Sorella sempre più problematica

  • no no infatti non parlo di frequentare nessuno, ci mancherebbe.

    :/ Scusa ma...da quel che dici ...a me non sembra.

    Parlavi di frequentarli, o frequentare te malgrado loro, "fregandosene" di loro.

    Ma perchè mai chiunque dovrebbe frequentare o esporsi a chiunque altro , se non sente nessuna voglia di farlo (e a quanto pare...anche a ragion veduta) ?

    Frequentare ambienti che non si sentono propri e che piuttosto si sentono estranei ed ostili, e in più "fregarsene" è un'operazione che richiede un equilibrio sopraffino.


    La vedo molto come MissMarple : se ci si vuole interessare a lei occorre andarle incontro in guanti di velluto e dedicarle Tempo e Affetto veri, tutti per lei, per riprenderla per mano e farle sentire che si VUOLE esserci PER LEI (ancor più se anche la madre è un corpo estraneo che pensa di autoassolversi lasciandola economicamente bene).

    Come puoi pensare che le possa essere di sollievo fare tappezzeria in casa tua o nei luoghi che frequenti con questi "amici", SE sono gli stessi luoghi in cui vede frammmentarsi le attenzioni tue di tua figlia (uniche persone di cui si fida) fra mille distrazioni ossequienti a quel mondo da cui lei rifugge, e secondo me neanche sbaglia a rifuggirne, perchè credo che nulla sia peggio della cattiveria degli snob (sulla cui definizione faccio riferimento, a scanso di equivoci, alla Treccani).


    Io sono NIENTE per poter dire se la sua situazione sia risolvibile o meno, ma mi ci giocherei tutto quel che ho sul fatto che se c'è uno spiraglio (flebile quanto vogliamo) per ridarle un minimo senso di calore nel gelo da cui si sente circondata e da cui comprensibilmente fugge...quello spiraglio sia nel SINCERO "ci sono per te, e te lo DIMOSTRO!" .

    Dove il "te lo dimostro" costa anche un lasciare da parte TUTTO il resto, e dire "sorella mia, eccomi, parliamone". Da sole, dedicando tutto il Tempo e le Energie necessarie.

    Che è cosa assai diversa dal dire "ma io l'ho invitata all'ombrellone in comitiva e alla pizzata della comitiva, ma è lei che non viene!".

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • gloriasinegloria: veramente, come ho scritto, in nessun modo mi aspetto frequenti nessuno di questo contesto...nè mai e poi mai mi aspetto venga a fare da tappezzeria in casa mia, semplicemente che, volendo stare con me, faccia anche lei qualche passo, non costringendomi ad andare sempre io verso di lei come accade, e come sembra non essere sufficiente. Peraltro il suo timore di incontrare qualcuno uscendo di casa è veramente smisurato rispetto alla probabilità che accada; e casa mia non è un porto di mare. Conoscendola poi mai e poi mai la inviterei a nessun tipo di evento sociale, nessuna cena di comitiva, quando invito lei ê ben condiviso che ci sarà solo lei come ospite, se ospite devo chiamarla. Perciò....penso che già metto in atto tutte ma proprio tutte le accortezze del caso, incluso il confronto a 4 occhi nella sua cameretta...solo che nulla sembra bastarle, non è sufficiente nulla di ciò che faccio e se scopre che una sera sono stata a trovare una mia amica di infanzia mi fa scenate di gelosia e chiude il telefono.

  • se scopre che una sera sono stata a trovare una mia amica di infanzia mi fa scenate di gelosia e chiude il telefono.

    Dal mio punto di vista...questo qualcosa significa.

    Perdona la domanda (la cui risposta non è importante che la sappia io) : ma tua sorella, oltre alle incursioni nella sua cameretta quando vai in casa di tua madre, si sente mai dire cose tipo "dai preparati che stasera andiamo fuori noi due!" :?:

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Casa mia è quindi un via vai di amici e conoscenti vecchi e nuovi che passano a salutarmi, bambini che vengono a cercare i miei e spesso si fermano per merenda, cena, o restano a dormire...

    casa mia non è un porto di mare.

    Mi paiono due dichiarazioni che si contraddicono.

    Ma a parte questo, naturalmente tu hai tutto il diritto di passare le ferie nel modo che preferisci.

    Tua sorella purtroppo, come già scritto, soffre di una patologia psichiatrica mai trattata e che, anche per questo, non migliorerà con il tempo. La tua possibilità d’intervento, sino a che tua madre è in vita, capisco sia limitata e la frustrazione tanta.

    Cerca di pensare che stai facendo il possibile e di non farti travolgere costantemente dai sensi di colpa, cosa peraltro molto difficile.

    Consultando abbastanza esperti puoi trovare conferma a qualsiasi opinione.

  • Dal mio punto di vista...questo qualcosa significa.

    Perdona la domanda (la cui risposta non è importante che la sappia io) : ma tua sorella, oltre alle incursioni nella sua cameretta quando vai in casa di tua madre, si sente mai dire cose tipo "dai preparati che stasera andiamo fuori noi due!" :?:

    Guarda per me "andare fuori" è al massimo una passeggiatina con il mio piccolo visto che ancora allatto; la sua risposta è comunque no. E dal mio di punto di vista il suo modo di porsi significa che lei mi vorrebbe tutta per per sé come un tempo lontano in cui eravamo bambine, cosa oggi impossibile. O tutta per sé o niente.

  • Acronimo: più che altro sono i bambini a frequentare la casa; gli adulti dopo i primi giorni sono molto più circoscritti. Anche io e mio marito siamo persone riservate e abbiamo i nostri momenti in cui vogliamo star soli. Trovo in ogni caso esagerata la sua reazione; anche il fatto che, poiché le piace correre e qui ci sono bei percorsi, non voglia mai venire con me (che vado sola) per paura di essere vista da qualcuno, è davvero eccessivo, io non incontro mai nessuno per dire.

  • Ipposam, per quello che consigliavo prima, non avevo in mente l'autonomia come scopo primario (certo dovrebbe comunque andare a fare la spesa e buttare l'immondizia da sola, tanto per dire) ma al momento ho l'impressione che l'urgenza sia farla rilassare mentalmente, perché nel suo cervello è attivo il binomio "persone che conoscono me e la mia famiglia = compatimento". Quindi non avendo intorno persone che non conoscono la sua storia personale, sarà più portata a uscire. Se trovate un posto per lei, non lontanissimo, cioè nella stessa provincia, poi penso avrà anche il piacere di una tua visita.

  • Perciò....penso che già metto in atto tutte ma proprio tutte le accortezze del caso, incluso il confronto a 4 occhi nella sua cameretta...solo che nulla sembra bastarle, non è sufficiente nulla di ciò che faccio e se scopre che una sera sono stata a trovare una mia amica di infanzia mi fa scenate di gelosia e chiude il telefono.

    Da particolari come questi si evince che tua sorella soffre di problemi psichiatrici e quindi le idee di comune buon senso (come quella di Creamy , effettivamente plausibilissime in condizioni di normalità, o le mie e di chi ti consiglia di portarla fuori ecc) valgono fino ad un certo punto per recuperare il rapporto e farla stare meglio. Quello che voglio dire è che, purtroppo, finchè si tratta di estrema timidezza, fobia sociale non grave, paranoia non grave, allora ci possono stare tutti i vari discorsi finora fatti nell'ottica del: ogni tanto andate al mare con la bambina, a correre insieme, a prendere il caffè a casa sua.

    Però qua la vera risposta a: cosa fare? è una secondo me: prendere in mano la situazione, anche con tua mamma, e convincerla a farsi curare.

    Secondo te è fattibile?


    Oltre questo, c'è il palliativo della quotidianità per non farle prendere troppo a male la vita, assecondarla (purtroppo) nel convincerla che tempo per lei c'è sempre e non glielo toglie la cena con l'amica di infanzia, conquistare un giorno al mare insieme senza scenate ma davvero non mi viene altro termine se non: palliativo.

    Tua sorella è fortunatissima ad avere te che ti preoccupi per lei e le vuoi bene (si percepisce) a prescindere, nonostante tutte le sue difficoltà e soprattutto come si rapporta a te (deve essere pesantissimo, oltre a tutte le preoccupazioni che già avrai di tuo). A me fa una pena/tenerezza infinita, ma poi ripensandoci penso a cosa può significare averci a che fare h24 e mi rendo conto che io sarei in estrema difficoltà, mi farei le tue stesse domande e mi sentirei pure in colpa sentendomi impotente.


    Ipposam, per quello che consigliavo prima, non avevo in mente l'autonomia come scopo primario (certo dovrebbe comunque andare a fare la spesa e buttare l'immondizia da sola, tanto per dire) ma al momento ho l'impressione che l'urgenza sia farla rilassare mentalmente, perché nel suo cervello è attivo il binomio "persone che conoscono me e la mia famiglia = compatimento". Quindi non avendo intorno persone che non conoscono la sua storia personale, sarà più portata a uscire. Se trovate un posto per lei, non lontanissimo, cioè nella stessa provincia, poi penso avrà anche il piacere di una tua visita.

    L'idea come dicevo prima è buona ma tu immagina di far fare questo ad una persona totalmente non autonoma a livello sociale, che deve risolvere ben altri problemi a monte, problemi che le impediscono a 40 anni di avere non dico amici ma conoscenze, lavoro, relazioni varie. Che poi soffre perchè non ha marito quando non è mai uscita con nessuno, stessa cosa per il lavoro, ne vorrebbe uno che la facesse sentire realizzata - a questo la gente ci arriva magari dopo anni di gavetta, lei non ha praticamente esperienze. Insomma, a me lei sembra non molto a contatto con la realtà, sono sicura che ci sia una diagnosi precisa che ovviamente non so fare, ma questo più altri elementi se visti da un medico porterebbero ad un responso che renderebbe forse il tutto curabile o comunque più sopportabile.

  • dal mio di punto di vista il suo modo di porsi significa che lei mi vorrebbe tutta per per sé come un tempo lontano in cui eravamo bambine, cosa oggi impossibile. O tutta per sé o niente.

    A me resta il dubbio che lei abbia, sì, "perso il filo", ma che in questo possa avere un grande ruolo il non sentirsi amata da nessuno e nel non avere la minima fiducia di poter sviluppare nuovi affetti.

    Tanti dettagli, nei vari tuoi scritti, mi fanno pensare che lei abbia sempre visto in te un esempio da seguire e un solido ponte tra lei e la realtà quotidiana da affrontare.

    Non a caso: lei schiva tutto e tutti, ma con la tua famiglia sta bene, ha un bel rapporto anche con tua figlia, e addirittura con tuo marito.

    Poi, però, (non credo di ricordare male, in caso correggimi), tua madre soffia zizzania anche su questo, e le insuffla l'idea che "tu la sfrutti per i tuoi comodi e lei si faccia sfruttare".


    Con tutto il cuore : io non riesco ad immaginare nessuna persona che, già fragile di suo, non ripieghi nella più desolata depressione in questo quadro.


    Come sai non sono Psichiatra e cerco di andare solo per comune buon senso, ma insomma...la vacanza al mare è quella in cui ci si può ricavare spazi di evasione, senza le solite incombenze e strettoie del quotidiano. Al mare ogni giorno vai giustamente nel lido che ti è più comodo e in cui ritrovi i conoscenti di sempre. A lei gli stessi conoscenti creano problemi, e quindi (per me) suona quasi derisorio invitarla al "vieni con noi". Stesso dicasi per serate o escursioni in loro compagnia.

    Tua sorella, con te, non fa mistero di questo.

    E quindi, penso che resti molto male nel vedere che in un lungo periodo di vacanza non ci sia mai quella proposta della sorella (tu) che è pensata e voluta per/con lei. Faccio esempi : se tu le dicessi "domani abbiamo deciso in famiglia di passare la giornata in quella tale caletta", oppure "stasera andiamo in famiglia a provare il tale ristorante o la tale gelateria" ...sapendo che siete solo voi e che le esprimete il piacere di condividere il piccolo evento solo con lei...credi che direbbe "no grazie, non vengo!" ?

    Se così fosse...non potrei che alzare le mani e considerarmi una povera "speranzona", dovendo prenderne atto e potendo solo concludere che non ci siano i presupposti per il successo neanche del più amorevole faidate, e che solo uno Psichiatra potrebbe inquadrare il problema e indicarne le soluzioni.

    Però (se non l'hai già fatto) questo esperimento di proporle "in esclusiva per lei" quelle micro-mondanità che ti vede condividere con i conoscenti a lei invisi...io lo farei...

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • MissMarple hai colto molti aspetti, anche a me fa pena, ma anche rabbia, a volte, perché averci a che fare è spesso estenuante. Ci sono periodi in cui è meno problematica, durante l'anno...ma in occasione delle feste credo che il suo malessere raggiunga dei picchi ed esplode. È molto legata ai miei bambini, ma quando ci sono questi picchi risponde male persino a loro! È frustrata, infelice, astiosa. Io ho i miei tempi, i miei impegni, capisco che non riempio la sua vita ma non posso proprio farlo, nessuno può farlo ed è tristissimo.

    gloriasinegloria: le cose che dici sono giuste, e ti confermo che purtroppo mentre un tempo alla tal giornata organizzata perche fosse a suo agio partecipava, adesso dice di no anche a questi miei tentativi di inclusione. Un tempo veniva, anche se raramente; ma anche in quei casi lo sbrocco da parte sua era dietro l'angolo, cioè il mood era sempre di astio e rabbia, e tipicamente il giorno dopo aveva uno di quei picchi tremendi in cui mi accusava di ogni cosa, vanificando tutto, anche la bella giornata passata insieme. Cioè non si pensi che le abbia fatto inviti formali e finti; io l'ho portata in tutti i ristoranti della zona quando ancora usciva, pur di rado, e l'ho portata a fare gite ed escursioni, l'ho portata a Parigi, sempre tutto a mie spese, trattandola come una figlia. E mi sono anche sentita dire che non è abbastanza. Ma ora non è tempo per me di fare queste cose, ho altri impegni, e lei si è sempre più ritirata in se stessa e di anno in anno l'ho vista peggiorare e rendersi sempre più sgradevole.

    Modificato una volta, l'ultima da ipposam ().

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