Chiedo consiglio, è un'amicizia positiva o nociva?

  • Salve ragazzi, volevo chiedere il vostro aiuto per avere dei spunti di riflessione e riuscire a capire se una mia amicizia importante sia diventata nociva, oppure se la mia convinzione è sbagliata. Capisco molto bene che, senza conoscere me, nè la persona in questione, solamente da questo testo sia impossibile dire cosa sia giusto e cosa sbagliato.

    Mi basterebbe semplicemente un vostro punto di vista, almeno per aiutarmi ad aprire gli occhi. Mi scuso in anticipo se sarò lungo, ma ho bisogno di questo "piccolo" sfogo...


    Parliamo di un'amicizia storica, durante la quale abbiamo condiviso le stesse passioni, stesso percorso di studi e stesso lavoro, seppur in aziende diverse, ci siamo trasferiti insieme all'estero per la stessa carriera, ed è qui che, secondo me, arriviamo al punto in questione. Con questa persona ho condiviso tanti momenti, come la soddisfazione della laurea, del successo nella carriera, la perdita di lavoro per il covid, e la ripartenza per una nuova carriera. Forse con molti altri amici di più vecchia data, nemmeno in tutta la vita abbiamo condiviso lo stesso numero di eventi. In altre parole un'amicizia molto importante, che ha avuto del positivo, e che in molti casi si è dimostrata onesta e sincera.


    Già tempo addietro alcune sue note caratteriali non mi garbavano, ma non ci diedi troppo peso, poichè ci si frequentava ogni tanto, spesso all'interno di una comitiva, ma da quando ci siamo trasferiti insieme all'estero, alcuni suoi atteggiamenti mi hanno ferito, o quanto meno innervosito.


    Seppure frequentiamo ambienti diversi, ed in entrambe le nostre vite ci sono anche (fortunatamente) altre persone / relazioni / amicizie, percepisco la sua presenza come "troppo imponente" a tal punto che mi sento molto condizionato nelle mie scelte, nella mia vita quotidiana, e forse anche per colpa mia che non sono riuscito a farmi rispettare a dovere.


    A volte mi sento criticato a 360°, anche per come respiro in sua presenza, e spesso riesce ad arrivare a toccare alcune mie "corde profonde", su tematiche delicate, ed il suo modo schietto di "toccarle" mi innervosisce parecchio. Mi sento criticato sul mio stile di vita, su come spendo / risparmio i miei soldi, sulla mia attuale mancanza di una relazione sentimentale, su come mi vesto, ed il suo modo di esprimersi "senza peli sulla lingua", seppur da una parte è sintomo di una sincerità che magari manca a molte altre persone, a me fa spesso andar di matto perchè esprime tutto senza freno. Sicuramente un modo "schietto" di esprimersi può mettere in luce molte cose, che magari altre 1000 persone pensano ma non dicono e potrebbe essere un vantaggio a mio favore per migliorarmi, anche se in realtà ciò che percepisco è una continua offensiva nei miei confronti.


    E' vero che un vero amico dice le cose come stanno, senza false ipocrisie, e a chiunque farebbe piacere ricevere stima e complimenti, infatti è qui che dovrei forse ascoltare di più e migliorare su alcuni aspetti, però ho cominciato a percepire la sua presenza come "ostile", pronta ad attaccarmi anche su come mi allaccio le scarpe.


    Quando sono con lui mi sento come succube, forse dai suoi forti giudizi, o forse dalla mia paura di essere attaccato, non mi sento naturale o spontaneo, cosa che invece non succede quando sono con altre persone. E' come se in sua assenza mi sentissi "libero". Ad esempio, quando mi sveglio il sabato mattina, mi sento in dovere di chiamarlo e di organizzare qualcosa per il pomeriggio con lui. Altrimenti mi chiama lui e mi dice: "Perchè non chiami?" Se gli chiedo: "vuoi venire in palestra?" Lui mi dice: "vuoi sempre fare le solite cose, sei una persona noiosa! Perchè non ti vuoi godere la vita? Hai bisogno di una ragazza".


    Potrei fare innumerevoli esempi, come quando ho incontrato per strada un collega di lavoro e dopo aver chiacchierato con luimmi ha detto: "perchè perdi il tuo tempo a parlare con lui e non lo fai invece con le ragazze? Vedi di trovartene una entro quest'anno, sarebbe ora!".


    Se capita un momento di silenzio, dove sono sovrappensiero o magari sto guardando il telefono, mi chiede perché non dico nulla... Insomma, c'è aggressività nelle sue parole, e spesso lancia frecciatine abbastanza pesanti. Non voglio dire che lui abbia assolutamente torto su certe tematiche, alcune volte le stesse osservazioni le ho ricevute anche da altre persone, però forse in maniera più "soft", meno invadente, e non mi hanno dato fastidio.


    Ho notato, che anche in sua assenza, nel fare determinate cose è come se mi sentissi il suo giudizio addosso, del tipo: "bisogna fare così!".


    Siamo fondamentalmente due persone diverse, lui molto attivo, vuole sempre fare qualcosa, spendaccione, giustamente vuole godersi la vita. La vita senza dubbio me la voglio godere anch'io, anche se sono più parsimonioso, più mite, spesso mi devono "trascinare" nelle cose perchè a volte mi manca un po' di iniziativa.


    Voglio sottolineare questo: tutti mi conoscono come una persona molto quieta, difficilmente litigo con qualcuno e spesso lascio correre cose che magari mi danno fastidio, ma a volte dopo un incontro con lui, o una telefonata, ho sentito talmente tanta rabbia che ho dato pugni nel muro. Il suo modo di esprimersi non mi piace, a volte alcuni suoi messaggi mi irritano a tal punto che lancerei il telefono per terra. Quando sono in presenza di altre persone, ho ricevuto molti apprezzamenti su di me, sulla mia cordialità, simpatia, insomma mi sento un'altra persona. Non mi percepisco allo stesso modo come quando sono con lui.


    Oltre alle innumerevoli avventure, bei momenti spensierati, ecc., lui spesso a confidato a me cose molto importanti, molto intime, che soltanto ad un amico si dicono, quindi questo mi porta a pensare che c'è comunque molta stima nei miei confronti. Per fare un altro esempio, la preparazione per un colloquio di lavoro, ha sempre preferito farla con me, perchè mi ritiene una persona preparata, di successo nella carriera. Sono sicuro che lui ci tiene molto a questa amicizia, e questo lo apprezzo, infatti essendo lui una persona molto selettiva, io faccio parte di questa cerchia ristretta. Inoltre ho apprezzato molto la sua onestà nel riferirmi alcuni messaggi di "falsi amici" che mi hanno parlato alle spalle, mettendomi in guardia da essi.


    A volte abbiamo passato serate piacevoli, a tal punto che mi sono pentito di avercela avuta con lui, o di essermi innervosito, e mi sono detto: "forse ho ingigantito troppo il problema, magari non era veramente sua intenzione offendermi o ferirmi". Dentro di me mi sono chiesto: "e se lui sbagliasse i modi, ma avesse ragione? Se ascoltandolo potessi migliorare alcuni miei aspetti? Se le cose che dice mi fanno così male, allora magari un fondo di verità c'è". Forse ha ragione nel dire che dovrei essere più attivo, aprirmi di più a nuove attività, a cambiare. Però allo stesso tempo mi dico: "perchè deve entrare così nelle mio profondo, perchè mi devo arrabbiare, perchè deve manipolare il mio umore in questa maniera?".


    Infatti non capisco perchè io, adulto e vaccinato, dovrei sentirmi "rimproverato" su come dovrei essere e su come dovrei vivere la mia vita. Secondo me, in un rapporto di amicizia, bisognerebbe incoraggiare, sottolineare il positivo e sorvolare sulle cose negative, magari portarle alla luce pervaiutare migliorare, ma con delicatezza, evitando di offendere. A volte ci sono stati confronti costruttivi, che ho gradito, altre volte battutine e frecciatine irritanti.


    Se volessi o nonuna relazione sentimentale alla fine sono affari miei. Se volessi spendere i soldi viaggiando, o risparmiarli per comprarmi una casa, anche questa sarebbe una decisione mia, o no?

    Forse sono io che lo percepisco come giudicante e aggressivo nei miei riguardi, ma per quanto a volte possa anche avere ragione, il sentirmi in costante soggezione in sua presenza, è spesso irritante e mi pone il dubbio su quanto possa essere positiva la nostra amicizia, e se non sia una persona da allontanare.

  • Qubit

    Approvato il thread.
  • Però allo stesso tempo mi dicio: "perchè deve entrare così nelle mio profondo, perchè mi devo arrabbiare, perchè deve manipolare il mio umore in questa maniera?".

    Hai detto bene.


    Beh hai due opzioni: o gli parli chiaro e gli dici che il suo atteggiamento è troppo invadente e irrispettoso - e la tua rabbia deriva dal fatto che non riesci a farglielo capire ad armi pari, sei offeso (nel senso di venir attaccato) ma non puoi offendere o anche solo difenderti - oppure lo allontani.


    Lui non ha stima nè rispetto di te se ti tratta in questo modo, ti cerca e pretende la tua compagnia o il tuo aiuto perché evidentemente lo percepisce come un vantaggio.


    La sensazione di sollievo che provi quando lui non c'è la dice lunga sullo stress che ti sta causando.

  • Forse sono io che lo percepisco come giudicante e aggressivo nei miei riguardi, ma per quanto a volte possa anche avere ragione, il sentirmi in costante soggezione in sua presenza, è spesso irritante e mi pone il dubbio su quanto possa essere positiva la nostra amicizia, e se non sia una persona da allontanare.

    Che sia o non sia un'amicizia vera e sincera, come giustamente dicevi in apertura, nessuno può saperlo qui.


    Diverse tue precisazioni mi fanno anche pensare che lo sia.


    Ma in ogni caso: è una relazione umana che ti offre l'esempio costante dell'essere diretti.

    E mi sembra che un problemino (tuo) sia quello di non saperlo tu essere altrettanto, neanche con chi te ne offre l'esempio.

    Tradotto semplice: ma perchè non sei sincero e diretto con lui, nel dirgli le stesse cose che hai scritto qui? ;)

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Quando sono con lui mi sento come succube

    E' come se in sua assenza mi sentissi "libero"

    ho sentito talmente tanta rabbia che ho dato pugni nel muro.

    Queste frasi secondo me non sono indicative di un rapporto positivo, non è così che deve far sentire un amico. Lui non accetta alcuni lati del tuo carattere, che forse sono proprio quelle caratteristiche con cui non fa pace...in se stesso. Mi spiego meglio, tante volte noi critichiamo negli altri ciò che percepiamo come nostro problema. Ad esempio, dici che lui è "spendaccione" e critica il tuo essere parsimonioso. Forse lui stesso vorrebbe essere un po' meno spendaccione, e ti critica perchè si sente a sua volta messo in discussione dal tuo modo di essere. Non credo comunque che lui ne sia cosciente.

    Se le cose che dice mi fanno così male, allora magari un fondo di verità c'è.

    Questo è possibile, ma è anche possibile che la tua sia una semplice e umana reazione al sentirti giudicato in modo negativo.


    Io credo che ognuno sia quel che sia e non dovremmo mai ferire gli altri, soprattutto gli amici; c'è modo e modo per comunicare, se il tuo amico pensa che faresti bene a comportarti in modo diverso, ad esempio ad essere meno parsimonioso, potrebbe comunicartelo in modo soft e sicuramente non ne soffriresti tanto, magari anzi sapresti cogliere i suoi consigli senza sentirti giudicato da capo a piedi.


    Io ti consiglio intanto di capire quello che davvero vuoi tu dalla vita, e poi mettere un freno ai giudizi dell'amico, essendo assertivo: se ti critica, rispondigli semplicemente che rifletterai sulle sue parole (e poi magari fallo davvero), ma che al momento non te la senti di essere diverso, che per i tuoi standard e obiettivi va bene così.

  • Grazie a tutti per le vostre risposte. In effetti è vero, ciò che manca al mio carattere è questa schiettezza che vedo in lui. Potrei migliorare sotto questo aspetto...


    Vorrei portare questo esempio in particolare, dove io non risposi al telefono perchè ero occupato sull'altra linea. Quando dopo poco lo richiamai, lui si arrabbiò per il fatto che non avevo risposto subito. Fnalmente "sbottai" alzando il tono di voce e esponendo le mie ragioni e lui chiuse immediatamente il telefono. Poco dopo ci siamo visti... ed è stato col muso per un po'.


    Se io rispondessi a tono, o fossi schietto come lui, sarebbe un continuo attaccarsi a vicenda, un conflitto costante. Allora mi domando, questa può essere chiamata amicizia?


    Allo stesso tempo mi viene da interrogarmi sul perchè di questo modo di comunicare, che funzione ha? Veramente c'è l'intenzione di aiutarmi a migliorare, oppure c'è dell'altro?

    Questa persona è veramente guidata da buone intenzioni oppure ci sono altri fattori come un po' di invidia, frustrazione personale ecc...?


    Se io fossi come vorrebbe, gioverebbe a me od a lui? Forse lui vorrebbe al suo fianco una persona diversa per soddisfare i suoi bisogni...


    Io ho sempre avuto una sorta di resistenza per chi cerca di cambiare gli altri. Aiutare a migliorarsi sì, ma sempre rispettando l'altrui personalità.

  • Totalmente d'accordo :thumbup: :)

  • Vorrei portare questo esempio in particolare, dove io non risposi al telefono perchè ero occupato sull'altra linea. Quando dopo poco lo richiamai, lui si arrabbiò per il fatto che non avevo risposto subito. Fnalmente "sbottai" alzando il tono di voce e esponendo le mie ragioni e lui chiuse immediatamente il telefono. Poco dopo ci siamo visti... ed è stato col muso per un po'.

    Stavo per chiederti proprio "come reagirebbe lui a un tuo no?" e mi aspettavo proprio questa risposta "con rabbia".

    Quella stessa rabbia che lui provoca in te e tu non puoi riversare in lui per difenderti perché sei un signore e cerchi di evitare il conflitto.


    Il tuo amico non ti rispetta come persona, individuo, nel senso che ti vede come "in funzione a lui", qualcuno da cui prendere, e se non ottiene quel che vuole si arrabbia come un bambino. Non riconosce che anche tu hai i tuoi bisogni e una tua personalità indipende da lui. Non ha sufficiente empatia ma al tempo stesso pretende la tua presenza, aiuto e attenzione. Essere in funzione a lui significa anche che non devi avere una tua volontà autonoma (un tuo modi di essere, le tue scelte), ti sta sottomettendo al punto che lui ti fa un torto e tu ti chiedi cosa c'è di sbagliato in te. Questo è tipico delle situazioni di manipolazione.


    Ma non te la devi prendere più di tanto perché probabilmente lo fa senza rendersene conto perché mentalmente immaturo e probabilmente lo fa anche con altri.


    Tu pensi di starti relazionando con un tuo pari mentalmente ma in realtà ha un livello mentale rimasto a uno stadio di immaturità. Prova ad immaginarlo come un ragazzino nel corpo di un adulto quando ti relazioni a lui. Ti faccio vedere che in questo modo ridimensionerai molto le cose che dice, e non appena non incuterà più quel senso di autorità su di te, ti sentirai molto più leggero.

  • Questa persona è veramente guidata da buone intenzioni oppure ci sono altri fattori come un po' di invidia, frustrazione personale ecc...?

    Sì probabilmente un misto di queste. Il fatto che tu hai una tua personalità autonoma da lui potrebbe vederlo come una minaccia, un po' per rivalità un po' perché perderebbe il potere che ha su di te.


    Se io fossi come vorrebbe, gioverebbe a me od a lui? Forse lui vorrebbe al suo fianco una persona diversa per soddisfare i suoi bisogni...

    Questa è la domanda giusta che ti devi porre.


    Io ho sempre avuto una sorta di resistenza per chi cerca di cambiare gli altri. Aiutare a migliorarsi sì, ma sempre rispettando l'altrui personalità.

    Questo infatti è l'atteggiamento maturo e assertivo di chi ha rispetto per gli altri.

  • È una persona tossica, il classico vampiro energetico che ha bisogno di sminuire gli altri per sentirsi migliore. Se la sua compagnia ti fa stare più male che bene diglielo. Se la sua reazione sarà di disponibilità e comprensione allora puoi ancora pensare che ci tenga davvero. Se dice che ti inventi le cose o che esageri...lascialo perdere tranquillamente, non hai perso nessuno. Amicizia sta anche nel capire i limiti e le sensibilità degli altri.

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