Trovo che sia sorprendente come nell'era di ogni genere di movimento a favore di minoranze o di difesa di particolari situazioni, quando si parla di Ansia e affini sia ancora un tabù e non venga realmente compreso.
Nascono movimenti di ogni genere, dal meetoo al blacklivesmatter, dalla difesa di ogni appartenenza di genere al body Shaming, tutti movimenti indiscutibilmente molto importanti, ma quando si parla di problemi mentali allora qui cambia tutto. diventa un tabù.
E' vero che sempre più spesso si sentono personaggi più o meno famosi che confessano di avere sofferto o di soffrire di questo oppure di quello, eppure non è ancora globalmente accettato.
Mi viene in mente un esempio, mettiamo di avere un collega che soffre di emicrania cronica, quindi a riunioni, incontri, spesso dice "oggi la mia emicrania è cosi forte che non posso partecipare", chi mai avrebbe un giudizio negativo? quasi nessuno, anzi, proviamo empatia e accettiamo il suo problema dispiacendocene.
Se un collega invece dice "oggi la mia ansia è cosi forte che non posso partecipare", avrebbe lo stesso trattamento e comprensione? purtroppo no.
Eppure statisticamente penso sia più probabile avere un collega che soffre di ansia cronica che di emicrania cronica.
Credo che questo atteggiamento vada cambiato a partire da noi stessi cominciando a non più nasconderci e non fare più differenza tra un "oggi ho mal di testa" e un "oggi ho l'ansia".
E' ora di smettere di avere paura di noi stessi, di avere paura di cosa siamo.