mi spaventa a morte. Mi sembra di tornare ai tempi dell'universitá dove scelsi una facoltà al di là delle mie potenzialitá ed infatti finii per fallire. Questo mi sembra troppo da sopportare.
    Sono in cura farmacologica di nuovo da diversi anni, circa 5, con venlafaxina, con dosi da 37,5mg a 75mg. Con alti e bassi. Da poco ho ripreso la psicoterapia ma non so dove mi porterà vista la mia propensione biologica. Sembra una condanna. Eppure non sono una persona troppo passiva, con il crescere forse lo sono diventato, non lo so.

    Mi sento vuoto in questo momento e mi sono messo in malattia dal lavoro, mi sento un fallito e faccio fatica a dimostrarmi il contrario. Sta diventando per lo più una lotta contro me stesso, è sempre stato quello il mio problema. È una delle cose peggiori.
    Non posso permettermi di perdere il lavoro perché altrimenti non posso continuare la terapia, non c'è via di fuga per la mia depressione spesso evitante.


    Ci sarebbero un altro milione di cose da scrivere ma non vorrei rendere questo post più confuso di quello che è. Forse andrebbe messo in "Questione di percezione".
    Ultimamente sembra mi sforzi a fare qualsiasi cosa per fare in modo di distrarmi, di distrarre la mia mente, quello che mi piaceva all'improvviso sembra non piacermi più. Ho iniziato a fumare. Vorrei rivelare a tutti il mio malessere, anche a lavoro; ma a che pro? Per giustificarmi? Per trovare altre scuse?

    Mi farebbe piacere un confronto. Voi come fate ad affrontare queste ricadute subdole che rimettono in discussione tutta la propria vita? Grazie a chi leggerà.

  • Ailene

    Approvato il thread.
  • Non credo che la depressione sia curabile. Ma il tuo curante ti saprà dire, la mia è solo una opinione.


    Di solito il discorso è che devi prendere i farmaci per lunghissimi periodi. Il fatto che il tuo lavoro non ti piaccia quando hai una ricaduta potrebbe essere un effetto della depressione e non una causa.


    Nel senso che la depressione ti fa cambiare il modo di vedere e percepire e pensare. Quindi altera anche il giudizio di qualsiasi cosa. La tua vita ti sembra un fallimento, quando sei in una ricaduta. Ma quando stai meglio non ti sembra così male. No?

  • keiji Se guardi su Arte TV Italia hanno appena pubblicato una serie di servizi sulla depressione che si chiama Psycho. É in lingua originale ma con sottotitoli in italiano. Forse ti aiuta a dare una forma al tuo problema, a vederlo da fuori, con una certa distanza, e non solo da dentro. Ci sono molte testimonianze e mostrano anche come poterne uscire: non con una seduta ogni tanto dallo psicologo e qualche pillola, ma con programmi mirati e a lungo termine in istituti specializzati. Per ricostruire quello che si è rotto.


    iicc credo che tu abbia ragione, che curare la depressione sia difficile, almeno come si fa di solito (come ho scritto sopra). In questo modo ti danno una stampella per continuare a vivere, per non nuocere a te stesso e agli altri, ma non sei guarito. Ma chi ha il tempo? La voglia? I soldi? Il servizio parla del sistema medico in Germania: lì lo Stato è molto sensibile a questo tema e se un medico decide che ti serve una cura particolare lo Stato paga e il datore di lavoro non può licenziarti, neanche se manchi per molto tempo. Non so in Italia... non vivo lì.

    Ultimamente sembra mi sforzi a fare qualsiasi cosa per fare in modo di distrarmi, di distrarre la mia mente, quello che mi piaceva all'improvviso sembra non piacermi più. Ho iniziato a fumare. Vorrei rivelare a tutti il mio malessere, anche a lavoro; ma a che pro? Per giustificarmi? Per trovare altre scuse?

    Si, con la depressione non si ha più voglia di fare cose divertenti. Quello che da me è sempre rimasto è la voglia di fare lavoretti meccanici (tipo riparare l'auto) o sperimentare in cucina (gelati, pizze, panettoni, colombe, frutta candita) tutte cose piuttosto tecnologiche. Facendo queste cose con le mani mi sento meglio. Magari aiuta anche te fare qualcosa di pratico, con cose che puoi toccare e sentire con i tuoi sensi. Un corso per fare la pasta in casa :) così pasticci un po' con le mani e vedi gente (io l'ho fatto!)


    Rivelarlo agli altri: la mia esperienza è che gli uomini o non capiscono, o non volgiono capire, o non sono in grado di affrontare la situazione di un uomo che dice di avere questo problema. Anche i "veri amici". Le donne capiscono molto di più ti ascoltano e se possono ti aiutano o almeno ci provano. Al lavoro non lo farei: solitamente è un mondo governato da uomini. Capirebbero se sei giù per un sacco di altre cose, ma per la depressione rischi di essere bollato a vita. Davvero non lo farei.

    Chaque putain de chose qu'on fait dans cette vie, on doit la payer (Édith Piaf)

  • Nel senso che la depressione ti fa cambiare il modo di vedere e percepire e pensare. Quindi altera anche il giudizio di qualsiasi cosa. La tua vita ti sembra un fallimento, quando sei in una ricaduta. Ma quando stai meglio non ti sembra così male. No?

    Sí esatto, quando sto meglio non mi sembra male. Non mi lamento, ma forse è una vita un po' monotona e sempre più o meno uguale.
    Alle volte sento che se le cose dovessero andare peggio non ce la farei, soprattutto in questi stati. Da fuori non è che si nota molto il mio umore, trovo un pochino di sollievo fittizio nella pigrizia.
    Sinceramente penso che forse sarebbe stato meglio non avere una mano o comunque altro tipo di patologie al posto di questa, ma ammetto che è un pensiero molto stupido e soprattutto non serve a nulla.
    Oggi avevo anche la seduta dalla psicoterapeuta, ma sta male ed allora è saltata. Lo sforzo continua eheh...


    Se guardi su Arte TV Italia hanno appena pubblicato una serie di servizi sulla depressione che si chiama Psycho. É in lingua originale ma con sottotitoli in italiano. Forse ti aiuta a dare una forma al tuo problema, a vederlo da fuori, con una certa distanza, e non solo da dentro. Ci sono molte testimonianze e mostrano anche come poterne uscire: non con una seduta ogni tanto dallo psicologo e qualche pillola, ma con programmi mirati e a lungo termine in istituti specializzati. Per ricostruire quello che si è rotto.

    Anche io la penso allo stesso modo, ma solo io. Le persone intorno a me, compresi i professionisti, no. Dicono che ho tutto per fare bene. Queste sono cose di cui in parte sono consapevole, ma non è il fulcro della questione.

    Programmi mirati? Ma qui in Italia? Io sono a Roma e mi sono documentato su alcune associazioni Onlus, però non so. Pure lì mi è stato detto che non fa per me, che io ce la faccio anche senza, che quei programmi sono fatti per patologie più gravi.
    Il mio problema, come quello di molti, è che non posso farli probabilmente per via del lavoro. Anche se potrei lavorare da remoto.


    tici2 tu non sei in Italia? Hai partecipato a programmi del genere?

    Grazie a tutti per le risposte e per questo scambio, vorrei poter scrivere di più qui o forse no. Ho un po' di confusione mista a rassegnazione al momento.

  • tici2 tu non sei in Italia? Hai partecipato a programmi del genere?

    No, vivo in Svizzera, sono nato in Ticino e vivo da molti anni al nord (zona Zurigo).

    Non ho partecipato a programmi del genere, sono stato in terapia da una psicologa una decina di anni fa, per circa due anni. All'inizio 1x settimana e dopo un anno 1x mese. Ha aiutato molto ma penso che certi temi mi accompagneranno tutta la vita. Niente di grave, solo che non ci si può riprogrammare come un PC o cancellare le cose che non ci vanno: bisogna imparare a viverci assieme e bisogna creare nuovi ricordi (possibilmente belli!) che prenderenno il posto degli altri che non volgiamo, fino a farli diventare piccoli piccoli ed innocui.

    Bisogna volere cambiare e bisogna essere costanti, e quando si cade andare avanti lo stesso. Io cado regolarmente ma poi mi rialzo ;)

    Chaque putain de chose qu'on fait dans cette vie, on doit la payer (Édith Piaf)

  • Ciao, mi rivedo perfettamente nel tuo post, qualche giorno fa ho postato in questa sezione qualcosa di molto simile.

    Io però, al contrario tuo, non assumo farmaci e non ho mai intrapreso un percorso terapeutico, un po' per vergogna e un po' perché l'idea che qualcuno veda il buio che ho dentro mi spaventa.


    Scrivo questa risposta comunque solo per consigliarti un libro che ho iniziato da poco ma che, al contrario di altri sempre nella categoria self-care che avevo letto in passato, mi sembra più utile e interessante.

    Il libro si intitola "Sentirsi bene: il metodo per curare la depressione senza farmaci" scritto da David Burns, ossia uno degli "inventori" della terapia cognitivo comportamentale.

    Può anche essere che per te non sia niente di nuovo, visto che sei seguito da uno psicoterapeuta, ma a me in questi giorni sta aiutando parecchio.

  • Grazie per le risposte.

    Riprendo questo thread perché la situazione è peggiorata e sto passando un periodo di malattia da lavoro che dovrebbe essere di 1 mese da prognosi ma ho preso meno tempo.

    Lo psichiatra mi ha aumentato la dose di Zarelis a 150mg finora senza cambiamenti.

    Mi sento uno zombie dentro quando non sono agitato o ossessivo, sto fumando molto ed ho dolori al petto (almeno è qualcosa), la notte va meglio (infatti sto scrivendo proprio di notte)


    Il libro l'ho letto un po' ma non so, mi convince poco.


    Cerco sempre di reagire di solito, anche buttandomi e forzandomi ma a quanto pare sbaglio anche così visto che è come mettere polvere sotto il tappeto. L'energia è poca e il rientro a lavoro si fa impellente.


    Sto facendo un lavoro con una terapeuta che mi ha consigliato di prendere un'altra settimana di malattia ma il mio datore di lavoro sembra non essere aperto al dialogo.

    Stiamo praticando la EMDR, qualcuno di voi ha esperienza a riguardo? Funziona?


    Dovrei anche chiamare Progetto Itaca a Roma, qualcuno di voi conosce?

  • Ciao, io ho fatto emdr per due anni e per me fu la salvezza, dopo dieci anni di attacchi di panico in seguito alla terapia non ne ho più avuti. Purtroppo la terapeuta morì nel 2020 improvvisamente, ora ne avrei tanto bisogno ma economicamente dato che ho un part time sarebbe difficile da sostenere. E' normale stare peggio durante la terapia, fa parte del processo di elaborazione, quindi ti consiglio di continuare.

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