Ho fallito in tutto e non credo di meritare nulla

  • Ciao, al momento non ho una risposta alla tua domanda. Penso sia importante fare un percorso volto a farti capire il tuo valore come persona, come lavoratrice, come donna. A dirlo sembra facile ma non lo è. Mi sento come te quindi ti mando un abbraccio.

    Esatto Angela, mi sembra di non avere più rispetto e amore per me...non credo di avere valore così come di fatto le cose suggeriscono, un abbraccio.

  • Dipende da che punto di vista vedi la cosa; tu non lo sai ma forse ti si è appena aperta una nuova opportunità, e se agisci accogliendo il cambiamento in modo positivo magari ti cambierà in meglio la vita!


    O meglio è quello che dice una mia collega, stessa identica situazione tranne la perdita del lavoro, il marito l'ha lasciata da un giorno all'altro, lei è una persona molto positiva e attaccata alla vita, è stata male un paio di mesi ma poi non so come sia stato possibile, ha trovato un'altra persona, migliore della precedente, con più sintonia fisica e mentale e perfetto per lei!


    Nessuno ci credeva, personalmente pensavo restasse single a vita, visto che era una persona di gusti molto difficili, sto iniziando a crederci anch'io ad avere un atteggiamento e pensiero positivo!

  • La mia mente rimane incastrata a pensieri terribili e svalutanti su di me e non so uscirne, mi detesto per non essere abbastanza...per tutto.


    Io sono colpevole di tutto questo!


    Quante volte te lo stai dicendo al giorno?

    Sicuramente molte volte, perchè è evidente il senso di colpa che stai provando.


    Ma è veramente così? Direi proprio di no.


    In fin dei conti non importa di cosa succede, importa unicamente quanto ne siamo consapevoli.

    Se qualcuno ti riferisce che il tale ha parlato male di te, la tua reazione alla notizia dipende unicamente dal valore che dai alla notizia.

    Il peso che diamo ad un fatto è direttamente proporzionale alle nostre aspettative.

    Le nostre aspettative, che spesso sono un qualcosa del futuro (addirittura basate sul passato), non ci permettono di essere presenti.

    Di conseguenza viviamo pensando a come era ieri e a come vorremmo sia domani.


    Ma oggi, oggi come stiamo se rimuovessimo le aspettative?

    Fai un esercizio, forse non facile, cancella dalla tua mente il passato e il futuro, potresti renderti conto che stai bene.

    In questo istante, ma solo in questo istante, hai dei reali problemi? Spesso la risposta è no. e se rispondi di sì probabilmente è perchè sei ancorata al passato o al futuro.


    Continui sicuramente a credere che il tuo comportamento passato sia stato un errore, che ha provocato la situazione attuale.

    Certo, ogni respiro porta al respiro successivo, ma se a quello dopo ti viene di tossire non è colpa del respiro precedente.

    Questo per dire che un legame è evidente che c'è, ma è un legame di "vita".

    D'altronde il noto detto "chi non lavora non sbaglia" può essere riportato a tutto, "chi non vive non sbaglia".

    Quindi il sbagliare (che poi ripeto, non è un vero sbagliare) è parte dell'essere, del vivere, e non è quasi mai controllabile.


    Se pensi, noi siamo un minuscolo ammasso di cellule nell'immensità dell'universo, e tutto fuori da noi (e noi stessi) mutiamo di continuo senza averne un pieno controllo, perchè quindi meravigliarsi se non riusciamo a controllare tutto?


    E' il voler controllare tutto, senza accettazione e consapevolezza, che ci mette in quella brutta situazione di sentirci impotenti, incapaci e colpevoli di chissà quale colpa (e so di cosa parlo, sono un maestro i questo).


    Una volta che ti rendi conto che quanto successo non può essere colpa tua, questi pensieri che hai ora lasceranno il posto al tuo vero "te stesso".

    Non voglio dire che sia facile e immediato, è un cambiamento che necessita di tempo e costanza, ma il risultato è garantito soddisfatti o rimborsati, e se sei fra i primi 50 a provare ricevi anche un set di pentole in omaggio ;) (spero di averti strappato un sorriso ...)


    Non mollare mi raccomando!

  • Dipende da che punto di vista vedi la cosa; tu non lo sai ma forse ti si è appena aperta una nuova opportunità, e se agisci accogliendo il cambiamento in modo positivo magari ti cambierà in meglio la vita!


    O meglio è quello che dice una mia collega, stessa identica situazione tranne la perdita del lavoro, il marito l'ha lasciata da un giorno all'altro, lei è una persona molto positiva e attaccata alla vita, è stata male un paio di mesi ma poi non so come sia stato possibile, ha trovato un'altra persona, migliore della precedente, con più sintonia fisica e mentale e perfetto per lei!


    Nessuno ci credeva, personalmente pensavo restasse single a vita, visto che era una persona di gusti molto difficili, sto iniziando a crederci anch'io ad avere un atteggiamento e pensiero positivo!

    Capisco quello che dici, la mia fatica più grande adesso è tenere socchiusa questa porta, cerco di interrompere i miei pensieri negativi dicendomi "non puoi essere sicura che domani non possa migliorare un po' la situazione". Ecco, me lo ripeto ma dentro di me so che può peggiorare oltre che migliorare ma che oltre a questo potrei avere un punto di vista diverso, in grado di (forse) farmi dare un peso diverso a tutto, non voglio escludere questa possibilità sebbene sia fino agli occhi immersa in una sofferenza mai provata, so che ci sono varie possibilità per quanto remote e per quanto sia quasi disperato mantenere l'idea che il mio sguardo possa modificarsi. Ci provo, per ora con scarso successo...


    Ti leggo e non può non venirmi in mente Ekart Tolle o Sahdguru, care letture che fino a poco tempo fa mi hanno aiutato nel quotidiano. Condivido tutto quello che mi scrivi, vorrei potermi abbandonare a questa modalità di essere sebbene sia complesso riuscirci se non sporadicamente. Sicuramente fa riprendere fiato ricordare le tante cose che citi, l'impermanenza dei sentimenti, dei pensieri, l'influenza enorme del passato e del futuro sulla sola cosa che davvero abbiamo, il presente.

    Quanto è difficile stare/sostare qui ed ora, con i bambini è dimensione quotidiana ed anche per questo amo il mio lavoro, anche la meditazione cerca di allenarci in questo, mi ci rifugio quando riesco (di rado) ma è chiaro che il suo potenziale è enorme.

    Come è enorme l'impegno richiesto per abbandonare l'abitudine di vivere costantemente nel passato e/o nel futuro per più di qualche buona seduta di meditazione al mese, le aspettative sono frutto della mente che cerca di prevedere e controllare, è il suo lavoro del resto, la mia si sbaglia poco spesso oltretutto, ma è chiaro che essendo la mente continuamente alla ricerca di significati nel passato e ossessiva nell'ipotizzare il futuro cerca così di risparmiarci qualche sorpresa, di prepararci. Ho paura di smettere di permetterglielo perché sarebbe rinunciare all'illusione minima di controllo, l'illusione che anticipare possa difendere.

    Dentro di me ho un terrore feroce che senza questo lavorio continuo e quasi commuovente cadrei ancora più giù, non galleggerei annaspando come mi sento di stare a fare ora. "Le cose se possono si mettono male" diceva mi sembra la legge di Murphy, vorrei avere ancora un grammo di fiducia e lasciarmi andare ma troppe volte non ne è venuto nulla di buono, è un discorso spinoso per me, tra non molti giorni dovrò tornare al lavoro e avrò davvero poco da stare rilassata e fiduciosa in quell'ambiente reso malsano da alcune. Perdona se non vedo nulla di garantito, hic et nunc è uno stato di grazia, con i colpi che ho ricevuto non credo sia anomalo faticare a confidare nel tutto più grande di noi. Grazie per la tua risposta, avverto l'intento benevolo anche dell'ultima frase. Devo forse imparare a difendere me stessa meglio e soprattutto ritrovare una ragione per farlo...

  • Quanto è difficile stare/sostare qui ed ora, con i bambini è dimensione quotidiana ed anche per questo amo il mio lavoro, anche la meditazione cerca di allenarci in questo, mi ci rifugio quando riesco (di rado) ma è chiaro che il suo potenziale è enorme.

    Non credere che io ci riesca, hai citato Tolle e anche per me è stata la prima lettura che mi ha portato ad impegnarmi su questa strada.

    Quello che dico lo credo fermamente, ma come si dice tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.

    Ma crederci, capire cosa significa a farlo tuo è già il passo più importante, il passo che non ti farà più tornare indietro.

    Certo, i passi dopo saranno molti, ci vorrà impegno, tempo, dedizione, ma il percorso è avviato.

    Non sai le volte che mi sono voltato indietro chiedendomi quanta strada ho fatto, ma alla fine che importa, è la strada che fai che conta, non quanta ne fai.


    Come è enorme l'impegno richiesto per abbandonare l'abitudine di vivere costantemente nel passato

    Come detto sopra, non ci riesco pienamente sempre (anzi, ultimamente poco), altrimenti non soffrirei di ansia periodicamente.


    ritrovare una ragione per farlo

    La ragione sei te stessa, non devi trovare nessun'altra ragione.


    Ciò che provi ora credo che l'abbiamo provato tutti in questo forum, e la maggior parte lo prova tuttora, chi sempre, chi spesso e chi ogni tanto. e ognuno di noi nei momenti difficili è convinto come te ora che non ne uscirà, che non è mai andata peggio, ecc.

    Cavoli se succede, non sai le volte che ero convinto di non arrivare al giorno dopo durante un forte attacco.

    Ogni maledetta volta sembra la prima volta, e in quel momento tutte le cose che ti racconto qui non valgono più nulla.

    Per questo motivo cerco di applicare il più possibile quando sto bene, per questo cerco di aiutare le persone sul forum, per rafforzare questa idea, per renderla permanente sempre di più, ma non mi aspetto che l'ansia sparisca per sempre (lo spero, ma non me l'aspetto).


    Ora è normale che tu non riesca a mettere in pratica molto, ma se solo un piccolo semino dalle mie parole o di altre persone possa entrare in te, è già un enorme passo avanti.

  • Carissimi, mi sembra di non arrivare a nulla, cerco di studiare o almeno leggere sull'impotenza appresa, metodi per uscire da uno stato ansioso e depresso, cerco di disattivare i vortici di pensieri negativi e svalutanti su di me ma è una lotta sfiancante che spesso mi lascia sconfortata e in uno stato d'ansia a volte acuta. Ho tanta paura di dover rientrare a lavoro e non aver trovato neanche qualche strategia per difendermi dalle meschinità che certamente si verificherebbero, non ce l'ho, non mi sembra di star riuscendo a costruirla.. praticamente arrivo dalla psicologa a pezzi e quasi la imploro di indicarmi una strada... Purtroppo non ho buone notizie, non posso rivalermi come avevo sperato perché non ho testimoni...l'ultima volta la stessa psicologa mi è sembrata disarmata di fronte all'effettiva situazione che mi condanna ancora all'impotenza...era arrabbiata con gli avvocati e il sistema che non tutela situazioni come le mie.

    Avrei voluto leggerle negli occhi oltre quel po' di sgomento e indignazione anche un po' di iniziativa per riuscire a pensare come andare avanti. Invece no, mi è sembrato non sapesse che dirmi, schiacciata anche lei dall'impotenza.

    Così questo ulteriore limbo dove sperimento ancora impotenza mi riporta incubi, sonno disturbato, stati d'ansia, mi sembra una conferma di non avere alcun potere e la mia persona alcun valore.

    In questi giorni la solitudine mi chiude lo stomaco e soffro l'assenza dell'uomo che frequentavo, la bellezza che in quel rapporto non ho saputo difendere e nutro rabbia verso me stessa per aver perso anche lui.

    Oscillo realmente tra il punirmi e il cercare di imparare a andare avanti nella speranza di riscoprire il mio valore. Mi spiego...ho perso 4 kg in una settimana anche pensando a quanto non sono più desiderabile (lui mi diceva che non sentiva più passione ma che mi amava molto, mi ha sempre lasciato intendere fra le righe che il mio corpo che gli piaceva tanto ora non lo attraeva più) però, allo stesso tempo, cerco di camminare ogni giorno per ore sperando che questo mi aiuti a zittire la voce squalificante che si scaglia contro di me.

    Non riesco ad accettare questa impotenza perché farlo sarebbe una vera disintegrazione ulteriore del mio io ...vorrei invece trovare un modo per rafforzarmi ma continuo a non trovare appigli. Forse devo arrendermi? Smettere di dimenarmi, di fare tentativi per respirare un poco, farmi paralizzare da queste onde emotive che arrivano piuttosto che cercare sempre di farle passare?

    Non credo che galleggerei se smettessi di muovermi questo minimo che ancora riesco a fare. Credo che sprofonderei, come stavo facendo prima di andare a camminare...ma come trovare modo di riconoscere valore alla mia persona? Il persecutore interno mi dice che terribile persona solitaria, poco interessante e arida sono diventata e quanto sia giusto che mi ritrovi così senza nessuno, la sua voce continua a sovrastare i miei tentativi.

    Vorrei ritrovare almeno una piccola traccia di me stessa ma forse è giusto così... sto cedendo perché non merito nulla e non ho avuto abbastanza cura di qualcosa, di varie cose, di me...forse penso tanto a lui perché da lui avevo un po' dell'amore che non riuscivo a darmi da sola...o forse perché era ed è molto più semplice amare e desiderare lui...

  • Mi dispiace molto vedere che le cose non sono migliorate.

    La situazione è sicuramente difficile da gestire, anche per chi ha problemi.


    A volte lasciare qualcosa è più difficile che rimanerne invischiato, ma bisogna rendersi conto che se la lotta è troppo faticosa si deve mollare.

    E' un gioco di equilibrio, devi solo capire quale sforzo avrà più possibilità di darti serenità.

    Lottare o mollare? Scelta difficile, ma una scelta che va presa.


    Forse devo arrendermi?


    Prima di scegliere l'opzione "arresa", analizza bene la differenza tra accettazione e rassegnazione.

    L'arresa è dettata dalla rassegnazione, e lascia evidenti strascichi in quanto viene vissuta come una sconfitta e si tramuta in disperazione.


    L'accettazione invece non cambia di fatto la "perdita", ma se riesci in questo potrebbe portarli più facilmente verso la serenità.


    In fin dei conti tutta la vita andrebbe accettata cosi come è.


    Sicuramente il tuo percorso sarà ancora pieno di ostacoli, e pensare di accettare la cosa senza provare odio o altri sentimenti è comprensibilmente difficile. Ma sono sicuro che nel tuo profondo sai che è la cosa migliore.

  • L'emozione e il disagio che stai provando in questo periodo e perfettamente normale per quello che hai affrontato e durerà qualche mese.


    L'atteggiamento giusto è di metterti già dell'idea di cambiare lavoro e nel mentre di sfogarti per bene con chi ti ha umiliato; l'ho fatto anch'io e poi me ne sono andato!

    Se vai via meglio nel momento di picco del lavoro e insultando, potresti scoprire di nuovo la gioia della vita.

  • sfogarti per bene con chi ti ha umiliato

    Se vai via meglio nel momento di picco del lavoro e insultando

    Pessimo consiglio, perdonami ma anche se a volte sfogarsi ed insultare può essere di sollievo rimane pur sempre una cosa profondamente sbagliata.


    Il mondo è già troppo pieno di bestie, non contribuiamo ad aumentare questo numero.

  • Cari voi che forse mi leggete, sono ancora in un pantano che sembra aumentare. Penso di aver sprecato la mia vita e le mie energie in percorsi che non mi hanno portato a concretizzare nulla. Dal lavoro alla vita sentimentale... è stato tutto un fallimento pur mettendocela tutta. Lo sapete, da gennaio cerco di trovare soluzioni o almeno un po' di pace ma farmaci e psicoterapia mi sembra che non mi stiano aiutando come avevo sperato. La psicologa mi dice di avere fiducia nel processo... ma io mi sento mancare la terra sotto i piedi e mi accorgo di non saper capire come reagire... cosa fare...

    Negli ultimi quattro giorni sono tornata in uno stato di prostrazione quasi totale, ancora in malattia dormo molto in modo poco sano, a volte tutto il giorno e ho perso ormai in tutto 8 kg. Dormire così tanto è ovviamente una fuga per non vivere l'ansia che mi logora e ne ho paura, davvero, perché so che è segno di una ulteriore degenerazione del mio stato... è come dire 'non voglio più vivere', non credo più che lavorare sulla mia sofferenza mi porti a qualcosa perché non ne vedo i frutti... continuo a morire ogni giorno e ogni giorno non riesco a zittire il persecutore interno che mi devasta.

    Ho sprecato tutta la mia vita, nessuno ha il coraggio di dirmelo, non ho costruito nulla e tra non molto tutto tornerà a precipitare intorno a me, perché non ho niente di solido, di sicuro neanche il tetto sulla testa... grazie di avermi letto, vorrei smetterla di morire ma non so come, la realtà mi schiaccia e non sono sicura neanche più di saperla leggere e vedere.

Unisciti a noi!

Non sei ancora iscritto e vorresti partecipare? Registrati subito ed entra a far parte della nostra comunità! Ti aspettiamo.

Thread suggeriti

    1. Topic
    2. Risposte
    3. Ultima Risposta
    1. Ennesima estate trascorsa in casa 69

      • sempretriste_
    2. Risposte
      69
      Visualizzazioni
      3.7k
      69
    3. aconito

    1. Oggi sarebbero stati 17 anni di matrimonio 60

      • Zeta Reticuli
    2. Risposte
      60
      Visualizzazioni
      2k
      60
    3. Zeta Reticuli

    1. Sono stato lasciato dopo 11 anni e ora non so più come vivere 29

      • Mare99
    2. Risposte
      29
      Visualizzazioni
      1.9k
      29
    3. leila19

    1. Nostalgia di casa insopportabile, non riesco più a vivere così 15

      • mario1988dg
    2. Risposte
      15
      Visualizzazioni
      663
      15
    3. la huesera

    1. Perché mi ha fatto così bene e ora così male? 28

      • bertino10
    2. Risposte
      28
      Visualizzazioni
      998
      28
    3. uchiha93

    1. Mi sento persa 14

      • Simysimy
    2. Risposte
      14
      Visualizzazioni
      677
      14
    3. AndreaC