La mia inadeguatezza mi sta consumando

  • Salve a tutti, vi spiego la mia situazione: vivo in una famiglia dove purtroppo mio padre ha un handicap tale per cui mia madre ed io dobbiamo badare a lui, ma il problema ulteriore è che viviamo in una situazione di inferno da quando sono piccolo (ora ho 30 anni) in quanto comunque risulta essere manesco e tratta male mia madre. Mia madre allo stesso tempo si è trascurata in salute e tutto quanto e infatti non può fare tutto quello che fa una persona normale. Tutto questo mi ha segnato profondamente, a me che per primo sono timido, mi ha chiuso le ali ma, allo stesso tempo, non voglio lasciare mia madre al suo destino. Le mie sorelle non hanno mai ambìto al meglio, prendendosi come mariti dei "sempliciotti" ignoranti (che è già un complimento). Tutto questo ha influito sulla mia vita e i miei progetti e cioè che a 30 anni sto finendo la triennale e non ho un lavoro, proprio anche perché non ho mai avuto e non ho ancora la serenità per fare le cose, come pure nemmeno invito più gente a casa perché sono ben conscio di non vivere in una situazione normale.


    Ho pochissimi amici con cui comunque non esco e mi sento una nullità, sono sempre ossessionato da quel che può succedere a casa e tutto quello che faccio è in funzione di quello. Essere cresciuto così mi ha fatto capire di essere senza qualità, senza hobby, di non saper fare nulla in modo particolare. Quando mi invitano alle feste, spesso non voglio andarci perché mi sento inadeguato, un bambino, che vede gli altri realizzati e non so davvero mai di cosa parlare se non di quello che faccio che mi fa sentire molto a disagio. Per di più vado su e giù con il peso perché conduco una vita sedentaria, nonostante vada in palestra. La gente attorno a me, anche chi mi dice di volermi bene, ho l'impressione che in realtà non mi stimi, e mi consideri un poveraccio da compatire, perché non so stare al mondo, rimango chiuso nella mia timidezza cronica. A volte penso che non dovrei nemmeno più stare al mondo. Non ce la faccio più a soffrire, mi chiedo perché debbano capitare tutte a me, perché la vita si è accanita su di me...

  • Qubit

    Approvato il thread.
  • Purtroppo questi pensieri non ti aiutano anzi ti frenano dall'uscire da questa situazione.


    Hai provato a vedere uno psicologo?


    Nessuno può aiutarti con la tua situazione familiare? Le tue sorelle, altri parenti?


    L'unica cosa che puoi fare è concentrarti sulla laurea e sul tuo miglioramento e realizzazione personale, trovare un lavoro.

    Devi cercare di non farti vincere da questi pensieri negativi e rimanere concentrato e determinato sui tuoi obiettivi.

    Ma so che è difficile, non esitare a chiedere un aiuto esterno se senti di non farcela.


    La tua "inadeguatezza" è temporanea e relativa alla situazione presente. Con la laurea e successivamente un lavoro le cose miglioreranno.

  • Allora, l'ipotesi psicologo la sto prendendo in considerazione solo ora. Prima non l'avevo presa, oltre che per i costi elevati, perché credevo che conoscendomi, perché sono testardo, avrei solo buttato tempo e soldi.

    Dei fatti miei non parlo perché ho paura del giudizio degli altri e del fatto che poi vogliano evitarmi come la peste.

    Le mie sorelle purtroppo sono infelici pure loro e anzi, quello che si fa in quattro per aiutare anche loro e i miei nipoti sono io. Sento di essere indispensabile per loro ma per il resto non servo ad altro. Mi occupo io di sbrigare a casa tutte le faccende, la spesa ecc. e lo faccio da quando ho 18 anni. E magari tanti miei coetanei non hanno di questi pensieri. Sento anche di avere una rabbia repressa dentro...

  • La rabbia è comprensibile, di per sè non è un'emozione negativa anzi è un campanello di allarme che ci dice che c'è qualcosa che ci fa stare male e ci sentiamo frustrati perchè non riusciamo a cambiare la situazione, ma bisogna imparare a non farsi sopraffare da essa altrimenti finisce per consumarci. Magari uno psicologo può aiutarti a incanalare quell'energia nella tua realizzazione personale.

  • Ciao :)


    Quoto in tutto, uno psicologo potrebbe aiutarti a gestire al meglio questa situazione di rabbia comprensibile :)

  • A volte penso che non dovrei nemmeno più stare al mondo. Non ce la faccio più a soffrire, mi chiedo perché debbano capitare tutte a me, perché la vita si è accanita su di me...

    Potresti soffrire di depressione. È un disturbo che non dipende da te, ma spesso le circostanze della vita sono talmente pesanti da sopportare che si cade in depressione.

  • Salve a tutti, vi scrivo per dirvi come mi sento. In particolare vorrei parlarvi del mio continuo senso di inadeguatezza rispetto ai miei coetanei, e anche di fronte a coloro che sono più giovani.

    I miei problemi famigliari e il fatto stesso che per tanti anni, anche a causa della mia obesità sino ai 20 anni circa, hanno portato i miei genitori ad essere protettivi con me e di fatto a non farmi mai abituare alla vita fuori. Non do a loro una colpa, vista la brutta vita che io e mia madre abbiamo dovuto passare e passiamo.

    Il fatto è che adesso, a 31 anni, oltre a non essere realizzato col lavoro, noto che tutta la mia inutile e vuota vita ha ripercussioni su tutto quello che faccio. Il mio carattere mi impedisce di essere convincente ad un colloquio di lavoro come pure con le ragazze. Io vorrei tanto amare e sono pronto per farlo, ma mi sento piccolo piccolo. Non reggo la competizione con gli altri ragazzi, visti sempre intraprendenti e sicuri e, anche se dovessi riuscire ad avere una relazione, ho sempre il tarlo che il fatto di non essere competitivo possa solo farmi soffrire perché non ho le capacità per tenermi nulla, probabilmente nemmeno riuscirei a farmi rispettare con qualcuno che dovesse fare lo scemo con la mia ragazza. In più, il mio passato da obeso mi ha fatto sempre rinunciare alle normali attività per ragazzi, come andare al mare o fare attività che in una relazione sono indispensabili. Sento quindi da una parte il bisogno di mettermi in gioco e dall'altra il fatto che è tutto inutile e che dovrei rassegnarmi a questa vita, concentrandomi solo sulla riuscita nel lavoro, semplicemente per sopravvivere.

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